pesaro-urbino in magazine n3/2010

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 Pesaro-Urbino Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole Silvia Cecchi Il volto elegante della Legge www.inmagazine.it Anno V - N. 3 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2010 Pesaro-Urbino Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Federico Mondelci Una musica può fare Val Tarugo Dove il tempo si è fermato Paolo Andreani Presidente a tutto tondo Valori in Eredità Maurizio Testaguzzi e Gianfranco Tonti www.inmagazine.it

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Un binomio di professionalità e passione apre il nuovo numero con Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi, guide solide della Ifi spa, azienda leader nell'arredo di locali pubblici che ha da anni...

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Pesaro-Urbino

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione

Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume

Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

SilviaCecchiIl volto elegante della Legge

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Anno V - N. 3 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2010

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Federico Mondelci Una musica può fare

Val Tarugo Dove il tempo si è fermato

Paolo Andreani Presidente a tutto tondo

Valori inEredità

Maurizio Testaguzzi e Gianfranco Tonti

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di Franco Bertini e Andrea Masotti

Il mestiere del Fare

Un binomio fatto di professionalità e passione apre il nuovo “Pesaro-Urbino IN”. Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi, guide solide e riconosciute della Ifi spa, non sono solo top manager efficienti e attenti ai “numeri” dell’azienda. Questo è un mestiere che sanno fare bene, non c’è bisogno di ricor-darlo. A noi interessava raccontare gli uomini: e, in questo caso, anche gli spunti che possono fornirci e gli insegnamenti che hanno ricevuto in eredità. Sì, perché ora che l’etica nell’impresa è tornata “di moda”,

specie dopo la crisi finanziaria, l’a-zienda pesarese dell’arredo di lo-cali pubblici può dire di avere da anni, come suo fiore all’occhiello, una grande attenzione per ricerca tecnologica, innovazione e design, insieme all’impegno a favore dello sport locale, grande e piccolo che sia, e del territorio. Così i nostri uo-mini da copertina rappresentano davvero una seconda generazione che ha saputo raccogliere l’eredità di Umberto Cardinali, il fondatore di IFI che questi valori “etici” li por-tava con sé in tempi non sospetti.

E parlando di seconde generazioni, lo sono di fatto alcuni giovani im-prenditori che abbiamo incontrato per sapere come si sono affacciati al mondo del lavoro nell’azienda “di famiglia”, alle spalle di storici leader della provincia, come Livi, Paolini, Verdini, Bruscoli e Speran-dini.Dopo l’avvio all’insegna dell’eco-nomia viriamo sulla cultura, con la figura del sassofonista, ma an-che emerito direttore d’orchestra, Federico Mondelci. E parlando di cultura, si passa facilmente al valo-re culturale, artistico e naturale di un territorio bello come il nostro: si sale così in Val Tarugo, scrigno di un simile patrimonio. Poi una vicenda che sempre incuriosisce e affascina: i gemelli. Cinque coppie pesaresi ci raccontano la loro vita “a strettissimo contatto”. Infine le rubriche: una nuova puntata sulla salute, con Luigi Francesco Agnani, il classico approfondimento sulla gastronomia (stavolta riscopriamo la crescia sfogliata) e gli incontri ravvicinati con personalità eccel-lenti del territorio, come il fanese Paolo Andreani, da un anno alla presidenza di Confindustria Mar-che. A Fano restiamo per il Film Festival dei corti, mentre in chiu-sura si sale a Urbino, per la mostra “Metamorfosi del libro”, che non potrebbe avere location migliore della città dei duchi.

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40 anni in...Miniatura

Paolo, Silvia, Lisa e Ivana Rambaldi

Il turismo d’affari La Riviera dei congressi

Benessere in hotel Accoglienza da Spa

Jamil Sadegholvaad Politica è partecipazione

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Anno X - N. 4 - settembre 2010

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Anno XIII - N. 4 - Agosto 2010

Osti perPassioneRoberto Casamenti e Alessandra Bazzocchi

Campigna e Cullacce Passeggiata nel bosco

Cesare Serra La grinta e la grazia

La dolce vita... forse Ricordi di un'epoca

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Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010

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Il sogno diventato realtàGrazie ragazzi! La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Pesaro-Urbino

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione

Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume

Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

SilviaCecchiIl volto elegante della Legge

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Anno V - N. 3 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2010

Pesaro-Urbino

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Federico Mondelci Una musica può fare

Val Tarugo Dove il tempo si è fermato

Paolo Andreani Presidente a tutto tondo

Valori inEredità

Maurizio Testaguzzi e Gianfranco Tonti

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FilippoDonati

L’arte dell’accoglienza

Ravenna WebTV Antenne nella rete

Il Candiano Alle “sorgenti” del Canale

Karin-Silvia Retzlaff Dipingere sogni e visioni

Anno IX - N. 4 - settembre 2010

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Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010

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CarloZoliUn avvocato...

in campo

Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale

Mauro Bendandi Sentimento del presente

Trail Romagna Sulle note del trekking

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Editoriale

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Sommario3 Editoriale

6 Annotare| Brevi IN

16 Essere| Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi

22 Gestire| Imprese e passaggio generazionale

29 Suonare| Federico Mondelci

32 Incontrare| Pesaresi gemelli

36 Camminare| Val Tarugo

42 Curare| Luigi Francesco Agnani

44 Gustare| La crescia sfogliata

46 Proiettare| XXII Fano International Film Festival

48 Guidare| Paolo Andreani

50 Urbino| Ars Libraria 2010

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected]

Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanellivia Pantano, 163cell. 335.5262743

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

Impaginazione: Francesca Fantini

Controllo produzione: Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Glauco Maria Martufi, Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli, Maria Rita Tonti.

Fotografi: Laura De Paoli,Leonardo Mattioli, Marco Sènsoli, Luca Toni.

Chiuso per la stampa il 12/10/2010

Continua la campagna Avis

Pesaro - Nuova campagna pubblicitaria dell’Associazione donatori volontari sangue che

utilizzando la testimonial Francesca Mari e la disponibilità di giovani

donatori pesaresi, ha invitato sempre più cittadini ad avvicinarsi

alla donazione. Diventare donatori è semplice: basta recarsi a digiuno al Centro Trasfusionale dell’ Ospedale

di Pesaro per una serie di esami gratuiti, per definire la propria

idoneità fisica. Successivamente telefonando al 0721.31466 è possibile prenotare ora e giorno per la propria

donazione. (S.C.)

Concerti d’autunno

Pesaro - Sembra non temere la crisi l’Ente Concerti, che si accinge

a definire la stagione 2010/2011. “Continuano a sostenerci - sottolinea

il presidente Guidumberto Chiocci - istituzioni, enti e sponsor ‘storici’

che si uniscono al piccolo contributo del Ministero, per il quale dobbiamo

realizzare almeno 33 concerti l’anno, numero che superiamo ampiamente.

L’Ente lavora per garantire un’edizione eccellente, adeguata

alle richieste di un pubblico fedele ed esigente.” Sono sufficienti due

nomi: il grande violinista Salvatore Accardo, che salirà sul palcoscenico

del Rossini verosimilmente per il concerto inaugurale, e la pianista

Marta Argerich, garanzia di altissimo profilo interpretativo. Il resto

del cartellone è ‘top secret’ ma l’arma vincente dell’Ente Concerti è il progetto Unesco “Pesaro città

della musica”, di cui l’avvocato Chiocci è promotore, che aspira al

riconoscimento della città come luogo d’arte e storia e centro

produttore di alta cultura. (M.R.T.)

Le proposte del Cruiser

Pesaro - A fine ottobre inaugurazio-ne “invernale” del Tormentina Sky Lounge - show dinner club: un ambien-te over per un pubblico adulto, di stile e gusto raffinato. Il ristorante pano-ramico del Cruiser resta aperto tutti i giorni a pranzo, dal lunedì al vener-dì. Lo chef propone menu del giorno à la petite carte, pranzi e cene persona-lizzati in un mix di qualità e semplici-tà, nei prodotti offerti e nelle idee ela-borate con carattere e ricercatezza.Il mercoledì e il venerdì poi, al Tor-mentina Club Restaurant, serate no

stress: cene con live music o DJ per in-contri piacevoli e affascinanti, disten-sivi e dilettevoli. Il piano panoramico - dove si trovano anche la Sala Moby Dick adatta a feste e ricorrenze e il gradevole ambiente del foyer - offre spazi armonici disegnati espressa-mente per creare accessibilità, mo-dernità e promuovere l’interazione e il piacere allo stato puro. Gli ambienti sono accoglienti e tanta è la luce che fa risaltare una sintonia di stile, volumi, spazi e design.www.cruiser.it(S.C.)

Bmw golf trophy Carpoint

San Giovanni in Marignano - Lo scorso 3 ottobre sul green del Rivie-ragolfresort si è svolto il trofeo 18 buche Stableford by Bmq Carpoint. 120 i giocatori sul green. A trionfare il marignanese Enrico Bernabè. In seconda categoria il gabiccese Gian-luca Mariani, in terza il misanese Elio Giangiulio seguito dal pesarese An-drea Baroni, autore anche di un bel-lissimo hole in one alla buca 15, par 3 di 125 metri. Il sammarinese Elia Casali

si è classificato primo lordo. Nella ca-tegoria Senior, a distinguersi è stato Bruno Baschetti di Misano. Prima tra le ‘Lady’ la pesarese Nicoletta Ricci.

8 | IN Magazine

Annotare | Brevi IN

Moto in divisa

Pesaro - Ancora una volta il Registro Storico Benelli e il Moto Club Pesaro

“T. Benelli” hanno puntato sulla cultura. L’annuale mostra estiva,

organizzata in collaborazione con l’associazione “The Green Liners”

ha messo in esposizione mezzi militari dagli anni ’10 del secolo

scorso sino ad oggi. Sei diorami, una cinquantina di motoveicoli, fotografie e riviste hanno raccontato, nella sala

“Giuseppe Benelli” delle Officine Benelli, l’evoluzione e la storia delle

motociclette legate alle forze armate.

Il settimo sigillo di Ivan Lazzarini

Pavia - Il circuito di Ottobiano ha visto trionfare, per la settima volta,

Ivan Lazzarini quale campione italiano Supermoto. Una vera e

propria battaglia tra il pesarese e l’alfiere della TM Davide Gozzini,

conclusa al fotofinish, in gara 2, vinta da Lazzarini. Continua la fantastica

avventura che da un decennio lo vede protagonista, col team Assomotor.

Addio signora dell’ Eleganza

Pesaro - Un sogno iniziato nel 1945 e oltre mezzo secolo di brillante real-tà imprenditoriale, insieme al marito Pietro, nel mondo dell’abbigliamento e della moda, dall’apertura del pri-mo negozio fino alla sede attuale del-la “azienda” in via Rossini: per una storia che continua, proprio grazie al suo insegnamento. È scomparsa a inizio ottobre Lica Pezzodipane Rat-ti, a 87 anni. Assoluta dedizione al lavoro e scelte coraggiose l’hanno spinta sempre verso nuove sfide, am-pliando la presenza delle boutique ad Ancona e Bologna; ne ricordiamo, poi, l’attenta sensibilità alle vicende cittadine, che l’hanno resa sosteni-trice dei principali eventi culturali. Le redazione di “Pesaro-Urbino IN Magazine”, che l’ha ospitata in coper-tina insieme alla figlia Silvana e alla nipote Matilde, si unisce alle condo-glianze.

Banca Marche Web TV

Pesaro - ByMarche, la web tv territo-riale di Banca Marche, si è aggiudi-cata l’Interactive Key Award (IKA) bis-sando il successo dell’edizione 2009 e dopo aver ricevuto il Premio Web Italia lo scorso luglio a Città Sant’An-gelo. Alla Iulm, in una sala gremita della migliore creatività italiana lega-ta al mondo digitale, la tv firmata dal-la web agency pesarese Websolute, ha ricevuto il Key Award  nella categoria “Social Marketing”.  La giuria, com-posta dai migliori professionisti nel campo del giornalismo e della comu-nicazione, ha premiato ByMarche per l’intelligente utilizzo dei social media come strumenti di promozione del territorio e coinvolgimento della Co-

munità nella valorizzazione dei luo-ghi nei quali vive. www.bymarche.it

10 | IN Magazine

Pesaro - Un sogno diventato realtà, con le Marche porta-trici di una qualità che trova espressione in una struttura che concreta “impegno, volontà e cuore” Così il sindaco Luca Ceriscioli è intervenuto nel corso dell’inaugura-zione ufficiale, a fine luglio, del primo hotel 5 stelle in regione: l’Excelsior. L’ultima impresa di Nardo Filippetti, presidente di Eden Viaggi, che dell’albergo è proprieta-rio: un nome che richiama caratteristiche precise, perché eccellenza, come ha sottolineato lo stesso imprenditore, significa saper fare le cose come vanno fatte. Al battesimo sono intervenuti numerose autorità locali, oltre al Gover-natore delle Marche, Gian Mario Spacca, e al vicepresi-dente della Camera, Maurizio Lupi. Turismo d’eccellen-za, per un settore che è il secondo motore di sviluppo per la regione Marche. sull’importanza del piacere dell’ac-coglienza ha insistito Filippetti, affiancato dall’architetto Marco Gaudenzi: qualità, buon vivere, accoglienza per il primo 5 stelle delle Marche, affacciato sull’Adriatico, tra palazzine anni ’50 della costa di Pesaro, che spicca con la sua fisionomia inconfondibile. www.excelsiorpesaro.it

Excelsior, turismo a 5 Stelle

Pesaro - Dipinti realizzati con tecniche miste sperimen-tali di matrice pop e tele iperrealiste degli ultimi anni di Claudio Cintoli, morto a soli 43 anni: una personalità os-sessionata dall’ambiguità tra vita e morte, libertà e costri-zione, corpo e anima. E sculture realizzate con materiali poveri e legate alle performance dell’artista, documenta-te da videoproiezioni e sequenze fotografiche dell’amico Pino Abbrescia. Incidenti Onirici, curata da Ludovico Pre-tesi e Daniela Ferraria, è allestita al Centro Pescheria, fino al 21 novembre. www.centroartivisivepescheria.it(S.C.)

Claudio Cintoli retrospettiva in Pescheria

Presentato lo stage per odontotecnici

Pesaro - Il 27 settembre scorso è stato presentato il progetto di

stage a tempo prolungato presso laboratori odontotecnici, realizzato

da Confartigianato Pesaro-Urbino in collaborazione con l’istituto I.P.S.I.A.

Benelli, con la partecipazione di Fondazione Cassa di Risparmio di

Pesaro e NIBA Forniture Dentali di Angelo Conte e il patrocinio della

Provincia. Finalità dell’iniziativa è migliorare la qualità dell’offerta

di formazione professionale nella scuola, per rispondere in modo più

incisivo alle esigenze di allievi e mondo occupazionale, attraverso

l’unione della formazione teorica con l’esperienza pratica in laboratorio Per

gli studenti più meritevoli del 3°, 4° e 5° anno della sezione odontotecnici

del Benelli, è previsto un percorso di stage di 4 ore settimanali per circa 8 mesi, durante l’anno scolastico:

un’opportunità per una formazione di qualità. In provincia è presente una

vasta rete di scuole professionali, con circa 4000 alunni iscritti.

L’attuale crisi economica ha reso ancora più evidente la necessità di

investire in educazione e innovazione, e al contempo l’insufficienza di

risorse a disposizione delle scuole rende la conoscenza diretta del

mondo del lavoro attraverso percorsi di alternanza con la scuola

un’esperienza imprescindibile per una formazione qualificata.

Questo progetto di stage, inoltre, si differenzia da quelli tradizionalmente

organizzati: per la la maggior durata (in genere circa 1 mese),

per l’arricchimento culturale degli orizzonti professionali. Infine

l’aspetto educativo del progetto: in fase di ideazione dello stage sono stati volutamente inseriti concetti

come meritocrazia e spinta al miglioramento. La partecipazione allo

stage formativo è infatti subordinata al rendimento scolastico nell’anno

precedente. www.confartps.it

L’estate 2011 di Dondup

Milano - Lo scorso 23 settembre si è svolta la presentazione della collezio-ne Dondup primavera/estate 2011 donna. “Woman on the road” il tema ispiratore della stilista Manuela Ma-riotti che ha immaginato una don-na spesso in giro per il mondo alla ricerca di oggetti, culture, sensazio-ni, odori ed esperienze. Simbolo del viaggio, la coperta per riposare sotto le stelle. Abiti fluidi mixati, tessuti doppiati, sete sovrapposte, accesso-riato da piume leggere di ogni colore. Per celebrare la nuova collezione l’Ad Massimo Berloni e Manuela Mariotti hanno offerto una cena esclusiva a lume di candela con piatti tipici della tradizione marchigiana. Presenti alla serata, altre ai numerosi giornalisti dei più celebri magazine italiani, gli amici che da anni seguono la maison

come Billy Costacurta e Martina Co-lombari, Massimo Ambrosini, Elena Santarelli, Justine Mattera, Jeanine Fox, Katia Pedrotti, Ascanio Pacelli, Paola e Chiara, Elenoire Casalegno, Marco Mordente, Omar Pedrini, Francesca Fioretti, Nora Mogalle, Francesca Sarcina delle Vibrazioni e Noemi. Special guest Albertino che con la sua musica ha animato il party.

A “Brend” new Idea

Pesaro - A brand new idea, a brand new business: Brendhouse: un’idea nuova per una nuova maison. Come quan-do Maurizio Brenda decise di creare un emporio del fascino per vendere gusto e dettagli, creatività e raffina-tezza, oggi il marchio è trasmesso a Brendhouse Eventi. “Solamente una continuazione di un ramo d’azienda - dice Maurizio - sviluppato ed evolu-to nel tempo, in seguito a situazioni professionali in cui mi sono ripetuta-mente trovato. Con l’inserimento di due nuovi partners Chiara Lungarini e Guido Carpi , provenienti, rispetti-vamente, lei dal mondo della moda (Vogue e segreteria Armani a Parigi, ndr) e lui dall’organizzazione di even-ti motoristici e automobili a Bologna e Fano, vogliamo proporre la nostra

nuova società, con grande esperienza pluriennale, a clienti per i quali sia-mo in grado di organizzazione eventi di prestigio offrendo una particolare attenzione ai dettagli e alla singola-rità delle specifiche manifestazioni.”www.brendhouse.com (S.C.)

12 | IN Magazine

Piatti fatti e matti in via Venturini

Pesaro - Piatti fatti e matti in via Venturini è una raccolta di ricette della cucina tipica pesarese; “Per

Uldergo, nomade della ristorazione, passo veloce, tratto elegante,

sorriso accogliente…” è la dedica del Magnifico Rettore di Bologna,

Ivano Dionigi. Un libro fatto di pranzi, cene, pesci, personaggi ed episodi,

in tutte le salse, del “mitico” Uldergo Antonelli ad Alberto Pancrazi e Enzo

Polverigiani: “La sera andavamo in via Venturini - così scrivono i

due - perché c’era l’antro magico del nostro amico Uldergo, pieno di

sapori e profumi di mare. E di pesce tanto fresco da fare immaginare la processione di spigole, triglie,

sardoncini, seppie e compagnia che saltellavano e si infilava in quella stradina del centro storico… era in tutto e per tutto un amarcord

pesarese.” E Mauro Tamburini aggiunge che “Eva mangiò la prima

mela, cotta, nel primo ristorante del leggendario Uldergo, all’Eden.

Più tardi la filosofia aristotelica configurò, in uno studio apposito

svolto proprio sotto i suoi coperchi, l’esistenza di quelli che da quel

momento furono chiamati i ‘cinque sensi’. Questo all’inizio. Il leggendario

andò oltre e si persuase che in ogni piatto - povero o ricco - tutti

questi sensi scoperti nelle sue cucine dovessero convivere… in

ogni posto dove piantò le sue tende, portò la sua arte e la sgranò. Io, e a

migliaia, gli siamo grati e ovunque vada lui, sempre attacchiamo, e

attaccheremo, il nostro cavallo.” Mangiare per credere… leggere per

ricordare. (S.C.)

Gradara - Adriano Rossi rappresen-ta una parte importante della storia gastronomica recente di Gradara: una storia legata al Mastin Vecchio e alla ricerca del cibo come quotidia-na necessità di un piacere, che deve appartenere a tutti. Come spesso ac-

cade, la storia si ripete. E i ritorni di-ventano piacere, se si cercano luoghi che possono “rappresentare” senza copiare. Rauol e Simone Rossi, figlio e nipote di Adriano, sono tornati a Gradara per la “Locanda quinto can-to”. In spazi sotterranei, che risalgo-no all’impianto originale del castello, in grotte dove si dice di riunissero i templari si inizia un percorso non archeologico, ma nella cucina che le esperienze di Raul e la voglia di Simone sanno proporre. Il rispetto della tradizione marchigiana non manca, e si lega a un padre e di un nonno così famoso. Ma la tradizione è integrata, per un viaggio gastrono-mico che parte dalla stanza ottago-nale dei templari e arriva a domani.

Sapori tra storia e Futuro

Riconoscimenti per Fiumana

Pesaro - A due anni dall’apertura il ristorante conquista la scena naziona-le, aggiudicandosi ottimi piazzamenti sulle più prestigiose guide italiane. Dopo il giudizio favorevole di Luigi Cremona, critico per il Touring Club e la Rai,la riconferma per “l’Espres-so”,  la rivista “Il Gambero Rosso” a settembre con l’anticipazione della

Guida 2011, assegna ben due gambe-ri alla piccola osteria fluviale, giudi-candola rivelazione della riviera mar-chigiana. Risultati  ottenuti grazie all’impegno dei gestori Emmanuele Baldassarri, in sala, e Stefano Bragi-na, che propone una cucina fresca e innovativa, che fa della tradizione un punto di partenza.

14 | IN Magazine

“Dentro” il territorio

Pesaro - Si chiama “BiesseInside… Pesaro & Urbino” il progetto di promozione del territorio, sviluppato da Biesse e dall’associazione “Salviamo il centro storico”: un connubio tra pubblico e privato, per creare una sinergia tra le diverse realtà economiche e turistiche del territorio. Il progetto, presentato all’Hotel Excelsior lo scorso 27 settembre, prende avvio durante BiesseInside, evento che l’azienda organizza dal 7 al 9 ottobre; venerdì 8 ottobre, inoltre, il centro storico di Pesaro vede l’apertura serale dei negozi aderenti all’iniziativa (con sconti per clienti e dipendenti Biesse). In programma anche mini eventi, itinerari culturali e gastronomici.

Pesaro - Prodotti pensati ad hoc per i make up artist, perfetto punto d’incon-tro tra le esigenze dei professionisti e i desideri di tutte le donne: altissima qualità, estrema durata e facilità di applicazione. Il make up EvaGarden by Paolo Guatelli diventa un vero e proprio trattamento di bellezza, gra-zie ai principi attivi contenuti. A fine settembre è stato lanciato l’ultima collezione, la Natural Glam Collection colori “natural” dall’inclinazione glamour abbinati a texture di ultima generazione. È il trionfo del natura-le che non esclude il sofisticato. La collezione è composta da matite con glitter incastonati all’interno della mina, da gloss “brilliant”, da smalti a lunga durata e da due nuove for-mulazioni di ombretti: Glamour e Celestial. I primi con una texture dal perfetto equilibrio di pigmenti mine-rali micronizzati e perle che garanti-scono confort e perfetta scrivenza; i secondi caratterizzati da un’altissima

percentuale di speciali perle per un effetto cosmico, da utilizzare abbinati o anche da soli, regalano profondità allo sguardo impreziosendolo di un glamour naturale. Una collezione in edizione limitata che affascinerà e sedurrà. Da scoprire presso gli EG make up Lounge di Pesaro, di Riccio-ne (presso Bottega Brandina), la spa dell’Hotel Excelsior e in Italia pres-so istituti di bellezza e parrucchieri. www.evagarden.com

Evagarden Make Up

Memorial Ford per AIL

Pesaro - Una nobile causa da sostenere e Scavolini Siviglia Basket

scende in campo. Amichevole con l’Enel Brindisi, persa, ma il canestro

vincente è segnato!“Non ci costa sacrificio regalare l’ingresso a tutti per una nobile causa - ha

detto Franco Del Moro, presidente Vuelle. Vorrei sottolineare che anche

l’Aspes Spa ci è venuta incontro, concedendoci l’utilizzo gratuito del Palas, per questo mi sento di dire:

date una mano concreta all’AIL, nel nome di Alphonso Ford.Nel

“Memorial Ford” è stata devoluta alla locale sezione - rappresentata dalla

presidente Franca Muretto - una consistente somma che i pesaresi

hanno donato per finanziare le attività benefiche statutarie. (S.C.).

Lo “scacco matto” di Elisa

Pesaro - Autocontrollo, capacità di prevedere le conseguenze e

assumere decisioni determinanti, unitamente alla fantasia sono, per

Elisa Ugolini, 8 anni, lo “scacco matto” della sua giovane carriera

di scacchista. Un vero talento, allenato con costanza dal papà,

“1° Nazionale”, e occasionalmente dal “Maestro” Gustavo Licor, che

l’ha portata a vincere il titolo di Campionessa Italiana Under 8. Elisa

rappresenterà l’Italia ai Mondiali Giovanili di Scacchi, dal 19 al 31

ottobre in Grecia. (S.C.)

Pesaro - Tessuti e tendaggi per creare ambienti originali e personalizzabili, offrendo una consulenza globale: tutto questo è “Maison Decor”, dove Mara Nanni Vampa, dal 2004, con-cretizza le più belle idee di decoro, mettendo a disposizione la propria esperienza e creatività. Un viaggio tra

sete e cotoni, lini e spugne, fantasie e geometrie, a cui ora si aggiunge la nuova linea Profumi e Balocchi, idea-ta e creata da Mara, con capi e acces-sori in spugna (accappatoi, teli, parei, adatti per la casa e il tempo libero), di manifattura artigianale, anche su misura.

La “casa” dei Tessuti

Pesaro - Il 12 giugno 2010 Melissa Agnoletti ha inaugurato il suo primo concept store in via Gavelli 6, in pieno centro storico. L’apertura di questo spazio costituisce l’affermazione di un marchio giovane e attento alle nuove tendenze. La designer pesarese conti-nua il suo percorso presentando una nuova linea di borse dallo stile incon-fondibile ed arricchendo le proposte

del suo atelier attraverso la selezione di prodotti di alta qualità. EdHardy, MagazzinidelSale e le ballerine di CocoRose sono solo alcuni dei marchi attentamente selezionati da Melissa che intende offrire alla sua clientela accessori unici e ricercati.Eleganza e creatività sono le note distintive che si assaporano tra le mura dell’atelier. www.melissaagnoletti.com

Melissa Agnoletti concept Store

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I valori di un’impresa che era già “etica” prima che l’etica in azienda diventasse “di moda”. Sono quelli che hanno guidato Umberto Cardinali, fondatore di Ifi. Gli stessi di Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi, ora ai vertici dell’azienda di Tavullia.

testo Franco Bertini - foto Laura De Paoli

Una storia che Continua

Dite Tavullia e sembra difficile re-sistere al cannibalismo del nome e della fama del “dottor” Valentino Rossi, ma se su e giù per la collina prendete per via di Selva Grossa, che un suo sapore evocativo e fia-besco ce l’ha, prima o poi vi trove-rete di fronte alla Ifi Spa, aziendacherealizzaarrediperlocalipub-blici e, come si potrebbe dire (ma in questo caso sarebbe freddamen-te limitante e non esauriente), lea-der del settore. Difficile spiegare invece, in questo mondo ubriaco di modernità, che cosa significhi affermare che Ifi è un’azienda do-tata di ethos: a metterle, nel cuore e nell’anima, questo gene della nor-ma di vita e di costume è stato il suo fondatore, UmbertoCardinali, imprenditore che, tanto per defi-nire il tipo, arrivava in ufficio alle sette del mattino e se telefonava qualcuno diceva di chiamare più tardi perché lui era solo l’addetto alle pulizie. Dopo una vita avventurosa e pie-na di cose, Cardinali è scomparso all’età di 100 anni e a difendere, proteggere, allargare, incrementa-

re quell’azienda che oltre ad esse-re una realtà economica è anche una memoria viva del fondatore ci sono ormai da anni, come due dioscuri, il presidente GianfrancoTonti e l’amministratore delegato MaurizioTestaguzzi. Diversi nelle modalità, simili nello spirito, i rispettivi primi incontri col carisma del fondatore e con la realtà dell’azienda. “Sono arrivato nel 1967 come impiegato d’ordine - racconta il presidente - seguivo l’arrivo delle merci in magazzino e sono felice di aver fatto quella gavetta. Controllavo la corrispon-denza della quantità di materiale descritta in bolletta con quella re-almente presente nei contenitori. Il signor Cardinali mi aveva dato questa disposizione: se la merce è di meno, ma anche se è di più rispetto al dovuto, comunicalo su-bito al fornitore. Avevotrovatounuomochecontinuavaainfondermiilsensomoralechemierastatotra-smessoinfamiglia.” Diverso il percorso, simile la con-clusione per l’amministratore delegato Testaguzzi: “Dopo quasi

un ventennio trascorso in Mon-tecatini Edison con crescenti re-sponsabilità, il compianto avvo-cato Carlo Gaudenzi mi avvicinò all’Ifi di Umberto Cardinali, che desiderava strutturare l’azienda con l’inserimento di una nuova figura di area amministrativa. Al secondo incontro definimmo gli accordi, ma già dal primo risultò evidente la sensazione di una reci-proca disponibilità. Eravamo alla fine degli anni Ottanta e più di un ventennio è trascorso: l’azien-da, che già si avvaleva dell’opera di Gianfranco Tonti, è cresciuta e si è naturalmente modernizza-ta. Purtroppo Umberto Cardinali non è più a darci conforto, ma a noi amministratori compete il ruo-lo di preservareivalorifondanti,chefacilmentesiintreccianoconinostri.” Sullo stesso binario viaggia anche la memoria di Tonti: “A distanza di 44 anni, tante cose restano vive dello spirito fondatore; a noi spetta il compito di non fare disperdere quell’esempio che è stata la trac-cia della nostra vita: l’alto profilo

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Essere | Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi

morale nel perseguimento dei fini aziendali. E fare impresa così mi entusiasma ed è un grande onore inviare al futuro questo messag-gio: nella nostra azienda non c’è un euro fuori libro paga, non un euro che non sia fatturato, non in-quiniamo, tutta la nostra produzio-ne è a sostenibilità dell’ambiente e delle persone.”Ascolti, scorri mentalmente alcune delle iniziative create o partecipate dall’Ifi e ti rendi conto che quello che stanno dicendo è pienamente supportato dalla realtà. “Tonda”, la prima gelatiera rotante al mondo, nata con la collaborazione di un genio della grafica come Michele Provinciali; il sostegno continuo e appassionato al Campionato di giornalismo fra le scuole medie della provincia di Pesaro-Urbino organizzato dal “Carlino” di Pesa-

ro; le vacanze lavorative dei ragazzi a fianco dei loro genitori dipenden-ti dell’azienda; ancora, il supporto sempre più convinto e sostanzioso al basket cittadino e l’intervento a favore dei propri fornitori, nei momenti più duri della crisi. Dice Tonti: “Nel nostro pensare c’è ilconcetto della funzione socialedell’impresa, che è figlia del terri-torio dove è nata e si è sviluppata e a cui vanno destinate le buone risorse. Ci resta comunque l’amaro in bocca per i ‘no’ che dobbiamo purtroppo dire e per tutti i ‘sì’ che non riusciamo a dire.” Gli fa eco Testaguzzi: “È di questi tempi il nostro ulteriore avvicina-mento e supporto alla causa del basket, che ha avuto particolare evidenza sulla stampa locale, det-tata dalla passione che accomuna tanti tifosi di questo sport. Ciò ci

gratifica, ma non meno importan-te è il sostegno e l’attenzione a nu-merose attività sociali e culturali, artistiche, umanitarie e a favore delle associazioni che operano in questi settori, meno soggetti a fare notizia. Auspico e confido che le condizioni economiche e di merca-to della società, con cui dobbiamo ovviamente confrontarci, possano consentirci di proseguire questo bel viaggio, nonostante il divenire del tempo. Ma, come spesso dico, ho due magnifici figli in giovane età e questo aiuta a sentirsi, co-munque, giovani.” Non sono parole vuote neppure la voglia continua e profonda di ricerca e innovazione che infor-mano la produzione. “Dalla fine degli anni Sessanta - afferma con orgoglio Tonti - abbiamoportatoinunmercatopienodisoluzioniarti-

Sotto, Gianfranco Tonti e Maurizio Testaguzzi all’interno dell’area produttiva di Ifi. In apertura, davanti alla sede dell’azienda, a Tavullia.

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gianaliilprimobancoindustriale. All’inizio fummo anche criticati, poi attraverso gli anni quello è di-ventato lo standard di riferimento per tutti. Così è sempre stato anche dopo, siamo come esploratori che avanzano in una terra sconosciu-ta...”. E Testaguzzi: “Quotidiana-mente ci confrontiamo in merito alle problematiche aziendali con un chiaro filo conduttore, attento anche alle istanze che vengono dal territorio, nella convinzione che il radicamento possa costituire un valore aggiunto al nostro opera-re e, senza falsa modestia, possa anche contribuire allo sviluppo di corretteesanerelazionidicuilanostrasocietàcivileavverte,amioparere,lanecessità.” È come parlare con due padroni di casa che raccontano con tranquil-la convinzione e giusto orgoglio le questioni di famiglia seduti accanto a un caldo camino e con un buon bicchiere in mano. Ci avviciniamo alla conclusione, prima dell’ultimo sorso: “Non ci fermiamo al libro paga - commenta il presidente - sia-mo estesi a tutti coloro con cui sia-mo in relazione e abbiamo sempre cercato di interpretare i momenti economici... Sono stati 44 anni vis-

suti con spirito meraviglioso che ha annullato la fatica.” Torna, in chiusura, la figura di Cardinali: “Lo spirito e le modali-tà con cui governava i suoi rapporti aziendali - conclude l’amministra-tore delegato - erano improntati a discrezione,dedizioneeumiltàlun-gimirante,che apparteneva a una generazione rara, vocata al fare e con poco desiderio di apparire. Era nota anche la sua grande pas-sione per la bicicletta con cui di-sputò Giri d’Italia nella categoria dei cosiddetti ‘isolati’. Ecco, quel termine usato allora credo che

esprimesse anche il suo carattere forte, nel senso che anche da solo e con leale impegno doveva trova-re la forza per arrivare.” Se Cardi-nali, come è certo, voleva lasciare non tanto freddi eredi ed esecu-tori testamentari della sua opera, ma testimoni e prosecutori vivi e appassionati, allora l’accoppiata Tonti - Testaguzzi è una garanzia assoluta che tutto quanto è possibi-le fare per l’Ifi sarà sempre fatto. E magari anche di più. C’è da scom-metterci. E Umberto Cardinali può continuare a pedalare tranquillo e beato per le strade del cielo. IN

A fianco, Gianfranco Tonti nel suo ufficio con alle spalle il quadro che ritrae il fondatore di Ifi Umberto Cardinali. Sotto, Maurizio Testaguzzi in azienda.

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Generazione di Successo

testo Silvia Sinibaldi - foto Luca Toni

Per tutti entrare nell’azienda di famiglia è stata una scelta ponderata e mossa da grande passione e rispetto. Sono figli e nipoti di grandi imprenditori del territorio, che si destreggiano con capacità tra il passato e un futuro in cui vogliono fare la loro parte.

Cresciuti a pane e impresa, dota-ti di quello sguardo acuto e dello spirito un po’ speciale con cui si trasforma un destino in una voca-zione, al punto che la parola che accomuna sei imprenditori del ter-ritorio, impegnati in settori diver-si, seconda o terza generazione di famiglie il cui nome è legato a un capostipite d’ingegno, temerarietà e carattere, la parola più gettonata è passione. Eppure resta il dubbio guardandoli dall’esterno: succede-re è un onore o un onere?DanieleLivi, 39 anni, porta nel co-gnome il suo primo legame con Fiam e si racconta con la trasparen-za di vetri e cristalli: “Da ragazzo - spiega - l’idea di occuparsi dell’a-zienda di famiglia ha il sapore di un futuro obbligato. Poisicrescee si comprende che il tuo dna haselezionatounavocazione.” Altro concetto comune a tutti i giovani

imprenditori. “Fondamentale però è stata l’esperienza lavorativa ester-na. Fondamentale è scoprirsi im-pegnati, responsabilizzati e coin-volti in un impegno professionale. A me è accaduto così. Solo dopo quell’esperienza ho avuto il deside-rio, forte e cosciente, di rientrare nell’azienda di famiglia. Una scelta che va fatta per se stessi.” Con che spirito si affronta l’obbligo di esse-re all’altezza di un genitore vincen-te, che ha già forgiato un marchio unico e riconoscibile? “Conun’ideapersonaledellavoro,deirisulta-tiedell’aziendastessa. Con una passione interiore che ispira l’idea di poter comunque lasciare un proprio personale segno.” Qual è il segreto per non demoralizzarsi? “Sentire l’azienda propria, esserne coinvolti, avere passione, accettare i rimproveri e non sperare in com-plimenti.” L’obiettivo? “Crescere

insieme all’azienda.” Il motto? “Meglio prendersi uno schiaffo da una persona intelligente che una carezza da chi non lo è. Così si impara l’equilibrio necessario ad affrontare le imprese della vita.”Fiorella Paolini, 35 anni, incari-chi prestigiosi anche esterni alla sua PRB, trasmette passione per il suo lavoro attraverso voce, gesti e nella progressiva disponibilità a prolungare il colloquio. Alla ri-f lessione aggiunge due elementi nuovi: le parole chiave persone e giovani. Perchè si sceglie l’azienda di famiglia? “Per amore del lavoro, indipendentemente dal settore. L’esigenza di impegnarsi e la co-scienza di dover dare il massimo. Bisogna amare l’azienda nel suo complesso, apartiredallepersonechefannol’aziendastessaeavereil desiderio di produrre insieme, sapendo che insieme si passerà

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Gestire | Imprese e passaggio generazionale

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tanto tempo e si vivranno tante emozioni.” Per esemplificare il concetto sceglie un episodio di grande efficacia. “L’inaugurazione del nuovo impianto di zincatura a caldo è stata preceduta ovviamente da mesi di grande stress per tut-ti. Quando abbiamo effettuato la prima immersione e verificato che tutto era andato come doveva, è stata una festa. Una specie di parto del quale abbiamo annotato gior-no e ora; perfino immortalandolo con una fotografia. Per noi è stata una grande gratificazione.” Cosa si eredita insieme a un’impresa. “Ilprivilegioditramandarelaculturaeivaloridichil’hafondata. Valori forse oggi sottotraccia ma per me

fondamentali, nel mio caso un’a-zienda che deve produrre, creare profitto, ma non a tutti i costi, con persone capaci che debbono avere la possibilità di esprimersi. La qua-lità nel lavoro deve essere la linea guida.” Un consiglio? “Fare un’e-sperienza lavorativa, anche picco-la, al di fuori dell’azienda.” Il suo pallino? “Igiovani,lelorograndipotenzialità,lagioiadiscoprirelarapiditàconcuiimparanoelage-nerositàconcuisiimpegnano. Sui giovani oggi ci sono tanti luoghi comuni, zero comprensione e po-chissimo futuro. Chi non capisce questo gioca col fuoco. Quest’an-no in azienda una trentina fanno la loro esperienza-lavoro. Per me è una grande soddisfazione!”“Per noi - racconta SilviaVerdini, con un plurale che include sua so-rella Gisella e il fratello Massimo - è stata questione d’atmosfera, di aria respirata fin da piccoli. Una sorta d’iniziazione indiretta per la quale occuparsi di un’azienda pic-cola ma estremamente complessa come la FastVerdini è sembrato na-turale. Abbiamo tutti cominciato con le vacanze estive. Vietato bi-ghellonare: si muovevano i primi passi in azienda. Neltempoimpariasentirlatua,adaverelavolontà

A fianco, Fiorella Paolini impegnata in PRB e attuale presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Pesaro-Urbino. In apertura, Daniele Livi di Fiam.

I Giovani di Confindustria

Non è un caso che Fiorella Paolini abbia espresso la sua grande fiducia nei giovani e nelle loro

capacità innovative. Lei è, infatti, il presidente del gruppo Giovani

imprenditori di Confindustria Pesaro-Urbino: “un gruppo coeso e con molta voglia di impegnarsi per

promuovere iniziative specifiche per le giovani generazioni, con lo scopo

di sensibilizzare i componenti sui temi economici, sociali, politici e

tecnici dell’industria”. Accanto a lei, che rappresenta la PRB di Paolini

Luigi& Figli, il vicepresidente Alberto Bruscoli dell’Imab Group

e un consiglio direttivo di 13 imprenditori di nuova generazione.

Il gruppo è composto da 261 soci.

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diimpegnarti. Tra l’altro acquisti familiarità e coscienza di quanti sacrifici ci siano alle tue spalle e di come sarebbe irrispettoso non considerarli e magari mandare all’aria un patrimonio di storia, ingegno e forza di volontà.” Quanto al privilegio di ereditare un futuro certo, Silvia spiega: “Un passo in più rispetto a chi non ha le tue opportunità, ma sia chiaro: inserirsi non è facile, devi guada-gnarti la stima della famiglia e di coloro che lavorano in azienda. Per noi è stato faticoso, c’è voluta tenacia per avere l’autorevolezza di imporre nuovi ritmi e regole dettate dal mercato e dalla globa-lizzazione, affermando una visio-ne dell’azienda diversa da quella consolidata dei genitori: un’espe-rienza vincente che vorrebbe non piegarsi alle novità. Una battaglia su tutte? Convincere i genitori a cambiare il marchio: quello storico era superato.”Marianna Bruscoli ha 26 anni,

due bambine piccole, vive una stagione di impegno non assoluto nell’azienda di famiglia. Per questo dirotta l’intervista sul fratello mag-giore (loro sono la terza generazio-ne della Imab Group) ma quando le poni la prima domanda non sa tirarsi indietro e mentre due picci-ne gorgheggiano accanto al tele-fono, lei non resiste e ti trasmette la sua passione. “Quandosinascefiglidiimprenditoriseguireleloroormeènaturale - spiega. Andavo in azienda fin da piccola, dopo la scuola, a fare i compiti. Si annusa il clima e diventa naturale sentirsi destinati portarne avanti le sorti, ed essere all’altezza di chi ti ha pre-ceduto. Poi subentra un enorme senso di responsabilità: con noi lavorano 500 persone, altrettante famiglie. Non puoi permetterti di fallire. E allora si lavora tantissimo pensando quanto meno di consoli-dare quello che hanno creato i tuoi nonni e poi i tuoi genitori.”Lo definisci giovane e lui si scher-

nisce. Sarà un Paese di vecchi ma Ruggero Sperandini, 49 anni, si sente un imprenditore adulto rap-presentando la terza generazione dell’Icomas. Ancheperluiunascel-tameditata,noncertol’asseconda-reundestino.“In azienda ci sono per scelta, sem-plice. Sono stato funzionario di banca, con un lavoro mio e sod-disfacente. Solo dopo ho sentito il desiderio di occuparmi dell’Ico-mas.” Con la speranza di lasciare un segno? “Piuttosto con l’idea di lavorare e fare bene. Non sento questo genere di sfida. Per me l’obiettivo è lavorare dando il massimo e senza lasciarmi con-dizionare da pressioni esterne o da considerazioni diverse dall’im-pegno e la qualità del proprio lavoro”. Cosa suggerirebbe all’i-potetico rampollo di un capitano d’industria? “Di fare un’esperien-za lavorativa fuori dall’azienda di famiglia e solo dopo fare la sua scelta.” IN

Da sinistra, Silvia Verdini, impegnata insieme ai fratelli Gisella e Massimo in FastVerdini; Marianna Bruscoli di Imab Group.

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Federico Mondelci, sassofonista di fama

mondiale, è andata proprio così.

FedericoMondelci, sassofonista di fama mondiale, è anche direttore d’orchestra e docente di sassofono presso il Conservatorio di Musica “G. Rossini”. Da alcuni anni è di-rettore artistico dell’Ente Concerti di Pesaro che, consapevole di aver fatto un fortunato “acquisto”, lo ha ribattezzato Federico il Grande. La sua è una carriera internazionale costellata di successi che non gli ha fatto perdere naturalezza e sim-patia.Qualèstatoilprimoapproccioconlamusica?

“Ho cominciato a suonare a 12 anni nella scuola di musica a in-dirizzo bandistico di Ostra Vetere, dove sono nato. Due anni dopo sono entrato a far parte di un’or-chestrina di musica leggera, diret-ta da Giovanni Fenati. A 15 anni mi sono iscritto al Conservatorio ‘Rossini’ nella classe di sassofono del M° Romano Mauriello, il cui insegnamento è stato determinan-te per la mia formazione.”Quandohacapitocheilsaxsarebbestatolasuavita?“Molto presto. Ricordo l’emozione

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Una musica può Fare

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Suonare | Federico Mondelci

e la soddisfazione che provai quan-do, ancora studente, vinsi il primo premio assoluto al Concorso Inter-nazionale di Ancona, consegnato-mi da Goffredo Petrassi, e il primo premio a Stresa.”Dopo il diploma al ConservatorioSuperiorediBordeauxècominciatalasuacollaborazioneconlepiùpre-stigioseorchestreinternazionali,come quella del Teatro alla Scala di Milano e la Moscow Chamber Orchestra, con la quale ha inciso un cd dedicato al tango di Piazzol-la che ha avuto un successo straor-dinario. Com’ènatoilfeelingconPiazzolla?“Nell’84, sull’onda dell’entusiasmo per l’esecuzione di suoi due brani con il quartetto di sassofoni, deci-si di orchestrare alcuni tanghi e milonghe in una versione in cui il sax fosse protagonista assoluto, una sorta di anima ‘a fiato’ o un

‘registro’ del bandoneon, con un tessuto orchestrale di archi. In poco tempo avevo già realizzato un’intera suite da proporre a varie orchestre.”Lesueincisioni-comeilcddedica-toaGiacintoScelsichehamerita-toil“Diapasond’or”-eiconcertievidenzianoun interesseprofon-doperlamusicacontemporanea.Qualepensapossaesserelachiaveperavvicinareilgrandepubblicoaquestogenere?“Occorre promuovere, come accade nei paesi nord-europei, l’integra-zione tra tutte le forme di espres-sione dell’arte moderna, com-presa la musica contemporanea.”Nell’85hafondatol’ItalianSaxopho-neQuartetedieciannidopol’ItalianSaxophoneOrchestra.Cherapportohaconquestesuecreature?“Il sassofono, inventato a metà ’800, possiede una letteratura significativa ma relativa a un pe-riodo piuttosto breve, pertanto il repertorio solistico di cui si dispo-ne è abbastanza limitato. Allarga-re gli orizzonti verso la musica da camera è stata una sfida non solo vinta ampiamente ma che mi ha regalato soddisfazioni. Per quanto riguarda l’orchestra di sassofoni, volevo raggiungere e comunicare la bellezza di un amalgama timbri-co così particolare.”

Damoltiannièdocentedisassofo-noal“Rossini”etienecorsidiper-fezionamentoinItaliaeall’estero.Checosaleinteressatrasmettereaisuoiallievi?“Prima di tutto il bagaglio d’espe-rienza necessario a una corretta formazione professionale, attra-verso la straordinaria esperienza didattica che ho avuto la fortuna di acquisire sotto la guida di grandi maestri. In secondo luogo cerco di assecondare la natura e le inclina-zioni dei giovani, guidandoli in un percorso personale, per ottenere il massimo del rendimento e dell’en-tusiasmo.”Checosac’ènelfuturoartisticodiFedericoMondelci?“Concerti, collaborazioni con or-chestre e società di concerti, teatri e festival in Italia e nel mondo, tan-ta didattica e la voglia di incremen-tare il repertorio in stretta collabo-razione con i compositori.”Quandononèimpegnatoasuonareodirigere,cometrascorreiltempolibero?“Amo stare con i miei figli, con gli amici. Faccio lunghe passeggiate in campagna, tra le colline mar-chigiane. Viaggio molto, non solo per motivi professionali. Mi piace leggere e ho una passione per le lingue: ora sto studiando il rus-so…” IN

A fianco e in apertura, Federico Mondelci impegnato con i suoi “strumenti” di lavoro.

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Come due gocce d’ Acqua

testo Elisabetta Ferri - foto Laura de Paoli e Marco Sènsoli

Nati e cresciuti insieme, spesso hanno scelto

studi e mestieri simili e qualcuno, talvolta,

si è anche scambiato di identità per gioco.

Cinque storie di gemelli pesaresi.

Rimane uno dei misteri che più affascinano il genere umano. I gemelli accendono fantasie, susci-tano domande, indirizzano studi. Noi abbiamo scelto cinque coppie pesaresi, scoprendo che spesso non solo sono andati a scuola in-sieme ma hanno scelto poi lo stesso lavoro. Insomma, inseparabili. Pa-triziaeNadiaDellaCostanza sono gemelle monocoriali, che è più di monozigoti: significa un ovulo poi diviso in due. Entrambe infermie-re, lavorano al San Salvatore dove tutti le conoscono come Pappi e Nani. Classe ‘52, nate sotto il segno

della Vergine: “Siamo cresciute in simbiosi, il nostro rapporto è qual-cosa d’ineguagliabile pur avendo un carattere molto diverso, io più aperta lei più riservata, ma sotto sotto siamo mattarelle tutte e due - racconta Pappi. Condividiamo le stesse passioni: gatti, libri, sto-ria; il mestiere di infermiera l’ha scelto lei, io l’ho seguita: e ho fatto bene, perché in ospedale abbiamo espresso al meglio le nostre perso-nalità. Due persone simili scatena-no curiosità e fantasie e i rapporti interpersonali sono intriganti.”SauroeSergioMezzanotti sono in-

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Incontrare | Pesaresi gemelli

vece proprietari di un locale, il Dolce&Caffè di Borgo S. Maria, conosciuto come il bar dei gemelli, sempre pie-no per colazioni e aperitivi. Nati nel ‘68 sotto il segno dell’Acquario, hanno fatto tutto insieme: scuola, militare e lavoro. “E siamo single entrambi, scrivilo che ci serve”, ride Sergio. Che poi rivela: “Nella mia patente c’è la sua foto, ma non se n’è mai accorto nessuno. Siamo talmente uguali che ogni tanto ci siamo scambiati anche qualche ragazza! Caratterialmente io sono il trascinatore, l’ultimo che decide. Ogni tanto abbiamo dei battibecchi, ma ci vogliamo molto bene.”C’è anche chi è stato cresciuto dai genitori in maniera opposta al solito: niente vestiti uguali da piccoli, scuole separate, amicizie diverse. Eppure, alla fine RobertoeRic-cardoTombesisono stati travolti dalla passione divorante per la pallanuoto. Il primo ha giocato ad alti livelli e oggi

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milita ancora in serie C, il secondo è allenatore. “Ho allenato pure il mio gemello - racconta Riccardo. Ha sempre rispettato le mie scel-te, anche quando una volta l’ho messo fuori squadra.” Nati nel ‘62 sotto il segno del Capricorno, c’è un episodio che non scorderanno: “Ero militare, per la prima volta separato dal mio ambiente e una sera provai un disagio fortissimo. Non chiamai nessuno, ma Roberto lo sentì e proprio quella sera venne a trovarmi.”Lo sport, una passione spesso con-divisa fra gemelli. È il caso delle sincronette SabrinaeCristinaCon-vertino, nate nell’83 sotto il segno del Toro. “Nuotiamo nella stessa squadra da quando abbiamo 10 anni, ma come doppiste non fun-zioniamo. La soddisfazione spor-tiva più grande è stata partecipare

insieme ai Mondiali Master di Ric-cione nel 2004”, racconta Sabrina. Che continua: “Ci siamo separate solo all’università, oggi io lavoro in uno studio di consulenza per la si-curezza sul lavoro, mentre Cristina ha aperto una ditta di maglieria. Siamo identiche, ma non abbiamo mai imbrogliato nessuno, solo una volta, per scherzo.”FedericoeFilippoBartoli, identici, sono entrambi pizzaioli e insieme hanno aperto “Dal geme”, a Baia Flaminia: “L’idea è venuta a Filip-po, poi però qui si sentiva stretto ed è andato a lavorare in giro per il mondo, da Londra a New York. La mia specialità è la pizza col pe-sto, mentre lui è più completo come cuoco”. Nati nel ‘75 sotto il segno dei Pesci, dunque sognatori, Federi-co avverte: “Siamo due garanzie per le donne, ma solo per mangiare!” IN

Sopra, Federico e Filippo Bartoli; a destra, dall’alto, Roberto e Riccardo Tombesi e le sorelle Sabrina e Cristina Convertino, unite anche dalla passione per il nuoto sincronizzato. In apertura, Sauro e Sergio Mezzanotti e le sorelle, entrambe infermiere, Nadia e Patrizia Della Costanza.

36 | IN Magazine

Alla scoperta dei piccoli borghi racchiusi nella Val Tarugo, passando

per tortuose stradine di campagna costeggiate da

boschi e vigneti.

Nascosta dal Monte Paganuccio, c’è una valle appartata in una cam-pagna ancora pressoché priva di insediamenti moderni con paesi in pietra bianca immersi nei bo-schi. La strada che la risale arriva ad un’antica Pieve, alta sulla mon-tagna, con dei bellissimi affreschi trecenteschi: è la ValTarugo, che si trova al centro della nostra pro-vincia.Se già non la conosci, non ci pas-si per caso e non è neppure facile trovarla, eppure da Fossombro-

neèlaviapiùbreveperarrivareaPergola e fino a ventidue secoli fa, prima che i Romani aprissero il passaggio nella gola del Furlo, questa era la strada degli Umbri verso il mare. Dalla superstrada ci si arriva uscendo a Sant’Ippolito e seguendo poi la direzione per Per-gola: subito la campagna rivela il suo aspetto antico, con viti a filari maritate agli alberi da frutta. Per-correndo la valle si intravedono, in alto sulla sinistra, piccoli centri murati di collina come Sorbolongo

testo Glauco Maria Martufi - foto Leonardo Mattioli

Dove il tempo si è Fermato

38 | IN Magazine

Camminare | Val Tarugo

o Reforzate, mentre a destra una strada sale fino alla roc-ca di Montalto Tarugo.Il primo borgo che si incontra a fondovalle è IsoladiFano, frazione di Fossombrone con un centro antico ben con-servato (i numeri di alcune case hanno ancora il fascio littorio) che culmina nella grande chiesa parrocchiale, il cui abside rotondo domina la campagna dallo spero-ne su cui è il paese. Oltrepassata Isola si risale la valle fino a CartocetodiPergola: è questo il luogo in cui, forse fuggendo ai saccheggi, vennero fatti a pezzi e sotterrati i famosi ‘BronzidoratidiCartoceto’. La splendida opera statuaria romana ritrovata casualmente nel 1946, è stata a lungo contesa da Ancona ma oggi si trova definitivamente al Museo di Pergola. La strada per Pergola sale da Car-

toceto attraversando i boschi con panorami sempre più ampi che si aprono all’improvviso alla vista del Catria. Attorno a Cartoceto, negli anni dell’unità d’Italia, si muove-vano liberamente i banditi della Banda Grossi, creandovi quasi una “Repubblica dei Fuorilegge”; qui essi si credettero padroni e qui si svolse il sanguinoso epilogo delle loro imprese. Attorno al paese an-cora si favoleggia dei loro “tesori” nascosti.La Valle del Tarugo, oltre Carto-ceto, prosegue diritta, segnata da una suggestiva stradina nel bosco che sbuca ai piedi di TorricelladiFossombrone, disposta su uno sperone del Monte Paganuccio. Il paese, uno dei più belli della pro-

vincia, digrada, con le sue case in pietra bianca, dalla torre medie-vale alla sommità del borgo fino all’abside della parrocchiale, del tutto analoga a quella di Isola, che si sporge sulla vallata. È un minuscolo insediamento intatto, ben conservato e quasi completa-mente abitato. I fiori ai balconi e i giochi per i bambini, i panni stesi e i richiami della gente sono testi-monidiunapiacevoleeccezione,inun’areamoltocolpitadallospopola-mento. Non ci sono alberghi, risto-ranti, agriturismi: solo il rumore del torrente in basso e quello del vento fra gli alberi. Torricella è l’e-strema frazione di Fossombrone. Poco oltre, dalla strada che si inol-tra nella vallata, boscosa e deser-

Sotto, Santa Maria delle Stelle. In apertura un suggestivo scorcio panoramico della Val Tarugo.

Una perla felice e sconosciuta

Come altri santuari di montagna nell’Appennino centrale (quello

bramantesco di Macereto, presso Visso, nei Sibillini, quello di Rocca

Calascio, ai margini del Gran Sasso) Santa Maria delle Stelle presso Cagli è a pianta centrale,

ma di quelli è sicuramente più antico. Nasce alla fine del XV

secolo per racchiudere una celletta affrescata nel XIV da un maestro di

scuola umbro-marchigiana. Sulle pareti della celletta una doppia

teoria di santi guida alla Madonna, cui è dedicata. Il terremoto

dell’Umbria ne ha lesionato le strutture e ha facilitato l’ingresso dei saccheggiatori di arredi sacri

ma il restauro ha messo in luce su tutte le pareti cicli di affreschi

cinquecenteschi di grande interesse, finora sconosciuti.

40 | IN Magazine

ta, si ha netta l’immagine del suo ruolo difensivo a sbarrare il passo a chi scendesse da Cagli. La strada si stringe e, per un breve tratto, non è asfaltata, prima di allargarsi di nuovo nella conca dov’è il Tarugo, frazione di Cagli. Poche case, una chiesa e un antico mulino presso un crocicchio di strade.Da qui, prendendo sulla sinistra, si può salire ai Fenigli, castello ab-bandonato del Comune di Pergola. Prendendo invece poco oltre sulla destra si può salire al monte Pa-ganuccio. Verso la sommità della salita, seguendo l’indicazione per un agriturismo sulla destra, si va alla Pievedell’omonimo monte. La chiesa ha davanti un giro di pian-te, ciliegi e querce; sotto queste si gode un panorama sconfinato, che va dai lontani Sibillini fino a San Marino, passando per il Catria e il Nerone, più vicini, e il Carpegna.Se, infine, si segue la testata della valle in direzione di Cagli, si sale

fino a Molleone e davanti ci si trova il Castello di Frontone e il massic-cio del Catria. Qui, prendendo sulla destra e, dopo circa un chilometro ancora sulla destra, si arriva al piccolo nu-cleo di monteMartello. Presso la piazzetta erbosa, dove fino al do-poguerra confluivano per le fiere i mercanti dalle valli vicine, c’è la magnifica chiesa di Santa Maria delle Stelle. La sua eleganza, la perfetta muratura e le monofore lobate sui fianchi hanno fatto sup-porre l’intervento di Francesco di Giorgio Martini ma all’interno nasconde un altro tesoro: una cap-pellina affrescata da un Maestro trecentesco. Da monte Martello la via più breve per il ritorno scende ripida alla Smirra e alla superstra-da per Fano ma nella discesa, a Pi-gno, passa ai piedi di una maesto-sa casa-torre, forse la più grande, certo la più imponente, di tutta la zona. IN

Sopra, dall’alto, scorcio di Isola di Fano e la Pieve di Monte Paganuccio.

A destra, case in pietra bianca a Torricella di Fossombrone.

42 | IN Magazine

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La malattia non è solo, e sempre, una perdita di salute, può essere anche l’inizio di una nuova dimen-sione. Friedrich Nietzsche riteneva che alcuni malati hanno, in realtà, esperienza di quella che lui stesso chiamava la “grande salute”, ossia una percezione diversa di se stes-si e del mondo che ci circonda. Così facendo, il filosofo tedesco in qualche modo abbracciava l’idea ippocratica secondo la quale “dal cervello, e dal cervello solamente, hanno origine i pensieri, le gioie, il riso come anche i nostri dispia-ceri.” A duemilacinquecento anni di distanza da questa intuizione, ancora oggi ci interroghiamo su cosa conosciamo del mondo che vive dentro di noi e che si proiet-ta all’esterno nei nostri compor-tamenti, del rapporto tra mente e corpo, tra uomo e malattia, tra cultura e scienza. Seneoccuperàancheuncongressointernazionale,inprogrammailprossimoottobretraPesaroeUrbino, che aprirà la discussione a medici provenienti da diversi paesi europei sul tema “I processi di comunicazione nel cervello dei mammiferi e nelle loro società”. Ispiratore dell’iniziativa è LuigiFrancescoAgnati, pesarese, professore di Fisiologia Umana, ti-tolare della cattedra di Fisiologia Umana presso la Facoltà di Medi-cina e Chirurgia dell’Università di Modena e, tra le altre cose, autore

diquattromonografiedifisiologiaumana tra cui spicca quella dedica-ta a Il cervello dell’uomo tra scienza e cultura. In questo libro l’autore sug-gerisce che si possono comprende-re alcuni aspetti culturali attraver-so lo studio del cervello, così come chiarire alcuni meccanismi che sono alla base della funzione cere-brale attraverso un’analisi dei pro-dotti culturali. Diquil’ideachesipossacurareancheconlacultura. “Nel trattato sulla natura umana – spiega Agnati - il filosofo Hume descriveva la mente umana come un teatro interiore, anche se non era in grado di spiegare come si costruivano e di quale materiale si formavano le scene rappresentate. Oggi questa indagine è compito delle neuroscienze e della specu-

lazione filosofica. Ma entrambe hanno bisogno dell’analisi attenta dei prodotti della cultura, perché questi sono l’estrensicazione di ciò che produce il nostro cervello. Non per nulla - prosegue Agnati - esiste un’intera branca della medi-cina denominata Terapia Artistica che, attraversoiprodottidell’arte,miraadefinireuninterventotera-peuticosulpaziente, o almeno, una diagnosi più precisa.”Questi studi hanno implicazio-ni importantissime nel contesto sociale: ad esempio, aprono una visione più umanistica della me-dicina che rende evidente come alla base della pratica clinica vi sia l’ascolto tra medico e malato per-ché, come spiega il professore, “il paziente non è un carico, ma una possibilità di crescita interiore. Ho ricevuto molti riconoscimenti - os-serva - ma la soddisfazione maggio-re l’ho avuta dal rapporto sempre proficuo con i miei studenti, che mi ha arricchito. Lo stesso rapporto il medico deve instaurarlo con il paziente. C’è un bellissimo quadro di Goya in cui lui è abbracciato da un medico che lui chiama amico. Dice ‘lui mi ha salvato la vita non con i farmaci, ma con saggezza e prudenza’. Cre-do che questo quadro dovrebbe es-sere mostrato a tutti i giovani che si avviano a svolgere questa impegna-tiva professione.” IN

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Ho cura della Salute

44 | IN Magazine

Curare | Luigi Francesco Agnani

Specialità Antica

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Se si pensa a Urbino, si pensa ai tor-ricini e torna in mente che dev’es-serci “…qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico…” de “L’a-quilone” di Pascoli, studiato alle elementari quando usava mandare a memoria le poesie. Passano Raf-faello, Federico da Montefeltro, il Rinascimento, Federico Barocci, papa Clemente XI Albani e altri

grandi fino a Paolo Volponi. Pochi associano Urbino alla cresciasfo-gliata che, sopraffatta dalla piadi-na romagnola, riacquista dignità nel ruolo di street food in una città invasa da 20.000 studenti e dal mi-lione e mezzo di turisti che sciama-no nelle strade (tutte e sempre in salita!) verso il palazzo ducale di Federico, oggi Galleria Nazionale delle Marche.Lacresciasfogliata“sembra”unapiadina,manonloè,findallana-scitachelavedeantica,medievale; cibo da ricchi che, oltre alla farina e l’acqua della sorella romagnola, potevano permettersi uova, latte e strutto. Ma il blasone che l’associa alle cucine dei palazzi è il pepe, al tempo non certo ingrediente dei poveri ma spezia preziosa alla por-tata solo dei nobili e oggi, trasmes-sa di madre in figlia col suo alone di leggende, è ricetta patrimonio popolare.La crescia sfogliata di Urbino è simile alla piadina (un disco ro-tondo di poco spessore, “pane po-vero”, piatto semplice e veloce da fare), ma ha colore dorato ed è un prodotto diverso, complessonellapreparazione, raffinato di consi-stenzaesapore. Non è una ricetta semplice e, perché la crescia risulti

“sfogliata”, ci vuole tempo, c’è da lavorare: mezz’ora di mani e olio di gomito alla spianatoia, un’ora di lievitazione, cottura sulla piastra e, quando le cresce sono quasi cotte, vanno su una graticola sulla brace a scolare l’unto in eccesso e torna-no sulla piastra ricevendo, su metà del disco, la farcitura prescelta su cui ripiegare l’altra metà. La tradi-zione vuole che la farcia siano erbe cotte e pezzi di un formaggio che si sciolga al calore ma, cibo di strada, chioschetti o bar la propongono con prosciutto cotto e mozzarella per un gusto delicato, o formaggio e salame per chi lo ama deciso. Igolosipreferisconoprosciuttocru-doecasciottad’Urbino ed eccola, calda, per una merenda o un pran-zo veloce ma fuori dall’ordinario, specialmente se lasciate da parte birre e cocacole varie. Ci vuole un Bianchello del Metauro, fresco, e siete a posto!Di sicuro la crescia sfogliata di Ur-bino, assaggiata, lascia il ricordo di sé come a Giovanni Pascoli che, a un amico, ricordava: “... sono più di trent’anni che non vedo Urbino ma nulla m’è uscito di mente, com-prese le cresce della ‘Baciocca’...”. L’osteria non c’è più ma, tranquilli, le cresce sfogliate sono le stesse. IN

46 | IN Magazine

Gustare | La crescia sfogliata

Il FanoInternationalFilmFestivalspegne le sue 22 candeline dal 17 al 23 ottobre prossimi. La mani-festazione dedicata al cortome-traggio - fondata e diretta da Pie-rangelo Pucci, docente ed esperto cinematografico - festeggia un al-tro compleanno illustre: i 50 anni de La Dolce Vita di Fellini con una serie di iniziative che prendono il via domenica 17 ottobre alle 17.30 nell’ex Chiesa di San Michele in largo Arco d’Augusto, con l’inau-gurazione della mostra dell’artista Manuela Sain, I colori de La Dolce Vita e l’Italia del boom economico dal 1952 al 1973. Vent’anni di cinema e di storia del Belpaese (ingresso libe-ro e catalogo in mostra; visite fino a sabato 23 ottobre in orario 17 - 19.30). “Le proiezioni - annuncia Fiorangelo Pucci - iniziano lunedì 18 ottobre alle 21.15 al Teatrodel-laFortuna con la serata dedicata a Charlie Chaplin: viene proiettato

Il monello, il restaurato capolavoro muto in bianco e nero, accompa-gnato musicalmente dall’Augusto Vagnini Quintet. Quindi la Sala Ver-di del Teatro ospita, martedì dalle 21.15, la vetrina internazionale, ovvero ilmegliodelcinemacortointernazionale del 2010 con una proiezione di ben 25 corti.” Il festival prosegue mercoledì alle 21.15 nella Sala Verdi con le opere segnalate dalla giuria con una menzione speciale e, giovedì 21, con la serata dedicata ai cor-tometraggi di animazione inter-nazionali di alto livello del 2010. Anche la MediatecaMontanari ha un ruolo da protagonista: ospita, martedì, mercoledì e giovedì dalle 16 alle 19.30, le proiezioni di corti cinematografici italiani e di corti documentari e, venerdì, il semi-nario di formazione per docenti su “Multimedialità e didattica”. Sempre venerdì dalle 21.15 nella

Sala Verdi sono proiettati i corti vincitori delle sezioni “Scuola” e quelli realizzati da autori marchi-giani. Il gran finale sarà sabato 23 alle 21.30 nella cornice del Teatro, con il gala di premiazione e la pro-iezione delle opere vincitrici alla presenza dei registi e dei migliori attori. Il Festival è organizzato dall’asso-ciazione Fotovideocineclub di Fano con il contributo e la collabora-zione di Assessorato alla Cultura del Comune, Provincia, Regione Marche, Agis e Mediateca della Marche. Vengono assegnati pre-mi anche a: miglior film di autore internazionale; miglior film di au-tore italiano; miglior autore mar-chigiano; miglior attore e migliore attrice; migliore tesi di laurea di argomento cinematografico. L’in-gresso è sempre libero e gratuito fino a esaurimento dei posti dispo-nibili. www.fanofilmfestival.it IN

testo Benedetta Andreoli

La festa dei Corti

La Dolce Vita in mostra

“La mostra - racconta l’artista Manuela Sain - si basa sui colori che la Dolce Vita ha impresso in quegli anni. Inoltre rendo omaggio ai trascorsi fumettistici di Fellini: in alcune opere ci sono anche simboli o figure legate al fumetto. Come sempre, la mia passione per il cinema ha ispirato le opere, in pittura acrilica su tela. Lo sceicco bianco, I vitelloni, La strada, Anitona, Marcello, I paparazzi, 8 e mezzo, Amarcord, Vacanze romane.”

48 | IN Magazine

Proiettare | XXII Fano International Film Festival

La rivista “Panorama” il 29 aprile 2010 ha pubblicato una sua enor-me foto a tutta pagina, o meglio su due, a dimostrazione della consi-derazione di cui gode PaoloAndre-ani, da un anno presidentediCon-findustria Marche. Una Regione che ha individuato, prima di altre, un filone che potrà assicurare un futuro di sviluppo: ilsistemacasa. Robotica, elettrodomestici, indu-stria del mobile, produzioni che affondano le radici in un passato glorioso e che oggi hanno un solo obiettivo: lariduzionedeiconsumienergetici. Andreani, nel giugno 2009 chia-mato a guidare gli imprenditori delle Marche (un’impresa ogni nove abitanti, la regione più ma-nifatturiera d’Italia), da un anno si muove con saggia determinazio-ne per superare la crisi, aiutato in questo dall’apertura alla ricerca

e all’innovazione di molte azien-de leader nei rispettivi settori, e dalla Regione, il cui presidente Gianmario Spacca ha dimostrato una sensibilità non comune per l’industria, consapevole che la stes-sa ha permesso ai marchigiani di uscire da una condizione ultrase-colare di arretratezza economica. Andreani è certamente la persona giusta al posto giusto, il suo cur-riculum lo dimostra. Aveva appe-na 17 anni quando, come addetto all’Ufficio Acquisti e del personale, cominciò a lavorare in un’azienda privata con oltre 100 dipendenti e da allora non si è mai fermato. A24anniinsiemeaduesocicostitu-iscelasuaprimasocietà, “Gumas srl”, infissi in alluminio e carpen-teria metallica con oltre cento dipendenti. Nel 1971 nasce “Isa Industrie Serramenti Alluminio” che diventa ben presto leader a li-vello nazionale. Oggi ha cambiato nome, “IsaSpa” ma le sue realizza-zioni spaziano dal rifacimento del Grattacielo Pirelli a Milano all’A-

eroporto di Fiumicino a Roma, passando per il grattacielo Enel a Napoli. Dal 1997 è Presidente dalla “Gisam Spa”, società capogruppo di manifatturiere quali : “Nuova Saf” (progettazioni interni), “Flo-nal Spa” (padelle e pentole in al-luminio antiaderenti) che esporta il 90% della produzione, “Oikos Spa” (cucine componibili), “Domo Srl” (ancora pentole antiaderenti), “Espansione Srl” (immobili indu-striali), “Monteconero Srl” (società immobiliare). Un’agenda, la sua, decisamente “piena”, ma non ba-sta. Sono altrettanto note le sue re-sponsabilità nell’ambito sociale, in Confindustria, e pubbliche, come consigliere presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano e come vicepresidente di “Carifano Spa”. C’è,infine,ilsuograndeamoreperilmare, tanto da costituire la “An-dreani Paolo&Yachting Sas”, parte-cipare e vincere importanti regate e pubblicare un libro 25 anni in bar-ca a vela, sul rapporto con il vento, naturalmente in poppa. IN

testo Alberto Berardi - foto Luca Toni

Presidente a tutto Tondo

Chi è Paolo Andreani

La contrazione c’è stata e il recupero non sarà rapido ma il calo di fatturato e produttività si è sempre tenuto al di sotto della media nazionale”, parola di del fondatore e leader del gruppo Gisam, 60 milioni di fatturato. Nato a Orciano di Pesaro e residente a Fano, dal giugno 2009 guida Confindustria Marche. Una grande responsabilità nel momento delicato che l’economia sta vivendo. Andreani però ama le sfide.

50 | IN Magazine

Guidare | Paolo Andreani

Mauro ManziniPersonal trainer al servizio del benessere femminileIl preparatore sportIvo pesarese, certIfIcato dall’amerIcan college of sports medIcIne, c’Introduce alla mIglIore preparazIone per la donna, rIbaltando vecchI preconcettI. perché oggI allenarsI coI pesI, seguItI daI consIglI dell’esperto, aIuta a dImagrIre!

Dopo 20 anni d’attività come preparatore m’im-

batto ancora in luoghi comuni sull’effetto dell’al-

lenamento femminile con i pesi. Resta un timore

diffuso di ottenere eccessivo sviluppo muscola-

re. Studi scientifici già negli anni ’70 dimostravano che è un

timore immotivato: alle donne manca un corredo ormonale

per provocarlo. Altri studi scientifici dimostrano, inoltre, che

l’allenamento della massa muscolare è un’efficace via per

ottimizzare anche la perdita di massa grassa: fare pesi aiu-

ta a dimagrire! È di primaria importanza migliorare la

capacità dell’organismo di utilizzare ossigeno: risultato

che si ottiene con allenamenti aerobici a circuito, ad alta e

bassa intensità, su attrezzi cardiofitness, controllando la fre-

quenza cardiaca e stimolando con i pesi i settori muscolari. Il

cardiofitness diventa collegamento fra gli esercizi, una sorta di

“stazione defaticante”.

Queste forme di allenamento sono personalizzabili, di-

namiche e divertenti. Nell’immaginario collettivo si pensa

che l’allenamento con i pesi per le donne preveda un numero

alto di ripetizioni veloci per ottenere notevole dispendio ener-

getico e raggiungere un dimagrimento organico; oppure ese-

guire molti esercizi per le gambe con tempi di

recupero estremamente ridotti.

Ma queste metodiche provocano forte produzio-

ne di acido lattico, il cui accumulo è un fattore

negativo, in quanto predispone alla cellulite. andiamo ai

suggerimenti pratici: eseguire programmi di allenamento

circuit-training alternando esercizi per gli arti inferiori, con 6

ripetizioni ma un carico che ne permetterebbe 10/11 massima-

li, ed esercizi per gli arti superiori a 10 ripetizioni, o intervallare

esercizi per gli arti inferiori e brevi sessioni aerobiche.

In questo modo è possibile ottenere beneficio musco-

lare senza produrre un’ipertrofia limitando i problemi

dell’acido lattico. Alla fine dell’allenamento, almeno 10 mi-

nuti di attività aerobica blanda, per bruciare l’acido generato.

Studi scientifici dimostrano che allenare la massa mu-scolare permette la perdita di massa grassa nelle donne.

mauro manzinic/o Athletic Club

via Respighi 10Pesaro

Tel. 0721.415260www.athleticlubpesaro.com

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capacità dell’organismo di utilizzare ossigeno: risultato

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IN Magazine | Special ADV

testo Glauco Maria Martufi

Metamorfosi del Libro

La storia d’amore fra Urbino e il libro è antica di almeno sei secoli. Questa storia continua anche con l’ultima accessione urbinate, la Biblioteca“CarloeMariseBo”. Ol-tre al rapporto d’amore, c’è però anche un’idea di trasformazione: la MetamorfosidelLibroha nella città ducale un luogo ideale. In questo ambiente è nata la “ScuoladelLibro”, che ha costituito prima la perpetuazione dell’antica edito-ria d’arte, poi ha saputo cogliere il meglio delle nuove tecniche e tec-nologie editoriali. Oggi, mentre il libro affronta con l’elettronica una metamorfosi da molti paragonata a quella del tempo di Gutemberg,

Urbino presenta finoal31ottobreArsLibraria2010-LeMetamorfosidellibro. Un evento molto articolato: la mostra nelle sale del Castellare a Palazzo Ducale espone esemplari della Biblioteca Universitaria di Urbino, della Biblioteca “Carlo e Marise Bo”, della Scuola del Libro e delle biblioteche pesaresi Olive-riana e Fondazione Rossini. Al cen-tro della mostra, una rara edizio-ne, proveniente da una biblioteca privata, in cui Picasso interpreta le Metamorfosi di Ovidio mentre nella Sala del Maniscalco è la parte dedicata a “La metamorfosi nella narrativa per l’infanzia”. IN

Il Tribunale di Pesaro, in persona del giudice Vin-cenzo Pio Baldi , sommariamente pronunciando sulla domanda cautelare proposta da Intercontact s.r.l. nei confronti di Campanelli Simonetta, con ricorso depositato in data 25.03.2010, così prevede:a) ordina alla Campanelli di cessare ogni attività imprenditoriale per la durata di cinque anni de-correnti dall’1/04/2009 avente per oggetto quanto indicato dall’art. 1 del contratto stipulato nella pre-detta data con la Intercontact s.r.l., ossia il disbrigo di pratiche di relazioni pubbliche, servizi sociali, ricerche di mercato, affari pubblicitari servizi turi-stici, organizzazione eventi, convegni e congressi e attività analoghe, ad eccezione che con i clienti Riz e Katyna Ortolani, CTC Production e Fondazione Berloni con i quali detta attività è consentita;

b) ordina la pubblicazione del rispetto del dispositi-vo del presente provvedimento, con caratteri doppi rispetto al normale, a spese della Campanelli, per due numeri consecutivi sulla rivista “Pesaro-Urbi-no IN Magazine”, nonché, negli stessi termini, per due volte a distanza di una settimana l’una dall’al-tra, sul quotidiano “il Resto del Carlino” edizione di Pesaro;c) condanna la Campanelli al pagamento delle spese processuali sostenute dalla società ricorren-te liquidate in € 1.210,00 per diritti, € 30,00 per spese vive ed € 2.600,00 per onorario, oltre spese forfettarie, Iva e cassa.Si comunichi a cura della cancelleria.

Pesaro, 3/06/2010

TRIBUNALE DI PESAROordinanza

P.Q.M.

Urbino | Ars Libraria 2010

porschepesaroINsettembre.qxd 28/09/2010 08:18 Pagina 1