oltre gli orizzonti - settembre 2012

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nessun ostacolo STREET-SPORT: UN ALTRO MODO DI VIVERE LA CITTÀ n. 1 / SET 2012 cultura&sport il mondo aics CHI SONO E COSA FANNO I NOSTRI CIRCOLI pagaiando sul mare SCOPRIAMO IL BEACH BREAK CLUB DI CHIAVARI magazine di Aics Genova oltregliorizzonti

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Numero di Settembre della rivista di Aics Liguria, Oltre Gli Orizzonti

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nessunostacolo

Street-Sport:un altro modo

di vivere la città

n. 1 / SET 2012

cultura&sport

il mondoaics

chi Sono e coSa fanno

i noStri circoli

pagaiandosul mareScopriamo il Beach

Break cluB di chiavari

magazine di

Aic

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oltregliorizzonti

MAGAZINE DI CULTURA E SPORT DI AICS GENOVA Redazione: Michele Cammarere / Federico Pastore

Progetto grafico e impaginazione: Simone Arveda Aics Genova: Via Galata 33/6, 16121 Genova

Mail: [email protected] Internet: aics.liguria.it

Chiuso in redazione il 6 set 2012

IN COPERTINAUn salto nel cielo azzurro,sopra tetti e muri,panchine e ostacoli:la filosofia del parkour

[ foto di simone arveda ]

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2012editoriale

Non si vivedi solo pallone

un viaggio verSo la completezzadell’educazione Sportiva e culturale

testo di Federico Pastore

Oltre Gli Orizzonti si presenta ai nastri di partenza della nuova annata con un numero speciale, eccezionalmente stampato, in luogo della ormai tradizionale versione online. Che ormai da un anno fa compagnia alle attività del Comitato Provinciale di Genova. Nell’ultima stagione, l’Aics genovese ha puntato parecchio sul rinnovamento del cosiddetto extra-calcio, vale a dire di tutto quel grande cosmo fatto di persone, discipline,

realtà, più propriamente circoli veri e propri, che non si occupano del pallone più amato d’Italia.

Il boom del pallonePallone - è innegabile - fulcro autentico della crescita del nostro Comitato negli ultimi 20 anni. Dalle poche squadre degli albori, la Coppa dei Quartieri è giunta a festeggiare le 250 formazioni dell’anno scorso. Un mezzo miracolo, cui nessuno avrebbe creduto solo nel 1999. I tempi però cambiano e bisogna essere attenti, osservare tutti i più piccoli movimenti culturali, sociali, evolutivi che sono attorno a noi.

Quattro calci per strada?Una riflessione semplice, la seguente, ma crediamo appropriata. Alzi la mano chi vede ancora ragazzini giocare a calcio in mezzo alla strada, quanto meno ne vede la stessa quantità di 10-15 anni fa. Ce ne sono sempre meno, perfino nei quartieri meno agiati. Da qui non si vuol arrivare ad affermare una clamorosa e imminente fine del gioco del calcio, che ci sentiamo di scongiurare. Ma il riconoscimento di una maggiore educazione alle discipline e dunque una maggiore coscienza nella scelta di quella che si andrà a praticare, questo sì.

Crescere in una società individualistaI ragazzini di oggi hanno più informazioni, più vie per accrescere le proprie conoscenze, forse (talvolta) meno spensieratezza rispetto alla generazione precedente e si sviluppano in una società certamente più individualista, almeno di partenza. Lo scenario che probabilmente si aprirà, almeno qui a Genova, potrebbe essere questo: meno aggregazione attorno ad un unico polo, più diaspora verso nuovi sport, magari anche molto antichi, ma ad oggi poco praticati. O magari modernissimi e in fase di decollo.

Cultura e sport: al passo con i tempiNon è facile far nomi, non è facile dire quali e come, ciò che sicuramente possiamo affermare è la volontà di proseguire nel nostro viaggio verso la completezza dell’educazione culturale e sportiva, motto che abbiamo direttamente iscritto nel nome di Aics. Associazione Italiana Cultura e Sport. Un occhio dunque ad entrambe, cercando di restare al passo con il nostro statuto e con i tempi.

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PERCHÉ ENTRARE IN AICS? Breve e pratica guida al mondo della tessera Aics:

perché affiliarsi? Vantaggi, ecco perché: dall’assistenzaamministrativa e legale alle convenzioni, dai contributialle esenzioni fiscali, dai corsi di formazione agli sconti

CALDERONE Le ultime dal mondo Aics: fatti, notizie, curiosità, eventi.

Tutto quel che c’è da sapere sul rinnovatissimosito internet del Settore Calcio e su quello

del Comitato Provinciale, e il progetto Servizio Civile

IL METODO FUNZIONA Un’arte scritta nei nostri cromosomi, quella del massaggio,

e un centro Aics che si propone di insegnare a riscoprirla:per entrare in contatto con le altre persone

e non tralasciare la cura del proprio corpo

IN SPIAGGIA CON LO YOGA La quarta stagione dell’iniziativa targata La Mezzaluna:

armonia, benessere, meditazione, serenità,con i piedi sulla sabbia e davanti agli occhi il maredel borgo marinaro di Vernazzola, a Genova

PAGAIANDO SULLA TAVOLA Una discarica, alla foce del fiume Entella, che diventa un circolo,

il Beach Break Club di Chiavari. E da lì parte il boomdello stand up paddle: in piedi sopra una tavola da surfcon un remo in mano, a scoprire quant’è divertente

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NOI, RAGAZZI DI STRADA Il microcosmo degli street-sport, gli sport dove l’asfalto

la fa da padrone. E da maestro. I salti del parkour,i tricks delle bmx, le evoluzioni dei roller e i balli nei parcheggi.

Per affermare il proprio diritto ad esprimersi

SEMPRE BUENA SUERTE! Il circolo Aics di Casarza Ligure tra iniziative,

mostre d’arte, eventi, attività ricreativa e poker:nonostante qualche mugugno molto ligure,

con entusiasmo crescente

LA FOTO DEL MESE Ogni mese uno scatto

per guardare oltre: oltreil contorno, oltre l’immagine.Oltre gli orizzonti, insomma

associazionismo

Perché entrarein Aics

convenzioni, agevolazioni, conSulenzetutti i vantaggi dell’affiliazione

Sono davvero tanti i vantaggi che possiamo offrire ai nostri soci, forti di un’organizzazione nata - solo qui a Genova - nel 1964 e mai più fermatasi nel grande mondo dell’associazionismo. I tempi, naturalmente, sono cambiati rispetto

agli esordi di Aics: oggi l’associazionismo si fa in maniera più personalizzata rispetto a cinquant’anni fa, le realtà sono maggiori di numero e minori in soci, l’esatto contrario di quanto accadeva nel nostro paese negli anni Sessanta e Settanta.

Al passo con le esigenze dei circoliCosì, il nostro Comitato (info su aics.liguria.it) si adegua ai tempi e cerca di stare al passo con le esigenze dei circoli e delle realtà che compongono la nostra rete di associati. Da qui nasce ad esempio la consulenza amministrativa, fiscale ed associativa che ognuno può richiedere ai nostri addetti direttamente in sede. E numerosi altri vantaggi che elenchiamo, punto per punto, qui di seguito.

I VANTAGGI DELL’AFFILIAZIONE AICS Consulenza amministrativa, fiscale ed

associativa in sede e invio note informative specifiche per novità fiscali e di altri settori

Possibilità di ottenere dagli enti locali contributi per le manifestazioni sportive

Organizzazione di corsi per dirigenti, tecnici, istruttori, ufficiali di gara in base al regolamento Coni/Eps con titoli riconosciuti anche da diverse leggi regionali

Possibilità per associazioni e circoli di somministrare alimenti e bevande ai soli soci in deroga ai piani comunali

Assicurazione infortuni e responsabilità civile e spese legali per società, dirigenti, tecnici e soci

Possibilità per il tesserato di partecipare a tutte le attività di carattere nazionale, regionale e

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provinciale indette dall’Aics

Esenzione fiscale attività sportive ed istituzionali svolte verso i tesserati (art. 148 Tuir comma 3 e circ. Min. Finanze 124/E/98)

Esenzione fiscale bar sociale (art. 148 Tuir comma 5 e circ. Min. Finanze 124/E/98)

Un circuito di convenzioni con grandi partners commerciali, negozi, musei, teatri, parchi (Trenitalia, Ferrero, Avis, Gatorade, Hertz, Piaggio, Sky, Molten, Sai, Monte Dei Paschi Di Siena, Best Western Hotel, etc)

Convenzione Siae per sconti nei pagamenti dei compensi su diritti musicali per diffusioni nelle attività di palestra, gare, manifestazioni, feste e per tutte le attività socio culturali

Sconto Sky: grazie alla convenzione con Sky, i nostri circoli possono ottenere l’abbonamento alla tv privata a tariffe molto interessanti

Sconti fiscali su tariffe metano (30% circa)

Esenzione imposta sulle insegne

Riduzioni al 50% delle tasse su pubblicità

Applicazione normativa dei compensi erogabili per prestazioni sportive dilettantistiche agli allenatori ed istruttori o ai direttori che partecipano all’attività sportiva con i benefici della legge 342/2000, art. 37 (DPR 22/12/86 n. 917 art. 81 comma 1 lettera M art. 83 comma 2) fino a 7.500 euro per un anno in esenzione di imposte (anche Irap). Ritenute d’acconto: Inps, Inail solo per attività sportive ed associazioni o società regolarmente costituite ed in regola con l’art. 90 della legge 289/2002

Applicabilità ad eventuali attività commerciali poste in essere (quali ad esempio vendita di abbigliamento sportivo, pubblicità, sponsorizzazioni) del regime agevolato previsto dalla legge 398/91 (Iva al 50% calcolo delle imposte solo sul 3%

del fatturato)

Riduzione della tassa sui rifiuti

Esenzione dall’imposta dei rimborsi spese vitto, alloggio, trasporto, di rappresentanza, a pié di lista, e delle spese chilometriche sostenute per partecipazione a gare, manifestazioni,allenamenti ed organizzazione di eventi sportivi

Agevolazioni del credito sportivo per acquisizione, costruzione o ristrutturazione di un centro sportivo

Esenzione del pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti sulle quote ed i contributi associativi (legge 383/2000)

Esenzione delle imposte sui proventi derivanti da prestazioni di servizi e cessioni dei beni effettuate a favore dei familiari conviventi dei tesserati associati (legge 383/2000)

Possibilità di detrazione dal reddito delle persone fisiche delle iscrizioni e abbonamenti per i figli minori (5-18 anni) alle A.S.D. fino a € 210,00 annue (comma 319 legge 27/12/2009 n.296)

Possibilità di ottenere dalle aziende corrispettivi in denaro o natura che fino all’importo di 200.000,00 euro costituiscono per le medesime spese di pubblicità e sono quindi totalmente deducibili dal reddito di impresa

Possibilità di ottenere dalle persone fisiche contributi liberali in denaro che fino a 1.500,00 euro sono deducibili dal reddito dell’erogante

Corsia preferenziale nell’affidamento in gestione degli impianti pubblici e delle palestre, aree di gioco ed impianti sportivi scolastici (legge 289/2000, art. 90 commi 25 e 26)

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Un mondo di servizie opportunità dentro

una tessera:scoprire l’Aics

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Un sito tutto nuovonel segno della tradizioneCorrete a scoprirlo

Internet > online il reStyling di aicS.liguria.it

Da pochissimi giorni è visibile online la nuova versione del sito del Settore Calcio Aics, online dal 1999 (aics.liguria.it) e giunto

all’ennesimo restyling. Non c’è bisogno di dirvi che la grafica è stata totalmente rinnovata: il sito ha una nuova skin fissa, con il logo ufficiale Aics che sovrasta l’intera struttura della homepage, ed il logo della Coppa dei Quartieri sulla sinistra. Totalmente nuova è la testata, dove sono presenti i pulsanti Home, Dove Siamo, Contatti, Info Iscrizioni, Squadre, Arbitri, Campi, Comunicati Ufficiali, Archivio, Rivista e Comitato.

Nel segno della tradizionePer quanto riguarda Home, Dove Siamo, Contatti, Info Iscrizioni e Squadre non c’è bisogno di istruzioni, la parti interessanti partono dalla sezione Campi. Vi sono elencati tutti gli impianti dove si svolgeranno le varie competizioni. Ogni impianto ha una sua scheda, con mappa interattiva, indirizzo, immagini, caratteristiche e voto. Questa sezione sarà utilissima durante la stagione ma anche per scegliere il campo già prima di venire qui in sede per il classico appuntamento pre-campionato... Preparatevi un paio di alternative, in modo da non restare spiazzati in caso la vostra prima scelta sia occupata!

Grandi novitàHa un posto di primaria importanza il pulsante dei Comunicati Ufficiali, uno spazio da tenere sempre d’occhio durante la stagione, per controllare ammonizioni, diffide, sanzioni, squalifiche e non solo. Tutto quello che riguarda la stagioni passate è invece contenuto nello spazio Archivio, dove è presente una grande novità: il campo di Ricerca Tesserati. Basterà digitare il cognome del giocatore richiesto per avere tutte le informazioni che desiderate in un lampo. L’archivio sarà attivo tra pochi giorni. La parte che porta con sé più cambiamenti è senza dubbio, quella che contiene Ranking, Scarpa d’Oro, Amichevoli e Calciomercato. Vere

Con i nostri 50 circoli, vantiamo una buona presenza sul territorio genovese, sul piano

culturale e sportivo. Aics però non è contenta e vuol provare a fare di più. Le associazioni, circoli, ritrovi, società sportive, piccole attività,

palestre, centri yoga e benessere e quant’altro si rivolgono ogni anno alla nostra sede per

l’affiliazione ad Aics. Affiliazione i cui vantaggi sono elencati in questa rivista e sul sito inter-

net del Comitato Provinciale di Genova.

Proprio sul portale vogliamo soffermarci, per raccontarne le novità, che ormai da un anno fanno compagnia alla vita delle associazioni

che ci hanno concesso fiducia. Il servizio fornito ai nostri affiliati non si limita alle agevolazioni fiscali, alla copertura assicurativa e alle consu-lenze fiscale ed amministrativa (comunque un ottimo punto di partenza): tramite il portale e la rivista Oltre gli Orizzonti dimostriamo di cercare un rapporto il più vicino possibile con i nostri circoli, pubblicizzando e divulgando le

loro attività.

Non solo. Grazie alle preziose collaborazioni che abbiamo intavolato con i media locali, sia-no essi televisivi, a mezzo stampa o internet, ci poniamo l’obiettivo di far girare il più possi-bile le idee che le nostre associazioni giorno dopo giorno curano e nutrono. Non bastasse, ecco la vera chicca: le interviste video, grazie

alle quali riusciamo a far direttamente vedere cosa succede nelle varie sedi affiliate Aics sul

territorio cittadino e provinciale.

Ogni circolo ha la sua pagina dedicata, dove è possibile trovare recapiti e news su ciò che suc-cede all’interno di ogni singola realtà. In più, la vasta sezione in home, che racchiude le ultime notizie e gli argomenti di discussione più inte-ressanti. Da non dimenticare, ovviamente, tutta la parte gestionale, con i moduli necessari per affiliarsi e le indicazioni dettagliate su vantag-

gi, diritti e obblighi dei circoli Aics.

Non ci resta che darvi appuntamento all’indiriz-zo aics.liguria.it/cp per seguire l’evolu-

zione di un portale che vuol crescere e farsi conoscere. Occhio alle novità di quest’anno, che non si faranno attendere. Abbiamo in

ballo, oltre al canale youtube, che prosegue la sua seguitissima carriera, diverse interessanti

convenzioni, che proporremo di volta in volta ai nostri tesserati. Restate collegati!

il vastomondo aicsil Sito del comitato

è ricco di notizie

chicche stagionali, da non perdere e da gustarsi per tutto il campionato! Utilissima è la sezione Download Veloce, dove potete trovare i fac-simile di distinte di gioco e di tesseramento urgente... Sappiamo bene quante volte vi serviranno durante l’anno, adesso potete trovarli con facilità!

Un homepage rivisitataAumenta lo spazio in homepage per le notizie: 8 spazi news che raccoglieranno gli articoli, le novità, i commenti, e le notizie riguardanti le squadre. Cliccando su un singolo pezzo vi si aprirà la nuova pagina di lettura, in basso alla quale potrete trovare l’archivio di tutti gli articoli suddivisi per sezioni, in modo da poter trovare facilmente magari un commento ad una giornata che non avete fatto in tempo a leggere. Più spazio anche per i video in homepage, ben 7, ripresi dal canale youtube di Aics, al quale potete accedere cliccando sull’icona in cima o quella immediatamente sopra la striscia video.

Il mondo del Comitato ProvincialeCliccando sul pulsante Rivista sarete trasferiti alla consultazione della pubblicazione ufficiale dell’Aics, Oltre gli Orizzonti, che in questo numero contiene anche uno splendido speciale sulla stagione calcistica 2011/12, quella appena trascorsa. Da tenere d’occhio anche il pulsante Comitato, che con un semplice tocco vi trasporterà nel mondo dei circoli Aics, immergendovi nell’aggiornatissimo sito del Comitato Provinciale.

Aics sui social-networkVi ricordiamo che il Settore Calcio Aics è anche su facebook e twitter. Se ancora non avete cliccato“mi piace” fatelo subito, anche perché quest’anno proprio per le nostre pagine social abbiamo in mente moltissime novità... Adesso la palla passa a voi, date un’occhiata, navigate, esplorate, leggete gli articoli di homepage per scoprire tutti i cambiamenti nel dettaglio ed imparare ad utilizzarli per il meglio. Speriamo che il duro lavoro fatto vi piaccia: noi ne siamo entusiasti.

Da qualche mese, ormai, Aics Genova ha deciso di seguire un progetto importante, abbracciato già negli scorsi anni e poi lasciato da parte per qualche tempo in seguito alla scarsa interpretabilità delle disposizioni vigenti in

materia. Oggi viene nuovamente accolto, per - negli intenti di tutti - rimanere.

L’evoluzione di un servizioSi tratta del Servizio Civile (vedi la scheda a fianco), che nel corso degli ultimi dieci anni ha cambiato faccia radicalmente. Dal marzo 2001 infatti, la vecchia obiezione di coscienza ha abdicato, in favore di un vero e proprio cammino di volontariato, che non parte né si fonda su un obbligo - il servizio militare - ormai decaduto, ma regge le proprie fondamenta su una scelta di responsabilità, che il volontario compie sulla base del proprio senso civico e delle proprie esperienze, delle proprie capacità o delle propensioni personali. Val la pena, infine, aggiungere anche il lato economico della situazione, che non lascia indifferenti i candidati ed è parte integrante del progetto.

Il rimborsoOgni ragazzo che si impegni a prestare servizio per 12 mesi percepisce un rimborso (si aggira, all’incirca, sui 400 euro mensili) da parte dello Stato Italiano. Il servizio deve quindi essere svolto tramite un ente preposto, che fa da intermediario tra lo Stato ed il volontario.

Dove andare a prestare servizio?Come si sceglie dove andare a prestare la propria opera? Qui sta uno dei punti cardine di tutto il viaggio. Sono i ragazzi stessi, interessati all’opportunità, a scegliere dove candidarsi, naturalmente a seconda della stesura progettuale proposta da ogni singolo ente. La differenza la fa - specialmente - il territorio, perché lo Stato non riconosce più il vitto e l’alloggio per elementi provenienti da fuori regione. Ergo, se sono di Napoli e voglio prestare servizio a Bari, o trovo un ente che sia disposto a fornirmi vitto e alloggio a sue spese, o dovrò provvedere io con le mie forze. Intaccando molto presto - se non esaurendo - i 400 euro mensili di budget... Nel nostro caso, dunque, i volontari genovesi si atterranno molto probabilmente all’offerta che il territorio genovese saprà formulare.

A... tra qualche mese!Qui entra in scena Aics Genova. Che progetterà un suo iter e - dopo i lunghissimissimi ed obbligatori risvolti burocratici - lo manderà in rete attraverso l’Scn, il Servizio Civile Nazionale, che sul proprio sito pubblica i bandi disponibili. Ci vorrà tempo, perché tra la stesura del progetto e l’effettivo accreditamento passano diversi mesi. Ma l’inizio è ufficialmente celebrato. Aics vuole ampliare i propri ranghi e dunque si tuffa in questa nuova stimolante avventura.

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L’Aics Genova riapre le porteal Servizio CivileUn’avventura stimolante

VolontarIato > una nuova iniziativa in cantiere

Il Servizio Civile Nazionale, istituito con la legge 6 marzo

2001 n. 64, - che dall’1 gennaio 2005 si svolge su base esclusiva-mente volontaria - è un modo di difendere la patria, il cui “dovere”

è sancito dall’articolo 52 della nostra Costituzione; una difesa

che non deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni,

quanto alla condivisione di valori comuni e fondanti l’ordinamento

democratico.

É l’opportunità messa a dispo-sizione dei giovani dai 18 ai 28 anni, in pratica, di dedicare un

anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e allo stesso tempo di ciascuno,

e quindi come valore di coesione sociale.

Il servizio civile volontario garanti-sce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, un’impor-tante e spesso unica occasione di crescita personale, un’opportuni-

tà di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico

del nostro Paese.

Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel servizio civile

volontario sceglie di aggiungere un’esperienza qualificante al

proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita

lavorativa (quando non diventa opportunità di lavoro) e che nel contempo assicura una sia pur minima autonomia economica.

Le aree di intervento nelle quali è possibile prestare il Servizio

Civile Nazionale sono riconduci-bili ai settori: assistenza, protezio-

ne civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio

civile all’estero.

chanceper giovaniÉ forte la valenzaeducativo/formativa

Il Servizio Civilesi basa

su una sceltadi responsabilità

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GENOVA | 26 giu 2012 Grande successo di pubblico

per la quarta edizionedi Yoga in Spiaggia

a Genova-Vernazzola

Dopo la breve pausa estiva, a settembre - ogni martedì dalle ore 19 - si svolgeranno gli ultimi quattro incontri della quarta edizione di Yoga in spiaggia a Genova-Vernazzola organizzata da La Mezzaluna. Ogni

incontro dura un’ora ed è condotto da insegnanti yoga qualificati.

La prima lezione di quest’ultima tranche di incontri gratuiti si terrà martedì 4 settembre. Consigliamo quanti non sono ancora tesserati Aics per l’anno 2012 e desiderano partecipare all’iniziativa di contattare la segreteria o di

presentarsi con almeno un quarto d’ora di anticipo rispetto all’orario di inizio della pratica per poter effettuare l’iscrizione (quota associativa Aics 2012-13:

20 euro).

a settembre si va ancora al mareil calendario degli incontri e le indicazioni utili per chi vuole partecipare

I partecipanti alla sessione potranno indossare abbigliamento sportivo e comodo e porteranno con sé un telo da spiaggia e una stuoia. La pratica si

svolge a piedi scalzi e può essere utile avere a disposizione anche un paio di ciabattine da mare o delle infradito.

Gli esercizi proposti sono accessibili a tutti, in assenza di serie patologie, e sono indicati anche alle gestanti dopo il primo trimestre di gravidanza.

LA MEZZALUNA | INFO E PRENOTAZIONI Cellulare: +39 345 6973959

Internet: lamezzalunayoga.weebly.com

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In spiaggiacon lo yogaQuarta Stagione per l’iniziativa

promoSSa dal circolo la mezzalunatesti e foto di Federico Pastore

L’idea di Silvia Canevaro va avanti da quattro anni ormai: yoga in spiaggia, questa la vetrina che la fondatrice del nostro circolo La Mezzaluna ha scelto per portare la sua attività all’attenzione di quanti più occhi possibili. Il marito,

Filippo, segue con estrema attenzione le mosse di Silvia, accompagnandola in questo viaggio che sa anche di rivincita voglia di farcela, nonostante le difficoltà. Spiega proprio Filippo: «La Mezzaluna è nata quando Silvia ha perso il lavoro, ormai qualche anno fa - comincia -: invece di lasciarsi andare, mia moglie ha tenuto duro, cercando di ricostruirsi una professione e di riflesso una vita. Non è stato facile, ma con il tempo stiamo iniziando a vedere i primi risultati, che durante le sessioni di yoga sulla spiaggia, ad esempio, danno le migliori soddisfazioni».

Serenità, pulizia e armoniacon l’ambienteYoga contro la crisi, verrebbe da dire, anche se di questi tempi non è facile restar sereni, caratteristica - la serenità - fondamentale per chi pratica quest’arte. «Beh, ci proviamo - continua Filippo -, sicuramente quando riusciamo a portare parecchie persone a Vernazzola, tutto è più incoraggiante. Crediamo che sia importante sensibilizzare le persone alla cultura dei luoghi e alla cultura del proprio star bene, sia fisico che mentale». Vernazzola. Il luogo designato dalla Canevaro per il suo yoga in spiaggia, una location certamente suggestiva, quanto - purtroppo - lasciata all’incuria e alla sporcizia. Significativo che uno dei borghi certamente più affascinanti dell’area urbana genovese versi in condizioni igieniche da insufficienza piena, con tanto di odori tutt’altro che apprezzabili, accompagnati dalla presenza di moscerini ed insetti che ricordano più Scarpino che un bell’arenile. Durante la nostra chiacchierata con Silvia e Filippo, transita una signora di mezza

età, che nel tempo libero fa... la spazzina. Di Vernazzola. Non avrà altro da fare? Semplicemente vive lì e non gradisce il sudiciume. Comprensibile, quanto la benedizione che manda al nostro circolo La Mezzaluna, veicolo di pulizia e di cultura sana. «Beh, noi ci proviamo - sorride Filippo -, sono convinto che a lungo andare questo tipo di attività possa essere utile a far sentire la voce di chi oggi si lamenta di Vernazzola. Chissà, magari qualche rappresentante delle istituzioni ascolterà o leggerà, o magari qualcuno dei nostri soci si rivolgerà direttamente a chi di dovere, per cambiare una situazione che poco ha a che vedere con la bellezza del luogo. Di certo, noi continueremo sulla nostra strada, che è quella di coniugare l’armonia dello spirito con l’ordine del posto in cui si pratica yoga. Tra le

Armonia, sensibilità, meditazione: sonole parole d’ordineper ritrovare

la serenità

principali caratteristiche della meditazione c’è anche la coesione con la natura e l’avvicinamento ad essa. É dunque logico che punteremo sempre a migliorare le aree che frequentiamo».

In spiaggia anche a settembreYoga sulla spiaggia è andato avanti per tutta l’estate 2012, la quarta della sua storia, e proseguirà anche a settembre, ovviamente tempo permettendo. Sono in programma ben quattro uscite settembrine, per poter salutare al meglio la bella stagione che si conclude. La Mezzaluna però non termina il proprio calendario di attività con la fine dell’estate, ma prosegue anche durante tutta la stagione invernale, in attesa magari di una sede fissa che possa ospitare degnamente le idee di Silvia Canevaro.

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GENOVA Al Centro del Metodo

il massaggio è un modoper far avvicinare le persone

e creare un contatto

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Il metodofunzionaun circolo aicS inSegna

l’arte del maSSaggiotesto di Federico Pastore

Giulio Gardi e il suo Centro del Metodo. Un nome non casuale, per battezzare una creatura atta più a «divulgare e formare - parole dello stesso Gardi - che a sfornare professionisti». Metodo, perché

«se si vuol costruire casa si può anche mettere mattone su mattone, ma quando si vuole un grattacielo serve un metodo».

Avvicinare le personeGardi racconta la sua esperienza, che lo ha condotto, attraverso gli anni, alla decisione di fondare Centro del Metodo, per tentare

di trasmettere le proprie idee e riflessioni ad un numero il più grande possibile. «Credo che il massaggio sia un modo per far avvicinare le persone, interpretarle, stare insieme a loro e avere contatto. A livello antropologico è un’attività molto vicina all’essere umano». Che, secondo Gardi, troppe persone hanno ormai lasciato indietro. «Si è assistito, complice anche una visione culturale che non è fisiologica, ad una forte intellettualizzazione del corpo. Siamo abituati a vivere nella testa, a causa del pensiero, del ragionamento, dello studio e del lavoro. Di per sé non è sbagliato, ma implica trascurare il corpo, non vissuto in maniera naturale ma rielaborato mentalmente. La televisione, i film, gli spot, le fotografie e la pubblicità, con tutti questi fisici perfetti, non aiutano a vivere con serenità la propria condizione.

Siamo abituati a vivere nella testa, ma troppo spesso tralasciamo il

corpo

«Il nostro obiettivo?Divulgare e formare:

non ci interessasfornare professionisti»

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Anzi, mentalizzare il corpo può portare disagi o patologie, come i disturbi del comportamento alimentare. Piaga contro cui il mio centro inizia a muoversi concretamente. Da quest’anno infatti, terremo un corso per Educatore alla Nutrizione ed Esperto di Integrazione alimentare. Crediamo che sia fondamentale conoscere questo tipo di situazioni, in modo da non cadere in trappole che sono già fin troppo sviluppate in questo periodo storico».

Insegnare un metodoGardi intende la divulgazione del suo metodo in maniera piuttosto precisa e, soprattutto, riservata. «Non credo nei grupponi formati da molti allievi - dice -, durante i miei corsi sono sempre poche le persone, in modo da poter dedicare loro tutto lo spazio ed il tempo necessari,

razionalizzando. Sono orgoglioso inoltre di fornire un metodo ai miei allievi, anche perché vedo che troppo spesso l’arte del massaggio viene insegnata secondo un protocollo, come una ricetta, non andando alla base. Non è un modo per crescere in maniera adeguata».

Artigiani e artistiGardi chiede circa un anno ai suoi ragazzi, ma una cosa si sente di prometterla. «Di certo, quando una persona esce di qua, sarà cambiata. Il massaggio non ti lascia come ti ha trovato. Essendo un’attività scritta nei nostri cromosomi, non esiste un soggetto non portato. Diciamo che alla fine del corso, seguendo le lezioni ed impegnandosi, i miei allievi diventano ottimi artigiani. Poi, ci sono gli artisti. Ma questo non dipende solo da me...».

«Il massaggio è scrittonei cromosomi:

non esistono soggettiche non siano portati»

Noi,ragazzidi stradaparkour, Bmx e il mondo

degli Sport da aSfaltotesto di Federico Pastore foto di Simone Arveda

Viaggio alla scopertadi un gruppo chesi considera

una famiglia e ha voglia di crescere

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GENOVA | 8 ago 2012 Genova Campi: tra automobili,

muretti e lampionici si può muovere anche così

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GENOVA | 8 ago 2012 | Un pomeriggio street 1 | Mattia impegnato con la sua bmx: un ostacolo è solo una sfida da superare 2 | Un’evoluzione di Andreu: meglio, un trick 3 |

Cappellino all’indietro, bici dai colori sgargianti e sguardo concentrato sulla strada: è la volta di Luca 4-5-6 | Sui tetti di Genova c’è spazio anche per la fantasia sui roller 7 | Parkour: Emanuele e un salto contro il muro 8-9 | I ragazzi della street-dance

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GENOVA | 8 ago 2012 | Un pomeriggio street 10 | Foto di gruppo sul tetto di un grande magazzino a Genova-Campi, in un pomeriggio di sole, per i ragzzi del parkour

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Jacopo Jack Martina, 19 anni, responsabile progetto Parkour. Un progetto ambizioso, giovane, sicuramente lungimirante e decisamente fuori dalla tradizione genovese, nonché italiana. Insomma, un’avventura possiamo dire

pionieristica, in cui Martina e i suoi ragazzi si stanno per imbarcare con incredibile entusiasmo.

La strada, il segno distintivoJacopo ha un’idea in testa: vuol raggruppare sotto la stessa bandiera molti mondi diversi: dai traceurs del parkour ai riders di bmx, fino ad arrivare ai ballerini hip-hop e agli skaters. Che c’è in comune? Ovviamente, la strada, intesa questa volta come strumento di aggregazione, invece che spauracchio di tanti problemi e paranoie, troppo spesso paventati da genitori ansiolitici o, più facilmente, male informati.

Una grande famigliaJack Martina la mette subito sul piano

che è il più vicino alle sue intenzioni: «Fare aggregazione tra persone di razza, civiltà, età ed estrazioni diverse. Soprattutto, non sprecare opportunità che qui a Genova troppo spesso non vengono adeguatamente valorizzate. Credo che il parkour e i suoi praticanti dimostrino già la loro inclinazione alla crescita personale ed allo sguardo verso il mondo esterno, praticando questo sport. In più, esiste tra noi un forte legame e chi si unisce a questa chiamiamola famiglia, sicuramente entra a far parte di un gruppo molto unito». E parecchio ampio, nonostante la tenera età del movimento street, qui a Genova ancora a livello embrionale. «Io ho visto molta, moltissima partecipazione - spiega Jack -, ci sono tanti ragazzi che si allenano da soli, a livello amatoriale e non, che ogni giorno praticamente fanno attività quali parkour, skate, bmx, hip-hop, per strada, in diversi punti della città. Manca un’associazione che possa centralizzare tutte queste discipline e fornire loro un appoggio ed una forza legale. Questo è il mio obiettivo primario, per far sì che lo street genovese cresca e si sviluppi senza essere manipolato, ma rimanendo se stesso».

Una mappa in continua evoluzioneGli spot. Una parte fondamentale della

La stradaispira l’idea: luogodi aggregazionee di passione

GENOVA | 8 ago 2012 Il parkour è più

di uno sport: è filosofiadi vita, vedere un ostacoloe interpretarlocome una sfida da vincere

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situazione. Cosa sono? Per chi non masticasse la parola, sono i luoghi dove si svolge l’attività. A Genova, ad esempio, sono da citare senza dubbio i giardini Gilberto Govi della Foce o Palazzo San Giorgio, in zona Porto Antico. Solo per nominarne un paio. Si trovano ragazzi in movimento anche e soprattutto in periferia, come sul tetto di Leroy Merlin, a Campi. Ed in tantissime altre location, che diventa però difficile mettere su una mappa. Anche per i continui cambiamenti e ritrovi che, grazie ai social network e alla comunicazione veloce, sono in continua evoluzione.

Non sprecheremo il nostro tempoUn mondo del tutto al passo con la tecnologia e con i ritmi della società attuale, che Jack Martina vuol portare alla luce il più possibile. «Vorrei riuscire a far vedere in maniera adeguata questa parte di sport, ad un numero consistente di persone. Ci piacerebbe, con il tempo, attirare il pubblico attraverso manifestazioni organizzate e dedicate. Anche all’interno di contenitori più famosi e di richiamo, come la Festa dello Sport. Questa è la prima grande tappa, abbiamo qualche mese di fronte ed intendiamo utilizzarlo al meglio per centrare l’obiettivo».

Il gruppo vivecome una famiglia:

non c’è spazioper l’egoismo

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Il parkour è una disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ’80. Il nome deriva

da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell’addestramento proposto dal militare francese Georges Hèbert, da cui ha preso ispirazione David Belle, il fondatore di questo sport (date un’occhiata a qualche video su youtube: spettacolare la sua parte nel film francese Banlieu 13).

Efficienza e sicurezzaIl concetto alla base del parkour è spostarsi da un punto A ad un punto B nel modo più veloce, sicuro ed efficiente possibile. Per questo il traceur (o la traceuse), colui/colei che pratica parkour, impara a diventare forte e a muoversi come proprio se fosse acqua tra gli ostacoli. Fluidità, forza e testa sono alcune delle caratteristiche fondamentali di questo sport.

La testa prima di tuttoProprio poiché il movimento deve essere efficiente e sicuro, il parkour, che a primo impatto può sembrare pericoloso, è invece una disciplina che - ovviamente, se praticata in maniera intelligente - non porta ad alcun rischio. É fondamentale capire che dietro ai video e alle performance di traceur professionisti ci sono anni e anni di allenamento fisico e mentale, che li ha portati a raggiungere il livello a cui sono ora. Un buon traceur non corre mai rischi: è consapevole al 100% che al momento di un salto, o nell’esecuzione di un determinato percorso, è in grado di farlo e soprattutto di arrivare dove si è prefissato. Ovviamente errare è umano e gli imprevisti possono capitare in qualsiasi percorso che un uomo sceglie di intraprendere. Chi pratica parkour si allena per diventare sempre più forte, reattivo, duttile e dinamico; l’obiettivo è raggiungere il più alto grado di controllo delle proprie azioni così da rendere minima la probabilità d’errore. L’allenamento costante è l’unica strada per sviluppare una preparazione fisica e mentale capace di sopportare l’intenso stress che generalmente si accompagna a eventuali situazioni d’emergenza.

Una crescita fisicae mentaleParkour è sinonimo di crescita

sia fisica che mentale: questo sport porta al superamento non solo degli ostacoli fisici che si parano davanti, ma anche - e forse soprattutto - ad ampliare la visione stessa della vita. Una disciplina che pone davanti ai propri limiti, che fa crescere ed insegna a dare il 100%, fisicamente e mentalmente. Una disciplina che aiuta e sprona ad aiutare, che permette di affrontare non solo i piccoli ostacoli architettonici ma anche i grandi ostacoli che la vita pone davanti. La mentalità che esce da questo sport giovanissimo (non nasce prima del 1998) ed in forte espansione è in linea con la società individualista di questo periodo storico. Ma ne esalta solamente i lati positivi.

Questa è una famigliaFa riflettere il fatto che non siano previsti avversari, salvo se stessi. Esiste più un concetto di squadra, famiglia, che un concetto competitivo. Almeno di partenza. «Non c’è competitività - dice infatti Manuel, giovane atleta parkour conosciuto tra un salto e l’altro, sui tetti di Genova -, siamo tutti uniti, se c’è qualcuno più esperto dà una mano a chi lo è meno e impariamo sul campo, provando e riprovando, direttamente. D’altra parte il parkour è uno sport di strada, nato in strada e dunque giustamente da praticare in strada. Ma siamo una famiglia, non scapestrati che spaccano la città».

Filosofia di vitaIl parkour fa vedere le cose sotto un’altra prospettiva, rispetto alla normale concezione del paesaggio e dell’architettura urbana. Ad esempio, una panchina diventa un ostacolo da superare, invece che un supporto dove appoggiare il fondoschiena. Così per praticamente tutto il resto delle costruzioni che siamo abituati ad intendere nella maniera classica. «Per me è così - conferma Manuel -: una panchina? La guardo e subito penso come posso superarla nel modo più veloce e sicuro. Mi rendo conto che ciò sia diverso dal pensiero tradizionale, ma è anche molto utile, se trasposto nella vita di tutti i giorni. Nella scuola ad esempio, un ostacolo che mi si presenta di fronte si trasforma in una sfida, che devo vincere. Come nel parkour, quindi uno stile di vita a tutti gli effetti». Interessante e formativo, nonostante qualche livido di troppo. Che però i ragazzi sembrano non avvertire affatto.

la scheda > uno Sport e una filoSofia

Parkour, ovverocome ampliarela visione della vita

di f. past.

A convivere con i ragazzi del parkour, delle bmx o dei roller ci sono anche gli amanti della street-dance: «Arrivo dall’hip-hop, che è una danza in grandissima espansione - spiega una giovanissima ragazza alle prese con qualche nuovo passo da imparare, nel parcheggio di

Genova Campi dove intanto si salta in bici e si superano in volo panchine e muretti - e mi auguro di vedere sviluppate anche le altre discipline

street. Spero che la gente capisca che si tratta di un modo importante di esprimersi da parte di noi giovani». Certo è che non è facile farsi capire da chi questi sport e queste discipline non le conosce: «Se vedono qualcuno che si arrampica sui muri o fa salti assurdi, beh, quello non è un pazzo

scatenato, ma soltanto un ragazzo che pratica parkour. Uno sport sano e con principi solidi. Così come la bmx e la danza in strada. Non siamo né matti né criminali, assolutamente. Capisco che tutto ciò sia poco in linea con le tradizioni del nostro paese, d’accordo, ma bisogna anche saper accettare che il mondo cambia e con esso le esigenze dei giovani. Un

tempo per strada si giocava a pallone, oggi non è solo più questo. Credo che ascoltare i bisogni e le richieste dei ragazzi sia fondamentale, anche

per non far scappare risorse dal nostro paese: cosa che purtroppo succede parecchio e sempre di più».

un nuovo mododi esprimersi

dalla Street-dance al mondo di oggi«BiSogna aScoltare i ragazzi»

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«Io passo tutto il giorno in bici». Finisce così la chiacchierata con Mattia, rider bmx, componente del gruppone street messo su da Jack Martina. Nel parcheggio di Leroy Merlin, in una zona senza macchine

posteggiate, ma con parecchi ostacoli chiamiamoli naturali ed un pavimento liscio, fatto apposta per i tricks. Qui incontriamo Mattia e i suoi amici, impegnati in manovre acrobatiche con le bmx.

Convivere aiutandosi uno con l’altroCuriosa la scritta che compare su una colonna del parcheggio: No bikers. Mattia ce la spiega subito. «Sono gli skaters - dice -, non vogliono che veniamo qui perché credono che spacchiamo tutto. Sbagliano di grosso. Noi scegliamo luoghi simili perché c’è la possibilità di effettuare ottime manovre, ma non ci permettiamo di distruggere nulla, tantomeno le strutture create dagli skaters». Sono bandite dunque le liti o le lotte tra diversi streeters. «Cerchiamo di convivere e, tra noi, di aiutarci. Se qualcuno sa qualcosa più di un altro, allora ecco che cerca di trasmettere l’insegnamento e far crescere chi gli è al fianco. Non esiste una vera e propria scuola per la bmx, la scuola è l’asfalto e l’asfalto fa male. Quindi, è necessario imparare alla svelta...».

sport urbanI > Senza marce né freni: Quando l’aSfalto è l’unico profeSSore

Il ritorno delle bmx: «Emozioni uniche»di f. past.

GENOVA | 8 ago 2012 Luca, Andreu e Mattiaposano con le loro bmx

in un parcheggioa Genova Campi: un luogo

ideale per i tricks

Il boom, la scomparsa, il ritornoNegli anni ’80 la bmx, in Italia, aveva conosciuto il suo momento di gloria, con la fondazione della prima vera e propria associazione nazionale. Poi scomparsa nel giro di poco più di 10 anni. In quel periodo, erano state organizzate manifestazioni di livello, anche continentale sul nostro territorio. Negli anni 2000, il decadimento e la diminuzione dei riders ha condotto ad uno scarso interesse generale per il mondo della due ruote senza marce né freni.

Soldi da spendere, emozioni da vivereChe costa anche parecchio e si rompe spesso. Insomma, una disciplina non esattamente alla portata di tutti. «Beh, è vero che costa e si rompe spesso - ammette Mattia -, ma sono impagabili le sensazioni che questo sport può regalare. Credo che piano piano il movimento si stia ampliando e per quanto potremo, cercheremo di divulgarlo il più possibile. Se vorrei più gente? Beh, diciamo che mi piacerebbe un maggior numero di persone con cui poter scambiare conoscenze, questo per la mia crescita personale. Non so dire se la commercializzazione della bmx sarebbe auspicabile, di certo sarebbe bello potersi confrontare con più atleti rispetto ad oggi».

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sport acquatici

Pagaiandosulla tavola

É lo Stand up paddle: ScopriamoloinSieme al Beach Break cluB di chiavari

testo di Federico Pastore foto di Beach Break

Chiavari, foce Entella. Il Beach Break Club, un paradiso... in una ex discarica. Sono parole del presidente Marcelo Sepulveda che questo piccolo paradiso lo ha messo su ormai circa cinque anni fa, restituendo alla

comunità chiavarese una zona che versava in stato di abbandono.

Sulla tavola con una pagaiaGrazie al lavoro di Sepulveda e del suo staff, oggi il Beach Break rappresenta un punto di riferimento importantissimo per il movimento sportivo ligure, in particolar modo per quanto riguarda le discipline da tavola. Discipline tra cui spicca il sup, acronimo di Stand Up Paddle, un mix tra il tradizionale ride su long o short e la canoa con pagaia. Proprio la pagaia rappresenta la caratteristica fondamentale del sup. Di origine polinesiana, questo sport è probabilmente ancora più antico del surf, fornendo al rider la posibilità di uscire in mare sia con movimento di onde, che senza. Corrado Cody, vicepresidente del Beach Break, nonché istruttore di sup, ci ha raccontato le particolarità di questa nuova - per l’Italia - branca del surf. «Diciamo che è una disciplina molto simile e molto diversa dal surf tradizionale - comincia Cody -, si pratica in piedi, con una pagaia polinesiana monopala, che permette di navigare sia in acqua piatta, che sulle onde. Ciò permette dunque di uscire sia per cruising che per racing, vale a dire per una passeggiata in mare o per cavalcare le onde. Da quest’anno sono l’istruttore di sup per il Beach Break e spero di poter dare il mio contributo, relativamente ad una branca in forte espansione, anche per l’utilizzo più ampio che se ne può fare».

Una tradizione tutta ligureCody è uno dei pionieri del movimento surfistico ligure; in mare dal 1981, ne ha già vista qualcuna. Ma preferisce ricordare i grandi vecchi italiani. «Essendo liguri,

non possiamo dimenticare dove tutto è nato. Proprio qui vicino, a Bogliasco, nel 1973. Furono I fratelli Frajas a dare il la ad una tradizione del tutto americana, scoprendo piano piano i vari spot, che oggi tutti noi utilizziamo. Bogliasco appunto, ma anche Chiavari, Varazze e molti altri. Da leggenda il viaggio dei due fratelli a Biarritz, con una Citroen 2 cavalli. Andarono là per comprarsi la prima tavola, mentre fino ad allora non avevano fatto altro che costruirsele da soli, utilizzando i materiali più disparati...».

Il primo contest chiavareseAll’inizio di questa estate, è scattata la prima edizione di SupA e Pan Bagnau, prima gara nazionale di sup ospitata proprio dal nostro circolo chiavarese. Inutile specificare la traduzione del titolo della gara, che in dialetto genovese significa zuppa e pan bagnato, abile gioco di parole per ironizzare e contestualizzare l’evento sul territorio. Presenti tantissimi atleti italiani, che si sono riuniti al Beach Break in tipico stile surfista: contest e festa successiva al chiosco alla foce

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Fiume Entella:Marcelo Sepulvedaha trovato il suo

paradiso in una discarica

dell’Entella. Un motivo di grande orgoglio per il presidente del Beach Break, Marcelo Sepulveda. «Sicuramente, anche perché se penso a come era qui prima del nostro arrivo, non posso che essere orgoglioso. Era una discarica, la foce dell’Entella. Con barboni, bottiglie vuote, sporco, spazzatura, prostituzione... Abbiamo chiesto la concessione al Comune di Chiavari, che ci ha ascoltato e credo proprio abbia fatto bene, visti i risultati. Oggi qui da noi si mangia, si beve, si sta insieme, si pratica soprattutto sport e si valorizza il territorio.

Siamo certamente favoriti, rispetto ad altri spot, dall’assenza di bagnanti. Il mare qui è stato dichiarato non balneabile, quindi non c’è il rischio di incidenti con eventuali frequentatori esterni». Il paradiso in una discarica. Sepulveda lo ha trovato qui. «Beh, sì, direi che si può dire così. Ho girato parecchio. Sono nato in Cile, dove sono tornato parecchie volte, prima di stabilirmi qui a Chiavari, dove ho conosciuto mia moglie. Attraverso il surf ed altre discipline quali motocross o snowboard, sono riuscito a trovare la mia

dimensione, che si concretizza adesso nel Beach Break, associazione cui tengo molto e che penso possa rappresentare, in qualche modo, anche una forma di realizzazione personale. Anche e specialmente grazie al surf».

Il sito internetAssolutamente da consultare il sito internet dell’associazione (lo trovate all’indirizzo beachbreak.biz), su cui potete trovare tutte le informazioni utili a meglio comprendere le attività proposte.

CHIAVARI (Genova) Marcelo Sepulveda (a destra,

presidente del Beach Break)e il tipico saluto dei surfisti

Stando ad analisi dei diari di James Cook, già nel 1778 l’esplora-tore inglese, come primo europeo a sbarcare alle Hawaii, ebbe modo di osservare alcuni nativi pagaiare

in posizione eretta su grosse tavole per cavalcare le onde. Altri ritengono che si trattasse sempli-

cemente di pescatori e che, in ogni caso, la nascita di questo sport sia avvenuta intorno agli anni

50 a Waikiki, con la riscoperta del surf da onda capitanata da Duke Kahanamoku, che avrebbe creato,

anni dopo, la prima generazione di beach boys. É in quegli anni che iniziarono ad essere pubblicate sui

quotidiani statunitensi le prime foto di surfisti. Sembra che uno dei fratelli Ah Choy (Bobby), fra i più noti beach boys dell’epoca, ebbe un’idea per scattare delle foto in acqua e quindi più vicino all’azione con una prospettiva

completamente diversa da quella usuale e sicuramente più realistica. Si fece prestare un remo e paga-iando su un longboard arrivò,

senza cadere, nei pressi del break point, dove l’onda si spezza,

immortalando l’azione per la prima volta dall’acqua con una Kodak.

Senza saperlo, Bobby aveva creato un nuovo modo di surfare che fu battezzato beach boy surfing. Ma nessuno all’epoca pensò che uscire con una tavola grande e remo sarebbe stato appagante

anche senza la necessità di usare quel mezzo per fare fotografie.

Così come è stato per il windsur-fing molti anni fa e per il kitebo-arding più di recente, lo standup paddling, in quanto sport cross-over (che unisce cioè differenti

discipline fondendole in qualcosa di nuovo) è in grado di richiamare

l’attenzione di appassionati di altre attività sportive acquatiche, come, appunto, il classico surf da

onda, il kayaking, oltre ai già citati windsurfing e kiteboarding,

hawaii, 1778: si cominciaSup, una Storia antichiSSima

tanto per menzionarne alcune delle più comuni.

I motivi dell’entusiasmo che sta circondando lo standup paddling

sono molteplici: il primo e più insospettabile, soprattutto per

praticanti di sport sicuramente più dinamici come il windsurfing o il kiteboarding, è il divertimento. Il solo pagaiare su una sup board, facendo cruising lungo la costa, cioè puro e semplice diporto, è

piuttosto divertente ed appagante, anche in considerazione del fatto

che dal punto di vista del fitness si tratta di un eccellente allenamento.

Occorre anche osservare che alcune delle più moderne tavole proposte delle case produttrici sono dotate

di scassa d’albero e quindi possono essere usate come windsurf da

vento leggero. Inoltre la differenza rispetto ad un longboard da surf classico è la possibilità di surfare onde non solo più piccole, ma an-che in anticipo, visto che le tavole sup sono più grandi. La tecnica di surfata è poi fondamentalmente la stessa con in più il vantaggio di poter usare il remo non solo per

migliorare il proprio equilibrio, ma anche per effettuare manovre mol-to radicali immergendone la pala durante la surfata e facendolo

dunque fungere da pinna mobile. Trovandosi in posizione eretta sulla

tavola già prima della surfata è anche più semplice selezionare le onde migliori dei vari set che ci si

trova ad affrontare.

L’altro vantaggio, soprattutto per chi arriva dal windsurf o dal kite-surf, gente abituata a frequentare spot solitamente poco ventosi, con-

siste nel fatto di poter andare in acqua ed allenarsi con continuità.

Andrebbe anche menzionato il valore aggiunto di tale sport che

consente di uscire in qualsiasi specchio d’acqua, anche piccolo.

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poker

Buena Suerte!a caSarza tra eventi, moStre e tornei

testi e foto di Federico Pastore

CASARZA LIGURE (Genova) | 27 giu 2012 La sala da poker del circolo Aics Buena Suerte, catalizzatore di eventi per tutto il levante ligure

Nonostante la diffidenza del

vicinato, il circolo incrementa

l’attività

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2012Continua l’avventura

del nostro circolo Buena Suerte, che a Casarza Ligure prosegue la sua attività dopo l’inaugurazione dello scorso maggio. Giovanna Adelfio e soci sono più che mai pronti ad accogliere i

tesserati Aics della zona - e anche i curiosi, naturalmente -, proponendo una serie di iniziative atte a creare aggregazione, tentando anche di coinvolgere le persone dei paesi vicini a Casarza.

Un catalizzatore di eventiBuena Suerte organizza tornei di poker sportivo, ma non solo. I casarzini stanno formando la prima squadra di boccette del circolo, insieme ad altre situazioni molto interessanti, quali una mostra di quadri messa in esposizione lo scorso giugno, mentre allo studio c’è la possibilità di mandare in scena una rappresentazione

teatrale. Nelle prossime settimane invece, con l’inizio della stagione calcistica, sarà l’Atletico Casarza - formazione dilettantistica della zona - a presentare la propria rosa all’interno di Buena Suerte.Insomma, il circolo della Adelfio è sempre più catalizzatore di eventi nell’area tigullina e si propone di proseguire sulla sua strada, nonostante qualche muso lungo da parte degli abitanti locali che, come nella più classica delle tradizioni liguri, storcono sempre il naso alle novità, specialmente se proposte dai giovani. Buena Suerte non fa eccezione, ma sarà certamente il tempo a dar ragione ai suoi fondatori.

Pregiudizi«C’è stato qualche problema con gli abitanti del luogo - spiegano i responsabili di Buena Suerte -, credono che qui da noi si raduni quella che loro definiscono brutta gente, probabilmente sono ingannati dal poker e dalle video-slot... Crediamo che sia difficile per un capannone isolato dalle case e dal centro abitato di Casarza creare problemi all’ordine pubblico,

anche ammettendo il baccano o il “brutto giro”. Cose che fra l’altro non esistono nel nostro circolo, in cui non facciamo entrare nessuno se non regolarmente tesserato e stiamo molto attenti alla rispettabilità dell’ambiente. I tornei di poker? Certo che li organizziamo, siamo nati anche per questo motivo. Ma si tratta di una attività del tutto legale».

La legge parla chiaroCome già dimostrato da una sentenza del Tribunale di Genova, che ha permesso al circolo San Giuliano di ospitare i cosiddetti tavoli freeze-out, ad iscrizione fissa, cioè con un ticket di ingresso che si paga una tantum e, una volta eliminati, si è costretti ad abbandonare il torneo. Il poker Texas Hold’em è stato d’altra parte inserito dal Comitato Olimpico Internazionale tra gli skill games, giochi di abilità, e come tale non può essere considerato d’azzardo. Il movimento nazionale del poker continua dunque a combattere i pregiudizi e a Casarza Ligure si tiene duro in questo senso, tentando di fare aggregazione, a tutti i livelli.

Negli scorsi mesi, Oltre Gli Orizzonti ha toccato il tema - sempre caldo - del

poker sportivo, cercando di far luce sulla effettiva disposizione dei fatti. Fatti che, dopo una sentenza del Tribunale di Genova, dove è stato coinvolto proprio un nostro circolo (la Nuova San Giuliano) hanno forse segnato una decisiva linea di confine tra il passato ed il futuro. La sentenza, nella sua ratifica finale, ha disposto la regolarità per quanto concerne i tornei ad ingresso controllato, vale a dire ad iscrizione fissa. I famosi freeze-out, molto famosi tra i giocatori. Ciò in base ad un’altra decisione, fondamentale per il movimento pokeristico internazionale. L’inserimento del Texas Hold’em - da parte del Comitato Olimpico Internazionale - tra gli skill games, i giochi di abilità. Al pari di scacchi, burraco, bridge e molti altri. Cosa cambia? Molto, perché in questo modo i circoli che ospitano il poker sportivo non hanno nulla da temere legalmente e possono dunque animare nella più completa libertà i propri tavoli. A patto di non aprire al cash game, vale a dire il gioco a rilancio ed acquisto poste libero. Questo sì, considerato fuori legge.

Via libera ai tornei di pokerIl via libera della magistratura ha aperto di fatto due nuove realtà, entrambe allocate nella provincia genovese, a levante. Prima il circolo Buena Suerte, a Casarza Ligure, oggi l’Happytime, che prenderà sede a Carasco. Genova resta invece territorio della Nuova San Giuliano, che continua a vantare il maggior numero di giocatori (comee minimo) a livello regionale. E c’è chi giura che il circolo di Riccardo

leggI e patologIe > il decreto Sviluppo e Sanità affronta anche il tema della ludopatia

Un gioco d’abilità perfettamente legaleDi Rella sia tra i primi tre in Italia.

La ludopatia nel decreto Sviluppo e SanitàDetto ciò che c’era da dire, apriamo una finestra interessante sull’argomento. Che è figlia della cronaca delle ultime settimane. Capitolo riforme, termine molto caro all’attuale governo. Nel decreto denominato Sviluppo e Sanità, viene curiosamente toccato il tema della ludopatia. La dipendenza dal gioco. Strano, dopo l’apertura della caccia alla fortuna che ha seguito la creazione di Aams. Lo Stato, dopo un decennio abbondante di incredibili guadagni e tremende illusioni - ovviamente per i giocatori -, fa marcia indietro. Almeno, così pare. É dell’ultimo agosto, infatti, il decreto Sviluppo e Sanità, che si propone di dare un taglio netto alla mania del gioco, quando diventa ludopatia. C’è da chiedersi quale gioco con denaro in palio aiuti l’autocontrollo. In ogni caso, è interessante l’intervento del centro Liberamente, pool di psicologi genovesi che sul proprio sito ha pubblicato una piccola informativa sulla situazione.

Un riconoscimento molto recentePer arrivare a un riconoscimento ufficiale di una patologia legata al gioco, bisogna attendere la fine del XX secolo. Anche se di gioco compulsivo si parla dai primi del ’900, esso è stato riconosciuto ufficialmente come patologia nel 1980, con la III versione del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (Dsm), inserendolo nella categoria dei “disturbi del controllo degli impulsi non classificati altrove”, cioè non riconducibili al quadro clinico

di altri disturbi.

Il disturboPer poter parlare di giocatore patologico si deve delineare una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che porta ad assorbire sempre più tempo nell’arco della giornata, determinando problemi gravi in vari ambiti della propria vita: familiare, sociale, lavorativo, della salute. Quando il gioco diventa una dipendenza si innescano comportamenti compulsivi: ogni momento della giornata è organizzato in modo da tentare la fortuna, spendendo grosse cifre di denaro, ricercando ossessivamente una vincita. Nel giocatore patologico si riscontrano sia sintomi di tolleranza, caratterizzati dal bisogno di aumentare la quantità di tempo da dedicare al gioco, sia sintomi di astinenza, caratterizzati da ansia e irritabilità se il gioco viene interrotto. La caratteristica fondamentale del disturbo del controllo degli impulsi è l’incapacità a resistere a un impulso o a un desiderio impellente: il soggetto prova una tensione o un eccitamento crescente prima di compiere l’azione e gratificazione o sollievo nel momento in cui la compie; in seguito possono essere presenti rimorsi e sensi di colpa. I criteri diagnostici che definiscono il gioco d’azzardo patologico nel Dsm-Iv-Tr lo descrivono come un comportamento maladattativo, persistente e ricorrente, con ripercussioni sulla situazione economica e relazionale, e con alcune caratteristiche simili a quelle delle dipendenze da sostanze come l’eccessivo coinvolgimento nell’attività, la necessità di giocare quantità sempre maggiori di denaro per raggiungere

l’eccitazione desiderata, l’insuccesso nei tentativi di interrompere il comportamento, l’irrequietezza e l’irritabilità provocate dal tentativo di spezzare l’abitudine e la compromissione di importanti attività sociali o lavorative. La Decima Revisione della Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (Icd-10) descrive il gioco d’azzardo patologico nel capitolo dei “Disturbi delle Abitudini e degli Impulsi”, caratterizzati da atti ripetuti e in controllabili che non hanno chiara motivazione razionale e che generalmente mettono in pericolo gli interessi del paziente e delle altre persone. Attualmente si discute se classificare in un unico capitolo della prossima edizione del Dsm i disturbi correlati a sostanze e le cosiddette dipendenze comportamentali tra cui il gioco d’azzardo patologico.

La storia di AamsAams nasce nel 1927 - chi c’era al potere? -, ma fino al 1988 se ne sente parlare pochissimo. Poco fino al 1994, poi il boom. Nel 2000 Aams assume la gestione del Bingo (nel ’94 aveva già acquisito il Lotto e tutte le lotterie istantanee) e tra il 2001 ed il 2002 si aggiudica i diritti su tutto il resto, comprese le videolottery e le scommesse sportive, che erano illegali fino agli ultimi anni del secolo scorso. Oggi, Aams riceve una percentuale anche sul gioco online, di qualunque natura esso sia. Tra questi, ovviamente, anche il poker: che negli ultimi anni gioca un ruolo primario. Difficile immaginare che il giocattolaio rompa il giocattolo, forse è anche per questo che il decreto stenta a decollare, tra riunioni infinite a Roma e nessun accordo.

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la foto del mese

di Simone Arveda

ombre che parlanoil valore delle parole e l’efficacia delle immagini

Quando lo Sfondo Sa come SpiegarSi

A volte quel che ci sta dietro - il nostro vissuto, l’educazione ricevuta, le amicizie - spiega quel che siamo più, e meglio, di tante parole. A volte succede anche con un’immagine, quando lo sfondo si anima per esaltare quel che è, o dovrebbe essere, il soggetto dello scatto.

A volte capita: è una questione di chimica e di combinazioni, di studio e di fortuna. E il risultato, beh, il risultato a quel punto parla. Parkour, in un pomeriggio di mezza estate, sui tetti di Genova e sotto un sole cane. A farla spiccia, e brutale: gente che s’arrampica, salta, corre, si tuffa. Tra muri e asfalto. A farla lunga, e articolata: un modo diverso d’intendere lo spazio urbano e i limiti di corpo e mente, per approdare ad una diversa filosofia. Dello sport, e della vita. Parole, tante. Ma in uno scatto un ragazzo salta da un muro, mentre l’ombra festeggia la loro libertà. Non parla, la foto, ma cosa sia il parkour quell’ombra lo spiega meglio di tante parole.

A pagina 10il serviziosugli sportdi strada

GENOVA | 8 ago 2012 Parkour sui tetti di Genova: un modo per riappropriarsi dello spazio