bibliomap ottobre 2013

32
AMIATA VALDICHIANA VALDORCIA BIBLIOMAP PARTIRE RESTARE oppure? NUMERO 3/ ottobre 2013 BIBLIOTECHE COME METE E LIBRI IN VIAGGIO RADICONDOLI FINLANDIA BARCELLONA ROMANIA BIBLIOTECARIA E DOCUMENTARIA REDOS RETE SENESE un periodico

Upload: bibliomap-redos

Post on 25-Mar-2016

224 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

AMIATA VALDICHIANA VALDORCIA

BIBLIOMAP

PARTIRE RESTARE oppure?

NUMERO 3/ ottobre 2013

BIBLIOTECHE COME METEE LIBRI IN VIAGGIO

RADICONDOLI FINLANDIA BARCELLONA ROMANIA

BIBLIOTECARIAE DOCUMENTARIA

REDOS RETE

SENESE

un periodico

Sommario

Fermata prenotataUn percorso in autobus tra 5 biblioteche

Verso l’AmiataDa Siena inseguendo... cosa?

Tra pittori e minierePiancastagnaio e AbbadiaSan Salvatore, storie veraci

Chianciano TermeSul set di Otto e mezzo e altre storie

In Valdichiana per coincidenzaUn giro in altalena attraverso un paesaggio che sembra adagiato su se stesso

Montepulciano e ritornoTurismo slow chi lo cerca dav-vero riscopra le biblioteche

ESPLORAZIONI

Nuova bibliotecadi Radicondolie altre notizie da ReDos

Valdorcia all’ingleseIl diario di viaggio di un vagabondo speciale

06

07

08

11

12

15

16

18

PRIMO PIANO

NEWS DALLA RETE

Sulle orme di...Paasilinna in Finlandia, Ro-doreda a Barcellona e Blacker in Romania

22UN LIBRO UN LUOGO

Pausa caffèScambio di battute con Lorella Zanardo e Loredana Lipperini

29

Quando pensate a una libreria grande

che più grande non si può, vi viene an-

cora in mente la FNAC di rue de Ren-

nes, Parigi? Aggiornatevi. A Pechino,

dove i concetti di spazio e dimensione

mettono in crisi il viaggiatore europeo

abituato all’angustia rassicurante delle

città murate, dove l’aeroporto – con-

siderato il più funzionale al mondo – è

vasto quanto Torino e zone limitrofe,

c’è un bookstore (lo chiamano così, l’in-

glese affiancato sempre al cinese nelle

insegne dei negozi e in tutta la segnale-

tica) che s’inerpica per i sette piani di un

palazzo costruito ai tempi della rivolu-

zione culturale. Intorno, i grattacieli di

vetro e titanio nati con il Grande Balzo

imposto all’economia del secolo ven-

tunesimo. Sotto, i marchi fashion occi-

dentali più prestigiosi, in strada Jaguar

e Ferrari come piovesse, una fiumana

di risciò e tricicli sgangherati, e plotoni

di ragazzi con gli occhi rapiti dai tablet

ultima generazione. Che cosa poi ne

facciano non è dato sapere, visto che

facebook e you tube sono proibiti e ac-

cedere a google è un’impresa.

Dicono che la libreria di Wang Fujin è la

più grande al mondo, e se nel frattempo

non ne stanno costruendo una da die-

ci piani a Dubai (si sa, tra arabi e cinesi

c’è una certa concorrenza in materia

di gigantismo) possiamo confermare ai

signori del Guinness World Record che

è assolutamente vero. Qui, ogni fram-

mento dello scibile umano in forma

di libro è rigorosamente individuato,

catalogato, valorizzato. I cinesi sono

maestri in pignoleria e tassonomia. Gli

scaffali offrono ai visitatori l’impensa-

Progetto graficoLorenzo PiniStampaVanzi Industrie GraficheColle di val d’Elsa (SI)[email protected]

Pechino/perdersi e ritrovarsinella libreria più grande del mondo

Illustrazione di copertinaChiara Abastanottiwww.graffidimiele.blogspot.itHanno collaboratoGuido Volpi (illustrazioni)www.guidovolpi.comSamuele Mancini (foto)www.samuelemancini.it Damiano Guargaglini (foto)

Direttore ResponsabileVincenzo ColiRedazioneChiara CardaioliLorenzo PiniAlessio DurantiSerena De Lorenzo

ESPLORAZIONI

BIBLIOMAP

bile, l’inosabile. Un piano, e si tratta di

centinaia di metri, dedicato alla lette-

ratura nazionale, un altro ai cataloghi

d’arte, un altro ancora alla grafica, e poi

al turismo, ai testi per l’infanzia, persi-

no ai libretti d’istruzione per l’uso della

tecnologia, da queste parti regina. E in-

fine un piano dedicato ai libri stranieri

tradotti. Dove l’occidentale staziona

con qualche cognizione di causa, e fi-

nalmente non si perde, grazie ai pun-

tuali sottotitoli in inglese. Non hanno

dimenticato nulla. Poesia ungherese

contemporanea, ingegneria edile bri-

tannica dell’ottocento, cucina argen-

tina, balli tradizionali africani, persino

uno scaffale chilometrico consacrato ai

ritmi cubani. E tanta letteratura, forse

tutta, se la perfezione introvabile nel

mondo occidentale si potesse materia-

lizzare nella terra del Celeste Impero. Il

poeta Du Fu, vissuto nell’ottavo secolo

dopo Cristo, è un bestseller, ma vanno

forte anche i classici occidentali, da Go-

ethe a Proust, e pure i contemporanei,

persino italiani. Italo Calvino, Umberto

Eco, Andrea Camilleri tradotti in man-

darino hanno la loro vetrina, con slogan

di lancio cubitali. Il Nome della rosa,

edizione di lusso, 25 yuan, tre euro e

spiccioli. I libri costano niente, per noi

europei, e poco anche per i cinesi, che

infatti da Wang Fujin fanno la spesa

come alla Coop, pestano inesausti le

scale mobili, sfogliano seduti per terra

e così par d’essere a Londra e a New

York. Molte pubblicazioni autoctone,

soprattutto quelle a carattere tecnico

o turistico, sono tradotte nella lingua di

Shakespeare, e risultano un affare an-

che per il turista. Vai alla cassa e chiedi

un pacco regalo, carta luccicante e fioc-

chi natalizi. Gift package, please. Detto

bene? chiedi conferma alla guida. Sì sì,

hanno capito. Ma ai commessi l’idea

della bella confezione deve risultare to-

talmente estranea, perché ti guardano

strani e riscossa la moneta porgono pe-

rentori il volume nudo e crudo: xie xie,

grazie e avanti il prossimo.

L’editoria cinese sarà anche bersagliata

dalla censura, ma questo non le impedi-

sce di saziare il mercato con milioni di

titoli ogni anno. Del resto, anche la tele-

visione è solo di stato, eppure la qualità

dell’informazione non nuoce certo alla

quantità. O forse sarebbe meglio dire

che tanta comunicazione riesce a non

restituire una minima parvenza di real-

tà se non rigorosamente precostituita,

ché pretendere la verità è pia illusione

anche nell’Italia democratica e liberale.

Quaranta canali tutti governativi, film

patriottici anti-Kuomintang fatti benis-

simo, format con gli occhi a mandorla di

Amici, Uomini e Donne, the Voice con

le poltrone i-den-ti-che a quelle della

Carrà, gli applausi preregistrati. Poi ci

sarebbero i telegiornali, speaker sor-

ridenti e assertivi, e giornaliste sexy.

Ma le notizie tutte uguali. Tra loro. Ed

è questo il retrogusto amaro che ti ac-

compagna per l’intero viaggio nel Pae-

se, bellissimo, che corre doppiando le

economie ansimanti del resto del pia-

neta, ha imparato tutto e può insegnare

tutto ma non riesce ancora a declinare

il senso e respirare il profumo della pa-

rola libertà.

editoriale

NEWS DALLA RETE

UN LIBRO UN LUOGO

Periodico delle biblioteche ReDos rete Documentaria e bibliotecaria della provincia di Siena

Vincenzo Colidirettore responsabile

edizioni pleiades

Periodico / NUMERO 3_Ottobre 2013 - edizioni Pleiades - www.biblio-map.com / Registrazione presso il Tribunale di Siena Autorizzazione n.9 del 06/10/2011

4 Bibliomap

Agosto. In sei mesiNon ho letto un libroa parte una cosa intitolata La ritirata da Moscadi Caulaincourt.Comunque sono contento.Vado in macchina con mio fratello,beviamo una pinta di Old Crow.Non abbiamo in mente nessuna meta,andiamo e basta.Chiudessi gli occhi per un minutoEcco, sarei perduto, mapotrei stendermi e dormire per sempresul ciglio della strada.Mio fratello mi dà di gomito.

Tra un minuto, chissà, accadrà qualcosa.Raymond Carver, Il nuovo sentiero per la cascata, PoesieSiena BCI: 811 CARR

San Gimignano: 811.54

Ho intrapreso e compiuto un viaggio di quarantadue giorni intorno alla mia camera. Il piacere che si scopre a viaggiare nella propria camera è al riparo dall’inquieta invidia degli uomini, e non dipende dalla fortuna. Chi, infatti, è così infelice o derelitto da non aver un buco dove possa raccogliersi o celarsi al mondo? Tutto qui

l’occorrente per il viaggio.Xavier de Maistre, Viaggio intorno alla mia cameraSiena BCI: MAIX VIASiena Coop Grondaie: MAIX VIAMontepulciano: G.S.S. 101Monticiano: Maestri 41Chiusi: 843.8 DEMMontalcino: 843.7/2255Abbadia San Salvatore: 843.8 DEM F VIA

Essere giovani, destinati alle colline lontane,andare dove la felicità è appesa a un albero,giostrare attorno a un anello, vincere unaghirlanda variopinta… Era ancora una cosapossibile, pensammo, un rifugio contro lamonotonia, le lacrime e il disinganno di

tutto il mondo sedentario.Francis Scott Fitzgerald, La crociera del rottame vagantePoggibonsi: 813.52 FITSan Gimignano: 813.52

5Bibliomap

Qui un’altra volta, le labbra memorabili, unico e simile a voi.Ho preservato nell’avvicinarmi alla felicità e all’intimità della pena. Ho attraversato il mare. Ho conosciuto molte terre; ho

visto una donna e due o tre uomini. Ho amato una ragazza altera e bianca e di un ispanica quiete. Ho visto un sobborgo

infinito dove si compie un’insaziata immortalità di tramonti. Ho assaporato numerose parole. Credo profondamente che questo

sia tutto e che non vedrò né eseguirò cose nuove. Credo che le mie giornate e le mie notti eguaglino in povertà e in ricchezze

quelle di Dio e quelle di tutti gli uomini. Jorge Luis Borges, Poesie

Siena BCI: 8 C 04654Poggibonsi: 861.6 BORSinalunga: 863.62 BOR

Chiusi: 861.6 BORColle Val d’Elsa: 861.6 BOR

Cetona: 861.64 BOR

Viaggiare? Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi. [...] Soltanto l’estrema debolezza dell’immaginazione giustifica che ci si debba

muovere per sentire.Pessoa, Fernando, Il Libro dell’inquietudineSiena BCI: PESF LIBPiancastagnaio: 869.341 PESAbbadia San Salvatore: 869.341 PES F LIBChiusi: 869.3 PESChianciano Terme: N. PESMurlo: 869.5PESPoggibonsi: PESF LIBSan Gimignano: 969.41

Colle di val d’Elsa: 869.3 PES

Volevo il movimento,non un’esistenza quieta.Volevo l’emozione, il pericolo, la flessibilità di sacrificare qualcosa al mio amore.Avvertivo dentro di me unasovrabbondanza di energia che non trovava

sfogo in una vita tranquilla.Lev Tolstoj, La felicità familiareSiena BCI: TOLLN FELColle Val d’Elsa: 891.7 TOLPoggibonsi: 891.733 TOLCetona: (Fondo Santi) 891.73 TOLSan Gimignano: 891.73Casole d’Elsa: 891.733 TOL

Ma, in definitiva, il piacere specifico del

viaggiare non consiste nel poter scendere

durante il tragitto e nel fermarsi quando

si è stanchi: sta nel rendere non già il più

inavvertita ma il più profonda possibile la dif-

ferenza tra la partenza e l’arrivo, nel sentirla

nella sua totalità, intatta, qual era nel nostro

pensiero quando la nostra immaginazione ci

portava dal luogo dove si viveva fin nel cuore

d’un luogo desiderato.Proust, Marcel,

Alla ricerca del tempo perduto – All’ombra delle fanciulle in fiore

Siena BCI: PROM ALL 2Colle Val d’Elsa: 843.9 PRO

Montepulciano: 843.912 PRO Mar ALLPoggibonsi: 843.912 PROTrequanda: 843.912 PRO

Monteriggioni: 843.912 PRO2San Quirico d’Orcia: H I 04

Castelnuovo Berardenga: 843 912/02 ProCetona: 843.912 PRO

San Giovanni d’Asso: 843 912 PRORapolano Terme: PROM RIC 2

Abbadia San Salvatore: 843.9 PRO M OMBPiancastagnaio: 843.912 PRO

San Gimignano: 843.912Sinalunga: 843.8 PRO

Chiusi: 843.8 PRU

6 Bibliomap

Un percorso in autobus tra 5 biblioteche

Nel sud della provincia di Siena, 3 giorni e

2 notti prendendo come riferimento alcu-

ne biblioteche della rete Redos. Un itine-

rario che diventa volutamente “lento” uti-

lizzando i mezzi pubblici in relazione agli

orari di apertura delle biblioteche.

Ecco le tappe.

FERMATA PRENOTATA /

40 km, un’ora circa di autobus se l’orario

non prevede cambi. Film consigliato per

l’arrivo a Chianciano Terme “Otto e mez-

zo” di Federico Fellini. Motto: “Chianciano

fegato sano”. Punto di riferimento cultu-

rale: Museo Archeologico di Viale Dante.

Destinazione: Biblioteca Comunale, V.le

Dante c/o Museo Archeologico, CHIAN-

CIANO TERME Telefono: 0578/652511

1

2

3

4

5

25 km, mezz’ora di autobus. Effetto “Twi-

light” di cui tenere conto. Scarpe comode

per salire alla biblioteca. Mostra internazio-

nale, un pezzo di Cina è a Montepulciano.

Personaggio storico simbolo: Calamandrei.

Destinazione: Biblioteca Comunale e Archi-

vio storico “Piero Calamandrei”, Via Ricci, 6

(presso Palazzo Sisti) MONTEPULCIANO,

Telefono: 0578/716935

101 km, partenza da piazza Gramsci a Sie-

na, cambio autobus a Paganico e nuovo

cambio ad Arcidosso. Tempo di percor-

renza 2 ore circa se tutto va bene. Libro

consigliato La Vita Agra di Luciano Bian-

ciardi. Artista di questa destinazione:

Vittorio Traversi (pittore). Destinazione:

Biblioteca Angelo Ferrazzani, Via Ca-

vour 17, PIANCASTAGNAIO, Telefono:

0577/784049

5 km, fattibile anche a piedi in 45 minuti.

Libro consigliato Memorie di un luglio cal-do ad Abbadia. Albergo consigliato: Roma.

Itinerario extra: dal paese, un sentiero

conduce alla Vetta dell’Amiata (12,5 km).

Destinazione: Biblioteca Comunale, Via

Mentana 18, ABBADIA SAN SALVATORE,

Telefono: 0577/770317

15 km, 20 minuti. Lettura consigliata:

Chiusi dentro di Maria Pace Ottieri. Punto

di riferimento: “Casa della cultura”, sede

anche della biblioteca. Per dormire: Col-

legio Paolozzi. Leggenda popolare: “Il la-

birinto di Plinio”.

Destinazione: Biblioteca Comunale, piaz-

za Vittorio Veneto, 6 (loc. Il Prato), CHIU-

SI, Telefono: 0578/223080Piancastagnaio - Abbadia

Chiusi - Montepulciano

Siena - Piancastagnaio

Chianciano - Chiusi

Abbadia - Chianciano

di LORENZO PINI

7Bibliomap

Intorno a me c’è tutto quello che serve

visse Ernesto Balducci, uno dei personaggi della

Chiesa (vissuto nel secolo scorso) che più ha con-

tribuito alla sua apertura verso i cambiamenti del

mondo contemporaneo: “Mi sono spesso doman-

dato che ne sarebbe stato di me se fossi nato in

una città chiassosa e illuminata, in una tranquilla

famiglia borghese. Ma sono nato nel silenzio me-

dievale, sulle pendici di un vulcano spento e in

una cornice umana dove era difficile discernere

il confine tra la realtà e la fiaba”, scrisse. Sono le

10.20, Arcidosso brilla sotto un sole accecante. La

vetta dell’Amiata si impone sull’abitato, che lascio

senza rimpianti alle 10.20, salendo su un altro au-

tobus, più snello e rapido del precedente, forse

per muoversi meglio tra le curve che ti aspettano

sul versante meridionale della montagna. Mi tro-

vo in provincia di Grosseto e la prima biblioteca

Ho scelto di visitare alcune biblioteche del sud

della provincia di Siena spostandomi con i mezzi

pubblici. Sono partito alle 8 da Siena in autobus

con primo obiettivo Piancastagnaio. La prima

fermata, Paganico, è una cittadina situata sulla

confluenza tra il fiume Ombrone e il torrente Lan-

zo, all’incrocio con la strada che porta al Monte

Amiata. A Paganico si inizia ad assaggiare l’at-

mosfera “on the road” aspettando la coincidenza

per Arcidosso. Intorno a me c’è tutto quello che

serve: un parcheggio polveroso, palazzine son-

nolente e sterpaglie bruciate dal sole. Alle 9.10

risalgo sull’autobus e dopo un’oretta scendo ad

Arcidosso. La zona intorno alla stazione stona con

il senso mistico che pervade l’Amiata. Schiamazzi

di motorini, strombettii di auto e parcheggi pie-

ni. Questo è il suburbio moderno del paese in cui

Verso l’Amiata /

FERMATA PRENOTATA /

FOTO © SAMUELE MANCINI

8 Bibliomap

Che lo si vogliao meno, l’andamento è lento e frammentato

Tra pittori e miniere /scoordinati, scomodi e lenti, emerga qual-

cosa in più rispetto a una chirurgica gita in

auto dalla quale difficilmente avrei potuto

ricavare qualcosa da scrivere parlando di

“territorio”. Almeno così mi immagino.

Piancastagnaio

Insisto un po’ con la giovane volontaria

che oggi si occupa del prestito affinché

possa scattare qualche foto, perché la

Angelo Ferrazzani di Piancastagnaio non

è una biblioteca come tante e merita una

sosta più approfondita. Sembra di entra-

re in una casa del centro storico, in via

Cavour 17. Il soffitto è affrescato. Nella

sala principale con un caminetto, trovano

di questo itinerario dista ancora qualche

chilometro. Aver tracciato un itinerario

basato sulle biblioteche mi impone una ri-

gida tabella di marcia che incrocia gli orari

dei mezzi pubblici con quelli di apertura

delle suddette.

Il motivo per cui si possa intraprendere un

itinerario di questo tipo potrebbe risulta-

re un po’ oscuro a chi legge e, fondamen-

talmente, anche a me stesso. In realtà è

una questione di atteggiamento: so bene

del disagio legato agli orari e alle lunghe

attese di autobus e treni, così come della

difficoltà di raggiungere le biblioteche

una volta sceso alle rispettive stazioni. Mi

aspetto però che in questo spostamenti

PIANCASTAGNAIO

9Bibliomap

Tra pittori e miniere /

dalla calura che, nonostante l’alti-

tudine, si fa sentire. E poi, nei bar

si trova sempre l’atmosfera giusta

per ambientarsi. Vago a casaccio.

In fondo a via Adua mi imbatto nel

caffè “La Lucciola”. Beppe il barista

scaccia con uno straccio le mosche

che ronzano intorno al bancone. È

prodigo di consigli. Prima di tutto,

un’indicazione che si rivelerà più

che azzeccata su dove dormire.

Nel cortile del locale, sotto alla

pergola di vite, gli avventori si gio-

cano un Cynar a scopa.

L’attività estrattiva

Lecci, abeti e faggi circondano il

paese. Decenni fa le aree costiere

del sud della Toscana erano pre-

da di incursioni piratesche e della

malaria, e molte famiglie decisero

di scalare il monte e affidare alla

vegetazione e alle colture la loro

economia. Era il IX secolo quando

i primi insediamenti si fecero stra-

da sulle pendici di questo vulcano

spento, utilizzando soprattutto le

castagne come attività di sosten-

tamento. Dopo qualche secolo la

materia prima per tirare a cam-

spazio le opere del pittore Vittorio

Traversi. Quindi, la stanza dedica-

ta al centro Documentale Territo-

riale sulla violenza alle donne.

Vorrei provare a entrare in sinto-

nia con Piancastagnaio nel minor

tempo possibile. D’altra parte

sono incalzato dai tempi dell’au-

tobus. E così, per cercare di dare

vita a questo intento mi metto a

sfogliare le pubblicazioni locali. La

rivista “Amiata storia e Territorio”,

il cui ultimo numero risale a un

anno fa (purtroppo la pubblica-

zione è stata interrotta), è quello

che potrebbe fare al caso. Tra le

sue pagine rintraccio una diver-

tente leggenda popolare di un tale

Gran Cane (pag. 26 del numero di

Aprile 2012), e vado a leggerla nel

parco adiacente alla biblioteca,

uno splendido manto erboso ada-

giato sulla roccaforte che domina

la valle dell’Albegna, fino alla Ma-

remma più profonda di Sorano,

Manciano e Sovana, fino alla costa

grossetana. Se il Gran Cane fu un

eccentrico feudatario cresciuto

sull’Amiata, le campagne che si

distendono verso la Maremma fu-

rono la patria di Luciano Bianciar-

di, uno degli scrittori più discussi

e incompresi del secolo scorso. E

proprio in termini di biblioteche

e diffusione della cultura sul terri-

torio, a lui si deve l’invenzione del

Bibliobus, un furgoncino che por-

tava in lettura libri nelle frazioni e

nei poderi sparsi.

Sono le 12.30, la giornata vive un

momento di pausa e la bibliote-

ca riaprirà nel pomeriggio. Ora è

tempo di penombra e pranzi, in

attesa della coincidenza per Ab-

badia San Salvatore, alle 14.

Abbadia San Salvatore

In perfetto orario. In compagnia

di due turisti stranieri mi imbarco

sul mezzo della Rama. Il biglietto

si fa a bordo (2 euro). Pochi minuti

e l’autobus si ferma in piazza della

Repubblica ad Abbadia San Salva-

tore. La biblioteca aprirà tra circa

un’ora, il tempo ideale per: non

fare assolutamente niente, cerca-

re un albergo per la sera, prendere

un caffè. L’ultima opzione è la mi-

gliore, se non altro perché aiuta a

combattere la sonnolenza indotta

MINIERA DEL SIELE, AMIATA

FOTO © ALESSIO DURANTI

10 Bibliomap

Nel1948 Abbadia salì

alla ribalta delle crona-

che nazio-nali e i suoi abitanti fu-

rono definiti “belve”

pare hanno iniziato a produrla

le miniere di mercurio, di cui la

montagna era ricca. Un’attività

che è andata avanti fino ai gior-

ni nostri.

La miniera del Siele ad esempio,

nei pressi di Abbadia San Salva-

tore, fino agli anni Sessanta era

la seconda più produttiva del

mondo, prima di imboccare la

via del declino, che ha portato

alla chiusura nel 1976, lascian-

do come eredità agli amiatini

una malattia chiamata “idrargi-

rismo” (intossicazione acuta da

mercurio).

Un luglio caldo ad Abbadia

Attraverso il paese in lungo e in

largo. Se non è più l’economia

agricola, né quella mineraria,

chi fornisce il pane agli abitanti

oggi? Molto sembra aiutare il

turismo estivo e invernale (15

impianti di risalita assicurano il

divertimento a sciatori toscani

e non). In questo momento di

bassa stagione le vie del cen-

tro sono deserte, così come

sono malinconicamente vuote

le stanze dell’albergo in cui ho

trovato sistemazione.

La biblioteca si trova nella sede

del Centro culturale Polifun-

zionale, in via Mentana 18, e

ospita anche aule multimediali

e studi musicali. Aperta da una

decina d’anni in questo sito,

raccoglie gran parte dei suoi te-

sti dai fondi di quelle che erano

la biblioteca popolare e quella

della cosiddetta “miniera”.

Tra vari testi che ricostruisco-

no la storia delle miniere e altri

che parlano del turismo amiati-

no, l’attenzione è catturata da

un libro dal formato quadrato

che reca il titolo: “Memorie di

un luglio caldo ad Abbadia”.

Esattamente 65 anni fa, corre-

fu la scena di una rivolta popolare

senza precedenti. L’allora ministro

Togliatti fu vittima del famigerato

attentato che solo per miracolo

non lo privò della vita. Erano anni

in cui l’affermarsi della democra-

zia dopo la fine della guerra veniva

ostacolato da atti terroristici tra-

mati da ciò che era rimasto della

coalizione fascista. In Italia furo-

no innumerevoli le insurrezioni

di protesta contro l’attentato a

Togliatti, con centinaia di feriti e

alcuni morti, tra cui due agenti col-

piti letalmente dalla folla insorta

proprio ad Abbadia San Salvatore.

Abbadia salì alla ribalta delle cro-

nache nazionali e i suoi abitanti

furono poi definiti come belve.

L’episodio fu, nonostante il suo

valore di difesa della democrazia,

strumentalizzato in particolare da

una parte della stampa e dura fu

la repressione da parte delle forse

della polizia nei mesi successivi.

MINIERA DEL SIELE, AMIATA

FOTO © ALESSIO DURANTI

11Bibliomap

“Chiancianofegato sano”recitavaun vecchio slogan sulpaesedelle terme

Chianciano vintage /vò la lucidità per tracciare il bilancio della

propria esistenza tra personaggi veri e

fantastici, ricordi e sogni che irrompono

nella vita reale del protagonista. L’arri-

vo in autobus dalla SS146 svela in pieno

la personalità di una Chianciano radical

chic, quella “Chianciano, fegato sano” che

recita un cartellone pubblicitario. A dire

la verità un fascino oggi del tutto deca-

dente, anzi più vintage, sinonimo di den-

tiere e pelle floscia.

Quando la vacanza era villeggiatura

I depliant turistici si riempiono la bocca

di nomi che in passato hanno aumentato

il blasone delle terme (vedi appunto 8 e

mezzo), ma la verità è che le file di alber-

ghi sono divenute obsolete in relazio-

ne al flusso turistico odierno, rispetto a

quella vera e propria invasione degli anni

Settanta-Ottanta, quando la vacanza ve-

La notte cala su Abbadia che appare spet-

trale da una finestra dell’Albergo Roma.

Dalla strada proviene soltanto l’eco della

playlist rock del pub sottostante. Il pro-

prietario dell’Hotel russa davanti alla tv

rimasta accesa nella hall.

Domani sarà il momento di scendere il

versante nord dell’Amiata in direzione

Valdichiana. Ore 8.11, fermata di fronte

all’Ospedale.

Chianciano Terme

Diedero lustro a Chianciano Luigi Piran-

dello e Marcello Mastroianni. Sono indi-

menticabili le scene di “8 e mezzo” (1963)

di Federico Fellini, fonte di ispirazione per

intere generazioni di cineasti. Durante il

soggiorno alle terme di Chianciano, tra

bagni, passeggiate nel parco Acquasanta,

inalazioni, vapori sulfurei Marcello Ma-

stroianni, nei panni di Guido Anselmi, tro-

VALDICHIANA

FOTO © ALESSIO DURANTI

12 Bibliomap

Un giro in altalena attraverso un paesaggio chesembra adagiato su se stesso

In Val di Chiana / per coincidenza

niva chiamata villeggiatura e

Chianciano Terme rappresen-

tava la tappa simbolica per il

prestigio e il benessere di cen-

tinaia di famiglie italiane.

Piccola roccaforte

È in questo contesto che ar-

rivo a destinazione, ovvero

nella piccola biblioteca, situa-

ta provvisoriamente presso il

Museo Archeologico di Viale

Dante, a due passi dal centro

storico.

Un breve scambio di battu-

te con la bibliotecaria Anna

Maria conferma che a volte

le impressioni possono non

essere così distanti dalla re-

altà dei fatti: “la biblioteca in

questo caso è percepita dalla

popolazione come un punto

di incontro, come può essere

la parrucchiera, o il barbie-

re. Le persone passano a fare

due chiacchiere, a ritagliarsi la

loro dose di relazioni umane

che a volte vengono a man-

care all’esterno. Chianciano è

una realtà che si è trasforma-

ta. Gli anni d’oro del turismo

termale, poi il declino con la

desolante scena degli alber-

ghi perennemente semivuoti.

L’amministrazione punta sul-

la riqualificazione del centro

storico, vengono costruiti

marciapiedi e isole pedonali,

con il problema che lo stesso

centro storico rimane inac-

cessibile per le persone più

anziane che vivono appena in

periferia e non hanno la pos-

sibilità di spostarsi visto che

la rete dei mezzi pubblici è

tutto fuorché capillare”. L’iso-

lamento e lo spopolamento di

Chianciano è un dato di fatto.

Per chi si vuole riconnettere

al proprio territorio, nella loro

semplicità queste due stanze

offrono ancora un’opportuni-

tà valida.

Chianciano 15.50 – Chiusi 16.20

Più che un tragitto in autobus

su strade periferiche quello

in Valdichiana è un percorso

a ritroso nel tempo, un giro

in altalena attraverso un pae-

saggio che sembra adagiato su

se stesso. Ho iniziato a lasciar

perdere gli orari, so che di

fronte a me ho un pomeriggio

e poco più m’interessa se non

raggiungere la Piazza Vittorio

Veneto, dove so che da poco è

stata aperta la nuova Bibliote-

ca comunale di Chiusi.

Vecchio e nuovo

Salgo le scale dell’antico pa-

lazzo chiamato comunemente

“Casa della Cultura” e una volta

entrato in biblioteca vado drit-

to a cercare un libro piuttosto

celebre di Maria Pace Ottieri,

“Chiusi Dentro”. Nei panni di

turista piuttosto disorganizza-

to libri così possono essere di

grande aiuto per immergersi in

un luogo che non si conosce, e

con poco tempo a disposizione

per visitarlo. A volte può ba-

stare anche solo sfogliarlo, ed

è in casi come questo che una

biblioteca è un punto di rife-

rimento di cui è difficile fare a

meno. Leggo: “I ragazzi di qui

che vanno a studiare nelle città

vicine tornano a casa nel fine

settimana sconvolti dalla fre-

nesia di quei posti e contenti

di abbandonarsi al languido

ritmo del paese. Chiusi è a

un’ora da Perugia e da Siena,

un’ora e un quarto da Firenze

e da Roma. Con gli Etruschi in

barca lungo il Chiana, affluente

del Tevere, si arrivava a Roma

in due ore, poco piú di ora, non

è cambiato molto in duemila-

cinquecento anni, ma la terra

allora era fertilissima per via

delle paludi e gli abitanti pote-

vano essere fieri di aver con-

tribuito con grandi quantità di

grano e legname alla spedizio-

ne di Scipione l’Africano con-

tro Cartagine. È uno dei tanti

paesi dell’interno del Centro

Italia che si sta lentamente

spegnendo, quella zona grigia

sufficientemente lontana dalla

costa per essere condannata

alla propria sterile bellezza,

garantita solo dall’abbandono.

La malinconia di questi posti

non è una malattia casuale o

un semplice accidente, ma un

tratto che corrode il paese fino

a costituirne la stessa forma,

qualcosa da cui l’intera comu-

nità è contenuta e dominata.”

Chiusi dentroun libro-metafora, ma fino a che punto?

REDOS.IT

seguici anche su facebook: / Redos Biblioteche/ e su Twitter: @RedosSiena

BIBLIO-MAP.COM

WEB/

il racconto della Rete documentaria seneseattraverso letteraturafotografia e geografia

sfoglia la rivista online suwww.biblio-map.com

¨

© A

LE

SS

IO D

UR

AN

TI

14 Bibliomap

Si riparte dalla Casa

Che ci si lasci influenzare o meno da

queste parole, la realtà è di fronte ai

propri occhi, e quello che posso dire

è che la nuova biblioteca rappresenta

un punto di rottura rispetto alla pre-

sunta immobilità che contraddistingue

questa porzione di Toscana e d’Italia.

Per la struttura delle sale, gli arredi, il

personale, lo spazio dedicato ai ragaz-

zi, il programma delle iniziative e l’at-

mosfera che si respira nella Casa della

Cultura si ha la sensazione che si sia

raccolto tutto il nuovo possibile, pron-

to per essere trasformato in energia

vitale per Chiusi e per il suo territorio.

Leggende

“Il colle è tutto traforato da misteriosi

cunicoli, da antri tenebrosi e da pozzi

comunicanti tra loro, alti e stretti da

permettere il passaggio di un uomo”, si

legge sul libro di Piero Galeotti, “Chiu-

si, realtà e leggenda”. L’ho pescato tra

quello del fondo locale, sotto il consi-

glio di Alessandra. Nel libro si narra che

il sottosuolo del colle su cui sorge Chiu-

si sia stato fin dai tempi remoti oggetto

di misteri e leggende. Gli etruschi, che

fondarono quella che veniva chiamata

Kamars, si erano dotati di un sistema di

grotte, anfratti e passaggi sotterranei a

scopo idrico e strategico. Il labirinto di

Plinio, la barca, i suoni argentini sono

solo alcune delle leggende che si sono

alternate su questi serpeggianti cuni-

coli. Nel 1963 la Commissione archeo-

logica Urri della vicina Sarteano decise

che era arrivato il momento di saperne

di più, e fece scandagliare il ventre del

colle da un’equipe di speleologi. A par-

te qualche ceramica, non trovarono

traccia di altre forme di vita passata,

né di spiriti e fantasmi. Da quel giorno

nessuno si è più curato di indagare, e

la fantasia popolare può continuare

in santa pace a nutrirsi della leggenda

senza alcuna nostalgia di speleologi

guastafeste.

La notte estiva di Chiusi è rischiarata

dalla luna quasi piena. Nel parco si dan-

no da fare per i preparativi: da domani

è in programma la consueta festa me-

dievale. L’aria ha qualcosa di tenero e di

caldo. Nel cuore della notte, un turista

tornato malconcio da qualche festa

prende a calci e pugni il portone della

residenza (un ex collegio) in via Arunte

in cui ho preso una stanza.

Chiusi 08.10 – San Quirico d’Orcia

Orari di autobus e biblioteche: difficile

mettere tutti d’accordo. Mi servireb-

be una commercialista per incrociare

tutti i parametri. Per questo ieri non

spazio ai giovani /ho visitato né la biblioteca di San Quirico

né quella di Montepulciano: semplice in-

compatibilità logistica per chi ha scelto i

mezzi pubblici. Ma il tempo cronologico né

la ferrea logica di un itinerario sono pro-

blemi per un turista che si abbandona al

territorio (almeno così ripeto a me stesso,

forse per convincermi che tutto questo ab-

bia un senso). E oggi può essere l’occasione

per recuperare, dato che a San Quirico e

Montepulciano le biblioteche sono aperte

di mattina. L’errore però è dietro l’angolo.

Sulla linea Chiusi-Montepulciano, una vol-

ta arrivati alle porta della città poliziana,

l’autista invita i passeggeri che sono diretti

a Siena a scendere per la coincidenza. Con-

centrato sulla mia destinazione, ovvero

San Quirico, non penso che anche io sono

tra quelli che devono scendere. Risultato,

ho perso la coincidenza e sono fermo alla

stazione degli autobus di Montepulciano.

San Quirico rimane quindi una tappa man-

cata, e anche questo è giusto scriverlo.

Montepulciano

Dalla stazione degli autobus al centro sto-

rico, dove ha sede la biblioteca (Via Ricci, a

pochi metri da Piazza Grande) il cammino

è breve ma si deve fare i conti con un mar-

cato dislivello. Ascensori e navette aiutano

chi non è disposto o non può fare due passi

in salita. Rispetto alle altre tappe, viene qui

meno il senso della scoperta.

Nella nuova Casa della Cultura di

Chiusi pro-tagonista

assoluta è la biblioteca

dei ragazzi

© ALESSIO DURANTI

15Bibliomap

La “Piero Calamandrei”

Non c’è bisogno di molte presentazioni

per questa biblioteca: è conosciuta in tut-

ta la regione come centro di cultura. Così

trovo interessante fare due chiacchiere

con Antonio Sigillo, il collaboratore am-

ministrativo che affianca il bibliotecario

Duccio Pasqui nella gestione dei locali. La

tradizione della Calamandrei risale al suo

legame con il mondo dell’arte. Da sempre

è stata legata alle facoltà di Architettura

ed Arte, grazie al filo diretto con studen-

ti e ricercatori delle Università di Roma,

Ferrara, Firenze e Venezia. Ha sede nello

storico Palazzo Pucci Sisti, proprietà nobi-

liare donata al Comune nel secolo scorso

e dal Duemila sede della biblioteca. A capo

dell’amministrazione che ne gestisce le at-

tività, la stessa nipote di Piero, Silvia Cala-

mandrei. La biblioteca non svolge soltanto

un servizio di prestito e consultazione. A

Montepulciano si impone come vero e

proprio centro culturale, creando un ca-

lendario annuo di eventi che vanno dalle

presentazioni di libri ai concerti musicali,

alle mostre d’arte: dopo Pechino e Sidney

lo scultore cinese Xu Hongfei (1963) arri-

va in questo periodo in Italia con due con-

tainer di sculture di opulente donne che lo

hanno reso famoso: un container diretto

a Catania, meta Zafferana Etnea, ed uno

a Livorno, meta appunto Montepulciano.

Linfa al settore vampiri

I numeri della biblioteca sono in crescita

costante e cospicua negli ultimi anni. Au-

mentano gli utenti, aumentano i prestiti e

le consultazioni, tanto che una nuova se-

zione è stata aperta, la cosiddetta Bibliote-

ca aperta, dedicata ai ragazzi, richiamati in

biblioteca anche dall’effetto Twilight, che

Montepulciano e ritorno /vicende? Sì, a patto che siamo disposti a

sedersi a un tavolo, parlare con i bibliote-

cari, prendere un caffè nel cortile, creare

lo spazio necessario al corpo e alla mente

per un dialogo con la realtà esterna che

cambi il modo di rapportarsi al contesto in

modo più fertile. In questo senso (dal mio

punto di vista) sono molto più efficienti le

biblioteche di un ufficio di informazioni tu-

ristiche. Vagabondare con i mezzi pubblici

prendendole come riferimento è farragi-

noso, ed è difficile far combaciare gli ora-

ri. Se ciò da una parte esprime la difficoltà

delle amministrazioni a fornire una rete di

trasporti adeguata, dall’altra “costringe” a

confrontarsi con le attese e quindi a me-

tabolizzare ciò che si sta inglobando ora

dopo ora. Come mangiare lentamente,

e assaporare meglio. Che le biblioteche

possano resistere come presidi del nostro

territorio e, perché no, ispirare l’itinerario

di un turista in provincia di Siena.

ha ridato linfa al settore “vampiri”, sempre

molto apprezzato dai più giovani. In una

sala dal soffitto altissimo (ex tribunale) i

più giovani possono vagabondare tra i libri,

sceglierli, e chiederli in prestito. Sulla parte

più alta degli scaffali sono ancora presen-

ti i fascicoli delle pratiche del Tribunale,

che aveva sede proprio qui. Accanto alla

sala della biblioteca aperta, si trova quella

dell’Archivio storico, secondo per numero

di volumi soltanto a quello di Siena.

A modo suo, la biblioteca Calamandrei

stacca totalmente con le altre visitate

secondo questo anomalo pellegrinaggio.

Per il contesto (Montepulciano è un cen-

tro di ben altro impatto rispetto agli altri

della zona), per l’architettura e l’arredo

(un palazzo nobiliare tappezzato sulle

scale d’ingresso da quadri raffiguranti

personalità celebri del passato).

L’ultimo autobus

Un nuovo mezzo pubblico ha acceso il

motore: ore 13.45 in direzione Buoncon-

vento. Torno a riprendere il trolley con

le ruote sfasciate che il barista del caffè

dell’autostazione mi ha gentilmente con-

cesso di lasciare dietro al bancone. Rivedo

al bar i turisti che al mattino non avevano

capito – pure loro - che per Siena doveva-

no scendere prima, e che hanno visitato

Montepulciano per un – a posteriori –

gradito errore.

Un utile pretesto

Si possono seguire mille percorsi tematici

in provincia di Siena. Possiamo tentare di

“redimerci” visitando le miriadi di chiese

e abbazie disseminate lungo la via Franci-

gena, farci spalmare di fanghi e idromas-

saggiarci il corpo e la mente nei bagni ter-

mali a diversi livelli di lusso, illuderci che

la Valdorcia o la Valdichiana o l’Amiata

conservino ancora qualche tratto del loro

carattere originario pernottando in re-

sidenze dal sapore antico, saltare da una

cantina all’altra alla ricerca delle migliori

etichette di vino. E le biblioteche?

Rimangono ancora validi contenitori di

Turismo slowchi lo cercadavveroriscopra le biblioteche

Piancastagnaiolunedì: 10:00 - 12:00 e 16:00 - 18:00martedì: 10:00 - 12:00 e 14:00 - 18:00mercoledì: 10:00 - 12:00 e 15:00 - 17:00giovedì: 15:00 - 17:00venerdì 15:00 - 17:00sabato: 15:00 - 17:00

Abbadia San SalvatoreLunedì: 10:00-13:00Martedì: 15:00-18:00Mercoledì: 10:00-13:00 e 15:00-18:00Giovedì: 15:00-18:00Venerdì: 10:00-13:00

Chianciano TermeMartedì 14:30-18:30Mercoledì 9:00-13:00Giovedì-Venerdì 14.30-18.30Sabato 9:00-13:00

ChiusiLunedì 15:30-18:30Martedì 15:30-18:30Mercoledì 15:30-18:30Giovedì 15:30-18:30Venerdì 10:00-13:00, 15:30-18:30Sabato: 09:00-13:00

MontepulcianoMartedì 11:00-13:00, 15:00-18.00 Giovedì 11:00-13:00, 15:00-18:00Venerdì 11:00-13:00, 15:00-18:00Sabato: 11:00-13:00, 15:00-17:00

Il gioco delle coincidenze: timetable dei mezzi pubblici alla mano, ecco gli orari di apertura dei servizi prestito e consultazione.

16 Bibliomap

te isolata, dove la famiglia sedeva attorno

ad un bel focarone in cucina, acceso su una

piattaforma di pietra alta dai tre ai quattro

piedi e grande abbastanza per arrostir-

ci un vitello. [...] La cameriera somigliava

alla moglie di un brigante da commedia e

sulla testa portava un analogo copricapo.

I cani abbaiavano come matti; l’eco li ri-

cambiava senza parsimonia; nel giro di do-

dici miglia non c’era altra dimora e qui le

cose avevano un’aria fosca, da tagliagole.

[...] Quando lasciammo questo posto era

una brutta mattinata e per dodici miglia

procedemmo su una campagna sterile, pe-

trosa e selvaggia come la Cornovaglia in

Inghilterra, sinché giungemmo a Radico-

fani, dove c’è una locanda spettrale, fatta

per i folletti; [...] A Genova ci sono alcuni

orrendi, vetusti palazzi, uno in particolare

non dissimile da questo, almeno di fuori;

ma qui, in questa locanda di Radicofani,

c’è un tale frusciar di vento, un cigolio con-

tinuo, un brulichio, un crepitio, un aprirsi

di porte, uno scalpiccio per le scale, qua-

le non ho udito in alcun altro posto. La

cittadina, così com’è, sovrasta la casa dal

fianco della collina di fronte. Quelli del

posto sono tutti mendicanti e non appe-

di RICCARDO PIZZINELLI

Nel leggere l’avvincente romanzo di

Mattew Pearl, “Il ladro dei libri incom-

piuti”, che tratteggia una immagine

vivida e suggestiva di quel fenomeno

letterario e popolare che fu lo scrit-

tore inglese Charles Dickens nella

seconda metà dell’Ottocento, mi è

venuto in mente che avevo letto da

qualche parte del suo passaggio nel-

la nostra zona durante uno dei suoi

viaggi. Effettivamente mi ricordavo

bene. Circa venticinque anni prima

dei fatti narrati nel romanzo di Pe-

arl, nel 1846, era infatti stato pub-

blicato a Londra uno dei primi libri

di Dickens, un resoconto del viaggio

che negli anni 1844-45 aveva fatto in

Italia, “Pictures from Italy”. All’epoca

l’autore de “Le avventure di Oliver

Twist”, del “Circolo Pickwick” e di “Da-

vid Copperfield” (solo per citare i suoi

romanzi più noti) non era ancora quel-

la vera e propria “star” mondiale che

divenne nei decenni successivi, ma

era pur sempre una celebrità e quindi

fa alquanto sorridere il racconto del

suo passaggio in Valdorcia.

Dickens a Gallina

Lo scrittore percorreva la strada di

Roma, nell’inverno 1845 quando,

certamente non riconosciuto, ebbe

la ventura di fermarsi per dormire

alla “Scala”, vicino a Gallina, in una di

quelle locande che nei secoli avevano

trovato sede lungo la “Strada Roma-

na”, una delle vie di comunicazione e

di pellegrinaggio più frequentate dal

medioevo fino a quei tempi. La sua ec-

cezionale capacità di descrivere e di

rendere, ancor oggi, reale attraverso

il racconto, l’immagine di quel misero

ostello e della valle, oggi patrimonio

mondiale dell’umanità, ed allora inve-

ce “a region... until it became as bare

and desolate as any Scottish moors”

(“sinché il paesaggio assunse i toni

VALDORCIAALL’INGLESE

di squallore e di solitudine delle bru-

ghiere scozzesi”, il che è tutto dire),

ci consegna un quadro emozionante

ed al tempo stesso tragico su quelle

che, all’alba della modernità, erano le

misere condizioni in cui le nostre ge-

nerazioni passate hanno vissuto. Ma

sentiamo dalle sue parole il racconto

di quell’esperienza (il testo in italiano

è tratto da Attilio Brilli, “Viaggiatori

stranieri in terra di Siena”, ed. Monte

dei Paschi di Siena, De Luca Editore,

Roma, 1986, Capitolo “Da Siena e la

via per Roma” (1846), pp. 280-283):

Dal suo diario

“Non appena avemmo visto queste

cose [Dickens si riferisce al suo breve

passaggio da Siena], proseguimmo di

nuovo e percorrendo una campagna

alquanto desolata [...] Allorché ripren-

demmo il cammino, passammo per

luoghi sempre più desolati e selvaggi,

sinché il paesaggio assunse i toni di

squallore e di solitudine delle brughie-

re scozzesi. Subito dopo caduta la sera

ci fermammo per dormire alla locanda

di La Scala, una casupola assolutamen-

Picturesfrom Italyil diario di viaggiodi un vagabondospeciale

esplorazioni

17Bibliomap

I cani ab-baiavano

come matti e l’eco li

ricambiava. Nel giro

di dodici miglia non

c’era altra dimora

Dickens

solitario al massimo grado; c’erano monta-

gne su montagne, velate da colleriche nubi; e

c’era ovunque una tale foga piena d’ira, rapi-

da, violenta, tumultuosa, da rendere la scena

indicibimente grandiosa ed eccitante”.

Una prima considerazione, direi scon-

tata. Come cambiano i tempi! Dov’è

quella valle? Dove sono quei paesag-

gi? Quella famiglia di fronte al camino,

quelle stalle, quelle carrozze, quei men-

dicanti? E a prima vista è proprio così.

Ma se andiamo a vedere meglio, se cerchia-

mo sotto all’esteriorità del racconto, forse

viene fuori un panorama un po’ meno scon-

tato. Siamo proprio sicuri che l’uomo, e la

Valdorcia, siano così cambiati in questi ultimi

secoli? Fisicamente lo abbiamo visto, cer-

tamente (il vento ed il paesaggio spoglio ci

sono sempre), la sensazione di chi la percorre

in auto è di sicuro diversa da chi la percorre-

va in una scomoda carrozza (oggi il solo pen-

siero è massacrante), ma lo spirito del viag-

giatore, la sua volontà di conoscere i nostri

territori, il vivere con piacere anche qualche

scomodità di soggiorno, l’accoglienza del-

la popolazione, altrettanto certamente no.

E questa è la seconda riflessione. Non siamo

stati noi, i contemporanei, ad inventare il tu-

rismo e la visita della valle? In epoche passa-

te, ormai dimenticate, la Valdorcia è già stata

teatro di un flusso “turistico”, senz’altro più

limitato ma, al tempo stesso, forse più qua-

lificato. Tutti quelli che nell’ultimo millennio,

e forse anche prima, si sono recati a Roma,

Papi, Re, Imperatori, Santi e chi più ne ha più

ne metta, sono passati di qui. Qualcuno ha

lasciato pagine indimenticabili come quelle

di Dickens, altri hanno portato nella tomba

le immagini spettrali dei calanchi, delle di-

stese sassose e dell’Orcia in secca, ma tutti, è

certo, sono rimasti impressionati dall’unicità

e dalla originalità di un ambiente particolare.

Noi lo abbiamo solo ereditato e, fatalmente,

lo lasceremo ad altri. Per questo è meglio

riflettere sul passato, capire che molto è già

stato scritto, molti errori sono già stati fatti,

forse sulle esperienze altrui potremo costru-

ire meglio il futuro della Valdorcia.

na scorgono una carrozza che s’avvicina,

gli calano attorno come uccelli da preda.

Quando raggiungemmo il passo monta-

no, che si trova oltre quel luogo, il vento

(come ci avevano preavvertito giù alla lo-

canda) era così tremendo che fummo co-

stretti a far sortire l’altra mia “metà” dalla

carrozza, per evitare che ella fosse por-

tata via dal vento, carrozza e tutto, e ad

appenderci a quest’ultima, dalla parte in-

vestita dal vento (e nel migliore dei modi,

risa permettendo) per non farla rotolare

Dio sa dove. Quanto a vento, quella bufe-

ra di terra avrebbe potuto competere con

una tempesta dell’Atlantico con ottima

possibilità di riuscire vittoriosa. Il vento

gelido scendeva spazzando enormi botri

in una catena di monti sulla destra; così

che guardammo con effettivo spavento

ad un vasto acquitrino a manca e ci accor-

gemmo che non c’era il minimo cespuglio,

non un arbusto a cui afferrarsi. Era come

se, una volta sollevati dal vento, dovessi-

mo essere trasportati al mare o nell’ete-

re. C’era la neve e c’erano la grandine, la

pioggia, i lampi e i tuoni; e c’erano masse

rotolanti di bruma che veleggiavano a

velocità incredibili. Era buio, spaventoso,

Charles Dickens, Pictures from Italy, George Routledge and Sons, 1894.

Prima edizione inglese disponibile a: Cetona. Edizione tradotta, Impressioni d’Italia, Carabba 2004, disponibile a Siena BCI

18 Bibliomap

“Casa del popolo”, entro immaginando di

ritrovarmi nella vecchia sezione di partito,

ma del passato resta solo l’insegna a carat-

teri cubitali, salgo le scale, tutto profuma di

nuovo, di pareti appena stuccate, c’è odore

di pittura fresca, la porta si apre, c’è corren-

te, il panorama fuori la finestra vola verso di

me ed è amore a prima vista. La collina di

Belforte, la forma regolare del convento

dell’Osservanza, le file ordinate di piop-

pi e una scala cromatica di verdi a fare

da tappeto. Comincia l’avventura per la

nuova biblioteca di Radicondoli, risorge

a nuova vita dopo diversi anni di silen-

zio, me lo dice la polvere sui libri che tiro

fuori dagli scatoloni, copertine e titoli un

po’ in là con l’età, sulla costola ancora la

fascetta con la vecchia collocazione pro-

prio sotto il nome di Dina Ferri. Scopro di

lei che era una talentuosa poetessa nata

proprio qui a Radicondoli nei primi anni

del secolo scorso, le sue doti le avevano

fatto ottenere un sussidio per studiare a

Siena, ma la salute non l’aiutò ad arriva-

re a tren’anni. Ora rivive tra queste sale

tirate a lucido, piene di quelle parole che

amava tanto combinare in poesie. Metto

ben in evidenza sul bancone il suo “Qua-

derno dal nulla”…

È già la fine del quadrimestre, domani la

prof d’inglese interroga, aiuto i ragazzi a

ripassare… come si dirà “scimmia”? e “pa-

nettiere”? Qualcuno alza la mano... dalla

finestra sono spariti tutti i colori, come se

il pittore avesse avuto un ripensamento e

rovinato la tela versando l’intero tubetto

del nero. Sono le sette, spengo anche l’ulti-

ma luce, la nebbia fa rintanare anche il gat-

to rosso che incontro tutte le sere, anch’io

mi chiudo in macchina. Alla prossima…

Inizia l’avventura

per la comu-nale “Dina

Ferri”. Che risorge

a nuova vita dopo anni di

silenzio

“non ha verde la collina/non ha messi la

pianura/acqua, vento, neve, gelo/densa

nube copre il cielo”, Dina Ferri descrive

bene le mie impressioni scivolando tra

una curva e l’altra, dal cielo solo fiocchi

di neve, la bidella che ama Grisham arriva

puntuale, prende “Il broker” e si sistema

sulle poltroncine arancio, è inutile pren-

derlo in prestito, in casa non c’è mai un

posto tranquillo per godersi la lettura.

Arrivano in biblioteca le prime donazioni,

libri di bimbi che non lo sono più, scopro

le loro firme sul frontespizio, come un

ex libris, non voglio nasconderle, sono

un pezzo della loro storia che entrerà in

quella di qualcun altro.

A leggerli saranno “i piccoli del saba-

to”, tutti i ragazzini che arrivano con le

mamme a scegliere il libro nuovo per la

settimana dopo… niente lupi per Loren-

zo, gli fanno proprio paura, Tommy en-

tra sconsolato, vuole scegliere una altro

libro, l’ultimo non riesce a finirlo, è poco

avvincente. Entra anche Maddy con i suoi

orecchini a forma di gatto, il suo preferito

sono le avventure di Pimpa, ancora non

metto a posto Il diario di Anna Frank che

la giovane Ebrona ha restituito prima di

trasferirsi in Germania.

È marzo pazzerello e non faccio che ti-

rar fuori l’ombrello, per fortuna dentro

c’è caldo, i bambini si scatenano, oggi c’è

Kalinka Tondini a presentare le sue “Fila-

strocche”, scatto mille foto ai disegni pieni

di vinavil e perline, colori a cera e penna-

relli.

È un mercoledì, suona il citofono della

biblioteca, suona la musica house del vi-

cino, suonano i cellulari di chi prende un

Benvenuta in ReteRADICONDOLI /

news

di ANNA SEMPERLOTTI

19www.magazineonline.com 19Bibliomap

caffè al bar, suonano le campane della

chiesa a festa, dalla radio scopro che

abbiamo un nuovo Papa, tutte le cam-

pane d’Italia e non solo suonano insie-

me a quelle di Radicondoli e mi scappa

un sorriso.

Ho da fare, mettere in moto un servi-

zio di biblioteca ha i suoi lunghi giorni

di “inventario, timbro, catalogazione,

etichetta…” chiudo le persiane senza

pensare, scendo in via Gazzei, c’è l’ora

legale, per la prima volta alle sette di

sera è giorno, rimango senza fiato come

se non avessi mai visto un tramonto pri-

ma. Provo a scattare delle foto per fis-

sare quella luce, ma bisogna esserci per

Benvenuta in ReteRADICONDOLI /

usvernice frescadue saleparquete tanti libriin arrivo

poterla vedere, non si può scrivere

e lasciarla in un libro.

Abbiamo appeso alle pareti le

foto in bianco e nero scattate

l’anno scorso alla festa di San Gio-

vanni, due eleganti signore anzia-

ne, con le perle della domenica

al collo, mi scrutano dalla parete

accanto al bancone, sto guardan-

do le bozze del nuovo logo della

biblioteca disegnato dai ragazzi

delle scuole medie del paese. È

solare come il colore arancio del-

le sedie e presto sarà su mille se-

gnalibri, e lo vedrete spuntare nei

volumi che prenderete in prestito

nelle biblioteche Redos.

FOTOGRAFIE © DAMIANO GUARGAGLINI

20 Bibliomap

Ventisette biblioteche e quattro isti-

tuti culturali della Provincia di Siena

stanno lavorando in cooperazione con

l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini

servizi bibliotecari di alto livello.

Grazie ad un protocollo di intesa tra

l’Amministrazione Provinciale di Sie-

na, l’Università degli Studi di Siena, 13

comuni della provincia e la Biblioteca

comunale degli Intronati, nel 2002 è

nata la rete documentaria e bibliote-

caria senese ReDoS.

Della rete fanno parte le biblioteche,

gli archivi e i centri di documentazione

dei Comuni della Provincia di Siena.

Mezzo milione di record totaliLe Biblioteche e gli Archivi dei Comuni

della Provincia di Siena che aderiscono

alla Rete ReDoS, alimentano il Catalo-

go cumulato SBS02/ReDos per i dati

bibliografici (più di 290.000 record bi-

bliografici).

Se aggiungiamo a questi i record della

Biblioteca Comunale degli Intronati

(Biblioteca capofila di ReDoS) parlia-

mo di più di mezzo milione di record

totali.

Le biblioteche di areaNell’ambito della convenzione, all’U-

niversità e, nello specifico a quello che

era il Servizio Automazione Bibliote-

che, spetta l’informatizzazione delle

funzioni gestionali delle Biblioteche

della provincia senese.

Verbo da declinare al passato, perché

dal primo gennaio 2013 è stata istitui-

ta la Divisione del Sistema Biblioteca-

rio e sono nate le nuove Biblioteche di

Area.

Si tratta di un importante cambiamen-

to che prevede il ripensamento e la

ristrutturazione delle funzioni proprie

sia del Sistema Bibliotecario che delle

nuove Biblioteche, infatti le preceden-

ti 8 biblioteche di Facoltà sono state

adesso accorpate, costituendo 5 gran-

di Biblioteche di area tematica: Area

umanistica (con sede a Siena ed Arez-

zo); Area Economica; Area Giuridico-

Politologica “Circolo Giuridico”; Area

Scientifico-Tecnologica; Area Medico-

Farmaco-Biologica.

In questa riorganizzazione il Servizio

Automazione Biblioteche ha cambiato

dicitura, diventando Ufficio servizi di

supporto alle biblioteche, ma non ha

cambiato le proprie funzioni e finalità.

Dal 2002 questo ufficio è stato im-

pegnato nella creazione del catalogo

cumulato SBS02, ed è di supporto alle

attività biblioteconomiche e gestionali

delle biblioteche comunali.

L’epoca AlephQuando le biblioteche della provincia

hanno riversato i propri dati nel ge-

stionale di Aleph (riversamento che

ha comportato un notevole lavoro per

cercare di preservare al massimo le pe-

culiarità dei record bibliografici e delle

informazioni di copia ad essi collegate),

i colleghi che lavoravano nelle struttu-

re comunali hanno dovuto cambiare lo

strumento di lavoro ed applicare stan-

dard biblioteconomici internazionali

(non solo ISBD, RICA, CDD che cono-

scevano, ma anche UNIMARC base per

la catalogazione nel software Aleph) ma

soprattutto, entrare nella logica di colla-

borazione e condivisione degli strumenti

e delle regole.

Ai corsi di formazione/avvicinamento

ad Aleph per i colleghi che utilizzano

il modulo della catalogazione, viene

sempre ricordato infatti, che “far parte

di un sistema bibliotecario ha innume-

revoli vantaggi (evitare le duplicazioni,

catturare le informazioni già presenti

risparmiando tempo in fase di ingresso

di nuovo materiale in biblioteca) ma an-

che precisi compiti da rispettare: non si

Il Sistema bibliotecario senese e l’Università di Siena con Redos

tratta di stare ognuno dentro al proprio or-

ticello, per cui anche se sporco e maltenuto

non importa perché non lo vede nessuno, ma

si tratta di far parte di un orto comune che va

tenuto pulito, facendo attenzione a seguire

le indicazioni date a livello di sistema”.

Dove porta l’automatizzazioneIn dieci anni molte cose sono cambiate e

tante sono state implementate. Si sono ag-

giunte via via altre biblioteche, fino ad arri-

vare ad averne 27 e 4 istituti culturali.

Ben 14 biblioteche, in maniera scaglionata,

hanno attivato il modulo della circolazione

per la gestione automatizzata dei prestiti

agli utenti.

Anche in questo caso gli operatori hanno

seguito un corso di 3 giorni e sono stati poi

affiancati in sede per l’installazione e l’avvio

della nuova gestione.

Gestire in maniera automatizzata il prestito

permette sia agli operatori che all’utente fi-

nale che si identifica nel catalogo via web, di

avere immediatamente chiara la situazione

dei libri in prestito, dei libri da restituire.

Attraverso i servizi offerti da Aleph i bi-

bliotecari hanno potuto avere le statistiche

mensili dei prestiti e degli utenti in bibliote-

ca, approntare l’elenco dei libri più letti che

hanno pubblicizzato in sede.

Anche per quanto riguarda quella consoli-

data attività di visite delle classi in biblio-

teca, il sistema di automazione permette in

maniera immediata agli operatori di vedere

quale classe ha preso quali libri e a quali

bambini sono stati associati.

Molte sono le implementazioni che sono sta-

te fatte a favore di una più chiara visione del

materiale posseduto dalle biblioteche attra-

verso la creazione di pagine come quella dei

cataloghi delle video registrazioni in REDOS

dei cataloghi parziali delle singole bbliote-

che, della possibilità di accedere a servizi ag-

giuntivi tramite Google Books Search.

Probabilmente è possibile fare altro ed è

per questo che il lavoro condiviso ed il con-

fronto sia con le singole biblioteche che tra

la biblioteca capofila di ReDoS e il Sistema

Bibliotecario Senese sono momenti impor-

tanti per un arricchimento reciproco, la

condivisione delle reciproche conoscenze,

il venire incontro, per quanto possibile, alle

esigenze di tutta la comunità.

Si tratta di far parte di un orto comune che va tenuto pulito, facendo attenzione a seguire leindicazioni date a livello di sistema

news

di EMANUELA PISANU

21Bibliomap

Nel 2011 è stato inviato un questionario

a tutti gli istituti scolastici delle scuole

per l’infanzia, primarie e secondarie di

primo livello della provincia di Siena, con

27 domande relative alle biblioteche

scolastiche, la presenza o meno, le ore e

i giorni di apertura, il patrimonio conser-

vato, il personale dedicato, le necessità.

Ci hanno restituito il questionario n. 31

istituti scolastici.

Le domande e risposte più significative

sono state le seguenti:

1) Esiste una biblioteca scolastica? In 23

hanno risposto di sì. Nelle altre 8 non c’è

o per mancanza di spazio o per mancan-

za di fondi per acquistare libri;

2) La media di apertura settimanale è di

3 giorni a settimana e in tutte le scuo-

le rispondenti non c’è la possibilità per

utenti esterni di accedere, il servizio è

rivolto esclusivamente a insegnanti o

studenti o personale lavoratore nella

scuola;

3) Ben 18 biblioteche scolastiche or-

ganizzano attività di promozione della

lettura;

4) In nessuna biblioteca scolastica ci

sono computer a disposizione;

5) La media dello spazio dedicato alla bi-

blioteca scolastica è di 40 mq;

6) Il patrimonio documentario è ovun-

que inventariato e catalogato in formato

cartaceo. Soltanto in 8 usano la classifi-

cazione Dewey;

7) Alla domanda: “Chi si occupa della bi-

blioteca” nella maggior parte dei casi la

risposta è stata “il personale docente”.

Soltanto in una realtà la gestione è af-

fidata a volontari, nessuno ha i genitori

come bibliotecari;

8) In nessun istituto viene prevista atti-

vità di aggiornamento professionale per

coloro che si occupano della biblioteca

scolastica, le esigenze espresse sono di

poter avere formazione sulle regole di

catalogazione e sull’ideazione di proget-

ti di lettura per gli studenti;

9) Gli interventi che risultano urgenti e

indispensabili sono: acquisto libri, pre-

senza di personale, sistemazione degli

spazi e di arredi e per ultima l’informa-

tizzazione del presrtito;

10) Non esiste una rete di biblioteche

scolastiche in provincia di Siena;

11) Anche gli istituti che non hanno una

biblioteca scolastica hanno però rappor-

ti con la biblioteca comunale o le librerie

limitrofe;

12) Soltanto in 5 istituti il sito internet

della scuola ha anche una pagina dedica-

ta alla biblioteca;

Nelle note al questionario in molti la-

mentano la mancanza di fondi per acqui-

sto libri e la mancanza di spazi adeguati.

Questionario somministrato da Mariangela Colella - Biblioteca comunale degli IntronatiRedazione Chiara Cardaioli - Biblioteca co-

Per una riflessione: Censimento Biblioteche scolastiche in provinciadi Siena, i risultati

Si avvicina la restituzione a Poggibonsi

dell’ex ospedale cittadino. Si è concluso in-

fatti il complesso lavoro di riconversione

che ha portato al recupero di tutti gli spazi

interni ed esterni dove troveranno posto

la biblioteca comunale, la scuola di musica,

spazi espositivi, uffici comunali che eroga-

no servizi al cittadino. Il nuovo centro sarà

aperto nell’autunno prossimo e si chiamerà

“Accabi – Hospitalburresi”.

“Siamo arrivati alla fine – dice il sindaco

Lucia Coccheri – di uno degli interventi

più significativi per la nostra comunità dal

punto di vista urbano, sociale, culturale

relazionale. È dal 1892 che Villa Burresi fa

parte della storia e della vita poggibonsese,

fin da quando per volontà della Confrater-

nita di Misericordia si avviò la fondazione

di un ospedale, o meglio di un locale ad uso

di ospedale annesso ad una nuova cappella.

Proprio da questo deriva il nuovo nome con

cui viene richiamata la funzione storica del-

la struttura che sarà di nuovo a disposizione

della città con funzioni diverse ma sempre

volte all’accoglienza e alla socialità”.

L’edificio Burresi è stato l’ospedale cittadi-

no dal 1892 al 2000 quando è stato aperto

il monoblocco di Campostaggia. Nel 2002

l’edificio è stato acquistato dall’Amministra-

zione Comunale ed è iniziato l’iter procedu-

rale e progettuale per la sua riconversione.

Il recupero dell’edificio ha riguardato tutti

gli spazi.

“Il cuore della struttura – dice il Sindaco –

saranno la scuola pubblica di musica e la

biblioteca comunale, che rappresentano la

sua centralità nel sistema sociale, culturale,

relazionale cittadini.

“Vogliamo – prosegue - che da subito siano

molteplici le occasioni di vivere questo cen-

tro, perché è veramente bello e perché cre-

do che poterci rientrare rappresenti un’e-

mozione per tutti noi. È una parte di storia

e di cultura che torna a vivere. Un passo

fondamentale di quel percorso di recupero

e valorizzazione di luoghi che è partito da

lontano e che è passato dalla Fonte delle

Fate al teatro Politeama, dalla pista ciclabi-

le per Colle al parco urbano, al Cassero”.

Ex Ospedale Burresi recuperato. A Pog-gibonsi apre la nuova Biblioteca comunale

news

In Finlandia sulle tracce di una lepre

usUn librodi Arto Paasilinnaper scoprireil Polo Nord

22 Bibliomap

Vi trovate nel

mezzo di una

strada che attra-

versa i boschi del-

la Finlandia del

sud. È una sera di

inizio estate degli

anni Settanta e

siete in compa-

gnia di Vatanen

− un giornalista

quarantenne im-

piegato a Helsin-

ki − e di un suo collega, un fotografo

che lavora per lo stesso giornale. Il

paesaggio che vi circonda è quello

dei laghi e delle foreste di aghifo-

glie, è l’imbrunire, e vedete Vatanen

allontanarsi, sparire nel bosco con

una lepre sottobraccio. Che cosa è

accaduto? I due stavano viaggiando

sulla statale di ritorno da una tra-

sferta, quando hanno investito una

lepre. Arrestata la marcia, sono sce-

si in strada per soccorrere l’animale

ferito.

“Sull’automobile viaggiavano due

uomini depressi. Il sole al tramon-

to, battendo sul parabrezza polve-

roso, infastidiva i loro occhi.

Era l’estate di San Giovanni.

Lungo la strada sterrata il

paesaggio finlandese scorreva

sotto il loro sguardo stanco, ma

nessuno dei due prestava la mini-

ma attenzione alla bellezza della

sera”.

Nei giorni a seguire il solstizio d’e-

state in Finlandia le giornate sono

lunghissime e il buio è solo una

breve parentesi. I due sembrano

provati da questa condizione at-

mosferica. Stanchi della luce che

non se ne va, avrebbero bisogno

della notte per dimenticare il loro

stato di uomini dai sogni irrealiz-

zati, una condizione che li rende

frustrati e che li ha portati a liti-

gare per decidere se passare la

notte a Helsinki oppure a Heinola,

mentre la lepre finiva sotto al pa-

raurti.

È a quel punto che Vatanen si allon-

tana nel bosco sulle tracce dell’a-

nimale ferito. Il collega fotografo

lo vede sparire e dopo numerosi e

vani tentativi di recuperarlo decide

di tornare a Helsinki preoccupato.

Avverte la moglie del giornalista,

avverte la redazione del giornale,

tutti aspettano il ritorno di Vata-

nen, che invece fa perdere le sue

tracce.

Ha inizio il viaggio, il grande per-

sonale riscatto di Vatanen, uomo

sposato e annoiato alla ricerca di

una nuova vita lontano dalle con-

venzioni, sull’onda dell’ispirazione

che una lepre ferita gli ha come

per miracolo trasmesso.

Arto Paasilinna, L’anno della lepre, Iperborea 1998.

Libro in prestito a: Montalcino, Abbadia S.S, Sinalunga, Colle V.E., Monticiano, San Quirico, Monteriggioni, Piancastagnaio, Poggibonsi, Siena

ILLUSTRAZIONI © GUIDO VOLPI

www.guidovolpi.com

23Bibliomap

Arto Paasilinna, autore di “L’anno della lepre”,

libro pubblicato nel 1976 attraverso le cui pagine vi

state preparando a viaggiare in Finlandia, ha rivela-

to le avventurose quanto drammatiche circostanze

della sua vita, in fuga fin dai primi anni della sua esi-

stenza con gli altri fratelli e sorelle su di un camion ai

confini della Lapponia, in fuga, nel 1975, dal lavoro

di giornalista, che abbandonò proprio per dedicarsi

a tempo pieno alla narrativa. La sua presa di distanza

dalla società è dunque un po’ anche il percorso di

Vatanen, quel sabotatore della civiltà che diventerà

un personaggio simbolo anche delle altre opere di

Paasilinna.

Il Diamante catalano

24 Bibliomap

“Graçia” è un quartiere centrale di Bar-

cellona organizzato in strade ortogonali.

Si trova nel sesto distretto. Venne inglo-

bato nel ventre della città nella seconda

metà del XIX secolo, quando le antiche

mura furono abbattute.

Tra Via Grande e Montseny

La Plaça del Diamant, un libro di Mercé

Rodoreda, è ambientato nel quartiere

della Graçia. Risalendo la Rambla fino a

piazza Catalunya, basta imboccare il lun-

go Passeig de Graçia e vi si arriva dentro,

tra via Grande e Montseny, luoghi fulcro

del romanzo che si svolge negli anni della

guerra civile spagnola. Natalia, la prota-

gonista, scappa e si rincorre con el novio

per le vie, fino al bar dietro l’angolo e poi

per le vetrine della via Grande. Oggi, du-

rante il mese di agosto, ha luogo la “Fiesta

Mayor de Graçia: ci vengono da tutta la

Spagna e il quartiere si riempie di addobbi

perché c’è un premio al festone più bello,

e si riempie anche di disordini verso l’alba

quando il tasso alcolico è irreparabilmen-

te cresciuto. Sono le 20 e il cielo è chiu-

so. Pioviggina. Passeggiando verso via

Grande la geografia urbana è scandita da

incroci tutti uguali e balconi riproposti in

serie sotto tetti-terrazzi, con fili per ten-

dere i panni e sdraie per prendere il sole.

Una geografia immaginaria?

Mercè la sua Barcellona, la sua Gracia,

passa per queste vie. È spesso una città

piovosa, grigiastra, con le gocce d’acqua

sporca che colano dai muri, colombi che

volano in disordine, negozianti, vetrine

e tram. Il primo appartamento di Natalia

da sposata era in Carrera Montseny, ap-

pena sotto piazza del Diamante. Via del

tutto anonima. Vagando con le pagine

del romanzo, ogni tanto una pausa, si di-

mentica Parc Güell, che pure appartiene

a questo distretto, si dimentica la Sagra-

da Familia e molte altre cose simbolo di

Barcellona, per scoprire una città dentro

la città (centoventimila abitanti): schiet-

ta, orgogliosa, grigia di sfondo e colorata

nella gente e nei giardini ritagliati tra le

case con gli alberi di jacarandà a fare da

ornamento.

Barcellona in bianco e nero

Sulle orme della Rodoreda la Gracia prende

a dispiegarsi, a incrociarsi con la realtà urba-

na dell’oggi, del logoro cliché della Barcello-

na multietnica. E in pasticceria puoi trovare

un “braç de gitano”, proprio come a pagina

40 dell’edizione italiana del libro.

GRAÇIA

25Bibliomap

La drammatica storia di Natalia, am-

bientata in questo quartiere durante i

duri anni della guerra civile spagnola,

sembra lontana. Eppure dalla panchina

di un giardino dietro Plaça de la Vir-

reina si sente una musica e una voce,

pare un comizio di quelli la domenica

mattina, come ai tempo di Franco, come

ai tempi in cui la scrittrice dovette fug-

gire in Svizzera per non cadere nelle

trame dei Nacionales, agguerriti come

pochi quando nelle via Grande i tram

circolavano senza vetri, con le reticelle

per le zanzare. “In giro c’era ancora una

grande stanchezza, come dopo una gra-

ve malattia. Presi a camminare per le

strade, così, guardando le persone che

non mi vedevano e pensando che loro

non sapevano che volevo ammazzare i

miei figli bruciandoli dentro con l’acido

muriatico (p. 158)”. Anni in cui era im-

possibile trovare qualcosa da mangiare

per una donna sposata con Quimet, re-

sistente repubblicano, e coloro che ave-

vano ancora un’attività aperta vi erano

riusciti solo chinandosi a Franco.

Oggi, in piazza del Diamante, c’è un bar

con un insegna moderna, un negozio di

articoli da montagna e panchine e pavi-

mentazione da città nordeuropea. For-

se la carta da parati degli interni della

Rodoreda resiste negli appartamenti.

Natalia scendeva le scale buie mentre il

marito Quimet era in guerra, andava in

strade a lei familiari a raccattare qual-

cosa per i figli affamati, dava uno sguar-

do alle vetrine in via Grande sempre più

povere, dove c’era il droghiere all’an-

golo con il sacco di verza - e come gli

piaceva a Quimet affondarci una mano

dentro e infilarla piena nella schiena di

Natalia, mentre scendevano via Grande

fino a raggiungere il Passeig de Graçia,

dritto verso Casa Batllò dopo l’incrocio

con l’Avinguda Diagonal.

usUn librodi MercèRodoredaper scoprireil barrio Graçiaa Barcellona

Mercè Rodoreda, La piazza del diamante, La nuova frontiera, 2008.

Libro in prestito a: Abbadia S.S, Centro Mara Meoni, Chianciano, Colle V.E.,, Poggibonsi, Siena, Sinalunga

PLAÇA DEL DIAMANT

usUn librodi Arto Paasilinnaper scoprireil Polo nord

usUn librodi William Blackerper scoprirela Romania

Bibliomap26

“Qualche volta credevo di sognare – scrive

William Blacker -. Fuggito dalla modernità, ero

approdato in una terra lontana, dove nessuno

poteva trovarmi, e ci potevo stare finché vole-

vo”. In questa frase è racchiuso tutto l’incanta-

mento del libro Lungo la via incantata. A Blacker

riesce di realizzare quello che ogni viaggiatore

sogna quando approda in certi posti: di restar-

vi a lungo, senza scadenze di alcun tipo, di vive-

re un’altra vita in un altro tempo e in un altro

spazio uscendo dai limiti di quella che ci è stata

assegnata e che ci sembrano invalicabili.

L’arrivo di Blacker in Romania si colloca subito

dopo la caduta del Muro ed è il punto di partenza

cronologico perfetto per osservare il cambiamen-

to dovuto all’occidentalizzazione che si è verificato

negli ultimi decenni.

William Blacker, Lungo la via incantata, Adelphi 2012

Libro in prestito a: San Gimignano, Siena

SFĂNTU GHEORGHE

CASA VULTURUL NEGRU. MONASTERO HUMORULUI

FOTOGRAFIE © ALESSIO DURANTI

www.alessioduranti.weebly.com/

BUCAREST

BRĂILA

SFĂNTU GHEORGHE

SIBIU

BRASOV

Delta del Danubio

Mar Nero

27Bibliomap

SIBIU, CITTÀ BASSA

28 www.magazineonline.comBibliomap28

non tanto la meta di

un viaggio quanto lo

stato della mente o

degli occhi

Là dove sfocia il Danubio, in uno

degli estremi orientali d’Europa,

Alessio Duranti ha iniziato un viag-

gio che lo ha portato dal litorale del

Mar Nero alle regioni confinanti

con la Moldavia, prima di imbocca-

re la strada verso la Romania con-

tinentale attraversando i Carpazi.

Gli scatti effettuati durante que-

sto itinerario ricompongono alcuni

frammenti di una regione climati-

camente estrema. Gli inverni pos-

sono essere da queste parti molto

rigidi, con frequenti nevicate e

intrusioni di aria siberiana anche

sulle rive del Mar Nero, dove l’aria

gelida si umidifica dando luogo ad

abbondanti nevicate. Meno umi-

di ma ancor più freddi gli inverni

della Moldova e della Bucovina,

territori collinari e impervi rico-

perti di foreste di aghifoglie che

segnano il confine nordorientale

della Romania. Sono le vette dei

Carpazi a dividere queste regioni

dalla Transilvania, l’area da cui lo

scrittore britannico Patrick Leigh

Fermor - uno dei più grandi narra-

tori di viaggio di tutti i tempi - rica-

vò la materia forse più calda per il

suo Tra i boschi e l’acqua (1986). Per

William Blacker quella stessa re-

gione dell’attuale Romania sembra

essere non la meta di un viaggio,

quanto piuttosto uno stato della

mente, o degli occhi. Blacker la vi-

sita quasi per caso poco dopo la ca-

duta del Muro e, incantato da tutto

ciò che vede, decide di stabilirsi nel

suo distretto più remoto, il Mara-

mures, adeguandosi a uno stile di

vita immutato da secoli.

SUL DANUBIO CON FLORIN

REGIONE SASSONE

BRASOV, STRADA SFORII

29Bibliomap

Pausa caffè /

LIP. Ieri pensavo che non ci fosse nulla di più bello che il “prima” di una tesina o di una ricerca: non la scrittura, ma il mo-mento in cui si entrava in biblioteca e si consultavano testi, prendendo appunti su enormi quaderni a righe. Oggi, per come e quanto posso, difendo le biblio-teche e il loro ruolo. ZAN. Da piccola non frequentavo molto le biblioteche, perché abitavo in un vil-laggio fuori Milano, e non ce n’erano... ma io sono sempre stata una grande lettrice in una famiglia di non grandi lettori. Era una cosa spontanea la mia, i libri quando potevo li compravo o me li facevo rega-lare per i compleanni, le feste. Quando poi sono cresciuta e ho passato un anno della mia vita in Inghilterra da ragazza, ecco lì ho cominciato la conoscenza, di-ciamo verso i 18 anni. In Inghilterra ne ho frequentate parecchie, ne ricordo una in partciolare con libri antichissimi che mi appassionava molto. Successivamente le ho frequentate, ma non tantissimo, sia perché i libri li compravo sia perché mi servivano per scrivere. Devo ammette-re, però, che un sogno che ho, se avessi tempo, è quello di rifugiarmi in una bi-blioteca a fare delle ricerche di tipo sto-rico, biografico.

LIP. I miei libri nascono dalla mia vita.ZAN. Un problema enorme infatti. Que-sto è un tema delle mie riflessioni, anche perché ricevo moltissime email di donne e ragazze che soffrono per come vengo-no trattate o perché in questo periodo non trovano lavoro, ma sono piene di de-sideri, di voglie. Un universo femminile che mi si schiude davanti, è difficilismo staccare e quindi non si stacca mai, e si è sempre sul tema, soprattutto a causa del computer, che è bello ma anche dannoso: arrivano caterve di email e ti mangiano un po’ la vita, ti catapultano all’interno delle vite altrui e a volte è bello a volte meno.

tre domandeUn ritrattodi chi i librili mastica

Una lunga storia?

Loredana Lipperini /Lorella Zanardo: in bibliotecacome vitrovate?

LIP. Scopriteli.ZAN. Se mi concentro sull’ultimo, Sen-za chiedere il permesso, direi che il mo-tivo può essere che è un’ottima lettura per iniziare ad agire da cittadini attivi. La prima parte è infatti una critica, ma costruttiva, una critica alla società ita-liana, la seconda parte è un manuale divulgativo di educazione ai media che può essere un ottimo modo per smette-re di lamentarsi e iniziare a dire: “ benis-simo, finchè abbiamo queste televisioni insegno a mio figlio, a mia sorella, al mio allievo, a me stesso a guardare i media con nuovi occhi, senza esserne fagocita-to”. quindi per chi vuole essere sveglio, e giocare un ruolo non passivonella socie-tà, questa lettura è un buon inizio.

Dietro al bancone del prestito, con quali pa-role consigliereste un vostro libro?

Il mestiere di scriveretrasforma la vostra vita in un libro?

LORELLA ZANARDOAttivista, documentarista, scrittrice, coautrice del docu-mentario Il Corpo delle Donne e dell’omonimo libro edito da Feltrinelli, che ha pubblicato anche il suo recente Senza chiedere il permesso, Scrive per Il Fatto Quotidiano.

LOREDANA LIPPERINIGiornalista e scrittrice, ha è stata fra le prime voci di Radio Radicale, passando poi a Radio Rai, per la quale ha condotto numerosi programmi incentrati sulla musica classica. Scrive sulle pagine culturali de La Repubblica ed è fra i conduttori di Fahrenheit su Radio Tre.Autrice di numerosi libri: solo nel 2013 sono usciti Di mamma ce n’è più d’una (Feltrinelli), L’ho uccisa perché l’amavo (con Mi-chela Murgia, Laterza) e Morti di fama (con Giovanni Arduino, Corbaccio). Ha un blog che si chiama Lipperatura.

a cura di CHIARA CARDAIOLI

Perché c’è il futuro della tua storiaLa Regione Toscana mantiene immuta-

to, con convinzione e nonostante il dif-

ficile periodo di crisi economica che il

Paese sta attraversando, il proprio so-

stegno alle biblioteche promuovendo,

per il mese di ottobre, l'appuntamento

ricorrente delle biblioteche toscane

con i cittadini: la campagna di promo-

zione "Tipi da biblioteca", denominata

dal 2011 "In biblioteca. Perché c'è il

futuro della tua storia".

L'edizione 2013 si arricchisce di even-

ti organizzati all'interno della ma-

nifestazione nazionale Bibliopride.

Giornata nazionale delle biblioteche

(27 settembre-5 ottobre), promossa

e organizzata dall'AIB-Associazione

italiana biblioteche, dopo il successo

della prima giornata nazionale delle

biblioteche tenutasi a Napoli il 13 ot-

tobre 2012.

Il fulcro dell'intera manifestazione è

la festa del 5 ottobre in Piazza di San-

ta Croce a Firenze, a cui sono invitati

a partecipare direttamente i cittadini

insieme ai bibliotecari e a tutti coloro

che, a vario titolo, lavorano nelle e per

le biblioteche

( p r o m o t o r i

della lettura,

editori, fornitori). Nella piazza, oltre

al palco, verranno allestiti una "biblio-

tenda" e stand per ospitare le attività

di presentazione dei servizi di bibliote-

ca, i laboratori per i bambini e gli adulti,

le letture ad alta voce. sul palco si al-

terneranno prestigiosi nomi della cul-

tura italiana, sotto l’abile conduzione

di Loredana Lipperini. La giornata sarà

preceduta da una settimana di iniziati-

ve collaterali nelle biblioteche di tutta

Italia, anche in collaborazione con i

musei e gli archivi.

La scelta per i cittadini è tra le quasi

400 iniziative cui le biblioteche tosca-

ne danno vita complessivamente, tra

la manifestazione nazionale "Bibliopri-

de" e la campagna regionale "In biblio-

teca", dimostrandosi, ancora una volta

- dalle più grandi e prestigiose alle più

piccole – luoghi dinamici e vitali, capa-

ci di attrarre pubblici nuovi, di usare

gli strumenti della contemporaneità

per offrire servizi di qualità ai cittadini,

anche con tecnologie e reti all'avan-

guardia.

Dopo la prima edizione del 2012 a

Napoli, la giornata dell’orgoglio bi-

bliotecario arriva a Firenze, città del-

la cultura che vanta la presenza di

grandi biblioteche storiche, di servizi

bibliotecari pubblici efficienti, oltre ai

preziosi archivi e ad una compagine

museale unica al mondo: il luogo ideale

nel quale incentrare il BiblioPride per

l’anno 2013.

La giornata è stata pensata come una

festa alla quale partecipino diretta-

mente i cittadini insieme ai bibliotecari

e a tutti coloro che, a vario titolo, la-

vorano nelle e per le biblioteche (pro-

motori della lettura, editori, fornitori).

Nella piazza, oltre al palco, verranno

allestiti una “bibliotenda” e numerosi

stand per ospitare le attività di pre-

sentazione dei servizi di biblioteca, i

laboratori per i bambini e gli adulti, le

letture ad alta voce.

L’organizzazione e la gestione dell’e-

vento sono affidate ad un Comitato

Promotore locale, presieduto da San-

dra Di Majo, in sinergia con la Segrete-

ria nazionale dell’AIB.

Una biblioten-da e numerosi stand in Piazza Santa Croce a Firenze il 5 ot-tobre 2013

30 Bibliomap

Festa /BIBLIOPRIDE

31Bibliomap

Abbadia San Salvatore

Asciano

Casole d’Elsa

Castellina in Chianti

Castelnuovo Berardenga

Castiglione d’Orcia

Cetona

Chianciano Terme

Chiusi

Colle di Val d’Elsa

Gaiole in Chianti

Montalcino

Montepulciano

Monteriggioni

Monteroni d’Arbia

Monticiano

Piancastagnaio

Pienza

Poggibonsi

Quercegrossa

Radda in Chianti

Radicofani

Rapolano Terme

San Gimignano

San Giovanni d’Asso

San Quirico d’Orcia

Sarteano

Siena

Sinalunga

Sovicille

Torrita di Siena

Trequanda Radicondoli

via Mentana, 16 - tel. 0577 770317

via Fiume, 8 - tel. o577 717233

via Casolani, 48 - tel. 0577 949100

via Pietro Nenni, 26 -tel. 0577 740201

via del Chianti, 9 - tel. 0577 352076

viale Marconi, 11A - tel. 0577 88401

via Roma, 41 - tel. 0578 237630

v.le Dante, c/o Museo Archeologico Acque - tel. 0578 652511

via Paolozzi, 2 - tel. 0578 223080

via di Spugna, 78 - tel. 0577 922065

via Marconi, 27 - tel. 0577 749365

piazza Cavour, 12 -tel. 0577 804452

via Ricci, 6 - tel. 0578 716935 - www.biblioteca.montepulciano.si.it

viale xxv Aprile, 38 Castellina Scalo - tel. 0557 304163

piazzetta del Mulino, 39 - tel. 0577 374592

piazza S. Agostino, 2 -tel. 0577 756439

via Cavour, 17 - tel. 0577 786024

piazza San Carlo, 12 - tel. 0578 749120

viale Marconi, 69 - tel. 0577 98 1276

via del Chianti Classico, 1 - tel. 0577 329173

circonvallazione S. Maria, 3 - tel. 0577 739029

via Flori, 6 Contignano - tel. 0578 55905

via Di Vittorio, 7 - tel. 0577 724708

via Folgore, 17 - tel. 0577 990373

piazza Gramsci, 1 - tel. 0577 803101

piazza Chigi, 2 - tel. 0577 899724

viale Amiata - tel. 0578 269200

via della Sapienza, 1-5 - tel. 0577 280704 - www.bibliotecasiena.it

via Vasari, 5 - tel. 0577 631200 - www.biblioato.it

viale Mazzini, 2 - tel. 0577 315948

piazza Matteotti, 1 - tel. 0577 688225 - www.biblioato.it

via Maresca, 11 - tel. 0577 662092 - www.biblioato.it

via Gazzei, 22 - tel. 0577 790910

Istituti culturali aderenti alla ReteASMOS: v.le San Marco 90, Siena - 0577 284244

AMOC: borgo Marturi 1, Poggibonsi - 0577 936165 / 2541

Istituto Storico della Resistenza senese: via di Città 81, Siena - 0577 271510

Centro Culturale Mara Meoni e I Libri delle donne, via Pendola 37, Siena - 0577 284242

BIBLIOTECHE