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078 P er replicare un’operazione di marketing che in un recente pas- sato ha avuto un buon successo di pubblico, Bignami – storico importa- tore e distributore in Italia dei prodotti Smith & Wesson – ha richiesto (e otte- nuto) che l’importante marchio ameri- cano approntasse per il mercato nazio- nale un allestimento speciale di uno dei suoi modelli di punta. L’arma scelta per questa operazione è un revolver – il mo- dello 686 – che appartiene a una delle famiglie più giovani e meno nutrite del- la gamma di S&W. Per intenderci, quella del telaio L, nata nel 1980 a soddisfare due esigenze contrastanti: la capacità di sopportare caricamenti corposi come il .357 Magnum, che dall’esordio del calibro con il modello 27 erano stati di- rottati sul telaio all’epoca più prestante (N), e dimensioni per quanto possibili compatte, quelle proprie del telaio K che però aveva dimostrato di non saper re- sistere ad una dieta esclusiva di cartucce magnum. Alla sua introduzione, quindi, il telaio L andava a colmare un bisogno espresso dal mercato e un divario con- correnziale con altri produttori, tra cui Colt e la sua Python. Il fatto che Bignami abbia deciso di puntare su questo modello del catalogo del produttore americano è senz’altro indice di un attento studio delle abitu- dini dei consumatori e delle tendenze di mercato. In questo particolare mo- mento storico i dati ci dimostrano come il revolver segni il passo nei confronti della semiautomatica quando si parli di difesa personale o impieghi operativi e, al contrario, mantenga un forte interesse tra gli appassionati di tiro di precisione, che nel 686 da poco presentato agli 078 SMITH & WESSON 686 RAPPY 5” CALIBRO .357 MAGNUM Basandosi su un modello di successo e particolarmente appetibile in Italia, Bignami ha commissionato a Smith & Wesson un revolver che si colloca tra la produzione di serie e l’eccellenza del Performance Center testo di Matteo Brogi, foto di Gianluigi Guiotto Il dinosauro italiano

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P er replicare un’operazione di marketing che in un recente pas-sato ha avuto un buon successo

di pubblico, Bignami – storico importa-tore e distributore in Italia dei prodotti Smith & Wesson – ha richiesto (e otte-nuto) che l’importante marchio ameri-cano approntasse per il mercato nazio-nale un allestimento speciale di uno dei suoi modelli di punta. L’arma scelta per questa operazione è un revolver – il mo-dello 686 – che appartiene a una delle famiglie più giovani e meno nutrite del-la gamma di S&W. Per intenderci, quella del telaio L, nata nel 1980 a soddisfare due esigenze contrastanti: la capacità di sopportare caricamenti corposi come il .357 Magnum, che dall’esordio del calibro con il modello 27 erano stati di-rottati sul telaio all’epoca più prestante (N), e dimensioni per quanto possibili compatte, quelle proprie del telaio K che però aveva dimostrato di non saper re-sistere ad una dieta esclusiva di cartucce magnum. Alla sua introduzione, quindi, il telaio L andava a colmare un bisogno espresso dal mercato e un divario con-correnziale con altri produttori, tra cui Colt e la sua Python.Il fatto che Bignami abbia deciso di puntare su questo modello del catalogo del produttore americano è senz’altro indice di un attento studio delle abitu-dini dei consumatori e delle tendenze di mercato. In questo particolare mo-mento storico i dati ci dimostrano come il revolver segni il passo nei confronti della semiautomatica quando si parli di difesa personale o impieghi operativi e, al contrario, mantenga un forte interesse tra gli appassionati di tiro di precisione, che nel 686 da poco presentato agli

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Basandosi su un modello di successo e particolarmente appetibile in Italia, Bignami ha commissionato a Smith & Wesson un revolver che si colloca tra la produzione di serie e l’eccellenza del Performance Center

testo di Matteo Brogi, foto di Gianluigi Guiotto

Il dinosauro italiano

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appassionati italiani potranno tro-vare uno strumento molto stimolante per ottenere rosate significative. Questo allestimento Rappy si differenzia dagli esemplari di produzione ordinaria per alcuni dettagli meccanici e, dal punto di vista visivo, dalla sagoma stilizzata di un dinosauro sulla cartella destra, probabil-mente un Velociraptor, da cui il nome. La passione sfrenata degli americani per la paleontologia, essendo così poco provvisti sotto l’aspetto archeologico, è caratteristica dello spirito del popolo. Una passione che nella vecchia Europa, colma di straordinarie vestigia di po-poli e civiltà, è guardata forse con una certa tenerezza se non con sufficienza e circoscritta alle manifestazioni infantili o adolescenziali. Per questo, quando abbiamo provato l’arma di Bignami e abbiamo avuto modo di apprezzarne le eccellenti qualità balistiche e la raffi-

probabile, ma solo per ragioni tecniche). Poi abbiamo pensato che Bignami, an-che stavolta, ha saputo capire dove va il mondo, in particolare quello del colle-zionismo e dell’oplologia. Quando, in-fatti, ci siamo posti la domanda di quan-te armi incise con un dinosauro si siano viste nella nostra vita e non siamo stati

natezza delle finiture, siamo rimasti tra il sorpreso e il deluso nel vedere quel profilo di dromeosauride sulla cartella. Si è provata la perplessità che ci avrebbe destato la vista di una Ferrari rosa con-fetto (siamo sicuri di averne vista alme-no una, nel mondo) o un Panerai con il cinturino di uno Swatch (questo è meno

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le due versioni dell’arma differiscono, oltre che per la lunghezza della canna, per pochi altri dettagli, il principale dei quali è un’impugnatura più confortevole per il modello da 4” (a sinistra nelle foto

Sul telaio, sotto al giogo del tamburo, è indicato nome del modello e versione dell’arma. Questa è la sesta variante del revolver 686, ufficialmente sul mercato dal 1988

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capaci di darci una risposta diversa da “nessuna”, ecco, a quel punto si è capito che la Rappy ha tutte le caratteristiche per diventare un pezzo di collezionismo soggetto a valutarsi nel tempo. Specie se, come in effetti è stato deciso, l’arma è prodotta in tiratura limitata. Ma tornia-mo al telaio.

telai e sigleUna volta annunciato quello contrad-distinto dalla lettera L, Smith & Wesson introdusse inizialmente i modelli 581, 586 (Distinguished Combat Magnum), 681 e 686 (Distinguished Combat Ma-gnum Stainless), che si differenziavano per materiali (quelli con il “5” iniziale erano in acciaio al carbonio, quelli con il “6” in acciaio inox) e mire (gli “-81” presentavano mire fisse, gli altri tacca regolabile). Successivamente furono introdotti modelli in .44 Special (396 e 696) e altre configurazioni (296 e 386), ciascuna contraddistinta da specifiche differenze. Disponibile in allestimenti con varie lunghezze di canna (2 pollici e mezzo, 3”, 4”, 5”, 6” e 8 pollici e tre otta-vi), il modello 686 era destinato a essere presentato in numerose varianti: Classic Hunter (1988, canna da 6”), Midnight Black (prodotta nel 1989 in 5.000 esem-plari con canne da 4” e 6”), CS-1 (desti-nata allo US Custom Service), National Security (1992, canne da 3” e 4”), Target Champion (1992, canna da 6”), Power Port (1994, con canna da 6” è la prima variante a nascere montando un sistema di sicurezza a chiave), P (1996, con can-na da 4” e 6” cui nel 2004 si aggiungerà la canna da 5”; caratteristica distintiva della variante è il tamburo in grado di contenere 7 colpi), PP (dotata di canna da 6” con compensatore), The American Series (arma con incisioni e scritte prou-dly american e canna da 4”), SSR (Stock Service Revolver, 4”) e Performance Center (2007, canna da 6”). Da segna-lare, in aggiunta alle precedenti e non disponibili in Italia, le varianti richieste da TALO, potente distributore d’armi del Nord America.Numerose le migliorie apportate nel tempo all’arma che, come dimostra il suffisso inciso sul telaio dietro al giogo del tamburo, con la Rappy ha raggiunto la sesta versione; tra queste si segnalano una diversa combinazione di mire (nel 1992 sarà abbandonato il mirino regi-strabile), un nuovo sistema di sicurezza

Il rappy nel dettaglioIl revolver 686 si presenta meccani-camente come un classico della pro-duzione Smith & Wesson anche se la derivazione dalla versione SSR (Stock Service Revolver) lo avvicina più alla produzione del Performance Center che a quella industriale. L’allestimento

attuato da chiave introdotto in tutti i re-volver del produttore e la rimozione del percussore solidale al cane a favore di un più consono percussore inerziale con contestuale introduzione di un safety bar che consente al cane di percuotere il percussore unicamente a seguito di una deliberata azione sul grilletto.

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il pulsante di sgancio costituisce uno dei due punti di vincolo del tamburo. l’altro è posizionato anteriormente a bloccare l’asse di rotazione del tamburo stesso

entrambi i revolver sono dotati di tacca registrabile in alzo e deriva e di safety bar, dispositivo cui è demandato il compito di trasferire il moto del cane al percussore

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SSR, infatti, appartiene a quella Pro Series introdotta da pochi anni proprio per avvicinare gli estremi costituiti dalla semplicità della produzione ordi-naria e dall’eccellenza (cui corrisponde un prezzo adeguato) delle creazioni del Performance Center Smith & Wesson. Rispetto alla produzione più commer-ciali, le armi SSR presentano camere del tamburo con invito, canne scelte con profilo squadrato, impugnature ergonomiche migliorate e scatto spor-tivo, caratteristiche che le pongono a essere strumenti d’eccellenza nel setto-re agonistico. Entrando nel dettaglio, le caratteristiche della 686 ricalcano quel-le della 586, da cui si distingue unica-mente per l’impiego integrale di acciaio inossidabile. La meccanica è semplice e si basa su un sistema di scatto ad azione singola e doppia. La sicurezza di maneggio è affidata al safety bar di cui si parlava, che impedisce al cane d’im-pattare il percussore quando non sia stato correttamente premuto il grillet-to, mettendo l’operatore al sicuro dalla partenza del colpo in caso di caduta critica dell’arma. Per ottenere questa architettura è stato necessario rimuo-vere il percussore dal cane, operazione peraltro praticata ormai da quasi tutti i fabbricanti.

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la chiave di bloccaggio fornita da Smith & Wes-son su tutti i suoi modelli a partire dalla fine degli anni ‘90 va a bloccare il cane, rendendo l’arma di fatto inoperativa

Star al cinema e in tv

La 686, nelle sue numerose varianti, è stata scelta come arma da fianco sia da corpi operativi sia nella finzione cinematografica. Nel primo caso è nota l’adozione da parte del GIGN (Gruppo d’intervento della gendarmeria nazionale), della sezione immigrazione della Polizia norvegese, da alcune polizie locali americane e dalla Polizia Granducale lussemburghese. Sul set è invece stata portata tra gli altri da Nicholas Cage (Lord of War), Jean Reno (Léon), Sylvester Stallone (Cop Land), John Travolta (Face Off), Harrison Ford (Firewall) e, addirittura, Whoopi Goldberg (Fatal Beauty). In televisione è stata utilizzata in episodi di CSI e Miami Vice.

la volata del revolver è incassata nel gene-roso profilo della canna per proteggere la parte terminale della stessa e le rigature

l’estrattore a stella facilita la rimozione dei bossoli spenti

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chiave di sicurezza e organi di miraLa sicurezza dell’arma è inoltre deman-data al sistema a chiave ormai adottato da tutte le armi di Springfield, quel dispositivo a due posizioni in grado di bloccare il cane che tante critiche ha sollevato tra i puristi, che si sono sentiti offesi dall’introduzione di questa forma di tutela: ruotando la chiave in senso antiorario si blocca la pistola facendo fuoriuscire dal telaio, in prossimità del cane, una bandierina che riporta la scritta locked (bloccato); in senso antio-rario la si riattiva. Il tamburo da 6 colpi (7 nell’allestimento Plus) è bloccato da due chiusure: posteriormente da quella manuale cui corrisponde il pulsante di sgancio posto sulla sinistra del fusto, anteriormente da un pistone elastico che va ad ingaggiare un apposito recesso ricavato sull’asta del tamburo. Asta che, per inciso, comanda anche l’estrattore a stella che facilita l’estrazione dei bossoli. Gli organi di mira contemplano una tacca micrometrica di buona fattura e un mirino, sostituibile, con un inser-to rosso che facilita la collimazione in condizioni di illuminazione difficile. La presa dell’arma è, infine, resa possibile da un’impugnatura in caucciù prodotta da Hogue, così come in tutti gli esem-plari dell’arma prodotti a partire dal 1994. Precedentemente erano adottate guancette in Goncalo, un legno tropicale molto gradevole alla vista per le sue tipi-che venature.

“Rappy” incisa sul lato destro della can-na, iscrizione che nella versione a canna corta è riportata sulla stessa cartella che ospita il dinosauro. Il lato sinistro è libe-ro da qualsiasi decorazione. Cambiano poi l’impugnatura, assai più imbottita nel revolver con canna da 4” che prevedibil-mente è soggetto ad un rinculo superiore per la minore massa. In questo caso, differisce anche il sistema di aggancio dell’impugnatura al telaio (vite in posi-zione inferiore, nell’arma lunga la vite va a congiungere direttamente i pannelli). Diverso è pure il mirino, d’impostazione più sportiva nell’arma con canna da 5” (che può essere usata anche in gare di tiro a segno) rispetto all’altra. Alla prova a fuoco, la differenza di canna si fa sentire più per la capacità di contrastare il rin-culo – ovviamente superiore nell’arma più lunga – che nell’effettiva precisione di tiro. La distanza di 15 metri è infatti assolutamente modesta se paragonata alle capacità balistiche dell’arma, esaltate da una canna eccellente e un sistema di scatto netto e pulito sia in singola sia in doppia azione.

Due versioniBignami propone questa edizione limi-tata del revolver 686, pensata in esclusiva per il mercato italiano, in due varianti con canna da 4” e 5”, entrambe cataloga-te sportive.Una volta affiancate, le due versioni dell’arma che abbiamo provato differi-scono sì per la lunghezza di canna ma anche per altri piccoli dettagli. Anzitut-to la versione da 5” presenta la scritta

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Rosata ottenuta a 15 metri a mano libera sparando munizionamento commerciale magtec con palla Full metal case Flat da 158 grani

l’autore durante la prova alla linea di tiro

costruttore: Smith & WessonImportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: 686 Rappytipo: revolver calibro: .357 MagnumDestinazione d’uso: tiro di precisione, difesa personaletamburo: 6 colpiSistema di scatto: azione singola e doppiaPercussione: percussore inerzialeorgani di mira: tacca registrabile, mirino sostituibileSicurezze: safety bar e sistema di bloccaggio a chiaveLunghezza canna: 127 mm (5”)Lunghezza totale: 268 mmMateriale del fusto: acciaioFinitura: inoxPeso: 1.085 grammiNumero di Catalogo Nazionale: 17551Note: Disponibile in versione con canna da 4” (1.140 euro)

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SO

Smith & Wesson – 686 rappy – calibro .357 Magnum

PrEZZo 1.150 euro

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