tuttolibri 26 ottobre 2013

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LA STAMPA SABATO 26 OTTOBRE 2013 . I L’etnologo tedesco scoprì le civiltà e la cultura di un mondo considerato semplice luogo di conquista E se sbagliassimo tutti, se la monu- mentale, ingom- brante Storia della civiltà africana di Leo Frobenius (che Adelphi ora ripubblica) in realtà fosse soprattutto uno straordinario libro di viaggio? L’etnologo te- desco compì dodici spedizioni nel continente tra il 1904 e il 1932, dal Fezzan al Capo, dal Sudan al Congo, dalla Guinea al Kalahari. Quando partì la prima volta si lasciò dietro le arroganti certezze della Ger- mania guglielmina; quando attraversò la Libia, ed era l’ul- tima volta, bruciavano a Ber- lino già i fuochi sinistri del Terzo Reich. Chi ha viaggiato in Africa può capire: Lei ti batte nel pet- to e tiene desti tutti i tuoi de- moni, quando torni a casa il cuore non riesce a riabituarsi al quotidiano, ci metti mesi a decidere chi vuoi es- sere. Non puoi mai dare per finito un li- bro di viaggio, ed è questo che fa batte- re così forte la mia anima quando chiu- do Frobenius. For- se, come lui, non tornerò più a quelle savane, ai fiumi belli e terribili, ai duri deserti assolati. Ma so, come lui, che viaggiare ti allunga la vita, la riempie di volti e di paesaggi, di canti di suoni, di leggende e di orizzonti che ignoravi. Le tue vecchie idee crollano e ne nascono di nuove. Viaggiare in fondo è scoprire che tutti sbagliano, quando viaggi le tue convinzio- ni cadono con la stessa facilità degli occhiali, solo che è più dif- ficile rimetterle al loro posto con un semplice gesto. Queste non sono pagine di un libro di storia: non ci sono date e fatti, ma molto di più, la commozione. Viaggiare infatti è anche una sospensione nel vuoto e per questo inevitabil- mente suscita una sensazione di eternità. Il viaggio è una spa- zio in continuo movimento, so- prattutto dove sembra fermar- si solo il tuo tempo interiore. Il secolo si apriva come ri- corda lo scienziato tedesco, con una concezione del mon- do «simile a un orario ferro- viario o a un listino di borsa… il credere nel dato di fatto era una professione di fede…». E l’Africa? La terra dei sel- vaggi dei primitivi dei senza storia. Dove lui, come un voyeur impudico, notava quello che succedeva intorno, ascoltava la voce dei vecchi che distillavano saggezza sot- to l’ombra del sacro baobab. Ma non solo questo, che era in fondo solo raccogliere e cata- logare. Si lasciava coinvolge- re, si stupiva, si commuoveva, sentiva la tenerezza degli uo- mini e anche il timore davanti all’imprevisto. Si osservava mentre guardava fuori di sé. Ci sono due libri che hanno cambiato lo sguardo dell’Oc- cidente sull’Africa. Il primo uscì a Londra nel 1885, lo stes- so anno de L’isoladeltesoro:Le miniere di re Salomone, uno dei libri più letti di tutti i tempi, in fondo anche questo un libro per ragazzi. Lo aveva scritto un gio- vanotto frustrato, che aveva in- vano progettato di diventare uno statista o un eroe dell’im- pero; Henry Rider Haggard. Oggi è sconosciuto: allora fece sognare l’Africa alla gioventù inglese e americana. E non solo, incoraggiò i politici inglesi a estendere l’impero e diede ali ad affaristi ambiziosi come Ce- cil Rhodes. L’altro libro fu, nel 1933, La storia della civiltà africana. Era ancora un goffo rozzo gigante: o «terra morta … una mare di sabbia pietre rocce, un bacino sconfinato che vive nella vampa bruciante del sole...»; o «un cie- lo di acciaio su una steppa che si estende per chilometri, ter- reno scuro erba erba erba.. qua e là una acacia a ombrello...»; oppure «foresta, un tetto di fo- glie senza fiori e una aria greve senza luce...». E gli uomini? Barbari semibestiali, popolo selvaggio e depravato che ave- va prodotto solo qualche fetic- cio, arte barbarica del diavolo… Frobenius affiancò in modo ri- voluzionario la parola Africa alla parola civiltà, che altro non è che l’atto di recitare la realtà, di of- frire la propria visione del mon- do. E poiché sente e crea, meri- ta rispetto attenzione imitazio- ne. Cade il velo: l’Africa dei sel- vaggi non era che menzogna per giustificare la tratta. Certo, c’è del vecchiume, troppa enfasi, teorie caduche come quella dei cicli delle civil- tà. Ma è scritto da chi ha fiutato toccato e gustato una civiltà. Che nella luce nuda delle matti- ne d’Africa si è stupito di trova- re villaggi le cui vie principali erano per chilometri fiancheg- giate da quadruplici file di pal- me e le capanne erano capola- vori incantevoli di intreccio e di intaglio. Che ha toccato con le mani ogni tazza ogni pipa ogni cucchiaio, le splendide armi di ferro di rame con l’impugnatu- ra in pelle di serpente, che ha ascoltato «lo spirito africano», come chiamava migliaia di no- velle leggende miti. Tutti gli africani, da sempre sono in perpetuo movimento. Come dice un loro proverbio viaggiare è ballare, adattare il tuo passo a quello degli altri, gi- rare nel vuoto seguendo suoni e ritmi sconosciuti. E’ il ritmo an- che dei grandi scrittori: danza- re voltando le spalle alla paura, scrivere ciò che desta la tua at- tenzione la tua meraviglia la tua inquietudine, frugare nel- l’ignoto con il dito dell’audacia. Ballare, scrivere, c’è forse liber- tà più grande? Leo Frobenius «Storia della civiltà africana» Adelphi pp. 488, €30 Si lasciava coinvolgere, si stupiva, sentiva la tenerezza degli uomini e il timore davanti all’imprevisto DOMENICO QUIRICO LA STAMPA A cura di BRUNO VENTAVOLI [email protected] wwwlastampa.it/tuttolibri/ NUMERO 1883 - ANNO XXXVII - SABATO 26 OTTOBRE 2013 In questo numero: Ruge, la mia Germania al di là del Muro; le geografie immaginarie di Eco e i paesaggi di Pericoli Letture in rosa tra amori e delitti; diario di lettura con Serena Vitale Un «Paesaggio» di Pericoli nella raccolta uscita da Adelphi video intervista Silvia Avallone La forza della provincia quando la città tradisce nell’ultimo romanzo «Marina Bellezza» http://lastampa.it/tuttolibri Una testa in terracotta XII-XV sec. della cultura Yoruba;quisotto Leo Frobenius (1873 –1938) l’etnologoprussiano che dedicò la vita a studiare le civiltà africane; pubblicò decine di saggi e viaggiò in territori ancora sconosciuti all’uomo europeo Che menzogna l’Africa dei selvaggi I VIAGGI DI FROBENIUS ALL’INIZIO DEL ’900

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Tuttolibri 26 Ottobre 2013

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Page 1: Tuttolibri 26 Ottobre 2013

LA STAMPA

SABATO 26 OTTOBRE 2013.I

L’etnologo tedesco scoprì le civiltà e la culturadi un mondo considerato semplice luogo di conquista

Ese sbagliassimotutti, se la monu-mentale, ingom-brante Storia dellaciviltà africana di

Leo Frobenius (che Adelphiora ripubblica) in realtà fossesoprattutto uno straordinariolibro di viaggio? L’etnologo te-desco compì dodici spedizioninel continente tra il 1904 e il1932, dal Fezzan al Capo, dalSudan al Congo, dalla Guineaal Kalahari. Quando partì laprima volta si lasciò dietro learroganti certezze della Ger-mania guglielmina; quandoattraversò la Libia, ed era l’ul-tima volta, bruciavano a Ber-lino già i fuochi sinistri delTerzo Reich.

Chi ha viaggiato in Africapuò capire: Lei ti batte nel pet-to e tiene desti tutti i tuoi de-moni, quando torni a casa ilcuore non riesce a riabituarsial quotidiano, ci metti mesi adecidere chi vuoi es-sere. Non puoi maidare per finito un li-bro di viaggio, ed èquesto che fa batte-re così forte la miaanima quando chiu-do Frobenius. For-se, come lui, nontornerò più a quellesavane,ai fiumibellie terribili, ai durideserti assolati. Maso, come lui, cheviaggiare ti allungala vita, la riempie divolti e di paesaggi,di canti di suoni, dileggende e di orizzontiche ignoravi. Le tue vecchieidee crollano e ne nascono dinuove. Viaggiare in fondo èscoprire che tutti sbagliano,quando viaggi le tue convinzio-ni cadono con la stessa facilitàdegli occhiali, solo che è più dif-ficile rimetterle al loro postocon un semplice gesto.

Queste non sono pagine diun libro di storia: non ci sonodate e fatti, ma molto di più, lacommozione. Viaggiare infattiè anche una sospensione nelvuoto e per questo inevitabil-mente suscita una sensazionedi eternità. Il viaggio è una spa-zio in continuo movimento, so-prattutto dove sembra fermar-si solo il tuo tempo interiore.

Il secolo si apriva come ri-corda lo scienziato tedesco,con una concezione del mon-do «simile a un orario ferro-viario o a un listino di borsa…il credere nel dato di fatto erauna professione di fede…».

E l’Africa? La terra dei sel-vaggi dei primitivi dei senzastoria. Dove lui, come unvoyeur impudico, notavaquello che succedeva intorno,ascoltava la voce dei vecchiche distillavano saggezza sot-to l’ombra del sacro baobab.Ma non solo questo, che era infondo solo raccogliere e cata-logare. Si lasciava coinvolge-re, si stupiva, si commuoveva,sentiva la tenerezza degli uo-mini e anche il timore davantiall’imprevisto. Si osservavamentre guardava fuori di sé.

Ci sono due libri che hannocambiato lo sguardo dell’Oc-cidente sull’Africa. Il primouscì a Londra nel 1885, lo stes-so anno deL’isola del tesoro: Le

miniere di re Salomone, uno deilibri più letti di tutti i tempi, infondo anche questo un libro perragazzi. Lo aveva scritto un gio-vanotto frustrato, che aveva in-vano progettato di diventareuno statista o un eroe dell’im-pero; Henry Rider Haggard.Oggi è sconosciuto: allora fecesognare l’Africa alla gioventùinglese e americana. E non solo,incoraggiò i politici inglesi aestendere l’impero e diede aliad affaristi ambiziosi come Ce-cil Rhodes.

L’altro libro fu, nel 1933, Lastoria della civiltà africana. Eraancora un goffo rozzo gigante: o«terra morta … una mare disabbia pietre rocce, un bacino

sconfinato che vive nella vampabruciante del sole...»; o «un cie-lo di acciaio su una steppa chesi estende per chilometri, ter-reno scuro erba erba erba.. quae là una acacia a ombrello...»;oppure «foresta, un tetto di fo-glie senza fiori e una aria grevesenza luce...». E gli uomini?

Barbari semibestiali, popoloselvaggio e depravato che ave-va prodotto solo qualche fetic-cio, arte barbarica del diavolo…Frobenius affiancò in modo ri-

voluzionario laparola Africa alla

parola civiltà, chealtro non è che l’atto

di recitare la realtà, di of-frire la propria visione del mon-do. E poiché sente e crea, meri-ta rispetto attenzione imitazio-ne. Cade il velo: l’Africa dei sel-vaggi non era che menzognaper giustificare la tratta.

Certo, c’è del vecchiume,troppa enfasi, teorie caduchecome quella dei cicli delle civil-tà. Ma è scritto da chi ha fiutatotoccato e gustato una civiltà.Che nella luce nuda delle matti-ne d’Africa si è stupito di trova-re villaggi le cui vie principalierano per chilometri fiancheg-giate da quadruplici file di pal-me e le capanne erano capola-vori incantevoli di intreccio e diintaglio. Che ha toccato con lemani ogni tazza ogni pipa ognicucchiaio, le splendide armi diferro di rame con l’impugnatu-ra in pelle di serpente, che haascoltato «lo spirito africano»,come chiamava migliaia di no-velle leggende miti.

Tutti gli africani, da sempresono in perpetuo movimento.Come dice un loro proverbioviaggiare è ballare, adattare iltuo passo a quello degli altri, gi-rare nel vuoto seguendo suoni eritmi sconosciuti. E’ il ritmo an-che dei grandi scrittori: danza-re voltando le spalle alla paura,scrivere ciò che desta la tua at-tenzione la tua meraviglia latua inquietudine, frugare nel-l’ignoto con il dito dell’audacia.Ballare, scrivere, c’è forse liber-tà più grande?

LeoFrobenius

«Storiadella civiltàafricana»Adelphi

pp. 488, €30

Si lasciava coinvolgere, si stupiva,sentiva la tenerezza degli uominie il timore davanti all’imprevisto

DOMENICOQUIRICO

LA STAMPA

A cura di

BRUNO VENTAVOLI

[email protected]/tuttolibri/

NUMERO1883 - ANNO XXXVII - SABATO 26 OTTOBRE 2013

Inquestonumero:

Ruge, lamia

Germania

aldi làdelMuro;

legeografie

immaginariediEco

eipaesaggi

diPericoli

Letture inrosa

traamori

edelitti;

diariodi lettura

conSerenaVitale

Un «Paesaggio» di Pericoli

nella raccolta uscita da Adelphi

videointervista

Silvia AvalloneLa forza

della provinciaquando la città tradiscenell’ultimo romanzo«Marina Bellezza»

http://lastampa.it/tuttolibri

Una testa in terracottaXII-XV sec. della cultura

Yoruba; qui sottoLeo Frobenius

(1873 –1938)l’etnologo prussiano

che dedicò la vitaa studiare le civiltà africane;

pubblicò decine di saggi eviaggiò in territori ancora

sconosciutiall’uomo europeo

Chemenzognal’Africadeiselvaggi

I VIAGGI DI FROBENIUS ALL’INIZIO DEL ’900

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Sin dalle prime pagine emerge la tesi del libro:Levièunuomofragileeal tempostessofortissimo.Lafragilitàèquelladicheèstatotravoltodalgorgodella storia, riesce fortunosamentea sopravviveree diventa il testimone di quella tragedia. Testimo-ne perché scrittore, e scrittore perché uomo umi-le, attento, acuto, solido, curioso. Come ricordaSessi, citando Ernesto Ferrero, Levi mette in di-scussione se stesso. Il libro è diretto ai ragazzi chesui banchi di scuola leggono soprattutto il suo pri-mo libro, Se questo è un uomo. Sessi vi racconta inmodo piano e con ricchi dettagli la vicenda dellabrevemilitanzapartigiana, l’arresto, lapermanen-za a Fossoli e la deportazione ad Auschwitz. E co-me Levi si sia trasformato da scrittore in testimo-ne, non solo attraverso i libri scritti, mamediantele decine edecined’incontri con scolaresche e gio-vani. Il suo terzomestiere, dopo quello di chimico,che gli dava da vivere, e quello di scrittore, il cuivalore e statuto si è conquistato poco a poco, e congrande difficoltà in un mondo, la letteratura, cheha faticato a reputarlo tale.

Primo Levi alza gli occhiali all’altezza dellafronte. È controsole, così che l’ombra dellamontatura gli cade sul viso, incorniciando

con il suo segno nero l’unico occhio che si vede(l’altro è coperto dall’ombra della mano). Quasinon si scorge il resto del volto.Omeglio: è partitoin due: in alto, capelli, occhiali e fronte costitui-sconoquasiunafaccia; inbasso, l’occhiounico, in-tenso, che ci guarda, crea l’effetto di un secondovisoches’addensa intornoallaboccaeallabarba.

JillianEdelstein, la fotografa sudafricana cheha scattato la foto (vive e Londra e lavora nelmondo della moda), ha centrato con questoscatto un elemento centrale della personalitàdell’autore di Se questo è un uomo: la duplicità, lasua natura centauresca. L’immagine si trovasulla copertina del libro di Frediano Sessi, Pri-mo Levi: l’uomo, il testimone, lo scrittore (foto già apparsa sulla biografia di Carole Angier, Il dop-pio legame, Mondadori). Si tratta di un’immagi-ne importante. Non so se la Edelstein, fotografache alterna immagini glamour a foto più dure,

avesse colto il doppio aspetto della personalità diLevi, oppure se sia stata solo un’intuizione. Sessiha dedicato il suo libro, destinato ai ragazzi della scuola media e superiore, prima di tutto alla per-sonalità dell’autore della Tregua, poi alla sua atti-vità di testimone,meno all’opera.

«Primo Levi: l’uomo,il testimone, lo scrittore»

di Frediano Sessi, EinaudiRagazzi, pp. 157, € 10

MARCO

BELPOLITI

Lacopertina

PrimoLevifragilee fortissimonelloscattodiJillianEdelstein

Il titolo è solo un assag-gio di ciò che aspetta illettore: «L’inizio dell’in-finito» di David Deut-sch, guru della compu-tazione quantistica, co-stringe a una vertiginecontinua, in cui ci si per-de rapidamente per ec-cesso di spunti, idee e scenari. Ma un filo con-duttore c’è ed è la scienza, l’unica - secondol’autore - capace di generare progresso, cioè latrasformazione di tutto ciò con cui veniamo acontatto. Senza progresso la Terra sarebbeun luogo orribile: noi non siamo i suoi ospiti.Siamo i suoi designer e i suoi creatori.

Gabriele Beccaria

1L’inizio

dell’infinitodi David Deutsch

Einaudi

pp. 501, € 32

Ecco la straordinariacorrispondenza Tago-re-Ocampo. L’anzianoscrittore indiano dalpensiero religioso e filo-sofico che permea lasua lunga vita e lamecenate di Buenos Ai-res, futura fondatrice diSur. Durante il soggior-no, novembre 1924-gennaio 1925, offerto alMa-estro dalla Ocampo a San Isidro sul Río de laPlata, nasce nella giovane quella passione mi-stico-erotica per l’anziano filosofo, che, non ve-nendomaimenodurante i fatali anniTrenta, sitrasformerà in grande solidarietà produttiva.

Angela Bianchini

2Non posso

tradurre il miocuore

di Tagore e Ocampo

Archinto

pp. 116, € 15

Autocontrollo, perseve-ranza, curiosità, deter-minazione, fiducia in sestessi, ottimismo: Com-petenze Non Cognitiveper gli economisti, Trat-ti della Personalità pergli psicologi. Sfaccetta-ture del Carattere, in-somma, e stando a unmodo nuovo di pensare lo sviluppo infantile«capitanato» dal Premio Nobel James Heck-man sono valenze del successo ben più delle in-formazioni linguistico-matematiche di solitoinculcate nella scuola dell’infanzia. Il limpidotrattato di Tough, riferimento irrinunciabileper educatori e non solo, approfondisce comeaccenderle e coltivarle.

Ferdinando Albertazzi

3Il potere

del caratteredi Paul Tough

Fabbri

pp. 352, € 15

Terry Brooks torna con una nuova trilogia. Druidi, elfi, troll ecreature fatate: l’universo di Shannara non è cambiato. Anchese la magia non è più la stessa: da tempo combatte contro lascienza, che ormai domina le Quattro Terre. Ma la scoperta diun diario segreto, che nasconde le «indicazioni» per trovare lepietre magiche perdute, può ribaltare la situazione. La storia ètutta qui: una ricerca, una compagnia di eroi e la conquista delpotere. Insomma, niente di più classico.

Alice Castagneri

4I Guardiani di Faerie

di Terry Brooks

Mondadori, pp. 355, € 20

Mentre Catherine Deneuve compie 70 anni tornaBella di giorno che l’attrice interpretò sotto ladissacrante regia di Buñuel. L’elegante Séverine,borghese sposata, ricca, frigida con l’affettuosomarito abile chirurgo (e tormentata dai fantasmidi un’antica violenza), si offre prostituta ognipomeriggio tra le 14 e le 17 a uomini anche mania-ci come fosse un fitness dell’animo e dell’eros,finché l’invaghimento di un cliente rude e malavi-toso non guasta il gioco trasgressivo. Il romanzoche rivelava un lato oscuro della sessualità fem-minile e rotola verso un finale crudelmente bef-fardo per il marito, scandalizzò la Francia Anni30. Il libro (del ’28) con il suo lacerante contrastotra corpo e cuore regge ancora nell’era delle chate dei siti per incontri adulterini. Il film (del ’67)un po’ meno, se non fosse, appunto, per l’algidaperversità di Catherine.

Bruno Ventavoli

Bella di giornodi Joseph Kessel

edizioni e/o

pp. 164, € 14

Per rispondere alla più subli-me delle domande, colmarel’abissale divario tra il Niente eil Qualcosa, Jim Holt riempie365 pagine – una al giorno, perun anno vissuto filosoficamen-te – di apologhi, aneddoti,equazioni matematiche, confi-denze autobiografiche... E, rac-contando il volo notturno di pipistrelli messicani suAu-stin, la nobile fine del suobassottoRenzo, la nausea sar-trianaprovataatterrandodalcielonelcaosdellagrandecittà, o il brivido teoreticoavvertitodaBruceSpringste-en The Boss, spiazza, diverte, sorprende: provoca nellettore l’anticoeperpetuostuporedi fronteall’universo.

Alessandra Iadicicco

5Perché il mondo

esiste?di Jim Holt

Utet

pp. 365, € 16

Perché cambiare laCostituzio-ne? E comunque: è l’ora esattaper toccarla o ritoccarla? Esi-ste forse un gruppo di uominiin grado di dettare regole vali-de per sé e per chi verrà nonancorate alle rispettive biso-gna? Interrogativi che rintoc-cano meditando un discorso diPiero Calamandrei all’Assem-blea Costituente, marzo 1947 (qui con l’introduzionedi Carlo Azeglio Ciampi). «Questo progetto di Costi-tuzione non è l’epilogo di una rivoluzione già fatta;ma è il preludio, l’introduzione, l’annuncio di una ri-voluzione ancora da fare». Ecco: ancora da fare.

Bruno Quaranta

6Chiarezza nella

Costituzionedi Piero Calamandrei

Edizioni di Storia e

Letteratura

pp. 67, € 9

LOSCAFFALE

FEDERICO RONCORONI

Unamoreritrovatolungo216email

Ci si lamenta spesso di quanto la narrativaitaliana sia infestata dal dolorismo, categoriacui appartengono quei romanzi che fanno

della compiaciuta esposizione del dolore (morti,malattie, abbandoni, disgregazione familiare, disagiomentale) il loro principale motore. A elencarepiattamente quel che racconta, si dovrebbe inserire inquesta categoria pure Un giorno, altrove, primoromanzo di Federico Roncoroni, già esordiente nellanarrativa nel 2010 con una raccolta di racconti per

Salani. Ma non è così, anzi, giacchè all’esposizione difatti certamente dolorosi qui si evita accuratamente ildeleterio compiacimento. Se è vero – com’è vero – checiò che riesce a farci davvero piacere un romanzo nonè cosa racconta ma il tono con cui lo fa, Un giorno,altrove possiede allora il tono giusto per raccontarciqualsiasi cosa, comprese le ripetute disceseall’inferno, o se preferite alle corsie d’ospedale, chetoccano al suo protagonista, Filippo Linati. Plauso aRoncoroni per la sua scelta: di un tono che è elegante,spesso irriverente, scanzonato quando serve,altrimenti garbato. E colto, ma con misura.

Linati, o per meglio dire Fil, è uno scrittore disuccesso, benestante, sulla cinquantina, che viveappartato in una bella villa sul lago di Como. Siamonel marzo 2011 quando riceve un’email da Isa,l’amore della sua vita, di cui aveva perso ogni tracciaN

arrativaitaliana

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LA STAMPA

SABATO 26 OTTOBRE 2013.III

EugenRuge«In tempi

di lucedeclinante»Mondadoripp. 346,€21

RUGE, VINCITORE DEL BÜCHERPREIS

“NellamiaGermaniacomunistabugieüberalles”Dai crimini (tabù) dei gulag staliniani,all’infelicità della vita quotidianauna straordinaria saga famigliare della ex Ddr

In tempi di luce declinante èallo stesso tempo il ro-manzodella fine di una fa-miglia, di un paese e diun’utopia. Quattro gene-

razioni di tedeschi dell’Est simuovono verso un baratro ine-sorabile, il tramontodellaDdr edel comunismo, ma il raccontosi snoda attraverso mezzo se-colo senza rabbia né nostalgia.Nel magnifico esordio (che inGermania ha venduto mezzomilione di copie e ha vinto ilBücherpreis) di Eugen Ruge,matematico e traduttore di Ce-chov, cresciuto dietro la Corti-na di ferro, non c’è la satiraspietata o la condannadolorosadei Brussig, dei Biermann o diUwe Tellkamp. E non c’è nean-che traccia della Ostalgie, diquella letteratura ambigua elarmoyante che vagheggia im-possibili ritorni al passato co-munista. C’è distacco. E a quasiun quarto di secolo dalla finedella dittatura di Honecker, nelpanorama letterario tedescosembra ancora una novità.«Sono contento che lei mi di-

ca che c’è distacco - osservaRu-ge, al telefono da Berlino -. Per-ché è ovvio che c’è stato bisognoanche di quei romanzi, di quegliscrittori che facessero i conticonquel regime, checi ricordas-sero e svelassero al mondoquanto fosse orribile la Ddr. Ma è vero anche che io in quel paeseci sono cresciuto, che ne sonostato un cittadino, anche se mene sono andato nel 1988 perchénon ne potevo più. Tra l’altro,l’ho abbandonato quando sem-bravaancorache ilMurononsa-rebbe caduto mai. Insomma, iovolevoraccontare la realtà incuisi è formata la mia identità, incuici sono lemieradici, incui so-no diventato adulto».

In tempi di luce declinante è lastoria di una famiglia berlinesenarrata attraverso il capostipiteWilhelm, comunista ferventeche torna dal Messico con suamoglieCharlotteper ricostruireun Paese annientato dalla guer-ra. Attraverso suo figlio Kurt,rinchiuso nei gulag e riabilitatonella Ddr in via di ri-stalinizza-zione dopo Kruscev, e sua mo-glie Irina, russa, riluttante adadattarsi alla Germania e alla

vecchiaia. Infine, attraverso unanarrazione che converge sem-pre verso l’evento centrale del li-bro, il novantesimo compleannodiWilhelm, Ruge racconta le di-savventure del nipote Alexan-der, disorientato e disilluso, chefugge a Ovest poco prima dellacaduta del Muro, infine del bi-snipoteMarkus.Il convitato di pietra del libro,

come ammette lo scrittore, è ilfratello di Kurt, Werner, mortonel gulag siberiano e argomentotabù della famiglia, come lo era-no i criminidello stalinismoper itedeschi orientali. «In Kurt cisono tratti autobiografici - rivelaRuge - nel senso che anche mio

padre fu internato in un gulagsovietico. Addirittura, ho im-maginatochequestopersonag-gio del libro avesse un fratello,

esattamente come mio padre.La differenza con la realtà, pe-rò, è essenziale. Mio padre emio zio sono tornati entrambi,

ma è stato un talemiracolo, chese avessi fatto tornare Werner,sarebbe stato un falso storico.Dai lager ai tempi dell’Urss, so-prattuttodurante laguerra, eraquasi impossibile tornare, eradurissimo sopravvivere lì».Werner, vittima delle atro-

cità staliniane, diventa l’argo-mento tabù della famiglia, co-me lo erano gli eccidi e i gulagper tutta laDdr. EKurt, un so-pravvissuto trattato con im-barazzo.

Il libro tratta «il declino diun’utopia e di una nazione at-traverso quella famiglia», rias-sume Ruge, aggiungendo che«un altro discorso è chiedersise sia il casodi festeggiare trop-poenfaticamente la finediquel-l’utopia...» Ma se non c’è maitraccia di nostalgia, nei raccon-ti di una realtà cruda, in cui Ru-ge fa dominare meschinerie,bugie, delazione, infelicità, c’èperò un’aura malinconica chetrasfonde tutto. E che simesco-la con un’altra caratteristica ti-pica della Ddr, e che attraversatutto il libro: il grottesco.«Certo chemi ricordo la cru-

deltà o la squallore di tante co-se, ma io ricordo soprattutto ilgrottesco, che ho tentato dimettere molto nel libro». Nelromanzo l’intero l’evento cen-trale, il compleanno del novan-tenne Wilhelm, che si svolge aridossodellacadutadelMuro, èun susseguirsi di momenti tra-gicomici e grotteschi, dal vec-chio che canta la canzone delpartito «che non sbaglia mai»,ai fedelissimi al regime che glidanno una pomposa medagliain rappresentanza di unmondoche sta rovinosamente franan-do tutto intorno. E c’è persinolanonnarussaNadjacheall’im-provviso intona una canzonci-na di una capretta che vienemangiata da un lupo e di cuinell’ultima strofa restano «solocornetti e zoccoli, richiami inu-tili» - altra micidiale metafora.Persino questomomento di po-esia, in fondo, si trasforma dinuovo in un episodio ridicoloquando gli ospiti fraintendonoil ritornello in russo e cantano,convinti, fieri, «vodka, vodka».Ruge prova fastidio, però,

quando «qualcuno non riescea fare i conti con il fatto che lamia condanna della Germaniaest, totale e convinta, sia asso-lutamente compatibile con unatteggiamento critico verso laGermania attuale». La crisiche ci attanaglia ormai da cin-que anni, conclude, andrebbeletta con lenti diverse da quel-le che ci propina certa crona-ca: «Ci vogliono far credereche questa sia una crisi tra na-zioni, tra Germania e Grecia oItalia o Francia, ma in realtà èuna crisi di interessi conflig-genti, tra banchieri e operai,tra industriali e impiegati».Una volta si sarebbe detto: tracapitale e lavoro.

TONIAMASTROBUONI

«Il romanzo è una condanna totalee convinta di quel regime:ma il PaesedellaMerkel non è un paradiso»

Il ritratto grottesco(anti-Ostalgie)è stato un successoeditorialeda 500mila copie

Lucrezia Lerro torna nei territori desolati eaggressivi di un Sud profondissimo con unnuovo romanzo, La confraternita delle putta-

ne, dove i personaggi principali sono le ragazze diun paese depresso, ma dove si impone fin dall’ini-zio la scena di una processione di sapore arcaico evagamente sinistro. Sono i membri di una confra-ternita, che appaiono così descritti: «Gli uominisfilavano. Le teste erano coperte dai cappucci, icorpi nascosti dalle tuniche. Il capo della confra-ternita stringeva nelle mani il c crocifisso. Lo face-va oscillare in alto. Si fermarono davanti al porto-ne della chiesa e prima di entrare presero a cantareuna preghiera in dialetto».

Da questa citazione subito emerge il vigoreespressionistico della narrazione, al centro dellaquale, appunto, sono peraltro giovani donne icui pensieri e i cui discorsi non vanno oltre unasorta di trita banalità insoddisfatta. Come poterpiacere, magari ai militari della vicina base Nato,come truccarsi, o depilarsi o procurarsi sigaret-te, in gruppetti pettegoli e volgari, magari con ildesiderio di andarsene, di emigrare in qualchecittà del nord.

La bella Lara e Mariella sono due amiche inse-parabili, legate da un rapporto più che ambiguo.L’io narrante è invece una ragazzina di tredicianni, che osserva disorientata la frustrazione epersino l’odio serpeggiante nel villaggio. Tra glialtri personaggi c’è il parroco siciliano dedito albere, il padrone del ristorante il cui figlio Clau-dio si prende e si lascia con Lara, Rosaria, a suavolta beona che ogni pomeriggio si scola cinquebottiglie di birra. Insomma, un clima di generaleabbrutimento nel quale si svolgono non poche

scene di violenza, di primitivagestione dei rapporti interper-sonali.

Lucrezia Lerro non prevede losvolgersi di uno sviluppo, anchese arriverà a una conclusione im-portante che lascio ovviamentescoprire al lettore. Propone, insostanza, una costellazione dimicroeventi e chiacchiere, utiliz-zando un fitto dialogo, ben piùche nei suoi libri precedenti. Ri-spetto ai quali conserva l’esat-tezza della scrittura, l’efficaciadel ritmo ben scandito della pro-sa, arrivando peraltro a una den-sità espressiva maggiore. Comese dipingesse una vasta pitturamurale in cui gli sguardi belluinidi molti personaggi si mescola-

no alle attese d’amore o alla voglia di piacere didonne giovani e meno giovani, nelle quali circolasoprattutto il disprezzo e dove la parola più usataper definire le compaesane o definirsi è proprioquella offensiva del titolo.

Naturalmente il susseguirsi degli episodi è di va-ria intensità e anche di esiti di diversa efficacia,oscillando tra una routine quanto mai piatta, rudi-mentale e squallida a improvvisi gesti o situazionidi violenza feroce e animalesca. L’effetto è quello diuna drammaticità latente, in prevalenza ovattatadalla sciatteria del quotidiano, che parrebbe sem-pre pronta a esplodere. Lucrezia Lerro lavora moltosul senso di sgradevolezza dell’ambiente, sulla suaalienante condizione di immobilità depressa. Lavo-ra su un piano orizzontale, quello di una realtà ripe-titiva fino alla nausea, dove a tratti si impongonoscarti e impennate di energia negativa.

MAURIZIO CUCCHI

Lucrezia Lerro«La

confraternitadelle puttane»

Mondadoripp. 204, €16

LUCREZIA LERRO

Comesedurre imilitarinelSud incappucciato

Narrativa italiana

Eugen Ruge, nato nel ’54, ha vissuto a Berlino Est dall’età di due anni: matematico

e traduttore di Cechov ha esordito con grande successo con «In tempi di luce declinante»

sette anni prima. Fil risponde all’email e il romanzocomincia. Sì, è un romanzo epistolare, e la tecnologiaaiuta, giacchè le email si scrivono in scioltezza sullatastiera e le risposte possono arrivare nel giro di pochiminuti: ne conta 216, questo romanzo, che terminanel luglio 2011. Mittente sempre Fil, non leggiamo lerisposte di Isa. Che, come si intuisce dalle lunghelettere di Linati, sono secche, con dentro poco o nullasu di sé, piene anzi di domande. La narrazione va,facendo luce sugli ultimi sette anni di Filippo: haavuto un gravissimo linfoma, da cui è uscito vivo dopouna serie di cure spaventose che gli hanno fattosfiorare la morte. Scomparsi poi i suoi genitori, unodopo l’altro, e solitaria la vita di Fil. Isa, ex-modella,oggi traduttrice, l’aveva abbandonato proprioall’insorgere della malattia. Cosa le è successo nelfrattempo? Perché ha scritto, perché tutte quelle

domande? Sta qui la “trama” del romanzo, cioè nellento far luce sui sette anni di contatti sospesi. Cheprocede senza riserbo, con dovizia di particolari, macon il rischio di compiacimento (si diceva)disinnescato dalla battuta colta, dalla piccolavolgarità ad arte, dall’understatement. Nella partecentrale Roncoroni si sofferma a lungo su dio ereligioni, e il romanzo un po’ ristagna (o diventa dameditazione, come si direbbe di un vino buono macomplesso). Ma altre comparse arrivano del passato,il racconto riprende vigore, il discorso sul divinoacquista un suo senso, e il lettore torna a lasciarsitrasportare dalla grazia e dall’intelligenza di questolungo monologo. Fino a che le carte si scoprono tutte,nell’ultima pagina.

PIERSANDRO PALLAVICINI

FedericoRoncoroni

«Un giorno,altrove»

Mondadoripp. 392 , € 20

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IV .

MARCOVALLORA

Confessiamolo: chiama, alla follia, nelsenso che continuaasfogliarseloeanoncapacitarsi di tanto

profluvio di penetrazione erme-neutica, quel meraviglioso ka-masutra dei Ritratti, che poneTullio Pericoli nel Pantheon de-gli incomparabili, rari essaiystitaliani (e che importa poi, anzi,se per commentare scrittori edartisti, egli usi il pennello od ilpastello, invece delle righe dili-gentemente, alfabeticamenteaccasciate) ebbene, chi conoscebenequellaRecherchedireliquie,rischia (per stupidità flaubertia-na) di accostarsi a questo analo-govolumededicatoaiPaesaggiequel titolovolutamenteanodino,con un certo tremore. Perchéluogo comune ricevuto, vuole,sindal fondobuiodellastoriage-rarchica delle arti, che il generePaesaggio, sia pur reinnervatodal lirismo romantico e titillatodagli sberluccichii impressioni-stici, stia un gradino più in bas-so,quasi leggermenterinsecchi-to e uggioso, rispetto all’imbel-lettatoRitratto delVolto.

Ma Pericoli ha già altrove in-segnato, e dimostrato, che luitratta il paesaggio del Volto, ci-catrici, rughe, guance e verru-che, quasi fosse un terreno ara-to dal tempo (e dall’intelligenzacontadina, gli ricorda Van Go-gh) e viceversa, ovviamente, ilPaesaggio. Per questo, ad untratto, come sedendosi su unpredellino campestre, ecco chel’autore si lascia sfuggire un ri-cordo saggistico, che spilla lì,tra le molte pagine e rive sco-scese dei suoi monti, acque &

fiumiciattoli, da una finestrellainsomma, che lo affaccia sul rigo-roso Simmel. A dimostrazioneche quello che il filosofo teorizzasul volto, vale, esattamente, an-che per questa grandiosa carto-grafia immaginaria di veduteacrobatiche.Nonper caso questolibro superbo e crepitante di soli,delicatissimi choc visivi, che ognivolta vorresti piantumarti lì e ad-dio mondo, sognando, ghiottoportolano che «sorseggia» via

via, gorgogliando, come un bor-raccia d’orzata in pieno deserto,non ha bisogno di prefazioni, or-pelli, diegesi: fila via come un’in-cantata lanterna magica (cheavrebbe consigliato lo stessoProust, chissà, di disfare un po’ dipaperolles e rivedersi molti «no-mi di paese»).

E qui e là, soltanto, qualche in-crespatura trascritta. Ed i nomidei suggeritori sepolti, e vispissi-mi, nonsonodapoco:Rilke,Rous-seau, Borges ePessoa, epperò pu-re la psicoanalista Melanie Klein.Perché forsec’èqualcosadi felice-mente malato, di dolcemente, ri-lassatamente ed ossessivamentestrabico, inquestoscostaredasé itrasudanti umani e di fissare il bi-nocolo dell’affezione solo in que-stasterminataegerminanteenci-

clopedia visiona-ria. Di bitorzoli,rocchetti, torsidi mele e di fac-ce, nuvole fra-stagliate come

pezzetti di puzzle o asterischi al-gebrici, calvinesche terrebarona-li e rampanti, pannelli solari chesimetamorfosano in ridenti lin-guacce-tavolozze, tazze bomarzi-che, che sputano fuori serpentellid’acqua, green poco golfistici, chesi trasformano in giardini allaGreenaway, calligrammatici viot-

toli zen alla Sengaj, colline pregnedi caratteri cirillici.

Evoi sieteancoraperduti, inat-tesa, dentro lo scemo dubbio-pre-giudizio iniziale? Ma Pericoli è do-tato di una fantasia variantisticacosìprodigiosa,chequasitiparquiancorpiùvirtuoso.Etunonsmettipiùdiauscoltare, con lepupille/pa-pille in erezione, questa maliardaSheherazade, che ti sobbalza inot-tovolante ove gli pare, ed ecco chet’abbandona qui sul cucuzzolo diun mappale, lì in un anfratto pale-ontologico, e non smette mai d’af-fabularci e di affascinarci ed affa-marci di dettagli, versandoci nel-l’orecchio trasognate confidenzebotaniche. Di una botanica imma-ginaria, che nessun Linneo potràmai catturare al retino, nemmenoconsigliandosi con un Leo Lionni.E tu ne esci come beatamentestremato, come dopo una Varia-zione Goldberg, diteggiata da unGlenn Gould, che voglia miscelareinsieme, celestialmente, tutte lesue esecuzioni storiche.

Dal 1971, in cui è molto più ma-terico e stratificato-geologico(seguendo il citato Levy Strauss,e penetrando attraverso gli scistidel mondo, con perforanti occhidi castoro,masottosottoguizzansempre fuori i pomelli rassicu-ranti della scrivania) sino ad og-gi, dove la pelle del mondo lieve-mente ingrigisce, domina questostralunato cittadino di Flatlan-dia. In cui anche lo skylinediNewYork slitta via nel sotto-panciadel foglio, come un treno sfuggitoa De Chirico. E se un Goethe dispalle, affacciandosi alla finestradi via Condotti, si può ritrovaretra gli assiepati filarimarchigianidi Leopardi, perché non pensareche sia proprio l’Autore, a starpasqualmente spararanzato incerte vedute: un po’ contadino diBreughel, spiando le evoluzionid’Icaro, un po’ Little Nemo, tra imarosi delle coperte stevenso-niane della sua feconda insonnia.Dondolandosi tra Klee, Stein-berg e Lorenzetti.

CARTOGRAFIA SENTIMENTALE

PericolinelpaesaggiodellemeraviglieUn grandioso catalogo di vedute acrobaticheche paiono volti suggeriti da Rilke o Borges

TullioPericoli

«Ipaesaggi»

Adelphipp. 496, € 36

Serpentelli d’acqua, viottoli zenskyline newyorkesi,e assiepati filari marchigiani

MARCO BELPOLITI

Da molti anni, for-se da sempre, aUmberto Eco in-teressano le illu-sioni. Meglio: la

realtà delle illusioni, ovverocome le illusioni (ma anche ifalsi) riescano a produrre larealtà, a modificarla o quantomeno a trasformarla. Il pendo-lo di Foucault, libro con cui sichiudono anzi tempo gli anniOttanta, incentrato sul temadel complotto, aveva messo atema, in forma narrativa, tut-toquesto inunmodoeccellen-te. Ora Eco ritorna sull’argo-mento, in modo diverso, pub-blicando un libro dedicato ailuoghi leggendari (Storia delleterre e dei luoghi leggendari).

Atlantide, Iperborea, l’isoladi Salomone, la Terra Austra-le,Agarttha,Mu,Lemuria, so-no altrettanti capitoli di que-sto volume riccamente illu-strato, che si legge su tre livel-li: il testo dell’autore, che èuna sorta di visita guidata allastoria dei luoghi; l’antologiadei testi, che segue ogni capi-tolo; l’apparato iconografico,che si intervalla alle paroleampliando la possibilità di«vedere» quei luoghi attra-verso pitture, quadri, incisio-ni, illustrazioni, copertine dilibri, ritratti, ecc. Si parte dal-la Terra piatta, e dal suo mito,che Eco demistifica utilizzan-do la sua enciclopedica cultu-ra di lettore onnivoro, poi sipassa ai luoghi di Omero, allageografia immaginaria e allasua collocazionenel reale spa-zio geografico.

La realtà appare così il pro-dotto dell’immaginazione discrittori, esploratori, falsari,navigatori, giornalisti, para-surrealisti, indovini, perso-naggi noti o assoluta-mente oscuri, che l’au-

Un paesaggio di Tullio Pericoli: l’autore presenta il suo libro il 30 ottobre a Roma, ore 18, Istituto della Enciclopedia Italiana

NATSUME SOSEKI

TokyoprimoNovecentofra traslochie funerali

Atteso dopo la traduzione lo scorso anno delromanzo E poi di Natsume Soseki, il riconosciutoMaestrogiapponesediTanizaki J.ediKawabataY.,

oggi ammirato da Murakami H., è arrivato in libreria Laporta (entrambi da Neri Pozza, entrambi per merito diAntonietta Pastore). I due titoli fanno parte di una trilogiainiziata con Sanshiro (Marsilio, 1990). Sanshiro è unromanzo di formazione; E poi si occupa della maturità; Laportamette inscenadueconiugi sposatidaoltreseianni.

Continuità e progressione in romanzi solidi e compatti

e, per l’ultimo, all’insegna del tre: triangolo, tre figli morti,tre traslochi. Tokyo, primi anni del Novecento. IlCapodanno è prossimo e nella capitale c’è grandeanimazione: negozi con festoni e bandiere, librerie conesposti bellissimi volumi occidentali,eccitazione e frenesiapergliacquisti,matuttoègiàavvenuto.

Durante gli anni dell’università a Kyoto l’amoreimprovviso, travolgente e fatale tra Sosuke, giovane dal brillante futuro, e la timida e delicata Oyone li ha portati atradire l’amico Yasui. In seguito allo scandalo Sosuke èstatoespulsodall’universitàe idueamantisonostatimessialbandoperimmoralitàeabbandonatidafamiliarieamici.Ci sono stati poi gli anni a Hiroshima, a Fukuoka e a Tokyosegnati da tragici lutti e vissuti nel grigiore tra problemieconomiciecrisidi coscienza, tra rimorsiesensidi colpa.

La storia del tradimento è narrata in forma di ricordonella parte centrale del romanzo. Magistrali da parteD

alGiappone

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LA STAMPA

SABATO 26 OTTOBRE 2013.V

BRUNOVENTAVOLI

Due amanti in-collati nell’am-plesso sul let-to che diven-tano un cocco-

drillo, uomini selvaggi da ma-nuale di etnografia, corpi conprotesi di pinze o ruote, cyborg,marchingegni, idee liquide. IlCo-dex Seraphinianus di Luigi Sera-fini è una meravigliosa enciclo-pedia dell’inesistente, dell’oniri-co, del mutantico, che stregòCalvino e Barthes. Stampatonell’81 da Franco Maria Ricci, ediventato col tempo oggetto diculto per bibliofili raffinati, vie-ne oggi riproposto in una nuova(arricchita) edizione Rizzoli.

Serafini, artista dal talentopo-liedrico, vergò i suoi tenui mirag-gi a 27 anni, mentre si guadagna-va il pane con vari studi d’archi-tetti, dimostrandoche tra lenettelinee a china del disegno tecnicola fantasia poteva fondere in nuo-ve creature tutte le forme del re-gno umano, vegetale e minerale.Ogni tavola della sua folle historianaturaliserapoi commentata conuna scrittura inventata ma asso-lutamente plausibile fatta di ghi-rigori che si intrecciavano senzaalcun senso se non quello dellamano che scorreva in libertà.

Abitava un palazzo romano fa-tiscentevicinoapiazzadiSpagna,si sfamava in pizzeria di capric-ciose e uova sode, respirava l’ariadi vicoli e cortili restii almoderno.

Una notte, rincasando, trovò unagatta bianca per strada che portòa vivere con sé: miagolava e gli siaddormentava in grembo scuo-tendo la coda a destra o a sinistraa seconda dei sogni.

«Molti anni dopo mi capitò dileggere Ruslan e Ludmilla diPuškin. Nel prologo si parlava diun gatto sapiente che si arrampi-cava su una catena d’oro attorci-gliata intorno a una quercia: seandavaa sinistranarrava raccon-ti e se andava a destra mormora-vacanzoni. Inqueiversinotaidel-le analogie sorprendenti con lamia gatta e mi chiesi se per casonon mi avesse trasmesso a modosuo delle canzoni e dei racconti,mentre sene stavaper ore immo-bile sulle spalle, a contatto con la

mia ipofisi. Evidentemente eranocanzoni e racconti che poi ioscambiavo per delle mie immagi-nazioni… – spiega Serafini nelleistruzioni per decodificare lanuova edizione - devoqui ammet-tere che fu la gatta bianca la veraautrice delCodex e non io, chemisono sempre spacciato per tale,mentre ero un semplice esecuto-re manuale. La presente confes-

sione non poteva essere resa pri-ma, per ragioni di Copyright, col-go ora l’occasione per esprimere,con il permesso dell’Editore, imiei più sinceri ringraziamentialla Gatta, inmemoriam».

Perché nella rutilante tassono-mia immaginaria, mancava anco-raun’amalgamadicreaturemeta-morfiche, la sua, quella di Serafinistesso, demiurgo dell’impossibile.

L’ENCICLOPEDIA INESISTENTE

Nel“Codice”diSerafinil’universoèmutanteAnimali immaginari, uomini chimera, lingue aliene:torna il libro (ampliato) che stregò Calvino e Barthes

LuigiSerafini«Codex

Seraphinia-nus»Rizzolipp. 392,

€ 100

LE GEOGRAFIE IMMAGINARIE DI ECO

DaAtlantidea Internetil falsodiventarealtàPoeti, complotti, fumetti: un viaggio colto e illustratoattraverso duemila anni di terre leggendarie

tore resuscita dal passato (o dalpresente) e fa transitare davan-ti ai nostri occhi di lettori. L’in-teresse di Eco è per i creatori dichimere, utopie e illusioni; loatttraggono in particolare gliincroci inattesi, le ibridazioni,le sovrapposizioni, le stranecoincidenze.

Come un detective, che simuove tra mappe e libri rari,l’autore cimostra i percorsi sot-terranei concui tantagente«haveramente creduto che esistes-sero o fossero esistiti da qual-che parte» questi luoghi fanta-

stici, interi continenti scompar-si. Atlantide ha attirato mentinon deliranti, Shamballa haprodotto geografie «spirituali»,Shangri-La finzioni narrative.CristoforoColombo, poi, ha tro-vato qualcosa di «vero» parten-do da presupposti fantasiosi eirreali. E ci sono anche terre re-ali, rovine odierne, che genera-no ancora oggi leggende emito-logie. Il caso paradigmatico – iltestopiùampiodell’interovolu-me – è dedicato a Rennes-le-Château, vero e proprio micro-romanzo, dove Eco racconta la

storia di questa «menzogna»per arrivare a sbugiardarel’ambiguo romanzo di DanBrown, Codice da Vinci, fruttodi un plagio a sua volta installa-to dentrouna storia di falsi e in-ganni, che dura dalla fine del-l’Ottocento, e parte dal parro-co dell’omonimo piccolo villag-gio a quaranta chilometri diCarcassonne.

Con la figura di Pierre Plan-tard, continuatore della saga,siamo già all’interno del gran-de «complotto» su cui si basaparte della cultura popolarecontemporanea, argomentoche attira Eco in varie forme eluoghi, e a cui ha dedicato al-meno un altro libro, La miste-riosa fiamma della regina Loana(2004), oltre al saggio La forzadel falso raccolto in Sulla lette-ratura (2002). Le fonti e i riferi-menti letterari, che costitui-scono la materia su cui si gene-ra questo nuovo libro illustratodello scrittore e semiologo,provengono dalla letteraturaesoterica, da testi non scientifi-ci, reperiti in bibliografie e luo-ghi estranei alla cultura ufficia-le. Eco tesse i capitoli del librointrecciando letteratura alta eletteratura bassa, pescando inopere che appartengono al va-sto pelago del Kitsch intellet-tuale attuale.

Un universo parallelo che hatrovato nelweb il suo ambientepiù favorevole e proficuo. Nonla televisione, bensì Internet èil vero luogo di produzione delfantastico e del leggendariocontemporaneo, che, come do-cumenta Eco, è però stretta-mente collegato al passato re-moto. Il falso ha radici antiche,perché nulla di ciò che alimen-ta la geografia delle terre e deiluoghi leggendari nasce solodal presente. Paradossalmen-te, da Platone a Dan Brown,fatte le dovute differenze, c’èuna linea sola.

UmbertoEco

«Storiadelle terre

e dei luoghileggendari»Bompiani

pp. 477€ 35

In alto, l’uomo-aquila (della copertina di «Baudolino») rielaborato da unaminiatura del «Roman d’Alexandre» del 1338; qui sopra, il «Tempio del

mistero di Atlantide» da un libro del ’28; accanto «Ritratto Maori» del 1770;a destra «Gulliver e il contadino di Brobdingnag», illustrazione di Redgrave

dell’autore sono le descrizioni degli interni di famiglia elo studio psicologico dei personaggi. Lo stile mesto,pacato, lineare fa ripensare ai film in bianco e nero diOzu Yasujiro.

Sosuke è stato diseredato e ora è un sempliceimpiegato pubblico. La trepidazione generale per levicine festività lo lascia freddo e indifferente. Le suegiornate sono scandite dai trasferimenti in tram stipati,dalle stressantiored’ufficio inabitioccidentali,dai rientricon l’urgenza di mettersi in libertà indossando il kimono.Nella casa dimessa e silenziosa in fondo a un viottolo leserate accanto al braciere in compagnia della mogliesono malinconiche. Gli scarsi interessi, l’assenza dirapporti sociali, la mancanza di bambini rendono i dueconiugi sempre più spenti. Il peso della colpa èopprimente. Unico sollievo è il saldo legame che li tieneuniti in simbiosi e li fa procedere mano nella mano.

Sosuke è scettico e anche irresoluto. Rinvia di continuol’incontro con i parenti per affrontare il problema dellespese per gli studi del fratello minore. Oyone spintadall’angosciaperaverperso tre figli si recadaun indovino.Il responso è tagliente: è la maledizione del Cielo per unacolpa imperdonabile. Quando si prospetta l’eventualità dirincontrare Yasui, rientrato dalla Mongolia dove èdiventato un avventuriero, Sosuke è sconvolto e al tempostesso furente per quello che lui ritiene un impietososcherzo del destino. Si reca in tempio zen in cerca diconforto. Le proposte del Maestro per la meditazione e lepratiche ascetiche imposte gli sembrano assurde.L’illuminazione si rivela una chimera. «Era venuto per farsiaprire una porta». Invano. Dinnanzi al futuro Sosuke eOyonesi sentonodegliesclusi.

ANGELO Z.GATTI

Natsume Soseki«La porta»

traduzione diAntonietta

PastoreNeri Pozza

pp. 256, € 16,00

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VI .

MIA PELUSO

Magico e rude, Ilgiardino deglioleandri di RosaVentrella sorgecome un’inusi-

tata e splendente pianta selva-tica inun’aiuoladi fiori coltivatia dozzine per catturare glisguardi. Tra i romanzi destina-ti a diventare bestseller è unasaga nata in Puglia da un’esor-diente come un dono, con la ru-vida arcana bellezza di unaMi-chela Murgia in Sardegna o diuna Laura Pariani nelle terredel Nord. Tutte contadine dalfiero radicamento alla terra eai suoimisteri che si avvinghia-no a un lungo antico passato in-torno alla Margiala che tutti liconosce e alle sue tre figlie Ro-setta, Cornelia e Diamante.Proprio una di loro, Diamante,la più selvaggia, è la voce nar-rante e la custodedelle arti del-la fulgida e insieme tragicama-dre nei bui e nelle rare luci del-la sua sapienza di maga. Tra ilprofumo di limoni e di fichi, trail calore dei forni e le chiacchie-re di donne, grazie alla cono-scenza che il cibo è offertad’amore, si compie il Bildung-sroman attraverso la morte,prima formadel sapere, la lottaper la sopravvivenza, la guerrasofferta di lontano, mai narra-ta, e l’amore. Ancora qualcheingenuità che si fa perdonare eun senso di spegnimento nellaparte finale. Ma è così quandole brumedella vecchiaia velanoi fuochi della giovinezza.

Una carrozza per Winchester

di Giovanna Zucca, scrittriceautentica, anestesista di pro-fessione, è una ricostruzioneimmaginaria ma credibile de-gli ultimi ignoti anni della vitadi Jane Austen: una storia cheanche nel linguaggio risuonadegli echi della prosa inimita-bile della più amata e imitata

solabile, presentato dagli af-fezionati figliastri in una ru-brica per cuori solitari su una ri-vista newyorkese. Su questa in-serzione si scatena il romanzo,con la sua fitta schiera di donnesolitarie. Tante, per un solo uo-mo sommesso e gentile, piacevo-le senza sprazzi di originalità,con una ferita antica nel cuore eun amore incolmabile per la mo-glie scomparsa. Poco convintoma diligente, Richard passa co-munque in rassegna tutte le aspiranti, accomunate dalla soli-

tudine e dall’incapacità di col-marla. Wolitzer le ritrae conspietatezza e insieme umanapietà tramite gli occhi ora inter-detti ora divertiti ma semprecomplici del protagonista. Ri-compare, bizzarra e irresistibil-mente crudele, la donna che un

tempo l’ha ferito ed è la partemi-gliore del romanzo, con quel loroannusarsi e perdersi nel sesso,entrambi malfidi. Ma c’è sem-pre, soffocante e robusto, un sot-terraneo ottimismo. Giacché

tutto rientra in unprocesso di formazione

verso una seconda vita e unamore che si ricrea. Chi ha maidetto che l’amore a sessant’annie passa non può essere grandecome il primo emagarimigliore?

Solo un uomo riprende e svi-luppa il tema dell’amicizia tradonne, di un’intensa sorellanza,cui Alessandra Appiano rimanecostantemente fedele. L’intrec-cio è complesso ma lineare: Ca-

BIBLIOTECA IN ROSA

Donneselvagge, sole,amiche,belle tra lebrumeDagli oleandri pugliesi agli ultimi giorni di Jane Austen,dal vedovo in cerca di moglie, alla sorellanza, alla follia

UN INEDITO DEL GIOVANE SCHMITT

Abbasso l’individuoviva loStato

Alla vigilia della prima guerra mondiale,e alle origini di una delle più poderose econtroverse dottrine dello Stato del Se-

colo breve, il cui creatore diventerà un pilastroculturale del nazionalsocialismo e del regimehitleriano. Esce ora per i tipi de il Mulino Il valo-re dello Stato e il significato dell’individuo, te-sto inedito per l’Italia (e assai seminale) di unventiseienne Carl Schmitt (1888-1985), sullosfondo della crisi della dottrina generale del di-ritto di fronte alle fibrillazioni della società nel

II Reich guglielmino. Un libro interessante, in primoluogo, per comprendere il sostrato filosofico di que-sto campione del pensiero reazionario e intellettualeprincipe dell’antimodernità e dell’antiliberalismo. Dacui emerge un giovane Schmitt, influenzato dall’esi-stenzialismo di Søren Kierkegaard, che abbracciaparzialmente Hegel in chiave anticontrattualista eaderisce alla visione hobbesiana di uno stato di natu-ra nel quale non esiste spazio per il diritto, ma unica-mente per la forza. Pur interessato al neokantismo, ilgiurista agli esordi rigetta le norme trascendentali, esceglie con forza il primato dello Stato, che consideranon la fonte, bensì il soggetto del diritto in qualità dimediatore tra il piano giuridico e quello del potere, e,soprattutto, di titolare della decisione politica.

Figlio prototipico di un periodo storico di diso-rientamento spirituale e di rigetto rabbioso del posi-tivismo e delle filosofie del progresso, Schmitt trova

Carl Schmitt«Il valore

dello Statoe il significato

dell’individuo»il Mulino

pp. 104, € 13Filosofiapolitica

L’AUTOBIOGRAFIA DI PETE TOWNSHEND

Who, ilmitonascedaunanonna folle

Chi sono io, Who I Am, era un titolo qua-si obbligato per l’autobiografia di unchitarrista e compositore rock che con

il concetto di identità ha avuto molto a che fa-re, avendo chiamato «The Who» (i Chi) il suogruppo, e avendo scritto canzoni come «WhoAre You» (Chi sei) e album come «Who’s Next»,(A chi tocca).

Pete Townshend ha accettato la sfida, attin-gendo-si immagina-dauncorpososerbatoiodi

appunti e ricordi e prendendo il compito stesso estre-mamente sul serio. Tantochepoco, in fondo, siparladimusicaemoltoci si arrovella intornoal concettostessodi identità,al rapportoconilpubblicoeconicompagnidel gruppo, con l’altro sesso e con il sesso in generale(«Mick Jaggerè stato l’unicouomoconcuiavrei volutofare sesso», la citazione memorabile), a come tutto ciòsi sia riflesso nelle canzoni e nelle storie che The Whohannoraccontato,ancheattraverso«Tommy»elealtre«opere rock» da lui composte.

Si dice che il testo originale fosse molto più lungodellequasi500paginedell’edizioneitaliana:seècosì,èevidente che i tagli si sono concentrati soprattutto ne-gliultimi35anni,mentre iprimi35(opocomeno)dellavitadell’autoresonoraccontaticonunacuraquasima-niacale per il dettaglio. È chiaro che la storia della suainfanzia, di come i genitori (entrambi musicisti) l’ab-

PeteTownshend«Who I am»

Rizzolitrad. Tommaso

Labrancapp. 490, 20M

usicarock

la propria bestia più nera nell’individualismo liberal-democratico e nell’utilitarismo borghese, respin-gendo la nozione del singolo quale soggetto porta-tore di diritti, perché l’epoca degli individui è nien-t’altro che quella (nuovamente, l’eco dello spiritodel tempo…) delle folle anonime e delle masse tur-bolente. Dal momento che la storia, come traspareda queste pagine, non risulta orientata da alcun sen-so di marcia né finalità, ma si rivela, shakespeariana-mente, solo «piena di rumore e di furia, e non signifi-ca nulla», la soluzione viene dalla religione cattolica,all’interno dei cui ambienti conservatori lo studiososi era inizialmente mosso, reputando il protestante-simo troppo «compromesso» con il liberalismo bor-ghese. È questo il retaggio che lo tratterrà dall’anda-re nella direzione del nichilismo della pura potenza –altro filone culturale che, sotto la forma dell’irrazio-nalismo, debordava nella Germania sempre mag-

quale lui stesso ancoranon cono-sce la cura. Un amore intenso epassionale, assai più ardente diquelli descritti nei suoi libri, le-gherà i due protagonisti, conscidell’inesorabilità della morte.Zucca manovra assai bene la si-tuazione: lui coscienza criticadell’arte di lei, lei vieppiù orien-tata verso la consapevolezza diaver speso bene l’esistenza. E senella finzione letteraria ha stig-matizzato la vacuità dell’epoca ele sue regole, nella realtà della vi-ta tenterà, desiderio vano, di in-frangerle.

L’Uomo disponibile della broo-klyneseHilmaWolitzer è un pro-fessore di scienze, vedovo incon-

narratrice britannica. Gli alboridel Diciannovesimo Secolo si ri-flettono in una campagna ingle-se abitata dalla piccola borghe-sia con le sue abitudini nutritedall’aspirazione alla classe nobi-le di riferimento, allietate da gio-vani ai primi palpiti d’amore, il-luminate dalla presenza soffe-rente della schiva protagonistala cui fama è destinata a esten-dersi ai secoli futuri, Jane hacontratto una malattia scono-sciuta che sir Addison, illustremedico chiamato al suo capezza-le da giovani lettrici devote, riu-scirà a identificare nel morboche da lui prende nome ma del

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LA STAMPA

SABATO 26 OTTOBRE 2013.VII

giormente alla deriva di quegli anni, ma che stava an-che alla base, secondo il giurista, del materialismodella rivoluzione comunista. Dal cattolicesimo roma-no proveniva, infatti, il concetto di un «diritto natura-le senza naturalismo» che gli fa considerare lo Statonon una divinità, ma, giustappunto, un utilissimo di-spositivo politico e giuridico.

Un volume, come evidenzia nella sua presenta-zione il curatore (il filosofo politico Carlo Galli),che contiene in nuce la summa delle idee guida dacui verrà guidata l’elaborazione dello studioso te-desco negli anni a venire. E un libro percorso daquell’inquietudine tutta novecentesca e da quellavolontà di superare i confini tra le discipline cheidentificano due delle peculiarità più marcate delpensiero giuridico schmittiano.

MASSIMILIANO PANARARI

biano affidato alle cure scellerate di una nonna «fuori ditesta» e di come questo abbia causato nel piccolo Petetraumicheneppure ilgrandePeteèpoi riuscitodel tuttoa superare, sia la vera storia, il nucleo centrale del rac-conto.Edèancorapiùchiarochetuttociòserveagiusti-ficare il suo coinvolgimento, nel 2003, in una retata in-ternazionale di pedofili (Townshend è rimasto per cin-queannisulla listadegli individuidatenered’occhio): fuuno stupido errore - scrive in buona sostanza - dovutoalla volontà di capire me stesso e poi di aiutare gli altri.

Il libro è complesso, enigmatico, privo di ironia pro-prio come l’autore. Non offre soluzioni, ma semmaiaprealtrequestioni sul significatoverodiunartista (ediun gruppo) che rimarrà tra i maggiori della cultura popdel XX secolo.

PIERONEGRI

SERENA VITALE

“Majakovskij?Nessuncomplotto”L’investigazione della slavista allieva di Ripellinosulla morte del poeta russo: “Un incidente chiuso”

Dalla Russia con amore…SerenaVitale daqualchegiorno è rientrata aMila-

no proveniente da Mosca, città-colabrodo per i numerosi lavoriin corso. Ma già vorrebbe ritor-narvi. Irrequieta, spiritosa, bril-lante, donna forte e coraggiosache non ha esitato a farsi beffedelle autorità sovietiche per tra-sportare dattiloscritti proibitinella sporta per le arance, nontrova pace. La doppia «cittadi-nanza» o identità è croce e deli-zia. Fin da ragazzina pensavache in famiglia allignasse un se-greto: «”Dimmi la verità, mam-ma, iononsono figliadipapà,madiunrusso, unodi quelli cheera-no nella base militare Nato diBrindisi…”.Mamma stavamoltomale, si fece l’ultima risata e poichiuse gli occhi per sempre, nonsenzaaverconcluso: “MaaBrin-disinonc’eranessunrusso”».Ri-de anche lei a questo ricordo, lazarina della letteratura che vie-ne dal freddo: con saggi, tradu-zioni e prefazioni si è cimentatasu Josif Aleksandrovic Brodskij,Aleksandr Sergeevic Puškin,Vladimir Nabokov, Marina Iva-novna Cvetaeva, Sergej Esenin,MichailBulgakov, IsaakBabel. Eanchesenellesuevenenonscor-re linfa slava, la Russia ce l’hadentro di sé. «Ogni giorno inPu-glia vedevo entrare e uscire dacasa giovanotti biondi, belli e ro-busti, a cui mio padre musicistadava lezioni e che strimpellava-no Suona balalaica, che parlavadi calor, amor, gioventù. Eranomilitari che stavano preparandoun musical. Sufficiente a farmifantasticare che quegli inglesi eamericani venissero dalla terradelle steppe. Nella mia famiglia,inoltre, sono tutti slanciati, conincarnato e capelli scuri, piutto-sto avvenenti (papà era una viadi mezzo tra George Clooney eHumphrey Bogart), mentre iosono bionda, piccola... per annisono stata sicura di essere stataun fruttodel peccato».

Un lungo amore quello cheporta l’autrice de Il bottone diPuškin (Adelphi), tradotto in seilingue, alle sfidepiùdifficili.Orasta per mettere la parola fine auna delle storie più discusse, aun groviglio tra i più intricati:neL’incidente è chiuso (uscirà daSkira) affronta il mistero dellamorte di una straordinaria ico-na del Novecento, VladimirMajakovskij.

Documenti, illazioni e rela-zioni complottiste: negli ulti-mi anni sono apparse tanterivelazioni per ipotizzare chelo scrittore futurista sia statosuicidato, ovvero che si siaucciso istigato dalla poliziapolitica di Stalin, o addirittu-ra che qualcuno abbia pre-muto ilgrillettocontrodi lui.

«Majakovskij è statounpoetache a lungo non ho percepito névicino né in sintonia con i mieiorientamenti.Lo leggevo inun li-brino degli Editori Riuniti conun’aria grigia e spenta e non miconvinceva per nulla il fatto cheavessemessolasuaarte,cosìric-ca, al servizio della rivoluzionebolscevica.Traducendolo invecemi sono resa conto della sua ec-cezionale forza.Nonamoigialli, ithriller, inquestonuovolibrononindosso ipannideldetective.An-

zismontol’ideadelcomplotto,cer-codievidenziareglielementiuma-ni, l’amorediMajakovskijper lavi-ta e anche per la morte, il suo ca-rattere, labattuta folgorante, l’ipo-condria e la consapevolezza delsuograndevalore».

La sua ammirazione per l’Est ènata sulle note di quel famoso«SuonaBalalaika»?

«Io eroprecocissima, aquattroanni ero come una bambina di se-conda elementare. Assai prestosono stata catturata dai variTolstoj e Dostoevskij sparsi percasa.Unavolta, in bagno, sulla ce-sta della biancheria, trovo Il viag-giatore incantatodiNikolajLeskove mi incanto pure io. E poi a Brin-disi, ovviamente, non avevo maivisto laneve.E inquei libricen’era

a bizzeffe. Un altro racconto chemi ha fatto passare le notti inbiancoèstatoLolitadiNabokov.Asuggerirmelo fu mio zio, omoses-suale, a cui è capitato di vivere inquel contesto difficile che eraBrindisineldopoguerra (mionon-

no riferendosi alle sue preferenzesessuali gli diceva: “ti mando inAmerica a farti curare”). Lui, pe-rò, con grande disinvoltura e co-raggio si confrontava con la suadiversitàederaamatoda tutti.Glidevo tanti insegnamenti di naturaculturale, intellettuale ma ancheesistenziale. Il vero coup de fou-dre per la lettera-tura russa è arri-vato dopo l’incon-tro con AngeloMaria Ripellino.Mi ero iscritta al-l’università,amatematica.Perca-so sono approdata a lezione daquelprofantiaccademicoeapertoverso ognimanifestazione dell’ar-te contemporanea, che avevapre-sentato su La Fiera Letteraria lepoesie di Anna Achmàtova, mes-saalbandodaStalin, e sidedicavaalla ricercadi analogie tra lettera-tura, pittura, cinema, jazz. Quan-docisiamoseduti indiecistudentiattorno a una tavola rotonda co-me quella di re Artù ho capitoqual era lamia vocazione».

Cosa leha insegnato la suavitainUrss?

«Laprima volta che vi andai fe-ci l’erroredirestarviunannodise-guito. Troppo. Studiavo Andrej

Belyj, poeta simbolista, eunavoltaal mese dovevo svolgere una rela-zione sullo stato di avanzamentodella mia ricerca. Il mio tutor miguardava con disprezzo in quantoallieva dell’indipendente e perquesto anche un po’ delinquenteRipellinoeorganizzavaunaclaqueper mettermi alla gogna. Però so-no stati anni formativi. Ero con-trollatadalKgb, erosottoosserva-zionedaparte deimiei insegnanti,all’universitàeroseguitacostante-mente. Ogni volta che uscivo dallabiblioteca Lenin - dove chiedevoquindici libri eme ne consegnava-no uno - mi sembrava di essermiliberatadi una cappadi orrore».

Il rientro in Italia? Movimenta-to?

«Dovevo sempreaffrontareunjet lag spirituale,mi dovevo riam-bientare per capire quello chestava accadendo. Così, per esem-pio, nel ’68, con due giovani amicifrancesi avevo intuito che inFrancia c’era qualcosa di strano.Quando sbarco a Roma, corro al-l’università, vado a trovareRipel-lino e scopro che è affiancato dadue cinesi. Penso a un’invasionedel Celeste Impero. “Parliamo inceco” mi sussurra il prof. Eranodue studentimaoisti e, in casaccablu, controllavano il correttosvolgimentodegli esami.Permol-ti anni, poi, mi è stato sempre piùdifficile varcare la frontiera dalmomento che mi avevano tolto ilvisto. Riuscivo a intrufolarmi neiviaggi organizzati dal Sindacatoscrittori. Andavo a trovare il fi-glio diBorisPasternakcheeraunclone del papà nel suo giubbottocon interno di pecora. In casasua, per timore delle microspiepiazzate ovunque, parlavamo ac-compagnati dallo scorrere del-l’acqua del rubinetto scrivendo

suuna lavagnetta.AMilanoenel-la Capitale c’era una fiorente so-cietà letteraria ad accogliermi.Peppo Pontiggia era sempre cu-rioso di quello che succedeva ol-tre cortina e a Roma ci si ritrova-va alla trattoria la Carbonara, aPiazza Farnese, con Giorgio Ca-proni, Elsa Morante, Pier PaoloPasolini. Dalle numerose doman-de di quest’ultimo mi sono con-vinta che stesse covando qualco-sa, forseun filmdaGuerraepace».

Nostalgia?«Certo, anche perché adesso

questo romanzo non posso piùnemmeno farlo leggere ai mieistudenti. E’ considerato troppolungo!».

MIRELLA SERRI

«Ero piccola, assai presto sonostata catturata dai vari Tolstoje Dostoevskij sparsi per casa»

Nikolaj Leskov«Il viaggiatore

incantato»Garzanti

pp. 235, € 9,50

VladimirNabokov«Lolita»Adelphi

pp. 395, € 11

Lazarinadellaletteratura

«Un racconto che mi ha fattopassare le notti in biancoè stato Lolita di Nabokov...»

I PREFERITI

Il diario

di

lettura

milla sparisce, lasciando duemessaggi ad Alice, sua miglioreamica, che si mette puntigliosaalla sua ricerca, contattando gliuomini che ha avuto. Emerge apoco a poco dalle loro testimo-nianze un vivido ritratto delladonna scomparsa, anticonformi-sta, colta e intelligente, sublima-ta dagli sguardi degli amanti,che consente ad Appiano di di-panare il proprio pensiero sul fi-losofare acuto e sottile degli uo-mini e, di riflesso, quello dellaprotagonista., Un taglio per nul-la banale che affiora anche nellinguaggio, capace di coniare vo-caboli nuovi e intrecciarli a quellicanonici con spontanea mae-stria. Amore e quotidianità siamalgamano e si sondano nelle

loro differenze, dando vita a unserio pensiero femminile.

Il titolo del romanzo di EricaArosio e Giorgio Maimone, Ver-tigine, chiaro prestito da Hi-tchcock, e la sua veste editorialesanno già di avvertimento; ma,appena lo apri, l’elenco dei per-sonaggi e interpreti, omaggio aivecchi Gialli Mondadori, e l’epi-grafe con la strofa in vernacolo ticonquistano in un abbracciobrumoso e seducente che tistringe fino all’ultima pagina.Milano non com’è, con i ciuffi digrattacieli, il brusio di mille lin-gue, i bar raffinati e avveniristi-ci; ma com’era, capace di avvol-gerti in una coltre di nebbia, coni suoni sgangherati e melodiosidi Gaber e Jannacci, le sue ac-que e i suoi giardini segreti. UnaMilano che incanta nel suo mo-do di sedurre, nell’ironia e nellasmania di vita e di lavoro, solca-ta da tagli d’irrimediabile follia.Un giallo – più gialli, anzi – e unfeuilleton di quelli di una volta.Dei due autori, si apprezza lamano sapiente. Conosco meglioquella di Arosio, della quale hogià toccato con mano le cono-scenze musicali, la sicurezza discrittura e l’abilità nel tratteggiodelle scene erotiche. Di Maimo-ne emerge la passione storica epolitica e la cultura musical-tea-trale. Un bel romanzo nel quale ipersonaggi si stagliano vividinella loro originalità, dall’avvo-cato Greta Morandi al byronia-no Tom Dubini al detective Ma-rio Longoni detto Marlon, cheama Philip Marlowe ma sognaLascia o raddoppia.

Rosa Ventrella«Il giardino degli oleandri»

Newton Comptonpp. 375, € 12

HilmaWolitzer«Un uomo disponibile»tr. Silvia Rota Sperti

Feltrinellipp. 283, € 15

Giovanna Zucca«Una carrozzaperWinchester»

Fazipp. 285, € 16,50

Alessandra Appiano«Solo un uomo»

Garzantipp . 205, € 16,40

EricaArosio&GiorgioMaimone

«Vertigine»Baldini&Castoldipp. 504, € 15,90

E la Arosio passaal giallo «old style»nella Milano com’era

Serena Vitale,

allieva di

Ripellino,insegn

a lingua e

letteratura

russa

all’Università

Cattolica del

Sacro Cuore di

Milano. Da

Skira uscirà a

gennaio il suo

saggio,

«L’incidente è

chiuso», sulla

morte di

Majakovskij

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VIII .

Camilleriavvocatodeibanditi

Veloce rotazione. Tra iprimi 10, sempre guida-ti da Malvaldi con 100

punti in discesa sotto le 7 milacopie, quattro escono - Fari-netti da 4° a 19°, Parodi, Dicker,Avallone - e quattro entrano:Camilleri avvocato di onesti ri-belli alle angherie della mafiafattisi banditi - giustizieri per-ché abbandonati dallo Stato;papa Francesco a confrontocon Scalfari; Mankell in pistacon il commissario Wallander,il calciatore Zanetti a tu per tucon l’interistaRiotta. Tra i pri-mi 20 salgono i romantici McGuire e Barreau e la dramma-tica Mazzucco. Poi triplica laMunro, mentre sta sulla so-glia, 11° degli italiani, Tabuc-chi, detective onirico Per Isa-bel: almeno loro due, con l’otti-mo Barnes, potrebbero piace-re al venerato La Capria che ètornato a deplorare (Il Foglio,19/10) le insulse classifiche e ilettori insipienti. Inutile ripe-tere che la statistica registraquantità senza giudizi di quali-tà, indica cosa e quanto si con-suma, non quel che vale. Pos-siamo auspicare che qui trion-fino «altri eroi», come titola lanuova collana Rizzoli conChiara di Assisi della Maraini.E sognare che, dopo il film tvsu Olivetti, si corra a compra-re la biografia firmata da Vale-rio Ochetto e i suoi scritti ri-proposti dalle rinate Edizionidi Comunità, per riviverequella Concreta utopia (Ferra-rotti per EDB). Ma i lettori sa-pienti non li porta la cicogna.Avendo «fede nella virtù libe-ratrice della cultura», Adrianodiceva: «Gli animali si adde-strano, le persone si educano».

LUC IANOGENTA

Ai punti

IL CORAGGIO DI MALALA

Lasfidaai talebanipassaper i libri

Gli occhi scuri e il viso colpiscono per ladolcezza e la serenità che esprimono, per ladeterminazionee il coraggiodiunaragazza

che, a soli 16 anni, è diventata il simbolo universaledelle donne che combattono per il diritto allaculturaeal sapere.

Malala Yousafzai racconta in prima persona lasua commovente storia di sopravvissuta a unattaccodaitalebanichelavolevanomortaper lasuaostinazione nel difendere il diritto allo studio delle

ragazze. Nata in un piccolo paese nella Valle di Swat, inPakistan, sin da piccola ha mostrato di avere doti che larendevano diversa dalle coetanee, grazie anche agliinsegnamenti dei suoi genitori. Se ha affrontato il male el’oppressione, diventando la voce di tutte le donnecostretteatacere, lodeveinparticolareasuopadrechel’hasempre esortata a credere in se stessa e nella libertà. Inesilio dal suo Paese, dopo le lunghe cure per guarire dalleterribili ferite fisiche e spirituali che hanno lasciato sul suocorpogliestremisti islamici,sparandolesullaviadalritornodascuola,continuaascrivere.

Una lotta che l’ha portata a parlare all’Assembleadell’Onu, a ricevere premi e una candidatura al Nobel per laPace. «Sedermia scuolaa leggere libri èunmiodiritto -dice -Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il miodesiderio.IosonoMalala.Ilmiomondoècambiato,maiono.»

MalalaYousafzai,

Christina Lamb«Io sonoMalala»Garzanti

pp. 284, € 12.90Ilbestseller

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DA NIELSEN BOOKSCAN, SU UN CAMPIONE DI 900 LIBRERIE. SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRISONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. TRA PARENTESI VIENE INDICATO DA QUANTE SETTIMANE IL TITOLO È IN CLASSIFICA. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 13 AL 18 OTTOBRE.

CLASSIFICHEI PRIMIDIECI

380

La bandaSaccoCamilleri13,00 SELLERIO

566

Dialogo tracredenti e non...Papa Francesco & Scalfari8,90 EINAUDI

758

La manoMankell12,00 MARSILIO

856

Giocareda uomoZanetti17,50 MONDADORI

1 MALVALDIArgento vivo14,00Sellerio 100(3)

2 CAMILLERILa banda Sacco13,00Sellerio 80(0)

3 CASATI MODIGLIANIPalazzo Sogliano19,90Sperling&Kupfer 73(4)

4 DE LUCAStoria di Irene9,00Feltrinelli 55(3)

5 MAZZUCCOSei come sei17,50Einaudi 45(1)

6 AVALLONEMarina Bellezza18,50Rizzoli 39(4)

7 ZEROCALCAREDodici13,00BaoPublishing 33(0)

8 CARLOTTO & VIDETTASara. Il prezzo della verità15,00Einaudi 32(1)

9 MANFREDIIl mio nome è Nessuno19,00Mondadori 32(5)

10 BOSCONon tutti gli uomini vengono per nuocere17,00Mondadori 20(1)

1 HOSSEINIE l’eco rispose19,90Piemme 87(17)

2 MANKELLLa mano12,00Marsilio 58(1)

3 MCGUIREIl mio disastro sei tu16,40Garzanti 51(0)

4 DICKERLa verità sul caso Harry Quebert19,50Bompiani 43(21)

5 BARREAUUna sera a Parigi15,00Feltrinelli 38(1)

6 FIELDINGBridget Jones. Un amore di ragazzo19,00Rizzoli 27(1)

7 MUNRODanza delle ombre felici19,50Einaudi 21(0)

8 CUSSLER & DU BRULGiungla17,60Longanesi 21(2)

9 BARNESLivelli di vita16,50Einaudi 20(2)

10 REICHSLe ossa dei perduti18,00Rizzoli 20(1)

1 PAPA FRANCESCO & SCALFARIDialogo tra credenti e non credenti8,90Einaudi 66(1)

2 MALALA & LAMBIo sono Malala12,90Garzanti 62(2)

3 ZANETTI & RIOTTAGiocare da uomo17,50Mondadori 56(0)

4 ECOStroria delle terre e dei luoghi leggendari35,00Bompiani 55(1)

5 MARAINIChiara di Assisi17,50Rizzoli 26(1)

6 PANSASangue, sesso, soldi19,00Rizzoli 24(5)

7 SCHLOSS & BARTLETTSopravvissuta ad Auschwitz9,90NewtonCompton 23(2)

8 FERLITOCosa penso mentre volo14,90Fabbri 20(1)

9 AUGIAS & VANNINIInchiesta su Maria19,00Rizzoli 20(6)

10 MARZANOL’amore è tutto14,00UTET 19(7)

1 PARODIÈ pronto! Salva la cena...17,90Rizzoli 41(4)

2 FARINETTI, HAYASHIStorie di coraggio16,90Mondadori Electa 36(2)

3 LIGABUELa vita non è in rima14,00Laterza 17(6)

4

Where we are. Dove siamo arrivati16,90L’Ippocampo 12(7)

5

Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso 201422,00GamberoRossoGRH 10(0)

6

Guinness World Records 201419,90Mondadori 10(4)

7 ABATANTUONOLadri di cotolette16,90Mondadori Electa 9(1)

8 BYRNEThe secret18,60MacroEdizioni 8(312)

9 SLOANInstant english16,90Gribaudo 8(175)

10 MOZZI P., MOZZI M., ZIGLIODieta del dottor Mozzi19,00Coop.Mogliazze 8(22)

1 D’ACHILLELa macchina nuova7,90GiuntiKids 29(3)

2 STILTONGrande ritorno nel regno della fantasia34,50Piemme 22(5)

3 D’ACHILLEUna gita in treno4,50GiuntiKids 21(3)

4

Le canzoncine di Peppa Pig9,90GiuntiKids 20(54)

5 D’ACHILLELa biblioteca4,50GiuntiKids 18(3)

6

Il mio primo dizionario. Nuovo MIOT9,90Giunti Junior 16(159)

7 D’ACHILLECiao, io sono Peppa!9,90GiuntiKids 15(0)

8 D’ACHILLEColora con Peppa Pig. Hip hip urrà...3,90GiuntiKids 13(127)

9 D’ACHILLEIo coloro Peppa. Hip hip urrà...3,90GiuntiKids 12(33)

10 D’ACHILLEAlbo color. Peppa Pig. Hip hip urrà...5,90GiuntiKids 12(30)

NARRATIVA ITALIANA NARRATIVA STRANIERA SAGGISTICA TASCABILI VARIA RAGAZZI

DANIELA LANNI

1 JOVANOTTIGratitude14,50Einaudi 41(1)

2 SIMENONAssassino all’Étoile du Nord...10,00Adelphi 38(2)

3 JAMESCinquanta sfumature di grigio5,00Mondadori 35(17)

4 JAMESCinquanta sfumature di nero5,00Mondadori 31(17)

5 JAMESCinquanta sfumature di rosso5,00Mondadori 29(17)

6 MUNROTroppa felicità12,50Einaudi 26(0)

7 GOLDENMemorie di una geisha5,00Tea 21(1)

8 MUNRONemico, amico, amante...12,00Einaudi 19(329)

9 SAINT-EXUPÉRYIl Piccolo Principe7,90Bompiani 17(354)

10 SIMENONL’angioletto10,00Adelphi 16(7)

1100

ArgentovivoMalvaldi14,00 SELLERIO

287

E l’ecorisposeHosseini19,90 PIEMME

473

PalazzoSoglianoCasati Modignani19,90 SPERLING & KUPFER

662

Io sonoMalalaYousafzai & Lamb12,90 GARZANTI

955

Storie delle terree dei luoghi...Eco35,00 BOMPIANI

1055

Storiadi IreneDe Luca9,00 FELTRINELLI

Alice MunroPremio Nobel

per la Letteratura 2013

Giulio Einaudi editore

Photo © Derek Shapton.