organizzazione aziendale

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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Università degli Studi di Messina Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Fisioterapia Corso di Laurea in Infermieristica Canale di Caltagirone Anno accademico 2012/2013

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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE. Università degli Studi di Messina Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Fisioterapia Corso di Laurea in Infermieristica Canale di Caltagirone Anno accademico 2012/2013. Una storia antica?. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Università degli Studi di MessinaFacoltà di Medicina e Chirurgia

Corso di Laurea in FisioterapiaCorso di Laurea in Infermieristica

Canale di CaltagironeAnno accademico 2012/2013

Page 2: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una storia antica?

“polveri di scorpioni e di rospo, olio di lucertola, pelle di rana, orina di giovenca, polvere di millepiedi, emulsione di semi di mellone, di viole rose, raspatura di corno di cervo ed infuso di vipere”

1709, Antonio Vallisnieri,

docente di Medicina TeoricaUniversità di Padova

Page 3: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una storia antica?

Laurea in Medicina e Filosofia

Medici, chirurghi, barbieri, norcini, ciarmadari

Hosptalitas infirmorum et pauperorum

Aspettativa di vita di 40 anni

La Chimica non è un insegnamento in medicina

Balnea consumat corpora nostra

Tra il 1549 ed il 1550 nell’Ospedale di Santo Spirito muoiono 9.028 dei 10.000 ricoverati

Page 4: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una storia antica?

1816 scoperta dello stetoscopio

1830 microscopio

1846 anestesia

1850 le prime endovene

1895 invenzione del criptoscopio

1896 invenzione dello sfigmomanometro

1929 scoperta della penicillina

Page 5: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una storia antica?

Nella seconda metà dell’800 può datarsi la nascita della medicina moderna

Ospedale laboratorio

Malato animale

preparato galenico principio attivo

singolo caso casistica

Page 6: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una storia antica?1348 In occasione della peste, nascono a Venezia e Firenze i primi “Uffici di Sanità”Le prime “Magistrature permanenti di sanità” vengono istituite a Milano, Venezia e Firenze intorno alla metà del ‘400Nel ‘700 nascono le prime forme di mutualismo sanitario1793 in Inghilterra, prima regolamentazione del mutuo soccorso1883 in Germania, prima assicurazione pubblica obligatoria

Page 7: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

In Italia

1890

Legge Crispi di riforma ospedaliera: ospedali non più Opere Pie ma Enti autonomi, finanziati e regolati dallo Stato che assume la competenza della Sanità Pubblica, detta norme sull’esercizio delle professioni sanitarie, sull’igiene del suolo e dell’abitato, l’acqua, le malattie infettive l’alimentazione, e sulla polizia mortuaria.Presso il Ministero dell’Interno viene istituita una Direzione Generale per la Sanità Pubblica e in ogni provincia, presso i Prefetti, gli Uffici Sanitari provinciali.Nel Comune il Sindaco è l’autorità sanitaria che si avvale di un Ufficiale Sanitario.\

Page 8: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

In Italia

1943 La legge 138 rende obbligatoria l’assicurazione sociale di malattia dei lavoratori dipendenti, fino a quel tempo su base volontaria.Restano esclusi i non lavoratori.Le istituzioni mutualistiche garantiscono sia l’assistenza sanitaria generica e specialistica, sia quella ospedaliera

Page 9: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

In Italia

1958Viene istituito il Ministero della Sanità.

In ogni Provincia un Ufficio del Medico provinciale e del Veterinario Provinciale alle dirette dipendenze del Ministero.

L’Ufficiale sanitario del Comune, che pure continua a dipendere dal sindaco, diviene organo periferico del Ministero

Page 10: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Verso la riformaL’assistenza sanitaria viene erogata a quasi tutta la popolazione italiana attraverso enti assicurativi di malattia che, oltre che con propri funzionari, vi provvedono tramite convenzione con medici condotti e liberi professionisti.Sin tratta di enti autarchici, non territoriali, dotati di personalità giuridica e con gestione autonoma, e casse organizzate su base provinciale e riunite in Federazioni nazionali.

Page 11: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Verso la riforma

ProblemiPluralità di enti mutualistici e previdenziali, erogatori diretti ed indiretti di prestazioni sanitarie determina un diversificato accesso alle prestazioniMancanza di una programmazione nazionale con conseguenti squilibri nella e strutture e nelle possibilità operative

SoluzioneMessa in liquidazione di tutti gli Enti mutualistici e creazione di un Servizio Sanitario Nazionale

Page 12: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Verso la riformaGli Ospedali costituiscono il più alto livello di attività diagnostico-terapeutico.

Nella grande maggioranza dei casi fanno capo ad Enti di Assistenza e beneficenza, con propri statuti ed amministratori.

Non mancano casi di Ospedali di proprietà pubblica - Comuni e Province - e dagli stessi enti mutualistici.

Anche essi sono privi di una visione unitaria e di una organizzazione per livelli di complessità

Page 13: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Verso la riforma

Dallo Stato che raccomanda

Allo Stato che comanda

Page 14: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

1. La riforma “Mariotti”Con Legge 132 del 1968, Ministro Mariotti, viene riformato il sistema ospedaliero che prevede la costituzione di Enti ospedalieri, governati da un Consiglio di Amministrazione e definiti nella loro struttura in relazione a livelli di competenza

- regionale/altissima specialità

- interprovinciale/alta complessità

- provinciali/media complessità

- di comunità/ di base

Page 15: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

1. La riforma “Mariotti”

Affidamento alle Regioni della direzione effettiva di tutta l’attività ospedaliera grazie al decentramento dei compiti in materia di assistenza ospedaliera.

Avvio del processo di rinnovamento edilizio ospedaliero

Page 16: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

Con la Legge 23.12.1978, n. 833, lo Stato - incamera 1.207 Enti Ospedalieri - assorbe gli enti mutualistici e le loro attività- crea 657 USL - 61 in Sicilia – - offre a tutti un Servizio Sanitario Nazionale

- assistenza medica di base- assistenza ospedaliera- assistenza specialistica- assistenza farmaceutica

Page 17: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

Innovazioni tecnicheUnificazione degli enti che assicuravano prevenzione, assistenza e riabilitazione

Obiettivo prevenzione

Potenziamento dei servizi assistenziali di primo livello nel Distretto Sanitario

Page 18: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

Innovazioni politichePrincipio di uguaglianza

Decentramento dei poteri a livello regionale e locale

Gestione affidata ad un organismo elettivo di 2° grado con tutela delle minoranze (in Italia circa 15.000 amministratori)

Page 19: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

Innovazioni economicheProgrammazione nazionale, regionale e per USL e correlata fissazione delle risorse

Recupero dell’efficienza

Istituzione di una rete di controlli economico-finanziari

Page 20: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

Innovazioni istituzionaliStato Organi di indirizzo ed organi ausiliari tecnico-scientificiRegioneorganizzazione e controlloLivello localeUSL espressione dei Comuni e Gestione dell’offerta sanitaria

Page 21: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

2. La riforma “833”

- Vino nuovo in otre vecchio

- Resistenza al cambiamento

- Esplosione della spesa

- Approccio ospedalocentrico

- Gestione politica

- Carenza di programmazione

Page 22: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

3. La riforma “502/92”

USL ASL

Burocrazia Management

Presidente Manager

Direttive Obiettivi

Utenti Clienti

Politica Efficienza

Page 23: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

3. La riforma “502/92”

CommittentiRegione

Aziende sanitarie

ProduttoriAziende Ospedaliere

Servizi a gestione diretta

Privato accreditato e convenzionato

Page 24: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

3. La riforma “502/92”

InnovazioniAziende autonome con personalità pubblicaRiduzione del numeroFinanziamento in quota capitaria e a tariffaDirettore Generale, coadiuvato da DSA e DADirigenza sanitaria su due livelliSistema di accreditamentoObbligo di pubblicità dei risultatiIstituzione del Dipartimento di Prevenzione

Page 25: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

4. La riforma “229/99” Aziende con Atto Aziendale di diritto privato ed

autonomia imprenditoriale Livelli di Assistenza determinati contestualmente

alla quantificazione delle risorse Valorizzazione del ruolo dei Distretti Aziende Ospedaliere, con almeno tre alte specialità Direttori generali scelti da apposito albo Ruolo unico dei dirigenti medici e previsione di

incarichi diversificati Accreditamento delle strutture pubbliche e private

Page 26: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Cosa è una Organizzazione?

L’insieme di risorse umane e strumentali e di attività che rispondono a criteri di divisione del lavoro e coordinamento base ai principi di

Efficacia+

Efficienzae finalizzato al raggiungimento di uno o più

Fini

Page 27: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Cosa è una Azienda?Il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.Art. 2555 Codice Civile

Elementi essenziali:• Risorse umane• Risorse economiche• Struttura organizzativa• Attività al fine di

creare ricchezza mediante produzione e vendita di beni

Page 28: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Tipologie delle Aziende

Per caratteristiche Attività economiche (beni, servizi) Soggetto giuridico (individuale, societaria) Dimensione (n. di dipendenti e fatturato)

Page 29: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Tipologie delle Aziende

Per finalità Familiare, non solo economia Produzione, crea e distribuisce ricchezza No profit, il valore economico va utilizzato a

fini sociali Mutualistica, finalizzata ai soci Pubblica, volta a soddisfare bisogni strategici

della comunità

Page 30: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Progettare una AziendaDivisione del lavoro (analisi dei processi produttivi,

individuazione delle aree di complessità Divisione dei compiti alle posizioni (definizione di

responsabilità/mansioni) Organizzazione della leadership (chi orienta le

attività) Subordinazione degli interessi individuali al fine

comune Retribuzione Spirito di iniziativa

Page 31: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Grouping

E’ una fase della organizzazione aziendale volta a determinare l’organizzazione della struttura.

Identificazione delle unità organizzative Individuazione dei responsabili Definizione dei livelli crescenti di controllo,

dai più bassi fino alla direzione generale

Page 32: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Criteri di grouping Input: disciplina (ortopedia, ORL, etc.) Favorisce

l’efficienza, valorizza le competenze specialistiche Output: prodotto (Provveditorato) punta all’efficacia

ed alla clientela Processo: le attività che contribuiscono allo stesso

processo Base temporale: più unità organizzative coprono

attività secondo turnazioni

I criteri possono tra loro coesitere

Page 33: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gerarchia

Rappresenta l’insieme delle relazioni fra i livelli di governo e di controllo presenti in Azienda e ne definisce il grado di subordinazione.

Ciò che determina la gerarchia è la priorità di un obiettivo rispetto ad un altro: il titolare del più importante contiene e governa anche il secondo.

Page 34: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gerarchia

Altamaggiore presenza di livelli gerarchiciAttiva un maggiore ed efficace controllo sui subordinati, ma ha costi elevati e proporzionati al numero dei singoli livelli. Rischio di burocratizzazione e rallentamento dei processi

PiattaMinore presenza di livelli gerarchiciOpera con strutture organizzative di grande dimensione e accelera i processi decisionali se si accompagna ad un effettivo decentramento.

Page 35: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Coordinamento

Mettere insieme, integrare, armonizzare il lavoro di più soggetti, appartenenti alla stessa o a diverse unità operative per evitare duplicazioni, sovrapposizioni, lacune e migliorare efficacia ed efficienza.

L’esigenza cresce con il crescere di differenziazione, dimensioni, complessità

Page 36: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Decentramento e delega

AccentramentoLe decisioni sono affidate ad un solo o a pochi soggetti.

DecentramentoLe decisioni vengono affidate tramite delega a più livelli gerarchicamente organizzati. La delega può essere generale, specifica, temporanea, permanente, sempre revocabile, non ulteriormente delegabile

Page 37: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

FormalizzazioneEsplicitare in forma scritta ed ufficiale

Chi svolge determinate attività Che cosa deve fare un determinato soggetto Come devono essere svolte le varie attività e

processiper disciplinare la variabilità dei comportamenti, mirando a

Standardizzare i processi di lavoro Proteggere i clienti da comportamenti arbitrari

Page 38: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Formalizzazione

I mezzi di formalizzazione organizzativa sono Organigramma (chi ed in quale struttura) Mansionario o job description (compito ed

attività degli organi e delle persone) Procedure o flow chart (come fare le cose ed

in che tempi)

Page 39: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organigramma

DIRETTORE GENERALE

DIRETTORE AMMINISTRATIVO DIRETTORE SANITARIO

Staff

Dipartimento AMMINISTRATIVO Dipartimento di PREVENZIONE

Personale Medicina del lavoro

Provveditorato Medicina di base

Tecnico Igiene Pubblica

Facility Manager Veterinaria

Affari generali

Area Ospedaliera

Chirurgia

Medicina

Urologia

Radiologia

Page 40: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Efficacia

Capacità di raggiungere un obiettivo

Page 41: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Efficienza

Capacità di raggiungere un obiettivo col minor impiego di risorse

Page 42: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Economicità

Efficacia+

Efficienza=

Economicità

Page 43: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una Azienda Sanitaria

Eticità?

Page 44: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Una Azienda sanitaria?

Insieme coordinato di risorse (umane, finanziarie e tecnologiche) organizzato per raggiungere obiettivi di salute.

Acquisisce risorse (input) sulle quali opera e restituisce prestazioni (output)

Page 45: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi

La Costituzione ItalianaArt. 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere sottoposto ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Page 46: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi

Cosa è la salute?

Quando non si rispetta la persona umana?

Page 47: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi

D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 1

La tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività è garantita, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, attraverso il servizio sanitario nazionale, quale complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali ….

Page 48: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi

D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 2

Il Servizio sanitario nazionale assicura … i livelli essenziali ed uniformi di assistenza definiti dal Piano Sanitario Nazionale nel rispetto dei principi della dignità umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure, e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse …

Page 49: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi

D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992 Art. 1, comma 3

…. Le prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza sono garantite dal Servizio sanitario nazionale a titolo gratuito o con partecipazione alla spesa …

Page 50: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principiD.Lgs 502 del 30 dicembre 1992Art. 1, comma 7

Sono posti a carico del Servizio sanitario le tipologie di assistenza e le prestazioni sanitarie che evidenziano … significativo beneficio in termini di salute… rispetto alle risorse impegnateSono escluse le attività che

Non rispondono a necessità assistenziali tutelate in base ai principi Non soddisfano il principio dell’efficacia e dell’appropriatezza,

ovvero la cui efficacia non è dimostrabile in base alle evidenze scientifiche disponibili o sono utilizzati per soggetti le cui condizioni cliniche non corrispondono alle indicazioni raccomandate

In presenza di altre forme di assistenza volte a soddisfare le medesime esigenze, non soddisfano il principio della economicità

Page 51: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

AppropriatezzaErogazione di una prestazione sanitaria al paziente giusto a chi ne ha bisogno

nel momento giustoquando ne ha bisogno

nella giusta quantitàper quanto ne ha bisogno

al livello organizzativo ottimaledove può essere meglio soddisfatto il suo bisogno

Page 52: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Appropriatezza

Fare la cosa giusta

Il di meno è violazione di un diritto del cittadino e del dovere dello Stato

Il di più è uno spreco, anche esso violazione di un diritto del cittadino e del dovere dello Stato

Page 53: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Ricoveri AppropriatiSono inappropriati i casi trattati in regime di ricovero ordinario che le strutture potrebbero trattare in diverso modello assistenziale aziendale con

Identico beneficio per il paziente Minore impiego di risorse

Sono stati individuati 43 DRG ad alto rischio di inappropriatezza se trattati in regime di ricovero ordinario

Page 54: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera a)

Ispira la propria azione al principio della sussidiarietà solidale e della complementarietà tra gli erogatori dei servizi

Page 55: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera b)

Pone a proprio fondamento la centralità e la partecipazione del cittadino in quanto titolare del diritto alla salute e soggetto attivo del percorso assistenziale

Page 56: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera c)

Assicura la universalità e la parità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto del diritto di libertà di scelta dei cittadini nell’ambito dei soggetti pubblici e privati accreditati

Page 57: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera d)

garantisce attraverso le Aziende Sanitarie Provinciali, le Aziende Ospedaliere e le Aziende Ospedaliere universitarie, nonché le strutture pubbliche e private accreditate, i Livelli Essenziali di Assistenza previsti negli atti di programmazione tendenti ad assicurare l’autosufficienza a livello provinciale

Page 58: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 3 lettera e)

rimuove le cause strutturali di inadeguatezza al fine di garantire che l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza si uniforme, efficace, appropriata ed omogenea in tutto il territorio regionale

Page 59: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera a)

promuove … una qualificata integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari anche attraverso il trasferimento dell’offerta sanitaria dall’ospedale al territorio …

Page 60: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera b)

promuove … l’ottimale organizzazione delle modalità di accoglienza e di accesso alla rete dei servizi nell’ambito del distretto sanitario

Page 61: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in SiciliaL. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera c)

promuove … il riordino della rete ospedaliera pubblica e privata accreditata in funzione di una equilibrata distribuzione territoriale dell’offerta avuto riguardo alla complessità delle prestazioni erogate attraverso l’accorpamento e/o l’eliminazione di strutture organizzative superflue o sovradimensionate e la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità con razionali modelli organizzativi corrispondenti agli accertati bisogni di salute

Page 62: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera d)

promuove … il superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organizzative esistenti, attraverso processi di aggregazione in dipartimenti e di integrazione operativa e funzionale

Page 63: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera f)

promuove … il potenziamento dei servizi e dei posti letto necessari alle attività di riabilitazione, lungodegenza e post - acuzie

Page 64: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera g)

promuove … una progressiva riduzione della mobilità sanitaria passiva extraregionale

Page 65: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I principi in Sicilia

L. R. n. 5 del 14 aprile 2009Art. 2 comma 4 lettera h)

promuove … l’attuazione del principio di responsabilità attraverso l’implementazione di un completo controllo di gestione per la verifica della appropriatezza, qualità, efficacia, efficienza ed economicità delle prestazioni e dell’operato dei suoi responsabili, sulla base di consolidati criteri tecnico – scientifiche mediante l’informatizzazione delle funzioni e delle dinamiche sanitarie

Page 66: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Competenze dello Stato

Cofinanzia il sistema sulla base di criteri condivisi con la Conferenza permanente Stato/Regioni

Definisce i LEA - Livelli Essenziali di Assistenza

Individua con il P.S.N. gli obiettivi di salute

Redige la Relazione sullo stato sanitario del Paese

Coordina il sistema informativo

Norma le attività e le professioni sanitarie

Interfaccia con le direttive comunitarie

Commissariamento delle Regioni inadempienti

Page 67: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organismi statali

ISS Istituto Superiore di Sanità

ISPSEL Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro

Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali

AIFA Agenzia Italiana per il Farmaco

IRCCS Istituti di ricovero e Cura a Carattere Scientifico

IZS Istituto Zooprofilattici Sperimentali

Page 68: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Piano Sanitario Nazionale

E’ lo strumento principale della programmazione sanitaria, ordinariamente triennale, che definisce

Obiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione

Le linee generali di indirizzo del SSN I Livelli essenziali di Assistenza Gli indicatori di verifica dei risultati raggiunti I finanziamenti

Page 69: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Competenze regionaliSpettano alle Regioni, nel rispetto dei principi stabiliti dalle Leggi nazionali, le funzioni legislative ed amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera.

Organizzazione dei servizi ed attività sanitarieCriteri di finanziamentoAttività di indirizzo tecnicoValutazione della qualità delle prestazioniRedazione del P.S.R.Articolazione del territorio regionaleFinanziamento delle Aziende sanitarieVigilanza, controllo e valutazione delle AziendeNomina dei Direttori Generali

Page 70: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Piano Sanitario Regionale

Le Regioni, entro 150 giorni dalla pubblicazione del PSN adottano i PSR, includendo anche la definizione dei modelli organizzativi dei servizi in funzione delle esigenze del territorio e delle risorse disponibili

Programmazione Finanziamento Organizzazione Funzionamento e controllo delle aziende

Page 71: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Rapporti Stato/Regione Lo Stato quantifica le risorse disponibili per il SSN In relazione ad esse vengono fissati i LEA Le risorse vengono trasferite alle Regioni che

organizzano in piena autonomia l’offerta dei servizi I costi di eventuale offerta non coperta dalle risorse

dello Stato sono finanziati dalla Regione La Regione affida alle Aziende l’erogazione dei

servizi Le Aziende vi provvedono con il solo vincolo del

pareggio di bilancio Stato e Regioni, nella apposita conferenza, valutano

la copertura dei LEA

Page 72: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

I LEA

Sono le prestazioni che il SSN e quello regionale si impegnano a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte con il sistema fiscale. Riguardano:

Assistenza sanitaria collettiva Assistenza sanitaria distrettuale di base Assistenza Ospedaliera

Page 73: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’Organizzazione sanitaria

E’ conformata all’offerta diPrevenzione primariaPrevenzione secondariaCura in elezioneCura in emergenza RiabilitazioneCronicità

Page 74: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’Organizzazione sanitaria

Disegnata sulla base dei principi di

Sussidiarietà

Continuità di cura

Rispondenza ai criteri di appropriatezza, efficacia, efficienza ed economicità

Livelli di complessità

Integrazione socio-sanitaria

Autonomia imprenditoriale

Page 75: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’Unità Sanitaria LocaleAziende con personalità giuridica pubblica ed

autonomia imprenditorialeAssicurano i livelli essenziali di assistenzaObbligo di pareggio di bilancioInteragiscono con Aziende Ospedaliere Aziende Ospedaliere Universitarie IRCCS

Finanziata a quota capitaria

Page 76: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Autonomia aziendale Organizzativa: il DG può scegliere la struttura

organizzativa più idonea alla gestione delle attività Tecnica: l’azienda definisce i processi e le modalità

di impiego dei fattori produttivi Patrimoniale: il DG può disporre dei beni che

costituiscono il patrimonio aziendale Gestionale: il DG fissa gli obiettivi della gestione,

programma le attività, distribuisce le risorse, verifica i risultati

Contabile: ogni azienda ha un proprio bilancio

Page 77: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’ASL in Sicilia, ieri

Separazione fra attività territoriale ed ospedaliera

Nell’ambito di ogni provincia operavano un’Azienda Sanitaria Locale che assicurava

prioritariamente l’assistenza sanitaria territoriale ed almeno una Azienda

Ospedaliera per l’attività di cura

Page 78: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’ASP in Sicilia, oggi

Integrazione fra attività territoriale ed ospedaliera

Nell’ambito di ogni provincia opera un’Azienda sanitaria provinciale che assicura l’assistenza sanitaria attraverso le attività ospedaliere e le

attività territoriali

Page 79: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

Il Dipartimento Modello ordinario di gestione operativa,

opera come struttura di coordinamento per lo svolgimento di funzioni complesse.Opera per processi e condivide risorse finalizzate allo stesso obiettivoE’ soggetto negoziale nei rapporti con la Direzione Generale e le altre strutture aziendali

Page 80: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

Il DipartimentoSi articola al proprio interno inUOC Unità Operative Complesse

UOS Unità Operative Semplici

omogenee, omologhe, affini , complementari che perseguono finalità comuni

Page 81: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

Il Dipartimento

le strutture interne, mantengono la loro autonomia e responsabilità professionale, ma sono tra loro interdipendenti al fine di costruire risposte di salute unitarie, flessibili, razionali, tempestive e complete.

A tal fine vengono adottate regole condivise di comportamento assistenziale ed economico.

Page 82: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

Il Dipartimento

Strutturalehanno la gestione diretta delle risorse – umane e tecnologiche - loro assegnate

Funzionalenon ha struttura gerarchica, al suo direttore spettano compiti di coordinamento interdisciplinare e indirizzo

Mistose costituito fra strutture ospedaliere e territoriali o di Aziende diverse

Page 83: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

Il Dipartimento

Operativo utilizzazione ottimale ed integrata degli spazi assistenziali e non, del personale e delle apparecchiature

migliorare l’accessibilità e la fruibilità delle strutture

Strategico valutazione condivisa, gestione e verifica della qualità assistenziale

Page 84: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti territoriali strutturaliDipartimento di Prevenzione

LIP Laboratorio Medico di Sanità Pubblica Epidemiologia e Medicina Preventiva

SIAV Servizio di Igiene degli Ambienti di VitaSIAN Servizio di Igiene degli Alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionalePrevenzione delle malattie cronico-degenerativeSPRESAL Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di LavoroSIA Servizio di impiantistica ed antinfortunistica

Page 85: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operativeI Dipartimenti strutturaliDipartimento di Prevenzione Veterinaria Servizio di Sanità animale

anagrafeprevenzione malattie e risanamento

Servizio di Igiene degli alimenti di origine animaleControllo alimenti dalla produzione, trasformazione, trasporto, alla vendita

Servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecnichecontrollo delle strutture ai fini del benessere animale

Servizio di Igiene Urbana Veterinariarandagismo

Page 86: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti strutturali

DSM Dipartimento di Salute MentaleMDSM Moduli Dipartimentali di Salute Mentale (7)SERT Servizio Territoriale Dipendenze PatologicheNPI Neuropsichiatria Infantile TerritorialeNPI Neuropsichiatria Infantile Ospedaliera

Page 87: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti strutturali

Dipartimento del Farmaco

Farmaceutica convenzionata, monitoraggio e farmacovigilanza

Vigilanza farmaceutica ed Ispezioni

Assistenza farmaceutica territoriale

Farmaceutica Ospedaliera

Page 88: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti strutturali

Dipartimento delle Scienze Radiologiche

UU.OO. di radiodiagnostica ospedaliere (3)

Medicina Nucleare

Radiodiagnostica Territoriale

Page 89: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento Cure Primarie e committenzaAssistenza sanitaria di BaseMedicina Legale, Fiscale e NecroscopicaPrevenzione e cura Patologie odontoiatriche socialiServizio Anziani e cure domiciliariPatologie Oncologiche

Page 90: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento delle Attività OspedaliereOspedalità pubblica Ospedalità privata

Page 91: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento Materno- Infantile

Consultori Familiari (31)

UU.OO. di Pediatria ospedaliere (5)

UU.OO. di Ginecologia ed Ostetricia ospedaliere (5)

Page 92: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento Diagnostica di Laboratorio

Laboratori di Patologia Clinica Ospedalieri (3)

U.O. di Patologia Clinica territoriale (5)

U.O. di Medicina trasfusionale

U.O. di Anatomia Patologica

Page 93: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento di Emergenza

U.O. di M.C.A.U.

UU.OO. di Cardiologia ed UTIC

UU.OO. di Anestesia e Rianimazione

Page 94: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento di Riabilitazione

UU.OO. di Riabilitazione ospedaliere (3)

U.O. Handicap, Riabilitazione Territoriale e assistenza protesica

Page 95: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionaliDipartimento di Medicina

UU.OO. di Medicina Generale (7)UU.OO. di Nefrologia e Dialisi (2)UU.OO. di Neurologia (2)U.O. di Oncologia U.O. di Malattie InfettiveU.O. di LungodegenzaU.O. di ReumatologiaU.O. di DermatologiaU.O. di GeriatriaU.O. di Gastroenterologia

Page 96: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti funzionali

Dipartimento di ChirurgiaUU.OO. di Chirurgia Generale (7)

UU.OO. di ORL Otorinolaringoiatria (3)

UU.OO. di Oftalmologia (2)

UU.OO. di Ortopedia (6)

UU.OO. di Urologia (2)

Page 97: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

I Dipartimenti AmministrativiRisorse Umane e Finanziarie

U.O. Affari Generali, Sviluppo organizzativo e Risorse UmaneU.O. Politiche del PersonaleU.O. Acquisizione e Gestione di prestazioni sanitarieU.O. Servizio Economico Finanziario e PatrimonialeU.O. Gestione del Personale convenzionato

Risorse TecnologicheU.O. TecnicoU.O. Facility managementU.O. ProvveditoratoU.O. Ingegneria Informatica

Page 98: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operative

StrutturaArticolazione aziendale alla quale è attribuita la responsabilità di risorse umane, materiali, tecnologiche e finanziarie.

Costituisce “Centro di responsabilità” ed il suo direttore/responsabile partecipa alla costruzione e definizione del processo di budgeting

Page 99: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operativeLa loro individuazione avviene tenendo conto di rilevanza strategica in relazione alla programmazione

aziendale. riconducibilità del sistema tecnico (competenze e

conoscenze) a discipline definite. rilevanza, intensità e frequenza dei rapporti istituzionali da

intrattenere con management aziendale e soggetti esterni all’azienda

grado di intersettorialità, interdisciplinarietà ed interprofessionalità che occorre governare per assicurare migliori livelli di efficacia ed efficienza

rilevanza quali-quantitativa delle risorse da allocare, monitorare, organizzare e gestire

Livello di autonomia e di responsabilità necessario per un appropriato assolvimento della funzione

Page 100: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operativeIl diverso combinarsi di tali fattori, che può mutare nel tempo,

determina la individuazione di

Strutture ComplesseArticolazioni organizzative affidate ad un Direttore alle quali è attribuita la gestione delle risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate a livello dipartimentale.

Strutture SempliciArticolazioni organizzative all’interno di strutture aziendali - complesse o dipartimentali - affidate ad un Responsabile, alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate a livello di Struttura complessa o di Dipartimento.

Page 101: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operativeIl Direttore di Struttura complessa negozia il budget definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi assegnati effettua la valutazione dei propri collaboratori avvia i procedimenti disciplinari definisce i protocolli e ne accerta la applicazione assicura la formazione professionale concorre alla definizione dei programmi aziendali definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le

criticità riscontrate, le opportunità da cogliere governa le risorse assegnategli

Page 102: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Le strutture operativeIl Responsabile di Struttura semplice coadiuva il direttore della Struttura complessa o del

Dipartimento nella valutazione del personale assegnatogli negozia con il Direttore della Struttura cui appartiene il budget

e lo gestisce dirige il personale assegnatogli Definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi

assegnatigli predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le

criticità riscontrate, le opportunità da cogliere concorre alla definizione dei programmi aziendali definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura

Page 103: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli Organi

Direttore GeneraleCollegio SindacaleCollegio di Direzione

Page 104: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Direttore GeneraleHa la rappresentanza legale dell’enteRisponde degli obiettivi assegnatigliE’ responsabile della gestione complessiva Verifica, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e

dei risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite ed introitate nonché l’imparzialità ed il buon andamento dell’azione amministrativa

Adotta l’Atto AziendaleNomina i responsabili delle strutture operativeAttribuisce le risorse alle strutture operative

Page 105: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Direttore Generale

Viene nominato dal Governo regionale

Scelto all’interno di un albo

E’ collaborato dal

Direttore sanitario Medico con qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria

Dirige i servizi sanitari ed esprime pareri sugli aspetti sanitari

Direttore amministrativo laureato in materie giuridiche o economiche con qualificata

esperienza di direzione, dirige i servizi amministrativi

Page 106: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Direttore Generale non è eleggibile in incarichi politici non è compatibile con incarichi politici non è nominabile, se ha svolto incarichi

politici, per 5 anni nel territorio in cui ha svolto la funzione di DG

non è nominabile nell’Azienda da cui dipende non è nominabile se con precedenti penali è soggetto a valutazione

Page 107: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Collegio sindacale dura in carica tre anni è composto da cinque componenti

Due designati dalla RegioneUno dal Ministero del TesoroUno dal Ministero della SanitàUno dalla conferenza dei Sindaci

verifica la gestione economica aziendale vigilia sull’osservanza della legge accerta la regolarità dei documenti contabili riferisce alla Regione ogni tre mesi

Page 108: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Collegio di direzione Ha funzioni consultive e propositive Coadiuva il DG nel governo dell’Azienda

programmazione e valutazione delle attivitàdefinizione degli obiettiviorganizzazione delle risorse

E’ presieduto dal DGDirettore SanitarioDirettore amministrativoDirettori dei dipartimentiCoordinatori sanitari ed amministrativiun dirigente dell’area sanitaria ed uno professionaletre MMG/PDLS ed uno specialista ambulatoriale

Page 109: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Consiglio dei sanitari

Organismo elettivo dell’Azienda con funzioni di consulenza tecnico sanitaria convocato e presieduto dal Direttore sanitario.

Fornisce parere obbligatorio, ma non vincolante, al DG sia sotto l’aspetto organizzativo che per gli investimenti

Page 110: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

OIV Organismo Indipendente di Valutazione

E’ composto da tre componenti dotati di specifica professionalità nominati dal DG

Verifica annualmente i risultati di gestione dei direttori/responsabili di struttura, dei singoli dirigenti e dei titolari di Posizione Organizzativa in relazione agli obiettivi affidati, ai fini della retribuzione di risultato

Valuta complessivamente l’andamento aziendale

Page 111: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’area territoriale

Comprende le funzioni relative a Igiene e sanità pubblica Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di

lavoro Assistenza sanitaria di base Assistenza specialistica e riabilitativa Medicina fiscale e legale Tutela materno-infantile Farmaceutica Tutela della salute mentale e tossicodipendenze Sanità pubblica veterinaria

Page 112: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Distretto sanitarioE’ l’articolazione dell’Area territoriale al cui livello il Servizio Sanitario regionale attiva il percorso assistenziale.Opera sulla base di risorse assegnate e definite in rapporto ai bisogni di salute.

Coincidono con i Distretti socio-sanitari.Ospitano le articolazioni territoriali dei Dipartimenti strutturaliSono affidati alla responsabilità di un Direttore che ha il compito di determinare la migliore integrazione delle attività. Egli dirige anche il PTA

Page 113: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Distretto ospedaliero

E’ una entità organizzativa unica, anche se articolata in più stabilimenti, che assicura l’uniforme erogazione dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di riferimento.

A ciascun Distretto sono preposti un coordinatore sanitario ed un coordinatore amministrativo

Page 114: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Pianificazione

Programmazione

Controllo

Programmazione

Controllo

Programmazione

Controllo

Programmazione

Page 115: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Ciclo PDCA

PLAN Do

Act Check

Page 116: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Ciclo PDCA1. Plan Identificazione del problema Ricerca delle cause Proposte di soluzione, valutazione efficacia/fattibilità tenendo

conto dei vincoli e delle risorse Definizione dell’obiettivo

2. Do Definizione del Piano di miglioramento

3. CheckVerifica dei risultati

4. ActStandardizzazione della soluzione o riavvio del ciclo PDCA

Page 117: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Audit

Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono coerenti con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato efficacemente e risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi

Page 118: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Audit

InternoÈ la stessa organizzazione che verifica sé stessa mediante verifiche ispettive o autovalutazione per valutare la correttezza dei documenti e la coerenza delle registrazioni con i comportamenti

EsternoDi terza parte, indipendenteDi seconda parte, cliente su fornitore

Page 119: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

AuditScopo dell’Audit è raccogliere evidenze oggettive sull’attività dell’Azienda per consentire al suo responsabile di

dare un giudizio motivato sulla conformità e sull’efficacia del sistema

Prendere decisioni efficaci per migliorare il sistema

Accrescere la tensione della struttura Ridurre le criticità Identificare le opportunità di miglioramento

Page 120: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Audit

Fasi Pianificazione e preparazione Conduzione dell’Audit Reporting dei risultati Accordo sulle azione di correzione Azioni di follow up

Page 121: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Conduzione dell’Audit

1. Individuare i fattiChi/Cosa/Come/Dove/Quando/Perchè

2. Registrare l’evidenzaacquisire i dati dimostrativi dei fatti

3. Valutare le conformitàrispetto a standard, linee guida, procedure

4. Classificare in base alla significatività alta, media, bassa

Page 122: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

PianificazioneDetermina gli obiettivi di fondo riferiti al lungo e medio periodo (5/3 anni)

Risponde alla domanda Cosa desidero? (sogno/qualità positiva) Cosa debbo? (bisogno/qualità negativa)

Page 123: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Strumenti della pianificazione Nazionale: Piano Sanitario Nazionale Regionale: Piano Sanitario Regionale Aziendale: Piano Attuativo Aziendale

Page 124: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

ProgrammazioneIndividua per il breve periodo (1/2 anni) gli obiettivi intermedi per il raggiungimento degli obiettivi di Piano.

Risponde alla domanda Cosa debbo fare per realizzare ciò che

voglio?

Page 125: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Strumento della programmazione è il

BudgetBilancio di previsione annuale o pluriennale.

Programma delle operazioni da compiere in un certo periodo (l’anno) finalizzato al raggiungimento di certi obiettivi attraverso la quantificazione delle risorse occorrenti

Page 126: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Budget

Obbliga tutte le aree aziendali a riflettere sulle attività di propria competenza, impostare programmi e monitorare (controllo continuo) le attività

Promuove la comunicazione fra le diverse aree aziendali e la mediazione fra fabbisogni contrastanti

Fornisce criteri di valutazione delle performance condivisi

Page 127: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il BudgetE’ un documento formale risultante di un processo di elaborazione che dura alcuni mesi, durante i quali, mediante un processo continuo di approssimazione progressiva

Si indicano gli obiettivi aziendali del periodo Si indicano le risorse aziendali disponibili Si definiscono programmi e progetti Si quantificano i fabbisogni di risorse Si definiscono, e si pesano, i risultati attesi

ed al termine, raggiunta la condivisione, si sottoscrive il documento

Page 128: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Budget

Non è “la paghetta”, non si dispone di risorse proprie e neppure autonomia nel decidere cosa fare, ma è un contratto fra l’Azienda ed i suoi dirigenti dei livelli organizzativi inferiori con il quale si individua cosa fare e con quali risorse farlo, lasciando libertà su come realizzarlo

Page 129: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli obiettivi

Sono davvero tali solo se sono Specifici Misurabili Ambiziosi Raggiungibili Temporizzati

E debbono servire a colmare la differenza fra la realtà ed il desiderio possibile

Page 130: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli Obiettivi

Il livello di raggiungimento degli obiettivi viene monitorato e rilevato trimestralmente per introdurre eventuali elementi correttivi.

Il raggiungimento determina la corresponsione di un incentivo economico e concorre alla valutazione dei dirigenti al fine della conferma degli incarichi

Page 131: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Controllo di GestioneSistema direzionale con cui i managers - ai vari livelli e ciascuno per il proprio - si accertano che la gestione si svolga in condizioni di efficienze ed efficacia in modo da permettere il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti ed esplicitati in sede di pianificazione strategica e di programmazione

Page 132: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Controllo di GestioneE’ diverso dal Controllo burocratico (correttezza formale) Internal auditing (correttezza procedurale) Ispettorato (verifiche casuali ed a posteriori) Controllo strategico (attiene alla pianificazione) Controllo operativo (in itinere)

è controllo dei risultati interni

Page 133: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ciclo della organizzazione

Il Controllo di GestioneSi articola in tre fasi Prima della gestione = controllo preventivo Durante la gestione = controllo concomitante Dopo la gestione = controllo consuntivo

Consiste nel raccogliere i dati che servono per

?????????????????????

Page 134: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Page 135: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il ReportingI Report si distinguono in Finali o annuali, focalizzano i risultati e

l’andamento dell’intero esercizioPeriodici, relativi ad un segmento temporaleProiettivi, individuano sulla base dei dati

disponibili il risultato finaleFlash report, destinati ad aree di

responsabilità in grado di immediato intervento

Page 136: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Reporting

Destinatari interni dei Report Alta direzione Direttori di Dipartimento Direttori di Unità Operative

Destinatari esterni dei Report Assessorato alla Sanità Ministero della Salute

Page 137: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il Reporting

Struttura di un Report Contenuto Forma Attendibilità Frequenza tempestività

Page 138: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Espressione quantitativa

(numero, percentuale, tasso, proporzione, etc) utile ad una rappresentazione sintetica

“Cruscotto” dei molteplici ed unitari aspetti

Quantitativi

Qualitatividel sistema in esame

Page 139: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

“Misura ciò che è misurabile.

Ciò che non è misurabile rendilo tale”

Galileo Galilei

Page 140: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatoriUn indicatore è valido se è:Semplice: l’aspetto che l’indicatore vuole cogliere deve essere

facilmente comprensibile

Finalizzato: costituito da misure rappresentative capaci di cogliere l’obiettivo proposto

Condiviso: Applicabile nella maggior parte delle situazioni

Accurato: Non inficiato da errori sistematici

Riproducibile: Idoneo a misurare sempre allo stesso modo lo stesso fenomeno

Integrabile: in grado, se associato ad altri, di dare una informazione globale della situazione

Page 141: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Degenza media -DM-E’ determinata dalla complessità della patologia, ma anche dalle decisioni degli operatori sanitari e dai fattori organizzativi relativi a:

accessibilità ai mezzi diagnostici correttezza della diagnosi efficienza del reparto efficacia del trattamento

Page 142: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Possono essere suddivisi in

Indicatori di struttura e di utilizzoIndicano la disponibilità delle risorse e la loro utilizzazione

Indicatori di processoValutano le modalità di svolgimento delle attività di

prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione

Indicatori di esitoMisurano il cambiamento in termini di efficacia e di

efficienza

Page 143: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Efficacia

“Quante volte raggiungo il risultato”?

n. ulcere gastriche risolte-------------------------------------------------

totale ulcere gastriche trattate

Page 144: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Efficienza

“Il risultato è stato raggiunto con il minimo sforzo, spreco e risorse”?

n. pazienti con degenza preoperatoria superiore a x gg

----------------------------------------------------totale pazienti chirurgici elettivi

Page 145: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Correttezza tecnica

“Sono stati commessi errori nella prestazione”?

n. pazienti con complicanza-------------------------------------------------

totale pazienti operati

Page 146: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Accessibilità

“Il paziente riesce ad avere le cure richieste”?

n. pazienti trasferiti in altre Rianimazioni-------------------------------------------------

totale pazienti ricoverati in Rianimazione

Page 147: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Appropriatezza

“Il paziente ha ricevuto la prestazione giusta”?

n. pazienti cateterizzati per i quali era indicata la cateterizzazione

-------------------------------------------------totale pazienti cateterizzati

Page 148: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Continuità

“Le cure sono state prestate in modo coordinato nel tempo”?

n. gg di attesa per prestazioni diagnostiche ai ricoverati

-------------------------------------------------standard

Page 149: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Tempestività

“Le cure sono state erogate al momento giusto”?

n. pazienti sottoposti ad angioplastica entro 24 ore dall’evento

-------------------------------------------------totale pazienti infartuati

Page 150: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Soddisfazione del paziente

“Il paziente è soddisfatto del trattamento ricevuto”?

n. reclami o elogi-------------------------------------------------

totale pazienti trattati

Page 151: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Consenso

“Il paziente e la sua famiglia sono stati coinvolti nelle decisioni prese”?

n. pazienti che hanno sottoscritto senza osservazioni il “Consenso informato”

-------------------------------------------------totale pazienti ricoverati

Page 152: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Sicurezza

“L’ambiente di cura è sicuro”?

n. cadute accidentali in reparto-------------------------------------------------

totale pazienti ricoverati/ricoveri

Page 153: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Degenza media - DM-E’ il tempo che viene impiegato per lo svolgimento della attività sanitaria.

Può fare riferimento alla singola patologia, al singolo reparto, all’intera azienda.

Si ottiene dividendo le giornate di degenza totali per il numero dei ricoverati

Page 154: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Posti Letto - PL-Costituisce l’unità di misura dell’offerta sanitaria di una struttura alla quale rapportare tutti gli altri indicatori di struttura, in particolare

Personale Servizi

Page 155: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Indice di occupazioneMisura le giornate di degenza effettivamente utilizzate rispetto a quelle teoricamente possibili.

La sua misura ottimale è individuata nel 75%

Page 156: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Intervallo di turnoverMisura le giornate che trascorrono fra la dimissione di un paziente e la successiva ammissione di un altro paziente.

Più è prossimo alla zero, più il reparto è efficiente

Page 157: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Indice di rotazione o produttivitàMisura il numero di pazienti che ruotano nello stesso letto in un anno e rappresenta la misura dell’intensità di uso di un posto letto.

A parità di peso medio, un maggiore indice di rotazione individua una maggiore efficienza della struttura

Page 158: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Ricovero OrdinarioDegenza svolta per la cura di patologie per le quali è necessario un trattamento o una assistenza continua oltre le 24 ore

Ricovero DH/DSDegenza svolta per la cura di patologie per le quali è necessario un trattamento o una assistenza continua inferiore alle 24 ore

Page 159: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Indice OperatorioNumero di pazienti ricoverati in reparti chirurgici e sottoposti ad intervento operatorio in rapporto al numero totale di ricoverati dello stesso reparto

Page 160: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

PesoValore simbolico attribuito dal Ministero della Salute a ciascuna tipologia e sua specifica in relazione alla sua complessità sanitaria

Peso medioE’dato dal rapporto tra il totale dei pesi medi affrontati, anche se non risolti, in una struttura ed il numero dei pazienti ivi ricoverati

Page 161: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

DRG - Diagnosis Related Groups

È un sistema di classificazione dei pazienti dimessi dagli ospedali per acuti che attualmente viene utilizzato anche in Italia come base per il finanziamento delle Aziende Ospedaliere. Tale sistema si basa su alcune informazioni contenute nella scheda di dimissione ospedaliera (SDO) ed individua circa 500 classi di casistiche, tendenzialmente omogenee per quanto riguarda il consumo di risorse, la durata della degenza e, in parte, il profilo clinico. Con l'applicazione di tale sistema viene introdotto nel SSN una nuova modalità di finanziamento delle attività ospedaliere basato sulla remunerazione delle prestazioni mediante tariffe predeterminate.

Page 162: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

DRG - Diagnosis Related Groups

MDC Major Diagnostic Category Sono 25 gruppi diagnostici principali che

formano la struttura di classificazione DRG.

Malattie e disturbi del sistema nervoso Malattie e disturbi dell'occhio Malattie e disturbi dell'orecchio, del naso e della gola Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio Malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio Malattie e disturbi dell'apparato digerente Malattie e disturbi epatobiliari e del pancreas Malattie e disturbi dell'apparato muscoloscheletrico e connettivo Malattie e disturbi della pelle, del sottocutaneo e della mammella Malattie e disturbi endocrini, metabolici e nutrizionali

Page 163: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

DRG - Diagnosis Related Groups

Malattie e disturbi del rene e delle vie urinarie Malattie e disturbi dell'apparato riproduttivo maschile Malattie e disturbi dell'apparato riproduttivo femminile Gravidanza, parto e puerperio Malattie e disturbi del periodo neonatale Malattie e disturbi del sangue e del sistema immunitari Malattie e disturbi mieloproliferativi e tumori poco differenziati Malattie infettive e parassitarie (sistematiche) Malattie e disturbi mentali Disturbi mentali organici indotti da alcool o farmaci Traumatismi, avvelenamenti ed effetti tossici dei farmaci Ustioni Fattori influenzanti lo stato di salute ed il ricorso ai servizi sanitari Traumi multipli significativi Infezioni da HIV.

Page 164: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

La SDO Scheda di dimissione ospedaliera

Le classificazioni per DRG si basano sulle informazioni contenute nella Scheda di Dimissione Ospedaliera -SDO- del paziente.

Costituisce la base per il finanziamento delle Aziende Ospedaliere erogato precedentemente associata a ciascun DRGin rapporto alla tariffa

Page 165: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

La SDO Scheda di dimissione ospedaliera

La SDO è lo strumento di raccolta delle informazioni essenziali alla conoscenza della prestazione ospedaliera.

Viene compilata dai medici che hanno avuto in cura il paziente ed inviata al Ministero della salute ed all’Assessorato regionale

Page 166: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatoriI costi

Individuano i fattori utilizzati per la produzione del bene (la salute) che costituisce la mission aziendale. Utilizzati e necessari?

I ricaviCostituiscono il corrispettivo proveniente dalla cessione dei beni prodotti.Possono essere virtuali o reali

L’equilibrio tra costi e ricavi determina l’economicità dell’azienda

Page 167: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli indicatori

Gli indicatori vanno sempre valutati nel loro insieme ed in confronto con le performance di strutture analoghe e con le performance della stessa struttura nel periodo precedente.

Il singolo indicatore va, poi, rapportato a ciascun altro, compresi i costi, per poter determinare il grado d efficacia ed efficienza della struttura

Page 168: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Gli standard

E’ il valore atteso per ciascun indicatore.

Deve essere Condiviso Impegnativo Raggiungibile Rapportato al presente

Page 169: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Il sistema di finanziamento

Dai cittadini Stato con le tasse

alle Regioni, per quota capitaria corretta

ad Aziende Territoriali ad Aziende Ospedaliere

per quota capitaria per DRG

L’eventuale deficit di finanziamento è posto a carico del bilancio regionale ed alla compartecipazione dei cittadini

Page 170: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organizzazione professioni

Inserite all’interno dello Staff della Direzione Generale 5 Unità Operative Semplici affidate, ciascuna,ad un dirigente per le Professioni sanitarie

infermieristiche e ostetriche sanitarie e di riabilitazione tecnico-sanitarie tecniche di prevenzione vigilanza ed ispezione servizio sociale

Possono avere anche articolazioni periferiche

Page 171: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organizzazione professioni

Le loro funzioni: Elaborare indirizzi e modelli organizzativi che

favoriscano la standardizzazione delle prestazioni e la definizione della qualità delle stesse

Promuovere ed attuare modelli di prevenzione, di cura e riabilitazione orientati alla personalizzazione ed umanizzazione delle prestazioni sanitarie

Page 172: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organizzazione professioni Promuovere l’educazione sanitaria mirata

alla prevenzione Definire programmi clinico-assistenziali di

propria competenza Partecipare alla individuazione e

realizzazione degli obiettivi dell’Azienda Programmare, dirigere e gestire le risorse

umane, individuando standard e criteri per una equa distribuzione delle risorse

Page 173: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Organizzazione professioni

Non esistono

piccoli o grandi ruoli,

ma solo

piccoli o grandi attori