bibliomap ottobre 2013
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AMIATA VALDICHIANA VALDORCIA
BIBLIOMAP
PARTIRE RESTARE oppure?
NUMERO 3/ ottobre 2013
BIBLIOTECHE COME METEE LIBRI IN VIAGGIO
RADICONDOLI FINLANDIA BARCELLONA ROMANIA
BIBLIOTECARIAE DOCUMENTARIA
REDOS RETE
SENESE
un periodico
Sommario
Fermata prenotataUn percorso in autobus tra 5 biblioteche
Verso l’AmiataDa Siena inseguendo... cosa?
Tra pittori e minierePiancastagnaio e AbbadiaSan Salvatore, storie veraci
Chianciano TermeSul set di Otto e mezzo e altre storie
In Valdichiana per coincidenzaUn giro in altalena attraverso un paesaggio che sembra adagiato su se stesso
Montepulciano e ritornoTurismo slow chi lo cerca dav-vero riscopra le biblioteche
ESPLORAZIONI
Nuova bibliotecadi Radicondolie altre notizie da ReDos
Valdorcia all’ingleseIl diario di viaggio di un vagabondo speciale
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PRIMO PIANO
NEWS DALLA RETE
Sulle orme di...Paasilinna in Finlandia, Ro-doreda a Barcellona e Blacker in Romania
22UN LIBRO UN LUOGO
Pausa caffèScambio di battute con Lorella Zanardo e Loredana Lipperini
29
Quando pensate a una libreria grande
che più grande non si può, vi viene an-
cora in mente la FNAC di rue de Ren-
nes, Parigi? Aggiornatevi. A Pechino,
dove i concetti di spazio e dimensione
mettono in crisi il viaggiatore europeo
abituato all’angustia rassicurante delle
città murate, dove l’aeroporto – con-
siderato il più funzionale al mondo – è
vasto quanto Torino e zone limitrofe,
c’è un bookstore (lo chiamano così, l’in-
glese affiancato sempre al cinese nelle
insegne dei negozi e in tutta la segnale-
tica) che s’inerpica per i sette piani di un
palazzo costruito ai tempi della rivolu-
zione culturale. Intorno, i grattacieli di
vetro e titanio nati con il Grande Balzo
imposto all’economia del secolo ven-
tunesimo. Sotto, i marchi fashion occi-
dentali più prestigiosi, in strada Jaguar
e Ferrari come piovesse, una fiumana
di risciò e tricicli sgangherati, e plotoni
di ragazzi con gli occhi rapiti dai tablet
ultima generazione. Che cosa poi ne
facciano non è dato sapere, visto che
facebook e you tube sono proibiti e ac-
cedere a google è un’impresa.
Dicono che la libreria di Wang Fujin è la
più grande al mondo, e se nel frattempo
non ne stanno costruendo una da die-
ci piani a Dubai (si sa, tra arabi e cinesi
c’è una certa concorrenza in materia
di gigantismo) possiamo confermare ai
signori del Guinness World Record che
è assolutamente vero. Qui, ogni fram-
mento dello scibile umano in forma
di libro è rigorosamente individuato,
catalogato, valorizzato. I cinesi sono
maestri in pignoleria e tassonomia. Gli
scaffali offrono ai visitatori l’impensa-
Progetto graficoLorenzo PiniStampaVanzi Industrie GraficheColle di val d’Elsa (SI)[email protected]
Pechino/perdersi e ritrovarsinella libreria più grande del mondo
Illustrazione di copertinaChiara Abastanottiwww.graffidimiele.blogspot.itHanno collaboratoGuido Volpi (illustrazioni)www.guidovolpi.comSamuele Mancini (foto)www.samuelemancini.it Damiano Guargaglini (foto)
Direttore ResponsabileVincenzo ColiRedazioneChiara CardaioliLorenzo PiniAlessio DurantiSerena De Lorenzo
ESPLORAZIONI
BIBLIOMAP
bile, l’inosabile. Un piano, e si tratta di
centinaia di metri, dedicato alla lette-
ratura nazionale, un altro ai cataloghi
d’arte, un altro ancora alla grafica, e poi
al turismo, ai testi per l’infanzia, persi-
no ai libretti d’istruzione per l’uso della
tecnologia, da queste parti regina. E in-
fine un piano dedicato ai libri stranieri
tradotti. Dove l’occidentale staziona
con qualche cognizione di causa, e fi-
nalmente non si perde, grazie ai pun-
tuali sottotitoli in inglese. Non hanno
dimenticato nulla. Poesia ungherese
contemporanea, ingegneria edile bri-
tannica dell’ottocento, cucina argen-
tina, balli tradizionali africani, persino
uno scaffale chilometrico consacrato ai
ritmi cubani. E tanta letteratura, forse
tutta, se la perfezione introvabile nel
mondo occidentale si potesse materia-
lizzare nella terra del Celeste Impero. Il
poeta Du Fu, vissuto nell’ottavo secolo
dopo Cristo, è un bestseller, ma vanno
forte anche i classici occidentali, da Go-
ethe a Proust, e pure i contemporanei,
persino italiani. Italo Calvino, Umberto
Eco, Andrea Camilleri tradotti in man-
darino hanno la loro vetrina, con slogan
di lancio cubitali. Il Nome della rosa,
edizione di lusso, 25 yuan, tre euro e
spiccioli. I libri costano niente, per noi
europei, e poco anche per i cinesi, che
infatti da Wang Fujin fanno la spesa
come alla Coop, pestano inesausti le
scale mobili, sfogliano seduti per terra
e così par d’essere a Londra e a New
York. Molte pubblicazioni autoctone,
soprattutto quelle a carattere tecnico
o turistico, sono tradotte nella lingua di
Shakespeare, e risultano un affare an-
che per il turista. Vai alla cassa e chiedi
un pacco regalo, carta luccicante e fioc-
chi natalizi. Gift package, please. Detto
bene? chiedi conferma alla guida. Sì sì,
hanno capito. Ma ai commessi l’idea
della bella confezione deve risultare to-
talmente estranea, perché ti guardano
strani e riscossa la moneta porgono pe-
rentori il volume nudo e crudo: xie xie,
grazie e avanti il prossimo.
L’editoria cinese sarà anche bersagliata
dalla censura, ma questo non le impedi-
sce di saziare il mercato con milioni di
titoli ogni anno. Del resto, anche la tele-
visione è solo di stato, eppure la qualità
dell’informazione non nuoce certo alla
quantità. O forse sarebbe meglio dire
che tanta comunicazione riesce a non
restituire una minima parvenza di real-
tà se non rigorosamente precostituita,
ché pretendere la verità è pia illusione
anche nell’Italia democratica e liberale.
Quaranta canali tutti governativi, film
patriottici anti-Kuomintang fatti benis-
simo, format con gli occhi a mandorla di
Amici, Uomini e Donne, the Voice con
le poltrone i-den-ti-che a quelle della
Carrà, gli applausi preregistrati. Poi ci
sarebbero i telegiornali, speaker sor-
ridenti e assertivi, e giornaliste sexy.
Ma le notizie tutte uguali. Tra loro. Ed
è questo il retrogusto amaro che ti ac-
compagna per l’intero viaggio nel Pae-
se, bellissimo, che corre doppiando le
economie ansimanti del resto del pia-
neta, ha imparato tutto e può insegnare
tutto ma non riesce ancora a declinare
il senso e respirare il profumo della pa-
rola libertà.
editoriale
NEWS DALLA RETE
UN LIBRO UN LUOGO
Periodico delle biblioteche ReDos rete Documentaria e bibliotecaria della provincia di Siena
Vincenzo Colidirettore responsabile
edizioni pleiades
Periodico / NUMERO 3_Ottobre 2013 - edizioni Pleiades - www.biblio-map.com / Registrazione presso il Tribunale di Siena Autorizzazione n.9 del 06/10/2011
4 Bibliomap
Agosto. In sei mesiNon ho letto un libroa parte una cosa intitolata La ritirata da Moscadi Caulaincourt.Comunque sono contento.Vado in macchina con mio fratello,beviamo una pinta di Old Crow.Non abbiamo in mente nessuna meta,andiamo e basta.Chiudessi gli occhi per un minutoEcco, sarei perduto, mapotrei stendermi e dormire per sempresul ciglio della strada.Mio fratello mi dà di gomito.
Tra un minuto, chissà, accadrà qualcosa.Raymond Carver, Il nuovo sentiero per la cascata, PoesieSiena BCI: 811 CARR
San Gimignano: 811.54
Ho intrapreso e compiuto un viaggio di quarantadue giorni intorno alla mia camera. Il piacere che si scopre a viaggiare nella propria camera è al riparo dall’inquieta invidia degli uomini, e non dipende dalla fortuna. Chi, infatti, è così infelice o derelitto da non aver un buco dove possa raccogliersi o celarsi al mondo? Tutto qui
l’occorrente per il viaggio.Xavier de Maistre, Viaggio intorno alla mia cameraSiena BCI: MAIX VIASiena Coop Grondaie: MAIX VIAMontepulciano: G.S.S. 101Monticiano: Maestri 41Chiusi: 843.8 DEMMontalcino: 843.7/2255Abbadia San Salvatore: 843.8 DEM F VIA
Essere giovani, destinati alle colline lontane,andare dove la felicità è appesa a un albero,giostrare attorno a un anello, vincere unaghirlanda variopinta… Era ancora una cosapossibile, pensammo, un rifugio contro lamonotonia, le lacrime e il disinganno di
tutto il mondo sedentario.Francis Scott Fitzgerald, La crociera del rottame vagantePoggibonsi: 813.52 FITSan Gimignano: 813.52
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Qui un’altra volta, le labbra memorabili, unico e simile a voi.Ho preservato nell’avvicinarmi alla felicità e all’intimità della pena. Ho attraversato il mare. Ho conosciuto molte terre; ho
visto una donna e due o tre uomini. Ho amato una ragazza altera e bianca e di un ispanica quiete. Ho visto un sobborgo
infinito dove si compie un’insaziata immortalità di tramonti. Ho assaporato numerose parole. Credo profondamente che questo
sia tutto e che non vedrò né eseguirò cose nuove. Credo che le mie giornate e le mie notti eguaglino in povertà e in ricchezze
quelle di Dio e quelle di tutti gli uomini. Jorge Luis Borges, Poesie
Siena BCI: 8 C 04654Poggibonsi: 861.6 BORSinalunga: 863.62 BOR
Chiusi: 861.6 BORColle Val d’Elsa: 861.6 BOR
Cetona: 861.64 BOR
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi. [...] Soltanto l’estrema debolezza dell’immaginazione giustifica che ci si debba
muovere per sentire.Pessoa, Fernando, Il Libro dell’inquietudineSiena BCI: PESF LIBPiancastagnaio: 869.341 PESAbbadia San Salvatore: 869.341 PES F LIBChiusi: 869.3 PESChianciano Terme: N. PESMurlo: 869.5PESPoggibonsi: PESF LIBSan Gimignano: 969.41
Colle di val d’Elsa: 869.3 PES
Volevo il movimento,non un’esistenza quieta.Volevo l’emozione, il pericolo, la flessibilità di sacrificare qualcosa al mio amore.Avvertivo dentro di me unasovrabbondanza di energia che non trovava
sfogo in una vita tranquilla.Lev Tolstoj, La felicità familiareSiena BCI: TOLLN FELColle Val d’Elsa: 891.7 TOLPoggibonsi: 891.733 TOLCetona: (Fondo Santi) 891.73 TOLSan Gimignano: 891.73Casole d’Elsa: 891.733 TOL
Ma, in definitiva, il piacere specifico del
viaggiare non consiste nel poter scendere
durante il tragitto e nel fermarsi quando
si è stanchi: sta nel rendere non già il più
inavvertita ma il più profonda possibile la dif-
ferenza tra la partenza e l’arrivo, nel sentirla
nella sua totalità, intatta, qual era nel nostro
pensiero quando la nostra immaginazione ci
portava dal luogo dove si viveva fin nel cuore
d’un luogo desiderato.Proust, Marcel,
Alla ricerca del tempo perduto – All’ombra delle fanciulle in fiore
Siena BCI: PROM ALL 2Colle Val d’Elsa: 843.9 PRO
Montepulciano: 843.912 PRO Mar ALLPoggibonsi: 843.912 PROTrequanda: 843.912 PRO
Monteriggioni: 843.912 PRO2San Quirico d’Orcia: H I 04
Castelnuovo Berardenga: 843 912/02 ProCetona: 843.912 PRO
San Giovanni d’Asso: 843 912 PRORapolano Terme: PROM RIC 2
Abbadia San Salvatore: 843.9 PRO M OMBPiancastagnaio: 843.912 PRO
San Gimignano: 843.912Sinalunga: 843.8 PRO
Chiusi: 843.8 PRU
6 Bibliomap
Un percorso in autobus tra 5 biblioteche
Nel sud della provincia di Siena, 3 giorni e
2 notti prendendo come riferimento alcu-
ne biblioteche della rete Redos. Un itine-
rario che diventa volutamente “lento” uti-
lizzando i mezzi pubblici in relazione agli
orari di apertura delle biblioteche.
Ecco le tappe.
FERMATA PRENOTATA /
40 km, un’ora circa di autobus se l’orario
non prevede cambi. Film consigliato per
l’arrivo a Chianciano Terme “Otto e mez-
zo” di Federico Fellini. Motto: “Chianciano
fegato sano”. Punto di riferimento cultu-
rale: Museo Archeologico di Viale Dante.
Destinazione: Biblioteca Comunale, V.le
Dante c/o Museo Archeologico, CHIAN-
CIANO TERME Telefono: 0578/652511
1
2
3
4
5
25 km, mezz’ora di autobus. Effetto “Twi-
light” di cui tenere conto. Scarpe comode
per salire alla biblioteca. Mostra internazio-
nale, un pezzo di Cina è a Montepulciano.
Personaggio storico simbolo: Calamandrei.
Destinazione: Biblioteca Comunale e Archi-
vio storico “Piero Calamandrei”, Via Ricci, 6
(presso Palazzo Sisti) MONTEPULCIANO,
Telefono: 0578/716935
101 km, partenza da piazza Gramsci a Sie-
na, cambio autobus a Paganico e nuovo
cambio ad Arcidosso. Tempo di percor-
renza 2 ore circa se tutto va bene. Libro
consigliato La Vita Agra di Luciano Bian-
ciardi. Artista di questa destinazione:
Vittorio Traversi (pittore). Destinazione:
Biblioteca Angelo Ferrazzani, Via Ca-
vour 17, PIANCASTAGNAIO, Telefono:
0577/784049
5 km, fattibile anche a piedi in 45 minuti.
Libro consigliato Memorie di un luglio cal-do ad Abbadia. Albergo consigliato: Roma.
Itinerario extra: dal paese, un sentiero
conduce alla Vetta dell’Amiata (12,5 km).
Destinazione: Biblioteca Comunale, Via
Mentana 18, ABBADIA SAN SALVATORE,
Telefono: 0577/770317
15 km, 20 minuti. Lettura consigliata:
Chiusi dentro di Maria Pace Ottieri. Punto
di riferimento: “Casa della cultura”, sede
anche della biblioteca. Per dormire: Col-
legio Paolozzi. Leggenda popolare: “Il la-
birinto di Plinio”.
Destinazione: Biblioteca Comunale, piaz-
za Vittorio Veneto, 6 (loc. Il Prato), CHIU-
SI, Telefono: 0578/223080Piancastagnaio - Abbadia
Chiusi - Montepulciano
Siena - Piancastagnaio
Chianciano - Chiusi
Abbadia - Chianciano
di LORENZO PINI
7Bibliomap
Intorno a me c’è tutto quello che serve
visse Ernesto Balducci, uno dei personaggi della
Chiesa (vissuto nel secolo scorso) che più ha con-
tribuito alla sua apertura verso i cambiamenti del
mondo contemporaneo: “Mi sono spesso doman-
dato che ne sarebbe stato di me se fossi nato in
una città chiassosa e illuminata, in una tranquilla
famiglia borghese. Ma sono nato nel silenzio me-
dievale, sulle pendici di un vulcano spento e in
una cornice umana dove era difficile discernere
il confine tra la realtà e la fiaba”, scrisse. Sono le
10.20, Arcidosso brilla sotto un sole accecante. La
vetta dell’Amiata si impone sull’abitato, che lascio
senza rimpianti alle 10.20, salendo su un altro au-
tobus, più snello e rapido del precedente, forse
per muoversi meglio tra le curve che ti aspettano
sul versante meridionale della montagna. Mi tro-
vo in provincia di Grosseto e la prima biblioteca
Ho scelto di visitare alcune biblioteche del sud
della provincia di Siena spostandomi con i mezzi
pubblici. Sono partito alle 8 da Siena in autobus
con primo obiettivo Piancastagnaio. La prima
fermata, Paganico, è una cittadina situata sulla
confluenza tra il fiume Ombrone e il torrente Lan-
zo, all’incrocio con la strada che porta al Monte
Amiata. A Paganico si inizia ad assaggiare l’at-
mosfera “on the road” aspettando la coincidenza
per Arcidosso. Intorno a me c’è tutto quello che
serve: un parcheggio polveroso, palazzine son-
nolente e sterpaglie bruciate dal sole. Alle 9.10
risalgo sull’autobus e dopo un’oretta scendo ad
Arcidosso. La zona intorno alla stazione stona con
il senso mistico che pervade l’Amiata. Schiamazzi
di motorini, strombettii di auto e parcheggi pie-
ni. Questo è il suburbio moderno del paese in cui
Verso l’Amiata /
FERMATA PRENOTATA /
FOTO © SAMUELE MANCINI
8 Bibliomap
Che lo si vogliao meno, l’andamento è lento e frammentato
Tra pittori e miniere /scoordinati, scomodi e lenti, emerga qual-
cosa in più rispetto a una chirurgica gita in
auto dalla quale difficilmente avrei potuto
ricavare qualcosa da scrivere parlando di
“territorio”. Almeno così mi immagino.
Piancastagnaio
Insisto un po’ con la giovane volontaria
che oggi si occupa del prestito affinché
possa scattare qualche foto, perché la
Angelo Ferrazzani di Piancastagnaio non
è una biblioteca come tante e merita una
sosta più approfondita. Sembra di entra-
re in una casa del centro storico, in via
Cavour 17. Il soffitto è affrescato. Nella
sala principale con un caminetto, trovano
di questo itinerario dista ancora qualche
chilometro. Aver tracciato un itinerario
basato sulle biblioteche mi impone una ri-
gida tabella di marcia che incrocia gli orari
dei mezzi pubblici con quelli di apertura
delle suddette.
Il motivo per cui si possa intraprendere un
itinerario di questo tipo potrebbe risulta-
re un po’ oscuro a chi legge e, fondamen-
talmente, anche a me stesso. In realtà è
una questione di atteggiamento: so bene
del disagio legato agli orari e alle lunghe
attese di autobus e treni, così come della
difficoltà di raggiungere le biblioteche
una volta sceso alle rispettive stazioni. Mi
aspetto però che in questo spostamenti
PIANCASTAGNAIO
9Bibliomap
Tra pittori e miniere /
dalla calura che, nonostante l’alti-
tudine, si fa sentire. E poi, nei bar
si trova sempre l’atmosfera giusta
per ambientarsi. Vago a casaccio.
In fondo a via Adua mi imbatto nel
caffè “La Lucciola”. Beppe il barista
scaccia con uno straccio le mosche
che ronzano intorno al bancone. È
prodigo di consigli. Prima di tutto,
un’indicazione che si rivelerà più
che azzeccata su dove dormire.
Nel cortile del locale, sotto alla
pergola di vite, gli avventori si gio-
cano un Cynar a scopa.
L’attività estrattiva
Lecci, abeti e faggi circondano il
paese. Decenni fa le aree costiere
del sud della Toscana erano pre-
da di incursioni piratesche e della
malaria, e molte famiglie decisero
di scalare il monte e affidare alla
vegetazione e alle colture la loro
economia. Era il IX secolo quando
i primi insediamenti si fecero stra-
da sulle pendici di questo vulcano
spento, utilizzando soprattutto le
castagne come attività di sosten-
tamento. Dopo qualche secolo la
materia prima per tirare a cam-
spazio le opere del pittore Vittorio
Traversi. Quindi, la stanza dedica-
ta al centro Documentale Territo-
riale sulla violenza alle donne.
Vorrei provare a entrare in sinto-
nia con Piancastagnaio nel minor
tempo possibile. D’altra parte
sono incalzato dai tempi dell’au-
tobus. E così, per cercare di dare
vita a questo intento mi metto a
sfogliare le pubblicazioni locali. La
rivista “Amiata storia e Territorio”,
il cui ultimo numero risale a un
anno fa (purtroppo la pubblica-
zione è stata interrotta), è quello
che potrebbe fare al caso. Tra le
sue pagine rintraccio una diver-
tente leggenda popolare di un tale
Gran Cane (pag. 26 del numero di
Aprile 2012), e vado a leggerla nel
parco adiacente alla biblioteca,
uno splendido manto erboso ada-
giato sulla roccaforte che domina
la valle dell’Albegna, fino alla Ma-
remma più profonda di Sorano,
Manciano e Sovana, fino alla costa
grossetana. Se il Gran Cane fu un
eccentrico feudatario cresciuto
sull’Amiata, le campagne che si
distendono verso la Maremma fu-
rono la patria di Luciano Bianciar-
di, uno degli scrittori più discussi
e incompresi del secolo scorso. E
proprio in termini di biblioteche
e diffusione della cultura sul terri-
torio, a lui si deve l’invenzione del
Bibliobus, un furgoncino che por-
tava in lettura libri nelle frazioni e
nei poderi sparsi.
Sono le 12.30, la giornata vive un
momento di pausa e la bibliote-
ca riaprirà nel pomeriggio. Ora è
tempo di penombra e pranzi, in
attesa della coincidenza per Ab-
badia San Salvatore, alle 14.
Abbadia San Salvatore
In perfetto orario. In compagnia
di due turisti stranieri mi imbarco
sul mezzo della Rama. Il biglietto
si fa a bordo (2 euro). Pochi minuti
e l’autobus si ferma in piazza della
Repubblica ad Abbadia San Salva-
tore. La biblioteca aprirà tra circa
un’ora, il tempo ideale per: non
fare assolutamente niente, cerca-
re un albergo per la sera, prendere
un caffè. L’ultima opzione è la mi-
gliore, se non altro perché aiuta a
combattere la sonnolenza indotta
MINIERA DEL SIELE, AMIATA
FOTO © ALESSIO DURANTI
10 Bibliomap
Nel1948 Abbadia salì
alla ribalta delle crona-
che nazio-nali e i suoi abitanti fu-
rono definiti “belve”
pare hanno iniziato a produrla
le miniere di mercurio, di cui la
montagna era ricca. Un’attività
che è andata avanti fino ai gior-
ni nostri.
La miniera del Siele ad esempio,
nei pressi di Abbadia San Salva-
tore, fino agli anni Sessanta era
la seconda più produttiva del
mondo, prima di imboccare la
via del declino, che ha portato
alla chiusura nel 1976, lascian-
do come eredità agli amiatini
una malattia chiamata “idrargi-
rismo” (intossicazione acuta da
mercurio).
Un luglio caldo ad Abbadia
Attraverso il paese in lungo e in
largo. Se non è più l’economia
agricola, né quella mineraria,
chi fornisce il pane agli abitanti
oggi? Molto sembra aiutare il
turismo estivo e invernale (15
impianti di risalita assicurano il
divertimento a sciatori toscani
e non). In questo momento di
bassa stagione le vie del cen-
tro sono deserte, così come
sono malinconicamente vuote
le stanze dell’albergo in cui ho
trovato sistemazione.
La biblioteca si trova nella sede
del Centro culturale Polifun-
zionale, in via Mentana 18, e
ospita anche aule multimediali
e studi musicali. Aperta da una
decina d’anni in questo sito,
raccoglie gran parte dei suoi te-
sti dai fondi di quelle che erano
la biblioteca popolare e quella
della cosiddetta “miniera”.
Tra vari testi che ricostruisco-
no la storia delle miniere e altri
che parlano del turismo amiati-
no, l’attenzione è catturata da
un libro dal formato quadrato
che reca il titolo: “Memorie di
un luglio caldo ad Abbadia”.
Esattamente 65 anni fa, corre-
fu la scena di una rivolta popolare
senza precedenti. L’allora ministro
Togliatti fu vittima del famigerato
attentato che solo per miracolo
non lo privò della vita. Erano anni
in cui l’affermarsi della democra-
zia dopo la fine della guerra veniva
ostacolato da atti terroristici tra-
mati da ciò che era rimasto della
coalizione fascista. In Italia furo-
no innumerevoli le insurrezioni
di protesta contro l’attentato a
Togliatti, con centinaia di feriti e
alcuni morti, tra cui due agenti col-
piti letalmente dalla folla insorta
proprio ad Abbadia San Salvatore.
Abbadia salì alla ribalta delle cro-
nache nazionali e i suoi abitanti
furono poi definiti come belve.
L’episodio fu, nonostante il suo
valore di difesa della democrazia,
strumentalizzato in particolare da
una parte della stampa e dura fu
la repressione da parte delle forse
della polizia nei mesi successivi.
MINIERA DEL SIELE, AMIATA
FOTO © ALESSIO DURANTI
11Bibliomap
“Chiancianofegato sano”recitavaun vecchio slogan sulpaesedelle terme
Chianciano vintage /vò la lucidità per tracciare il bilancio della
propria esistenza tra personaggi veri e
fantastici, ricordi e sogni che irrompono
nella vita reale del protagonista. L’arri-
vo in autobus dalla SS146 svela in pieno
la personalità di una Chianciano radical
chic, quella “Chianciano, fegato sano” che
recita un cartellone pubblicitario. A dire
la verità un fascino oggi del tutto deca-
dente, anzi più vintage, sinonimo di den-
tiere e pelle floscia.
Quando la vacanza era villeggiatura
I depliant turistici si riempiono la bocca
di nomi che in passato hanno aumentato
il blasone delle terme (vedi appunto 8 e
mezzo), ma la verità è che le file di alber-
ghi sono divenute obsolete in relazio-
ne al flusso turistico odierno, rispetto a
quella vera e propria invasione degli anni
Settanta-Ottanta, quando la vacanza ve-
La notte cala su Abbadia che appare spet-
trale da una finestra dell’Albergo Roma.
Dalla strada proviene soltanto l’eco della
playlist rock del pub sottostante. Il pro-
prietario dell’Hotel russa davanti alla tv
rimasta accesa nella hall.
Domani sarà il momento di scendere il
versante nord dell’Amiata in direzione
Valdichiana. Ore 8.11, fermata di fronte
all’Ospedale.
Chianciano Terme
Diedero lustro a Chianciano Luigi Piran-
dello e Marcello Mastroianni. Sono indi-
menticabili le scene di “8 e mezzo” (1963)
di Federico Fellini, fonte di ispirazione per
intere generazioni di cineasti. Durante il
soggiorno alle terme di Chianciano, tra
bagni, passeggiate nel parco Acquasanta,
inalazioni, vapori sulfurei Marcello Ma-
stroianni, nei panni di Guido Anselmi, tro-
VALDICHIANA
FOTO © ALESSIO DURANTI
12 Bibliomap
Un giro in altalena attraverso un paesaggio chesembra adagiato su se stesso
In Val di Chiana / per coincidenza
niva chiamata villeggiatura e
Chianciano Terme rappresen-
tava la tappa simbolica per il
prestigio e il benessere di cen-
tinaia di famiglie italiane.
Piccola roccaforte
È in questo contesto che ar-
rivo a destinazione, ovvero
nella piccola biblioteca, situa-
ta provvisoriamente presso il
Museo Archeologico di Viale
Dante, a due passi dal centro
storico.
Un breve scambio di battu-
te con la bibliotecaria Anna
Maria conferma che a volte
le impressioni possono non
essere così distanti dalla re-
altà dei fatti: “la biblioteca in
questo caso è percepita dalla
popolazione come un punto
di incontro, come può essere
la parrucchiera, o il barbie-
re. Le persone passano a fare
due chiacchiere, a ritagliarsi la
loro dose di relazioni umane
che a volte vengono a man-
care all’esterno. Chianciano è
una realtà che si è trasforma-
ta. Gli anni d’oro del turismo
termale, poi il declino con la
desolante scena degli alber-
ghi perennemente semivuoti.
L’amministrazione punta sul-
la riqualificazione del centro
storico, vengono costruiti
marciapiedi e isole pedonali,
con il problema che lo stesso
centro storico rimane inac-
cessibile per le persone più
anziane che vivono appena in
periferia e non hanno la pos-
sibilità di spostarsi visto che
la rete dei mezzi pubblici è
tutto fuorché capillare”. L’iso-
lamento e lo spopolamento di
Chianciano è un dato di fatto.
Per chi si vuole riconnettere
al proprio territorio, nella loro
semplicità queste due stanze
offrono ancora un’opportuni-
tà valida.
Chianciano 15.50 – Chiusi 16.20
Più che un tragitto in autobus
su strade periferiche quello
in Valdichiana è un percorso
a ritroso nel tempo, un giro
in altalena attraverso un pae-
saggio che sembra adagiato su
se stesso. Ho iniziato a lasciar
perdere gli orari, so che di
fronte a me ho un pomeriggio
e poco più m’interessa se non
raggiungere la Piazza Vittorio
Veneto, dove so che da poco è
stata aperta la nuova Bibliote-
ca comunale di Chiusi.
Vecchio e nuovo
Salgo le scale dell’antico pa-
lazzo chiamato comunemente
“Casa della Cultura” e una volta
entrato in biblioteca vado drit-
to a cercare un libro piuttosto
celebre di Maria Pace Ottieri,
“Chiusi Dentro”. Nei panni di
turista piuttosto disorganizza-
to libri così possono essere di
grande aiuto per immergersi in
un luogo che non si conosce, e
con poco tempo a disposizione
per visitarlo. A volte può ba-
stare anche solo sfogliarlo, ed
è in casi come questo che una
biblioteca è un punto di rife-
rimento di cui è difficile fare a
meno. Leggo: “I ragazzi di qui
che vanno a studiare nelle città
vicine tornano a casa nel fine
settimana sconvolti dalla fre-
nesia di quei posti e contenti
di abbandonarsi al languido
ritmo del paese. Chiusi è a
un’ora da Perugia e da Siena,
un’ora e un quarto da Firenze
e da Roma. Con gli Etruschi in
barca lungo il Chiana, affluente
del Tevere, si arrivava a Roma
in due ore, poco piú di ora, non
è cambiato molto in duemila-
cinquecento anni, ma la terra
allora era fertilissima per via
delle paludi e gli abitanti pote-
vano essere fieri di aver con-
tribuito con grandi quantità di
grano e legname alla spedizio-
ne di Scipione l’Africano con-
tro Cartagine. È uno dei tanti
paesi dell’interno del Centro
Italia che si sta lentamente
spegnendo, quella zona grigia
sufficientemente lontana dalla
costa per essere condannata
alla propria sterile bellezza,
garantita solo dall’abbandono.
La malinconia di questi posti
non è una malattia casuale o
un semplice accidente, ma un
tratto che corrode il paese fino
a costituirne la stessa forma,
qualcosa da cui l’intera comu-
nità è contenuta e dominata.”
Chiusi dentroun libro-metafora, ma fino a che punto?
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14 Bibliomap
Si riparte dalla Casa
Che ci si lasci influenzare o meno da
queste parole, la realtà è di fronte ai
propri occhi, e quello che posso dire
è che la nuova biblioteca rappresenta
un punto di rottura rispetto alla pre-
sunta immobilità che contraddistingue
questa porzione di Toscana e d’Italia.
Per la struttura delle sale, gli arredi, il
personale, lo spazio dedicato ai ragaz-
zi, il programma delle iniziative e l’at-
mosfera che si respira nella Casa della
Cultura si ha la sensazione che si sia
raccolto tutto il nuovo possibile, pron-
to per essere trasformato in energia
vitale per Chiusi e per il suo territorio.
Leggende
“Il colle è tutto traforato da misteriosi
cunicoli, da antri tenebrosi e da pozzi
comunicanti tra loro, alti e stretti da
permettere il passaggio di un uomo”, si
legge sul libro di Piero Galeotti, “Chiu-
si, realtà e leggenda”. L’ho pescato tra
quello del fondo locale, sotto il consi-
glio di Alessandra. Nel libro si narra che
il sottosuolo del colle su cui sorge Chiu-
si sia stato fin dai tempi remoti oggetto
di misteri e leggende. Gli etruschi, che
fondarono quella che veniva chiamata
Kamars, si erano dotati di un sistema di
grotte, anfratti e passaggi sotterranei a
scopo idrico e strategico. Il labirinto di
Plinio, la barca, i suoni argentini sono
solo alcune delle leggende che si sono
alternate su questi serpeggianti cuni-
coli. Nel 1963 la Commissione archeo-
logica Urri della vicina Sarteano decise
che era arrivato il momento di saperne
di più, e fece scandagliare il ventre del
colle da un’equipe di speleologi. A par-
te qualche ceramica, non trovarono
traccia di altre forme di vita passata,
né di spiriti e fantasmi. Da quel giorno
nessuno si è più curato di indagare, e
la fantasia popolare può continuare
in santa pace a nutrirsi della leggenda
senza alcuna nostalgia di speleologi
guastafeste.
La notte estiva di Chiusi è rischiarata
dalla luna quasi piena. Nel parco si dan-
no da fare per i preparativi: da domani
è in programma la consueta festa me-
dievale. L’aria ha qualcosa di tenero e di
caldo. Nel cuore della notte, un turista
tornato malconcio da qualche festa
prende a calci e pugni il portone della
residenza (un ex collegio) in via Arunte
in cui ho preso una stanza.
Chiusi 08.10 – San Quirico d’Orcia
Orari di autobus e biblioteche: difficile
mettere tutti d’accordo. Mi servireb-
be una commercialista per incrociare
tutti i parametri. Per questo ieri non
spazio ai giovani /ho visitato né la biblioteca di San Quirico
né quella di Montepulciano: semplice in-
compatibilità logistica per chi ha scelto i
mezzi pubblici. Ma il tempo cronologico né
la ferrea logica di un itinerario sono pro-
blemi per un turista che si abbandona al
territorio (almeno così ripeto a me stesso,
forse per convincermi che tutto questo ab-
bia un senso). E oggi può essere l’occasione
per recuperare, dato che a San Quirico e
Montepulciano le biblioteche sono aperte
di mattina. L’errore però è dietro l’angolo.
Sulla linea Chiusi-Montepulciano, una vol-
ta arrivati alle porta della città poliziana,
l’autista invita i passeggeri che sono diretti
a Siena a scendere per la coincidenza. Con-
centrato sulla mia destinazione, ovvero
San Quirico, non penso che anche io sono
tra quelli che devono scendere. Risultato,
ho perso la coincidenza e sono fermo alla
stazione degli autobus di Montepulciano.
San Quirico rimane quindi una tappa man-
cata, e anche questo è giusto scriverlo.
Montepulciano
Dalla stazione degli autobus al centro sto-
rico, dove ha sede la biblioteca (Via Ricci, a
pochi metri da Piazza Grande) il cammino
è breve ma si deve fare i conti con un mar-
cato dislivello. Ascensori e navette aiutano
chi non è disposto o non può fare due passi
in salita. Rispetto alle altre tappe, viene qui
meno il senso della scoperta.
Nella nuova Casa della Cultura di
Chiusi pro-tagonista
assoluta è la biblioteca
dei ragazzi
© ALESSIO DURANTI
15Bibliomap
La “Piero Calamandrei”
Non c’è bisogno di molte presentazioni
per questa biblioteca: è conosciuta in tut-
ta la regione come centro di cultura. Così
trovo interessante fare due chiacchiere
con Antonio Sigillo, il collaboratore am-
ministrativo che affianca il bibliotecario
Duccio Pasqui nella gestione dei locali. La
tradizione della Calamandrei risale al suo
legame con il mondo dell’arte. Da sempre
è stata legata alle facoltà di Architettura
ed Arte, grazie al filo diretto con studen-
ti e ricercatori delle Università di Roma,
Ferrara, Firenze e Venezia. Ha sede nello
storico Palazzo Pucci Sisti, proprietà nobi-
liare donata al Comune nel secolo scorso
e dal Duemila sede della biblioteca. A capo
dell’amministrazione che ne gestisce le at-
tività, la stessa nipote di Piero, Silvia Cala-
mandrei. La biblioteca non svolge soltanto
un servizio di prestito e consultazione. A
Montepulciano si impone come vero e
proprio centro culturale, creando un ca-
lendario annuo di eventi che vanno dalle
presentazioni di libri ai concerti musicali,
alle mostre d’arte: dopo Pechino e Sidney
lo scultore cinese Xu Hongfei (1963) arri-
va in questo periodo in Italia con due con-
tainer di sculture di opulente donne che lo
hanno reso famoso: un container diretto
a Catania, meta Zafferana Etnea, ed uno
a Livorno, meta appunto Montepulciano.
Linfa al settore vampiri
I numeri della biblioteca sono in crescita
costante e cospicua negli ultimi anni. Au-
mentano gli utenti, aumentano i prestiti e
le consultazioni, tanto che una nuova se-
zione è stata aperta, la cosiddetta Bibliote-
ca aperta, dedicata ai ragazzi, richiamati in
biblioteca anche dall’effetto Twilight, che
Montepulciano e ritorno /vicende? Sì, a patto che siamo disposti a
sedersi a un tavolo, parlare con i bibliote-
cari, prendere un caffè nel cortile, creare
lo spazio necessario al corpo e alla mente
per un dialogo con la realtà esterna che
cambi il modo di rapportarsi al contesto in
modo più fertile. In questo senso (dal mio
punto di vista) sono molto più efficienti le
biblioteche di un ufficio di informazioni tu-
ristiche. Vagabondare con i mezzi pubblici
prendendole come riferimento è farragi-
noso, ed è difficile far combaciare gli ora-
ri. Se ciò da una parte esprime la difficoltà
delle amministrazioni a fornire una rete di
trasporti adeguata, dall’altra “costringe” a
confrontarsi con le attese e quindi a me-
tabolizzare ciò che si sta inglobando ora
dopo ora. Come mangiare lentamente,
e assaporare meglio. Che le biblioteche
possano resistere come presidi del nostro
territorio e, perché no, ispirare l’itinerario
di un turista in provincia di Siena.
ha ridato linfa al settore “vampiri”, sempre
molto apprezzato dai più giovani. In una
sala dal soffitto altissimo (ex tribunale) i
più giovani possono vagabondare tra i libri,
sceglierli, e chiederli in prestito. Sulla parte
più alta degli scaffali sono ancora presen-
ti i fascicoli delle pratiche del Tribunale,
che aveva sede proprio qui. Accanto alla
sala della biblioteca aperta, si trova quella
dell’Archivio storico, secondo per numero
di volumi soltanto a quello di Siena.
A modo suo, la biblioteca Calamandrei
stacca totalmente con le altre visitate
secondo questo anomalo pellegrinaggio.
Per il contesto (Montepulciano è un cen-
tro di ben altro impatto rispetto agli altri
della zona), per l’architettura e l’arredo
(un palazzo nobiliare tappezzato sulle
scale d’ingresso da quadri raffiguranti
personalità celebri del passato).
L’ultimo autobus
Un nuovo mezzo pubblico ha acceso il
motore: ore 13.45 in direzione Buoncon-
vento. Torno a riprendere il trolley con
le ruote sfasciate che il barista del caffè
dell’autostazione mi ha gentilmente con-
cesso di lasciare dietro al bancone. Rivedo
al bar i turisti che al mattino non avevano
capito – pure loro - che per Siena doveva-
no scendere prima, e che hanno visitato
Montepulciano per un – a posteriori –
gradito errore.
Un utile pretesto
Si possono seguire mille percorsi tematici
in provincia di Siena. Possiamo tentare di
“redimerci” visitando le miriadi di chiese
e abbazie disseminate lungo la via Franci-
gena, farci spalmare di fanghi e idromas-
saggiarci il corpo e la mente nei bagni ter-
mali a diversi livelli di lusso, illuderci che
la Valdorcia o la Valdichiana o l’Amiata
conservino ancora qualche tratto del loro
carattere originario pernottando in re-
sidenze dal sapore antico, saltare da una
cantina all’altra alla ricerca delle migliori
etichette di vino. E le biblioteche?
Rimangono ancora validi contenitori di
Turismo slowchi lo cercadavveroriscopra le biblioteche
Piancastagnaiolunedì: 10:00 - 12:00 e 16:00 - 18:00martedì: 10:00 - 12:00 e 14:00 - 18:00mercoledì: 10:00 - 12:00 e 15:00 - 17:00giovedì: 15:00 - 17:00venerdì 15:00 - 17:00sabato: 15:00 - 17:00
Abbadia San SalvatoreLunedì: 10:00-13:00Martedì: 15:00-18:00Mercoledì: 10:00-13:00 e 15:00-18:00Giovedì: 15:00-18:00Venerdì: 10:00-13:00
Chianciano TermeMartedì 14:30-18:30Mercoledì 9:00-13:00Giovedì-Venerdì 14.30-18.30Sabato 9:00-13:00
ChiusiLunedì 15:30-18:30Martedì 15:30-18:30Mercoledì 15:30-18:30Giovedì 15:30-18:30Venerdì 10:00-13:00, 15:30-18:30Sabato: 09:00-13:00
MontepulcianoMartedì 11:00-13:00, 15:00-18.00 Giovedì 11:00-13:00, 15:00-18:00Venerdì 11:00-13:00, 15:00-18:00Sabato: 11:00-13:00, 15:00-17:00
Il gioco delle coincidenze: timetable dei mezzi pubblici alla mano, ecco gli orari di apertura dei servizi prestito e consultazione.
16 Bibliomap
te isolata, dove la famiglia sedeva attorno
ad un bel focarone in cucina, acceso su una
piattaforma di pietra alta dai tre ai quattro
piedi e grande abbastanza per arrostir-
ci un vitello. [...] La cameriera somigliava
alla moglie di un brigante da commedia e
sulla testa portava un analogo copricapo.
I cani abbaiavano come matti; l’eco li ri-
cambiava senza parsimonia; nel giro di do-
dici miglia non c’era altra dimora e qui le
cose avevano un’aria fosca, da tagliagole.
[...] Quando lasciammo questo posto era
una brutta mattinata e per dodici miglia
procedemmo su una campagna sterile, pe-
trosa e selvaggia come la Cornovaglia in
Inghilterra, sinché giungemmo a Radico-
fani, dove c’è una locanda spettrale, fatta
per i folletti; [...] A Genova ci sono alcuni
orrendi, vetusti palazzi, uno in particolare
non dissimile da questo, almeno di fuori;
ma qui, in questa locanda di Radicofani,
c’è un tale frusciar di vento, un cigolio con-
tinuo, un brulichio, un crepitio, un aprirsi
di porte, uno scalpiccio per le scale, qua-
le non ho udito in alcun altro posto. La
cittadina, così com’è, sovrasta la casa dal
fianco della collina di fronte. Quelli del
posto sono tutti mendicanti e non appe-
di RICCARDO PIZZINELLI
Nel leggere l’avvincente romanzo di
Mattew Pearl, “Il ladro dei libri incom-
piuti”, che tratteggia una immagine
vivida e suggestiva di quel fenomeno
letterario e popolare che fu lo scrit-
tore inglese Charles Dickens nella
seconda metà dell’Ottocento, mi è
venuto in mente che avevo letto da
qualche parte del suo passaggio nel-
la nostra zona durante uno dei suoi
viaggi. Effettivamente mi ricordavo
bene. Circa venticinque anni prima
dei fatti narrati nel romanzo di Pe-
arl, nel 1846, era infatti stato pub-
blicato a Londra uno dei primi libri
di Dickens, un resoconto del viaggio
che negli anni 1844-45 aveva fatto in
Italia, “Pictures from Italy”. All’epoca
l’autore de “Le avventure di Oliver
Twist”, del “Circolo Pickwick” e di “Da-
vid Copperfield” (solo per citare i suoi
romanzi più noti) non era ancora quel-
la vera e propria “star” mondiale che
divenne nei decenni successivi, ma
era pur sempre una celebrità e quindi
fa alquanto sorridere il racconto del
suo passaggio in Valdorcia.
Dickens a Gallina
Lo scrittore percorreva la strada di
Roma, nell’inverno 1845 quando,
certamente non riconosciuto, ebbe
la ventura di fermarsi per dormire
alla “Scala”, vicino a Gallina, in una di
quelle locande che nei secoli avevano
trovato sede lungo la “Strada Roma-
na”, una delle vie di comunicazione e
di pellegrinaggio più frequentate dal
medioevo fino a quei tempi. La sua ec-
cezionale capacità di descrivere e di
rendere, ancor oggi, reale attraverso
il racconto, l’immagine di quel misero
ostello e della valle, oggi patrimonio
mondiale dell’umanità, ed allora inve-
ce “a region... until it became as bare
and desolate as any Scottish moors”
(“sinché il paesaggio assunse i toni
VALDORCIAALL’INGLESE
di squallore e di solitudine delle bru-
ghiere scozzesi”, il che è tutto dire),
ci consegna un quadro emozionante
ed al tempo stesso tragico su quelle
che, all’alba della modernità, erano le
misere condizioni in cui le nostre ge-
nerazioni passate hanno vissuto. Ma
sentiamo dalle sue parole il racconto
di quell’esperienza (il testo in italiano
è tratto da Attilio Brilli, “Viaggiatori
stranieri in terra di Siena”, ed. Monte
dei Paschi di Siena, De Luca Editore,
Roma, 1986, Capitolo “Da Siena e la
via per Roma” (1846), pp. 280-283):
Dal suo diario
“Non appena avemmo visto queste
cose [Dickens si riferisce al suo breve
passaggio da Siena], proseguimmo di
nuovo e percorrendo una campagna
alquanto desolata [...] Allorché ripren-
demmo il cammino, passammo per
luoghi sempre più desolati e selvaggi,
sinché il paesaggio assunse i toni di
squallore e di solitudine delle brughie-
re scozzesi. Subito dopo caduta la sera
ci fermammo per dormire alla locanda
di La Scala, una casupola assolutamen-
Picturesfrom Italyil diario di viaggiodi un vagabondospeciale
esplorazioni
17Bibliomap
I cani ab-baiavano
come matti e l’eco li
ricambiava. Nel giro
di dodici miglia non
c’era altra dimora
Dickens
solitario al massimo grado; c’erano monta-
gne su montagne, velate da colleriche nubi; e
c’era ovunque una tale foga piena d’ira, rapi-
da, violenta, tumultuosa, da rendere la scena
indicibimente grandiosa ed eccitante”.
Una prima considerazione, direi scon-
tata. Come cambiano i tempi! Dov’è
quella valle? Dove sono quei paesag-
gi? Quella famiglia di fronte al camino,
quelle stalle, quelle carrozze, quei men-
dicanti? E a prima vista è proprio così.
Ma se andiamo a vedere meglio, se cerchia-
mo sotto all’esteriorità del racconto, forse
viene fuori un panorama un po’ meno scon-
tato. Siamo proprio sicuri che l’uomo, e la
Valdorcia, siano così cambiati in questi ultimi
secoli? Fisicamente lo abbiamo visto, cer-
tamente (il vento ed il paesaggio spoglio ci
sono sempre), la sensazione di chi la percorre
in auto è di sicuro diversa da chi la percorre-
va in una scomoda carrozza (oggi il solo pen-
siero è massacrante), ma lo spirito del viag-
giatore, la sua volontà di conoscere i nostri
territori, il vivere con piacere anche qualche
scomodità di soggiorno, l’accoglienza del-
la popolazione, altrettanto certamente no.
E questa è la seconda riflessione. Non siamo
stati noi, i contemporanei, ad inventare il tu-
rismo e la visita della valle? In epoche passa-
te, ormai dimenticate, la Valdorcia è già stata
teatro di un flusso “turistico”, senz’altro più
limitato ma, al tempo stesso, forse più qua-
lificato. Tutti quelli che nell’ultimo millennio,
e forse anche prima, si sono recati a Roma,
Papi, Re, Imperatori, Santi e chi più ne ha più
ne metta, sono passati di qui. Qualcuno ha
lasciato pagine indimenticabili come quelle
di Dickens, altri hanno portato nella tomba
le immagini spettrali dei calanchi, delle di-
stese sassose e dell’Orcia in secca, ma tutti, è
certo, sono rimasti impressionati dall’unicità
e dalla originalità di un ambiente particolare.
Noi lo abbiamo solo ereditato e, fatalmente,
lo lasceremo ad altri. Per questo è meglio
riflettere sul passato, capire che molto è già
stato scritto, molti errori sono già stati fatti,
forse sulle esperienze altrui potremo costru-
ire meglio il futuro della Valdorcia.
na scorgono una carrozza che s’avvicina,
gli calano attorno come uccelli da preda.
Quando raggiungemmo il passo monta-
no, che si trova oltre quel luogo, il vento
(come ci avevano preavvertito giù alla lo-
canda) era così tremendo che fummo co-
stretti a far sortire l’altra mia “metà” dalla
carrozza, per evitare che ella fosse por-
tata via dal vento, carrozza e tutto, e ad
appenderci a quest’ultima, dalla parte in-
vestita dal vento (e nel migliore dei modi,
risa permettendo) per non farla rotolare
Dio sa dove. Quanto a vento, quella bufe-
ra di terra avrebbe potuto competere con
una tempesta dell’Atlantico con ottima
possibilità di riuscire vittoriosa. Il vento
gelido scendeva spazzando enormi botri
in una catena di monti sulla destra; così
che guardammo con effettivo spavento
ad un vasto acquitrino a manca e ci accor-
gemmo che non c’era il minimo cespuglio,
non un arbusto a cui afferrarsi. Era come
se, una volta sollevati dal vento, dovessi-
mo essere trasportati al mare o nell’ete-
re. C’era la neve e c’erano la grandine, la
pioggia, i lampi e i tuoni; e c’erano masse
rotolanti di bruma che veleggiavano a
velocità incredibili. Era buio, spaventoso,
Charles Dickens, Pictures from Italy, George Routledge and Sons, 1894.
Prima edizione inglese disponibile a: Cetona. Edizione tradotta, Impressioni d’Italia, Carabba 2004, disponibile a Siena BCI
18 Bibliomap
“Casa del popolo”, entro immaginando di
ritrovarmi nella vecchia sezione di partito,
ma del passato resta solo l’insegna a carat-
teri cubitali, salgo le scale, tutto profuma di
nuovo, di pareti appena stuccate, c’è odore
di pittura fresca, la porta si apre, c’è corren-
te, il panorama fuori la finestra vola verso di
me ed è amore a prima vista. La collina di
Belforte, la forma regolare del convento
dell’Osservanza, le file ordinate di piop-
pi e una scala cromatica di verdi a fare
da tappeto. Comincia l’avventura per la
nuova biblioteca di Radicondoli, risorge
a nuova vita dopo diversi anni di silen-
zio, me lo dice la polvere sui libri che tiro
fuori dagli scatoloni, copertine e titoli un
po’ in là con l’età, sulla costola ancora la
fascetta con la vecchia collocazione pro-
prio sotto il nome di Dina Ferri. Scopro di
lei che era una talentuosa poetessa nata
proprio qui a Radicondoli nei primi anni
del secolo scorso, le sue doti le avevano
fatto ottenere un sussidio per studiare a
Siena, ma la salute non l’aiutò ad arriva-
re a tren’anni. Ora rivive tra queste sale
tirate a lucido, piene di quelle parole che
amava tanto combinare in poesie. Metto
ben in evidenza sul bancone il suo “Qua-
derno dal nulla”…
È già la fine del quadrimestre, domani la
prof d’inglese interroga, aiuto i ragazzi a
ripassare… come si dirà “scimmia”? e “pa-
nettiere”? Qualcuno alza la mano... dalla
finestra sono spariti tutti i colori, come se
il pittore avesse avuto un ripensamento e
rovinato la tela versando l’intero tubetto
del nero. Sono le sette, spengo anche l’ulti-
ma luce, la nebbia fa rintanare anche il gat-
to rosso che incontro tutte le sere, anch’io
mi chiudo in macchina. Alla prossima…
Inizia l’avventura
per la comu-nale “Dina
Ferri”. Che risorge
a nuova vita dopo anni di
silenzio
“non ha verde la collina/non ha messi la
pianura/acqua, vento, neve, gelo/densa
nube copre il cielo”, Dina Ferri descrive
bene le mie impressioni scivolando tra
una curva e l’altra, dal cielo solo fiocchi
di neve, la bidella che ama Grisham arriva
puntuale, prende “Il broker” e si sistema
sulle poltroncine arancio, è inutile pren-
derlo in prestito, in casa non c’è mai un
posto tranquillo per godersi la lettura.
Arrivano in biblioteca le prime donazioni,
libri di bimbi che non lo sono più, scopro
le loro firme sul frontespizio, come un
ex libris, non voglio nasconderle, sono
un pezzo della loro storia che entrerà in
quella di qualcun altro.
A leggerli saranno “i piccoli del saba-
to”, tutti i ragazzini che arrivano con le
mamme a scegliere il libro nuovo per la
settimana dopo… niente lupi per Loren-
zo, gli fanno proprio paura, Tommy en-
tra sconsolato, vuole scegliere una altro
libro, l’ultimo non riesce a finirlo, è poco
avvincente. Entra anche Maddy con i suoi
orecchini a forma di gatto, il suo preferito
sono le avventure di Pimpa, ancora non
metto a posto Il diario di Anna Frank che
la giovane Ebrona ha restituito prima di
trasferirsi in Germania.
È marzo pazzerello e non faccio che ti-
rar fuori l’ombrello, per fortuna dentro
c’è caldo, i bambini si scatenano, oggi c’è
Kalinka Tondini a presentare le sue “Fila-
strocche”, scatto mille foto ai disegni pieni
di vinavil e perline, colori a cera e penna-
relli.
È un mercoledì, suona il citofono della
biblioteca, suona la musica house del vi-
cino, suonano i cellulari di chi prende un
Benvenuta in ReteRADICONDOLI /
news
di ANNA SEMPERLOTTI
19www.magazineonline.com 19Bibliomap
caffè al bar, suonano le campane della
chiesa a festa, dalla radio scopro che
abbiamo un nuovo Papa, tutte le cam-
pane d’Italia e non solo suonano insie-
me a quelle di Radicondoli e mi scappa
un sorriso.
Ho da fare, mettere in moto un servi-
zio di biblioteca ha i suoi lunghi giorni
di “inventario, timbro, catalogazione,
etichetta…” chiudo le persiane senza
pensare, scendo in via Gazzei, c’è l’ora
legale, per la prima volta alle sette di
sera è giorno, rimango senza fiato come
se non avessi mai visto un tramonto pri-
ma. Provo a scattare delle foto per fis-
sare quella luce, ma bisogna esserci per
Benvenuta in ReteRADICONDOLI /
usvernice frescadue saleparquete tanti libriin arrivo
poterla vedere, non si può scrivere
e lasciarla in un libro.
Abbiamo appeso alle pareti le
foto in bianco e nero scattate
l’anno scorso alla festa di San Gio-
vanni, due eleganti signore anzia-
ne, con le perle della domenica
al collo, mi scrutano dalla parete
accanto al bancone, sto guardan-
do le bozze del nuovo logo della
biblioteca disegnato dai ragazzi
delle scuole medie del paese. È
solare come il colore arancio del-
le sedie e presto sarà su mille se-
gnalibri, e lo vedrete spuntare nei
volumi che prenderete in prestito
nelle biblioteche Redos.
FOTOGRAFIE © DAMIANO GUARGAGLINI
20 Bibliomap
Ventisette biblioteche e quattro isti-
tuti culturali della Provincia di Siena
stanno lavorando in cooperazione con
l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini
servizi bibliotecari di alto livello.
Grazie ad un protocollo di intesa tra
l’Amministrazione Provinciale di Sie-
na, l’Università degli Studi di Siena, 13
comuni della provincia e la Biblioteca
comunale degli Intronati, nel 2002 è
nata la rete documentaria e bibliote-
caria senese ReDoS.
Della rete fanno parte le biblioteche,
gli archivi e i centri di documentazione
dei Comuni della Provincia di Siena.
Mezzo milione di record totaliLe Biblioteche e gli Archivi dei Comuni
della Provincia di Siena che aderiscono
alla Rete ReDoS, alimentano il Catalo-
go cumulato SBS02/ReDos per i dati
bibliografici (più di 290.000 record bi-
bliografici).
Se aggiungiamo a questi i record della
Biblioteca Comunale degli Intronati
(Biblioteca capofila di ReDoS) parlia-
mo di più di mezzo milione di record
totali.
Le biblioteche di areaNell’ambito della convenzione, all’U-
niversità e, nello specifico a quello che
era il Servizio Automazione Bibliote-
che, spetta l’informatizzazione delle
funzioni gestionali delle Biblioteche
della provincia senese.
Verbo da declinare al passato, perché
dal primo gennaio 2013 è stata istitui-
ta la Divisione del Sistema Biblioteca-
rio e sono nate le nuove Biblioteche di
Area.
Si tratta di un importante cambiamen-
to che prevede il ripensamento e la
ristrutturazione delle funzioni proprie
sia del Sistema Bibliotecario che delle
nuove Biblioteche, infatti le preceden-
ti 8 biblioteche di Facoltà sono state
adesso accorpate, costituendo 5 gran-
di Biblioteche di area tematica: Area
umanistica (con sede a Siena ed Arez-
zo); Area Economica; Area Giuridico-
Politologica “Circolo Giuridico”; Area
Scientifico-Tecnologica; Area Medico-
Farmaco-Biologica.
In questa riorganizzazione il Servizio
Automazione Biblioteche ha cambiato
dicitura, diventando Ufficio servizi di
supporto alle biblioteche, ma non ha
cambiato le proprie funzioni e finalità.
Dal 2002 questo ufficio è stato im-
pegnato nella creazione del catalogo
cumulato SBS02, ed è di supporto alle
attività biblioteconomiche e gestionali
delle biblioteche comunali.
L’epoca AlephQuando le biblioteche della provincia
hanno riversato i propri dati nel ge-
stionale di Aleph (riversamento che
ha comportato un notevole lavoro per
cercare di preservare al massimo le pe-
culiarità dei record bibliografici e delle
informazioni di copia ad essi collegate),
i colleghi che lavoravano nelle struttu-
re comunali hanno dovuto cambiare lo
strumento di lavoro ed applicare stan-
dard biblioteconomici internazionali
(non solo ISBD, RICA, CDD che cono-
scevano, ma anche UNIMARC base per
la catalogazione nel software Aleph) ma
soprattutto, entrare nella logica di colla-
borazione e condivisione degli strumenti
e delle regole.
Ai corsi di formazione/avvicinamento
ad Aleph per i colleghi che utilizzano
il modulo della catalogazione, viene
sempre ricordato infatti, che “far parte
di un sistema bibliotecario ha innume-
revoli vantaggi (evitare le duplicazioni,
catturare le informazioni già presenti
risparmiando tempo in fase di ingresso
di nuovo materiale in biblioteca) ma an-
che precisi compiti da rispettare: non si
Il Sistema bibliotecario senese e l’Università di Siena con Redos
tratta di stare ognuno dentro al proprio or-
ticello, per cui anche se sporco e maltenuto
non importa perché non lo vede nessuno, ma
si tratta di far parte di un orto comune che va
tenuto pulito, facendo attenzione a seguire
le indicazioni date a livello di sistema”.
Dove porta l’automatizzazioneIn dieci anni molte cose sono cambiate e
tante sono state implementate. Si sono ag-
giunte via via altre biblioteche, fino ad arri-
vare ad averne 27 e 4 istituti culturali.
Ben 14 biblioteche, in maniera scaglionata,
hanno attivato il modulo della circolazione
per la gestione automatizzata dei prestiti
agli utenti.
Anche in questo caso gli operatori hanno
seguito un corso di 3 giorni e sono stati poi
affiancati in sede per l’installazione e l’avvio
della nuova gestione.
Gestire in maniera automatizzata il prestito
permette sia agli operatori che all’utente fi-
nale che si identifica nel catalogo via web, di
avere immediatamente chiara la situazione
dei libri in prestito, dei libri da restituire.
Attraverso i servizi offerti da Aleph i bi-
bliotecari hanno potuto avere le statistiche
mensili dei prestiti e degli utenti in bibliote-
ca, approntare l’elenco dei libri più letti che
hanno pubblicizzato in sede.
Anche per quanto riguarda quella consoli-
data attività di visite delle classi in biblio-
teca, il sistema di automazione permette in
maniera immediata agli operatori di vedere
quale classe ha preso quali libri e a quali
bambini sono stati associati.
Molte sono le implementazioni che sono sta-
te fatte a favore di una più chiara visione del
materiale posseduto dalle biblioteche attra-
verso la creazione di pagine come quella dei
cataloghi delle video registrazioni in REDOS
dei cataloghi parziali delle singole bbliote-
che, della possibilità di accedere a servizi ag-
giuntivi tramite Google Books Search.
Probabilmente è possibile fare altro ed è
per questo che il lavoro condiviso ed il con-
fronto sia con le singole biblioteche che tra
la biblioteca capofila di ReDoS e il Sistema
Bibliotecario Senese sono momenti impor-
tanti per un arricchimento reciproco, la
condivisione delle reciproche conoscenze,
il venire incontro, per quanto possibile, alle
esigenze di tutta la comunità.
Si tratta di far parte di un orto comune che va tenuto pulito, facendo attenzione a seguire leindicazioni date a livello di sistema
news
di EMANUELA PISANU
21Bibliomap
Nel 2011 è stato inviato un questionario
a tutti gli istituti scolastici delle scuole
per l’infanzia, primarie e secondarie di
primo livello della provincia di Siena, con
27 domande relative alle biblioteche
scolastiche, la presenza o meno, le ore e
i giorni di apertura, il patrimonio conser-
vato, il personale dedicato, le necessità.
Ci hanno restituito il questionario n. 31
istituti scolastici.
Le domande e risposte più significative
sono state le seguenti:
1) Esiste una biblioteca scolastica? In 23
hanno risposto di sì. Nelle altre 8 non c’è
o per mancanza di spazio o per mancan-
za di fondi per acquistare libri;
2) La media di apertura settimanale è di
3 giorni a settimana e in tutte le scuo-
le rispondenti non c’è la possibilità per
utenti esterni di accedere, il servizio è
rivolto esclusivamente a insegnanti o
studenti o personale lavoratore nella
scuola;
3) Ben 18 biblioteche scolastiche or-
ganizzano attività di promozione della
lettura;
4) In nessuna biblioteca scolastica ci
sono computer a disposizione;
5) La media dello spazio dedicato alla bi-
blioteca scolastica è di 40 mq;
6) Il patrimonio documentario è ovun-
que inventariato e catalogato in formato
cartaceo. Soltanto in 8 usano la classifi-
cazione Dewey;
7) Alla domanda: “Chi si occupa della bi-
blioteca” nella maggior parte dei casi la
risposta è stata “il personale docente”.
Soltanto in una realtà la gestione è af-
fidata a volontari, nessuno ha i genitori
come bibliotecari;
8) In nessun istituto viene prevista atti-
vità di aggiornamento professionale per
coloro che si occupano della biblioteca
scolastica, le esigenze espresse sono di
poter avere formazione sulle regole di
catalogazione e sull’ideazione di proget-
ti di lettura per gli studenti;
9) Gli interventi che risultano urgenti e
indispensabili sono: acquisto libri, pre-
senza di personale, sistemazione degli
spazi e di arredi e per ultima l’informa-
tizzazione del presrtito;
10) Non esiste una rete di biblioteche
scolastiche in provincia di Siena;
11) Anche gli istituti che non hanno una
biblioteca scolastica hanno però rappor-
ti con la biblioteca comunale o le librerie
limitrofe;
12) Soltanto in 5 istituti il sito internet
della scuola ha anche una pagina dedica-
ta alla biblioteca;
Nelle note al questionario in molti la-
mentano la mancanza di fondi per acqui-
sto libri e la mancanza di spazi adeguati.
Questionario somministrato da Mariangela Colella - Biblioteca comunale degli IntronatiRedazione Chiara Cardaioli - Biblioteca co-
Per una riflessione: Censimento Biblioteche scolastiche in provinciadi Siena, i risultati
Si avvicina la restituzione a Poggibonsi
dell’ex ospedale cittadino. Si è concluso in-
fatti il complesso lavoro di riconversione
che ha portato al recupero di tutti gli spazi
interni ed esterni dove troveranno posto
la biblioteca comunale, la scuola di musica,
spazi espositivi, uffici comunali che eroga-
no servizi al cittadino. Il nuovo centro sarà
aperto nell’autunno prossimo e si chiamerà
“Accabi – Hospitalburresi”.
“Siamo arrivati alla fine – dice il sindaco
Lucia Coccheri – di uno degli interventi
più significativi per la nostra comunità dal
punto di vista urbano, sociale, culturale
relazionale. È dal 1892 che Villa Burresi fa
parte della storia e della vita poggibonsese,
fin da quando per volontà della Confrater-
nita di Misericordia si avviò la fondazione
di un ospedale, o meglio di un locale ad uso
di ospedale annesso ad una nuova cappella.
Proprio da questo deriva il nuovo nome con
cui viene richiamata la funzione storica del-
la struttura che sarà di nuovo a disposizione
della città con funzioni diverse ma sempre
volte all’accoglienza e alla socialità”.
L’edificio Burresi è stato l’ospedale cittadi-
no dal 1892 al 2000 quando è stato aperto
il monoblocco di Campostaggia. Nel 2002
l’edificio è stato acquistato dall’Amministra-
zione Comunale ed è iniziato l’iter procedu-
rale e progettuale per la sua riconversione.
Il recupero dell’edificio ha riguardato tutti
gli spazi.
“Il cuore della struttura – dice il Sindaco –
saranno la scuola pubblica di musica e la
biblioteca comunale, che rappresentano la
sua centralità nel sistema sociale, culturale,
relazionale cittadini.
“Vogliamo – prosegue - che da subito siano
molteplici le occasioni di vivere questo cen-
tro, perché è veramente bello e perché cre-
do che poterci rientrare rappresenti un’e-
mozione per tutti noi. È una parte di storia
e di cultura che torna a vivere. Un passo
fondamentale di quel percorso di recupero
e valorizzazione di luoghi che è partito da
lontano e che è passato dalla Fonte delle
Fate al teatro Politeama, dalla pista ciclabi-
le per Colle al parco urbano, al Cassero”.
Ex Ospedale Burresi recuperato. A Pog-gibonsi apre la nuova Biblioteca comunale
news
In Finlandia sulle tracce di una lepre
usUn librodi Arto Paasilinnaper scoprireil Polo Nord
22 Bibliomap
Vi trovate nel
mezzo di una
strada che attra-
versa i boschi del-
la Finlandia del
sud. È una sera di
inizio estate degli
anni Settanta e
siete in compa-
gnia di Vatanen
− un giornalista
quarantenne im-
piegato a Helsin-
ki − e di un suo collega, un fotografo
che lavora per lo stesso giornale. Il
paesaggio che vi circonda è quello
dei laghi e delle foreste di aghifo-
glie, è l’imbrunire, e vedete Vatanen
allontanarsi, sparire nel bosco con
una lepre sottobraccio. Che cosa è
accaduto? I due stavano viaggiando
sulla statale di ritorno da una tra-
sferta, quando hanno investito una
lepre. Arrestata la marcia, sono sce-
si in strada per soccorrere l’animale
ferito.
“Sull’automobile viaggiavano due
uomini depressi. Il sole al tramon-
to, battendo sul parabrezza polve-
roso, infastidiva i loro occhi.
Era l’estate di San Giovanni.
Lungo la strada sterrata il
paesaggio finlandese scorreva
sotto il loro sguardo stanco, ma
nessuno dei due prestava la mini-
ma attenzione alla bellezza della
sera”.
Nei giorni a seguire il solstizio d’e-
state in Finlandia le giornate sono
lunghissime e il buio è solo una
breve parentesi. I due sembrano
provati da questa condizione at-
mosferica. Stanchi della luce che
non se ne va, avrebbero bisogno
della notte per dimenticare il loro
stato di uomini dai sogni irrealiz-
zati, una condizione che li rende
frustrati e che li ha portati a liti-
gare per decidere se passare la
notte a Helsinki oppure a Heinola,
mentre la lepre finiva sotto al pa-
raurti.
È a quel punto che Vatanen si allon-
tana nel bosco sulle tracce dell’a-
nimale ferito. Il collega fotografo
lo vede sparire e dopo numerosi e
vani tentativi di recuperarlo decide
di tornare a Helsinki preoccupato.
Avverte la moglie del giornalista,
avverte la redazione del giornale,
tutti aspettano il ritorno di Vata-
nen, che invece fa perdere le sue
tracce.
Ha inizio il viaggio, il grande per-
sonale riscatto di Vatanen, uomo
sposato e annoiato alla ricerca di
una nuova vita lontano dalle con-
venzioni, sull’onda dell’ispirazione
che una lepre ferita gli ha come
per miracolo trasmesso.
Arto Paasilinna, L’anno della lepre, Iperborea 1998.
Libro in prestito a: Montalcino, Abbadia S.S, Sinalunga, Colle V.E., Monticiano, San Quirico, Monteriggioni, Piancastagnaio, Poggibonsi, Siena
ILLUSTRAZIONI © GUIDO VOLPI
www.guidovolpi.com
23Bibliomap
Arto Paasilinna, autore di “L’anno della lepre”,
libro pubblicato nel 1976 attraverso le cui pagine vi
state preparando a viaggiare in Finlandia, ha rivela-
to le avventurose quanto drammatiche circostanze
della sua vita, in fuga fin dai primi anni della sua esi-
stenza con gli altri fratelli e sorelle su di un camion ai
confini della Lapponia, in fuga, nel 1975, dal lavoro
di giornalista, che abbandonò proprio per dedicarsi
a tempo pieno alla narrativa. La sua presa di distanza
dalla società è dunque un po’ anche il percorso di
Vatanen, quel sabotatore della civiltà che diventerà
un personaggio simbolo anche delle altre opere di
Paasilinna.
Il Diamante catalano
24 Bibliomap
“Graçia” è un quartiere centrale di Bar-
cellona organizzato in strade ortogonali.
Si trova nel sesto distretto. Venne inglo-
bato nel ventre della città nella seconda
metà del XIX secolo, quando le antiche
mura furono abbattute.
Tra Via Grande e Montseny
La Plaça del Diamant, un libro di Mercé
Rodoreda, è ambientato nel quartiere
della Graçia. Risalendo la Rambla fino a
piazza Catalunya, basta imboccare il lun-
go Passeig de Graçia e vi si arriva dentro,
tra via Grande e Montseny, luoghi fulcro
del romanzo che si svolge negli anni della
guerra civile spagnola. Natalia, la prota-
gonista, scappa e si rincorre con el novio
per le vie, fino al bar dietro l’angolo e poi
per le vetrine della via Grande. Oggi, du-
rante il mese di agosto, ha luogo la “Fiesta
Mayor de Graçia: ci vengono da tutta la
Spagna e il quartiere si riempie di addobbi
perché c’è un premio al festone più bello,
e si riempie anche di disordini verso l’alba
quando il tasso alcolico è irreparabilmen-
te cresciuto. Sono le 20 e il cielo è chiu-
so. Pioviggina. Passeggiando verso via
Grande la geografia urbana è scandita da
incroci tutti uguali e balconi riproposti in
serie sotto tetti-terrazzi, con fili per ten-
dere i panni e sdraie per prendere il sole.
Una geografia immaginaria?
Mercè la sua Barcellona, la sua Gracia,
passa per queste vie. È spesso una città
piovosa, grigiastra, con le gocce d’acqua
sporca che colano dai muri, colombi che
volano in disordine, negozianti, vetrine
e tram. Il primo appartamento di Natalia
da sposata era in Carrera Montseny, ap-
pena sotto piazza del Diamante. Via del
tutto anonima. Vagando con le pagine
del romanzo, ogni tanto una pausa, si di-
mentica Parc Güell, che pure appartiene
a questo distretto, si dimentica la Sagra-
da Familia e molte altre cose simbolo di
Barcellona, per scoprire una città dentro
la città (centoventimila abitanti): schiet-
ta, orgogliosa, grigia di sfondo e colorata
nella gente e nei giardini ritagliati tra le
case con gli alberi di jacarandà a fare da
ornamento.
Barcellona in bianco e nero
Sulle orme della Rodoreda la Gracia prende
a dispiegarsi, a incrociarsi con la realtà urba-
na dell’oggi, del logoro cliché della Barcello-
na multietnica. E in pasticceria puoi trovare
un “braç de gitano”, proprio come a pagina
40 dell’edizione italiana del libro.
GRAÇIA
25Bibliomap
La drammatica storia di Natalia, am-
bientata in questo quartiere durante i
duri anni della guerra civile spagnola,
sembra lontana. Eppure dalla panchina
di un giardino dietro Plaça de la Vir-
reina si sente una musica e una voce,
pare un comizio di quelli la domenica
mattina, come ai tempo di Franco, come
ai tempi in cui la scrittrice dovette fug-
gire in Svizzera per non cadere nelle
trame dei Nacionales, agguerriti come
pochi quando nelle via Grande i tram
circolavano senza vetri, con le reticelle
per le zanzare. “In giro c’era ancora una
grande stanchezza, come dopo una gra-
ve malattia. Presi a camminare per le
strade, così, guardando le persone che
non mi vedevano e pensando che loro
non sapevano che volevo ammazzare i
miei figli bruciandoli dentro con l’acido
muriatico (p. 158)”. Anni in cui era im-
possibile trovare qualcosa da mangiare
per una donna sposata con Quimet, re-
sistente repubblicano, e coloro che ave-
vano ancora un’attività aperta vi erano
riusciti solo chinandosi a Franco.
Oggi, in piazza del Diamante, c’è un bar
con un insegna moderna, un negozio di
articoli da montagna e panchine e pavi-
mentazione da città nordeuropea. For-
se la carta da parati degli interni della
Rodoreda resiste negli appartamenti.
Natalia scendeva le scale buie mentre il
marito Quimet era in guerra, andava in
strade a lei familiari a raccattare qual-
cosa per i figli affamati, dava uno sguar-
do alle vetrine in via Grande sempre più
povere, dove c’era il droghiere all’an-
golo con il sacco di verza - e come gli
piaceva a Quimet affondarci una mano
dentro e infilarla piena nella schiena di
Natalia, mentre scendevano via Grande
fino a raggiungere il Passeig de Graçia,
dritto verso Casa Batllò dopo l’incrocio
con l’Avinguda Diagonal.
usUn librodi MercèRodoredaper scoprireil barrio Graçiaa Barcellona
Mercè Rodoreda, La piazza del diamante, La nuova frontiera, 2008.
Libro in prestito a: Abbadia S.S, Centro Mara Meoni, Chianciano, Colle V.E.,, Poggibonsi, Siena, Sinalunga
PLAÇA DEL DIAMANT
usUn librodi Arto Paasilinnaper scoprireil Polo nord
usUn librodi William Blackerper scoprirela Romania
Bibliomap26
“Qualche volta credevo di sognare – scrive
William Blacker -. Fuggito dalla modernità, ero
approdato in una terra lontana, dove nessuno
poteva trovarmi, e ci potevo stare finché vole-
vo”. In questa frase è racchiuso tutto l’incanta-
mento del libro Lungo la via incantata. A Blacker
riesce di realizzare quello che ogni viaggiatore
sogna quando approda in certi posti: di restar-
vi a lungo, senza scadenze di alcun tipo, di vive-
re un’altra vita in un altro tempo e in un altro
spazio uscendo dai limiti di quella che ci è stata
assegnata e che ci sembrano invalicabili.
L’arrivo di Blacker in Romania si colloca subito
dopo la caduta del Muro ed è il punto di partenza
cronologico perfetto per osservare il cambiamen-
to dovuto all’occidentalizzazione che si è verificato
negli ultimi decenni.
William Blacker, Lungo la via incantata, Adelphi 2012
Libro in prestito a: San Gimignano, Siena
SFĂNTU GHEORGHE
CASA VULTURUL NEGRU. MONASTERO HUMORULUI
FOTOGRAFIE © ALESSIO DURANTI
www.alessioduranti.weebly.com/
BUCAREST
BRĂILA
SFĂNTU GHEORGHE
SIBIU
BRASOV
Delta del Danubio
Mar Nero
28 www.magazineonline.comBibliomap28
non tanto la meta di
un viaggio quanto lo
stato della mente o
degli occhi
Là dove sfocia il Danubio, in uno
degli estremi orientali d’Europa,
Alessio Duranti ha iniziato un viag-
gio che lo ha portato dal litorale del
Mar Nero alle regioni confinanti
con la Moldavia, prima di imbocca-
re la strada verso la Romania con-
tinentale attraversando i Carpazi.
Gli scatti effettuati durante que-
sto itinerario ricompongono alcuni
frammenti di una regione climati-
camente estrema. Gli inverni pos-
sono essere da queste parti molto
rigidi, con frequenti nevicate e
intrusioni di aria siberiana anche
sulle rive del Mar Nero, dove l’aria
gelida si umidifica dando luogo ad
abbondanti nevicate. Meno umi-
di ma ancor più freddi gli inverni
della Moldova e della Bucovina,
territori collinari e impervi rico-
perti di foreste di aghifoglie che
segnano il confine nordorientale
della Romania. Sono le vette dei
Carpazi a dividere queste regioni
dalla Transilvania, l’area da cui lo
scrittore britannico Patrick Leigh
Fermor - uno dei più grandi narra-
tori di viaggio di tutti i tempi - rica-
vò la materia forse più calda per il
suo Tra i boschi e l’acqua (1986). Per
William Blacker quella stessa re-
gione dell’attuale Romania sembra
essere non la meta di un viaggio,
quanto piuttosto uno stato della
mente, o degli occhi. Blacker la vi-
sita quasi per caso poco dopo la ca-
duta del Muro e, incantato da tutto
ciò che vede, decide di stabilirsi nel
suo distretto più remoto, il Mara-
mures, adeguandosi a uno stile di
vita immutato da secoli.
SUL DANUBIO CON FLORIN
REGIONE SASSONE
BRASOV, STRADA SFORII
29Bibliomap
Pausa caffè /
LIP. Ieri pensavo che non ci fosse nulla di più bello che il “prima” di una tesina o di una ricerca: non la scrittura, ma il mo-mento in cui si entrava in biblioteca e si consultavano testi, prendendo appunti su enormi quaderni a righe. Oggi, per come e quanto posso, difendo le biblio-teche e il loro ruolo. ZAN. Da piccola non frequentavo molto le biblioteche, perché abitavo in un vil-laggio fuori Milano, e non ce n’erano... ma io sono sempre stata una grande lettrice in una famiglia di non grandi lettori. Era una cosa spontanea la mia, i libri quando potevo li compravo o me li facevo rega-lare per i compleanni, le feste. Quando poi sono cresciuta e ho passato un anno della mia vita in Inghilterra da ragazza, ecco lì ho cominciato la conoscenza, di-ciamo verso i 18 anni. In Inghilterra ne ho frequentate parecchie, ne ricordo una in partciolare con libri antichissimi che mi appassionava molto. Successivamente le ho frequentate, ma non tantissimo, sia perché i libri li compravo sia perché mi servivano per scrivere. Devo ammette-re, però, che un sogno che ho, se avessi tempo, è quello di rifugiarmi in una bi-blioteca a fare delle ricerche di tipo sto-rico, biografico.
LIP. I miei libri nascono dalla mia vita.ZAN. Un problema enorme infatti. Que-sto è un tema delle mie riflessioni, anche perché ricevo moltissime email di donne e ragazze che soffrono per come vengo-no trattate o perché in questo periodo non trovano lavoro, ma sono piene di de-sideri, di voglie. Un universo femminile che mi si schiude davanti, è difficilismo staccare e quindi non si stacca mai, e si è sempre sul tema, soprattutto a causa del computer, che è bello ma anche dannoso: arrivano caterve di email e ti mangiano un po’ la vita, ti catapultano all’interno delle vite altrui e a volte è bello a volte meno.
tre domandeUn ritrattodi chi i librili mastica
Una lunga storia?
Loredana Lipperini /Lorella Zanardo: in bibliotecacome vitrovate?
LIP. Scopriteli.ZAN. Se mi concentro sull’ultimo, Sen-za chiedere il permesso, direi che il mo-tivo può essere che è un’ottima lettura per iniziare ad agire da cittadini attivi. La prima parte è infatti una critica, ma costruttiva, una critica alla società ita-liana, la seconda parte è un manuale divulgativo di educazione ai media che può essere un ottimo modo per smette-re di lamentarsi e iniziare a dire: “ benis-simo, finchè abbiamo queste televisioni insegno a mio figlio, a mia sorella, al mio allievo, a me stesso a guardare i media con nuovi occhi, senza esserne fagocita-to”. quindi per chi vuole essere sveglio, e giocare un ruolo non passivonella socie-tà, questa lettura è un buon inizio.
Dietro al bancone del prestito, con quali pa-role consigliereste un vostro libro?
Il mestiere di scriveretrasforma la vostra vita in un libro?
LORELLA ZANARDOAttivista, documentarista, scrittrice, coautrice del docu-mentario Il Corpo delle Donne e dell’omonimo libro edito da Feltrinelli, che ha pubblicato anche il suo recente Senza chiedere il permesso, Scrive per Il Fatto Quotidiano.
LOREDANA LIPPERINIGiornalista e scrittrice, ha è stata fra le prime voci di Radio Radicale, passando poi a Radio Rai, per la quale ha condotto numerosi programmi incentrati sulla musica classica. Scrive sulle pagine culturali de La Repubblica ed è fra i conduttori di Fahrenheit su Radio Tre.Autrice di numerosi libri: solo nel 2013 sono usciti Di mamma ce n’è più d’una (Feltrinelli), L’ho uccisa perché l’amavo (con Mi-chela Murgia, Laterza) e Morti di fama (con Giovanni Arduino, Corbaccio). Ha un blog che si chiama Lipperatura.
a cura di CHIARA CARDAIOLI
Perché c’è il futuro della tua storiaLa Regione Toscana mantiene immuta-
to, con convinzione e nonostante il dif-
ficile periodo di crisi economica che il
Paese sta attraversando, il proprio so-
stegno alle biblioteche promuovendo,
per il mese di ottobre, l'appuntamento
ricorrente delle biblioteche toscane
con i cittadini: la campagna di promo-
zione "Tipi da biblioteca", denominata
dal 2011 "In biblioteca. Perché c'è il
futuro della tua storia".
L'edizione 2013 si arricchisce di even-
ti organizzati all'interno della ma-
nifestazione nazionale Bibliopride.
Giornata nazionale delle biblioteche
(27 settembre-5 ottobre), promossa
e organizzata dall'AIB-Associazione
italiana biblioteche, dopo il successo
della prima giornata nazionale delle
biblioteche tenutasi a Napoli il 13 ot-
tobre 2012.
Il fulcro dell'intera manifestazione è
la festa del 5 ottobre in Piazza di San-
ta Croce a Firenze, a cui sono invitati
a partecipare direttamente i cittadini
insieme ai bibliotecari e a tutti coloro
che, a vario titolo, lavorano nelle e per
le biblioteche
( p r o m o t o r i
della lettura,
editori, fornitori). Nella piazza, oltre
al palco, verranno allestiti una "biblio-
tenda" e stand per ospitare le attività
di presentazione dei servizi di bibliote-
ca, i laboratori per i bambini e gli adulti,
le letture ad alta voce. sul palco si al-
terneranno prestigiosi nomi della cul-
tura italiana, sotto l’abile conduzione
di Loredana Lipperini. La giornata sarà
preceduta da una settimana di iniziati-
ve collaterali nelle biblioteche di tutta
Italia, anche in collaborazione con i
musei e gli archivi.
La scelta per i cittadini è tra le quasi
400 iniziative cui le biblioteche tosca-
ne danno vita complessivamente, tra
la manifestazione nazionale "Bibliopri-
de" e la campagna regionale "In biblio-
teca", dimostrandosi, ancora una volta
- dalle più grandi e prestigiose alle più
piccole – luoghi dinamici e vitali, capa-
ci di attrarre pubblici nuovi, di usare
gli strumenti della contemporaneità
per offrire servizi di qualità ai cittadini,
anche con tecnologie e reti all'avan-
guardia.
Dopo la prima edizione del 2012 a
Napoli, la giornata dell’orgoglio bi-
bliotecario arriva a Firenze, città del-
la cultura che vanta la presenza di
grandi biblioteche storiche, di servizi
bibliotecari pubblici efficienti, oltre ai
preziosi archivi e ad una compagine
museale unica al mondo: il luogo ideale
nel quale incentrare il BiblioPride per
l’anno 2013.
La giornata è stata pensata come una
festa alla quale partecipino diretta-
mente i cittadini insieme ai bibliotecari
e a tutti coloro che, a vario titolo, la-
vorano nelle e per le biblioteche (pro-
motori della lettura, editori, fornitori).
Nella piazza, oltre al palco, verranno
allestiti una “bibliotenda” e numerosi
stand per ospitare le attività di pre-
sentazione dei servizi di biblioteca, i
laboratori per i bambini e gli adulti, le
letture ad alta voce.
L’organizzazione e la gestione dell’e-
vento sono affidate ad un Comitato
Promotore locale, presieduto da San-
dra Di Majo, in sinergia con la Segrete-
ria nazionale dell’AIB.
Una biblioten-da e numerosi stand in Piazza Santa Croce a Firenze il 5 ot-tobre 2013
30 Bibliomap
Festa /BIBLIOPRIDE
Abbadia San Salvatore
Asciano
Casole d’Elsa
Castellina in Chianti
Castelnuovo Berardenga
Castiglione d’Orcia
Cetona
Chianciano Terme
Chiusi
Colle di Val d’Elsa
Gaiole in Chianti
Montalcino
Montepulciano
Monteriggioni
Monteroni d’Arbia
Monticiano
Piancastagnaio
Pienza
Poggibonsi
Quercegrossa
Radda in Chianti
Radicofani
Rapolano Terme
San Gimignano
San Giovanni d’Asso
San Quirico d’Orcia
Sarteano
Siena
Sinalunga
Sovicille
Torrita di Siena
Trequanda Radicondoli
via Mentana, 16 - tel. 0577 770317
via Fiume, 8 - tel. o577 717233
via Casolani, 48 - tel. 0577 949100
via Pietro Nenni, 26 -tel. 0577 740201
via del Chianti, 9 - tel. 0577 352076
viale Marconi, 11A - tel. 0577 88401
via Roma, 41 - tel. 0578 237630
v.le Dante, c/o Museo Archeologico Acque - tel. 0578 652511
via Paolozzi, 2 - tel. 0578 223080
via di Spugna, 78 - tel. 0577 922065
via Marconi, 27 - tel. 0577 749365
piazza Cavour, 12 -tel. 0577 804452
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