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Lavoro femminile e Salute delle Donne Irene Figà-Talamanca Professore Ordinario di Igienedel Lavoro Università di Roma “La Sapienza” - Italia

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Lavoro femminile e Salute delle Donne

Irene Figà-Talamanca

Professore Ordinario di Igienedel Lavoro

Università di Roma “La Sapienza” - Italia

TEMI DA TRATTARE

PERCHE’ DISCUTERE SPECIFICATAMENTE DELLE DONNE ?INDICATORI DI SVILUPPO E PARTECIPAZIONE DELLE DONNE NEL MONDO DEL LAVORORISCHI DA LAVORO DI PARTICOLARE INTERESSE PER LE DONNEINFORTUNI E ALTRE PATOLOGIE DA LAVORO

PERCHE’ DISCUTERE SPECIFICATAMENTE DELLE DONNE ?Esistono differenze nei parametri di salute a parità di lavoro?

Storia delle teorie delle differenze

Partendo dalle teorie Freudiane sull’isteria che colpisce selettivamente le donne, molti medici del fine 1800 hanno avanzato ipotesi sulla maggiore suscettibilità delle donne spec. per malattie del sistema nervoso.Fonte: AE Dembe Occupation and Diseases How Social Factors affect the conception of Work-related disorders.Yale University Press 1996

Storia delle teorie delle differenze

Nel campo della Medicina de Lavoro, uno dei primi studi sui telegrafisti e telefonisti (1884) osserva che “il crampo” del telegrafista colpisce particolarmente le donne che “hanno un temperamento più nervoso, e porta ad insonnia, vertigini, melanconia, perdita di memoria......, e persino pazzia”.

Storia delle teorie delle differenze

La attribuzione di particolare “suscettibilità” alle donne e agli immigrati degli anni 1920 per la malattie “nervose” da lavoro è un tipico errore nel ragionamento epidemiologico:Le donne e gli immigrati (compresi gli ebrei russi) sono entrati in massa in quel periodo nel mercato del lavoro delle comunicazioni e industria, e hanno per la prima volta sviluppato la patologia “nuova” (da stress, da movimenti ripetitivi della mano ecc.) osservata in larga scala.E’ come dire che “i lavoratori maschi in edilizia sono più suscettibili agli infortuni delle donne”.

L’impostazione attuale:

Le differenze sono di due ordini: BIOLOGICHE (sessuali) specialmente dal

punto di vista dell’apparato riproduttivo e le sue funzioni (in particolare endocrino)

SOCIO-AMBIENTALI (gender), dal punto di vista della sua percezione e dell’ambiente sociale circostante (fattori “contestuali”) dovuti alla “segregazione” “verticale” e “orizzontale”.

Esempi di differenze biologiche

1. Donne in età riproduttiva hanno una concentrazione di Cd maggiore dei loro compagni di lavoro. Perchè ?

Una possibile spiegazione è che le donne avendo più frequentemente una deficienza di ferro, hanno un maggiore uptake di Cd2. Donne in gravidanza durante l’allattamento e la menopausa, hanno livelli più elevati di Pb rispetto ai loro colleghi: Perchè?

Una possibile spiegazione che in queste fasi, avvienneuna demineralizzazione delle ossa, con rilascio di Pblibero circolante.

Esempi di differenze di genere (contestuali)

Fattori comportamentali quali dieta, fumo, attività fisica, uso di cosmetici, hobbies, uso di farmaci ecc. possono incidere sulle esposizioni , assorbimento, metabolizzazione ed eliminazione dei tossici , indipendentemente dal grado di esposizione che può essere uguale tra maschi e femmine.

Conclusione: esistono differenze nei rischi lavorativi tra uomini e donne?

Esistono differenze tra lavoratori maschi e femmine nell’esposizione e negli effetti dei tossici anche a “parità” di lavoro eseguito .Le differenze possono essere dovute sia a fattori biologici, che a fattori di “genere” cioè nelle diversità nelle esposizioni e nei comportamenti.(Segregazione “orizzontale” e “verticale”)Le conoscenze sono solo limitate, perchè gli studi raramente analizzano separatamente le donne dagli uomini, e perchè le donne non sono considerate esposte a lavori “pericolosi” e quindi spesso escluse dagli studi.

INDICATORI DI SALUTE E PARTECIPAZIONE DELLE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO

Le donne in Italia: la rivoluzione degli ultimi decenni Speranza di vita 1970 2006

Maschi 69 78Femmine 75 84

Età del matrimonioMaschi 28 32Femmine 24 30

Età media al parto 28 31Numero medio figli 2,2 1,3

Le donne in Italia: la rivoluzione degli ultimi decenniScolarità e lavoro: 1970 2006Percentuale di ragazze tra i diplomati: 43 52tra i laureati: 42 57Tasso di occupazione tra donne (%): 20 46Tasso di disoccupazione tra donne (%): 4 10 Percentuale donne in parlamento 1,8 3,8

Tab. 4 – Ore di lavoro femminile in alcuni paesi del OECD

PAESE TEMPO DI LAVORO/MINUTI

% DEL TEMPO PER LAVORO PAGATO

Maschi Femmine Maschi FemmineFRANCIA 363 391 60 53GERMANIA 441 440 61 30ISRAELE 377 375 74 29ITALIA 367 470 77 22

Fonte: UNDP Reports 2004

Indicatori statistici di sviluppo delle donne (UNDP)

Gender Related Development Index (GDI): (sopravivenza, stato di salute, standard di vita livelli di isruzione,redito, lavoro)

Gender Empowerment measure(GEM):(partecipazione nella vita economica e decisionale)

Female Professional and Technical Workers( FPTW%) (clasificazione ISCO 88)Seats in Parlament (PS %)

Tab. 3 - Indicatori dello stato di “salute sociale” delle donne in alcuni paesi europei e extraeuropei 2002

PAESE GDI GEM FPTW% SP%

NORVEGIA 0.955 0.908 49 36

FRANCIA 0.929 - - 11.7

SPAGNA 0.916 0.716 46 26.6

ITALIA 0.914 0.583 45 10.3

ISRAELE 0.906 0.614 54 15.0

GRECIA 0.894 0.523 48 8.7

PORTOGALLO 0.894 0.644 51 19.1

CIPRO 0.875 0.497 46 10.7

MALTA 0.866 0.480 40 9.2

CROAZIA 0.827 0.560 51 17.8

ALBANIA 0.778 - - 5.7

LEBANON 0.755 - - 2.3

TURCHIA 0.746 0.290 31 4.4

TUNISIA 0.724 - - 11.5

PALESTINA - - 33 -

ALGERIA 0.688 - - -

EGITTO 0.634 0.266 30 3.6

MAROCCO 0.604 - - -

Fonte: UNDP Human Development Reports 2004

La posizione della donna nel mondo e in Italia: in relazione alreil progresso nella strada verso la parità.

. The Global Gender Gap Report (2007) includes 128 countries and covers over 90% of the world’s population . The Nordic countries (Sweden, Norway and Finland) are the three top ranking countries on the Global Gender Gap Index .The Southern European countries perform less well in the rankings: Portugal (37), Greece (72), Malta (76), and Italy (84). Spain makes an exception in this regard by being number 10 in the ranking list.

Carico Famigliare e lavoro

Perchè la limitata partecipazione delle donne nel mercato del lavoro in Italia ?

L’ Italia risulta molto carente, rispetto al resto dell’Europa, rispetto ai servizi per bambini 0-3.Un ranking dei paesi EU in questo senso ha dato i seguenti risultati:

1. Norvegia2. Finlandia3.Francia4. Svezia5.Dannimarca6.UK7.Germania8.Spagna9. Italia10. Grecia

(Bradshaw J et al. Support for the children. A comparison of arrangements for fifteencountries. Condon Dep of Social Security 2000)

Conclusione

Le donne Italiane hanno conquistato molto spazio nell’istruzione e nel lavoroTuttavia, l’Italia è molto arretrata nel cammino verso la parità tra uomini e donne nella sfera sociale lavorativa e politica.

Rischi lavorativi di particolare interesse per le donne:

Per concentrazione di donne in alcuni settori lavorativiPer potenziale rischio durante la gravidanzaPer maggiore suscettibilità ?

Tab.2 - Esempi di settori lavorativi con prevalenza di manodopera femminile con i relativi rischi

Artigianato Ceramica Pb e solventi

Rischi ergnomici

Tintolavanderie Tricloroetilene

Tetracloroetilene

Rischio infettivo

Parrucchiere Tinture

Detergenti

Posture

Lavoro in ufficio Microclima

Videoterminali

Sanità Infezioni

Gas anestetici, e disinfettanti, farmaci

Radiazioni ionizzanti e non ionzzanti

Stress psicofisico e fattori ergonomici, lavoro a turni

Fatica fisica

Istruzione Rischi biologici

Stress

Tabella 1 – Fattori di rischio per la riproduzione umanaSistema riproduttivo maschile Sistema riproduttivo femminile

Metalli Piombo, cadmio, cromo, mercurio, nickel, ecc.

Piombo, mercurio

Solventi Glicoleteri,tricloroetilene, tetracloroetilene, 2-bromo-propano, disolfuro di carbonio, trinitotoluene

Tricloroetilene, tetracloroetilene, benzene, toluene, solfuro di carbonio, glicoleteri, idrocarburi alifatici

Pesticidi DDT, dibromocloropropano, kepone, clordecone, diossine

DDT, dibromocloropropano, diossine, fenossiacidi, ecc.

Altri agenti chimici

Policlorobifenili, idrocarburi clorurati Gas anestetici, farmaci antineoplastici, ossido di etilene, formaldeide

Agenti fisici Campi elettromagnetici a bassa ed alta frequenza, Radiazioni ionizzanti

Campi elettromagnetici a bassa ed alta frequenza, Radiazioni ionizzanti

Agenti biologici Parotite epidemica Toxoplasma, citomegalovirus, rosolia, Hiv

Altro Lavoro fisico pesante, alte temperature, prolungata posizione alla guida

Lavoro a turni, lavoro fisico pesante, stress, posizione di lavoro fissa

Trattato di medicina del lavoro (Casula et al.) 2003

Table I Selected Industries,Known or Potential Carcinogens, and Reported Cancer Excesses among women (From Giannandrea and Boffetta, 2007)

Industry Known/potential carcinogens

Cancers

Service industries

Health care Antineoplasticdrugs, anesthetic gases, ionizing radiation,viruses

Bladder, brain, breast, leukemia, lung,Lymphoma, liver

Cosmetology Hair dyes, hair sprays, formaldehyde

Bladder, brain, leukemia, lung, lymphoma, ovary

Food service Tobacco smoke, cooking fumes

Bladder, cervix, esophagus, lung

Manufacturing

Chemical/plastics/rubber

Vinyl chloride,1,3-butadiene, benzene, other solvents, nitrosamines

Bladder, brain, breast (?), leukemia, lung, lymphoma, ovary

Textile, apparel Asbestos, dyes, lubricating oils

Biliary tract, bladder, leukemia, lung, lymphoma,mesothelioma

Motor vehicle manufacturing

Paints,metal fumes, solvents,machiningfluids

Colorectum, lung, stomach

Computers, electronics

Solvents,metalfumes

Brain

Furniture Wood dust, solvents, glues, formaldehyde

Lung, pancreas, sinonasal

Agriculture Pesticides, sunlight, fuels

Brain, cervix, gallbladder, leukemia, liver, l h lti l

Un rischio “nuovo”: Lavoro notturno e tumore mammarioDa una meta-analisi degli studi condotti tra il 1995 al 2005, e

considerando 10 studi retrospettivi e 3 studi prospettici, si osservaUn incremento del rischio del 48% tra lavoratrici con turni noturni(specialmente infermiere e naviganti aerei ).Il rischio è attribuibile alla possibile soppressione della produzione di melatonina (inhibita dalla luce artificiale), e l’incremento nella produzione di estrogeni.Modelli sperimentali concordano con questa ipotesi interpretativa.La questione però è ancora aperta

Fonte: Megdal et al. Eur J Cancer 2005, 41:2023

Il rischio di tumore mammario e lavoro notturno è (parzialmente) confermato dal Nurses HealthStudy

Popolazione studiata: 115,000 donneDal 1989 al 2001 le partecipanti sono state seguite per un totale di 1,313,203 anni persone.Le infermiere che lavoravano a turni notturni (con almeno 3 notti al mese), avevano un RR di 1.8 (95% CI 1.1-3.1) rispetto a quelle che non hanno mai lavorato di notte.

Fonte:Schernhammer et al. 2006

Rischio di tumori tra assistenti di volo

Le esposizioni ipotizzate: -Radiazioni cosmiche-Lavoro notturno-Altri fattori (biologici o non noti)I tumori associati a queste esposizioni

Dagli studi pubblicati fino al 2006 risulta:SIR per melanoma:2.2(95% CI 1.6-2.8)SIR per tumore mammario:1.4(95% CI 1.2-1.6)

Fonti: Tokumaru O et al, 2006, Buja A et al. 2006

Conclusione: Le donne possono essere esposte diversamente dagli uomini e svilluparepatologie diverse dagli uomini.

Il paradigma del lavoro a turni tra infermiere e il tumore al seno dimostra:- le carenze nelle conoscenze -la necessità di ricerca e elaborazione delle conoscenze-la necessità di prevenzione- l’importanza di tenere la variabile “genere” in evidenza negli ambienti di lavoro.

Lavoro domestico e immigrate:un gruppo trascurato

Le donne immigrate in Italia sono oggi 1.2 millioni.70% sono lavoratrici in maggiornaza assistenti domestiche e badanti. (ISTAT 2007)Sono donne relativamente giovani e sane con buon livello di istruzione e spesso diplomate come assistenti/infermiere.Secondo uno studio, il lavoro di “caregiver” domestico comporta un aumento di rischio per ansia, fatica cronica, stress, mal di schiena. Spesso il patrimonio di salute “in dotazione” viene dissipato da una serie di disagi e fattori di rischio che gli immigrati riscontrano, spec. nei primi mesi di adattamento.

ConclusioniEsistono differenze tra lavoratori maschi e femmine nell’esposizione e negli effetti dei tossici anche a “parità” di lavoro eseguito dovute sia a fattori biologici che di “genere” . Le conoscenze di queste sono spesso non note e/o non documentate.Le donne Italiana hanno conquistato negli ultimi anni un importante spazio nel mondo dell’ istruzione e del lavoro, ma l’Italia risulta ancora tra i paesi più arretrati nella parità dei generi.Esiste una forte segregazione verticale e orizzontale tra uomini e donne nel lavoro e questo comporta anche differenze sia nei rischi che nei danni (malattie e infortuni) tra i due generi. Tuttavia i rischi riproduttivi interessano spesso tutti due i sessi. Si ipotizza un rischi per tumori per donne da lavoro a turni. Esistono gruppi nella popolazione ancora trascurati in particolare le lavoratrici domestiche e le donne immigrate.

Da queste evidenze si evince l’esistenza di rischi lavorativi specifici per le donne.

Che cosa si può fare ?

La legislazione protettiva

Un gruppo di lavoratrici dimenticate: le lavoratrici domestiche e le immigrate.

Direttive EU per la parità al lavoro

Infortuni e malattie professionali tra donne

Tab.6 – Andamento dei tassi di infortuni gravi sul lavoro per 1000 lavoratori 1994-2002 in alcuni paesi europei (1998=100)

PAESE 1994 2002 Variazioni

Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi

SPAGNA 77 89 105 16 +28 +17

FRANCIA 111 112 117 95 +6 -17

ITALIA 106 115 86 85 -20 -30

EU (15) 102 113 96 88

Fonte: ILO 2004

Fig. 3 – Infortuni alle donne avvenuti nel periodo 1998-2000 per macro settore di attività

Fonte: INAIL – Elaborazione dati INAIL.xls

Fig. 4 – Infortuni sul lavoro avvenuti in ciascun anno e denunciati all’INAIL nelle attività dei servizi sanitari (85.11 – ATECO ’91) – valori assoluti per sesso

Fonte: Progetto Indaco - Web Site Ospedale Sicuro (http://www.ospedalesicuro.org)

femmine+maschi

femmine

maschi

Fig.5 – Infortuni sul lavoro avvenuti in ciascun anno e denunciati all’INAIL nei servizi ospedalieri (85.11-ATECO ’91) per natura della lesione e per sesso

Fonte: Progetto Indaco – WebSite Ospedale Sicuro (http://ospedalesicuro.org)

femmineuomini

Tab. 7 – Cambiamento del lavoro in seguito ad infortuni tra donne (percentuali)

%si

Ha cambiato lavoro dopo l’infortunio

•età fino a 50 anni•età oltre i 50 anni

• 35%• 75%

Ha subito pressioni per licenziarsi

40%

Fonte: Associazione Naz.Mutilati e Infortunati sul Lavoro – La condizione della donna infortunata nella Società -2003

Malattie professionali tra donne

Tab. 13 - Malattie professionali comuni tra donne in Lombardia

Classi di malattia

Femmine Maschi Totale

numero % numero % numero %

Sindrome del tunnel carpale

139 28.3 53 1.6 194 4.9

Sordità da rumore

92 18.7 2.750 80.5 2871 72.6

Malattie della pelle

86 17.5 134 3.9 221 5.6

Malattie psichiche

13 2.6 2 0.1 15 0.4

Fonte: Lombardia, Malattie professionali per classe e sesso (ISPESL 2003)

Tab. 14 - Mortalità tra donne a Torino per attivitàlavorativa 1981-1991

Torino(1981-91. Tasso standardizzato di mortalità=SMR)

18-59 anni SMR 60-74 anni SMR

Casalinghe (lavoro non retribuito)

98.7 93.7

Occupate lavoro retribuito 86.5 82.6

Disoccupate 135.1 100

Fonte: Costa G, Cardano M, Demaria M. Città di Torino - 1998

Fig. 2A – Condizione di benessere a lavoro tra uomini e donne nell’UE (%)

Stress mentale

uominidonne

Fonte: Gender and Working Conditions in the European Union. European Foundation forthe Improvement of Living and Working Conditions, 1998

Fig. 2B - Condizione di benessere a lavoro tra uomini e donne nelll’UE (%)

Assenteismo

uominidonne

Fonte: Gender and Working Conditions in the European Union. European Foundation forthe Improvement of Living and Working Conditions, 1998

Fig. 2C - Condizione di benessere a lavoro tra uomini e donne nelll’UE (%)

Molto soddisfatti del lavoro

Fonte

uominidonne

: Gender and Working Conditions in the European Union. European Foundation forthe Improvement of Living and Working Conditions, 1998

Fig. 2D – Partecipazione al lavoro domestico tra uomini e donne

uominidonne

Fonte: Gender and Working Conditions in the European Union. European Foundation forthe Improvement of Living and Working Conditions, 1998

Tab. 8 – Andamento dell’immigrazione femminile da alcuni paesi nord africani (1965 e 1990)

NAZIONI 1965 1990 % Donne sul totale degli immigrati (1990)

ALGERIA 89.000 230.400 55

EGITTO 98.270 79.230 46.8

LIBIA 31.026 202.280 35.5

MAROCCO 121.500 13.000 50.7

TUNISIA 42.893 18.648 49.2

TURCHIA 435.975 783.121 52.1

Fonte: United Nations Population Division, Department of Economic and Social Information and Policy Analysis “Trends in total migrant stock by sex” 2003